Letto in volata tutto d’un fiato, come le altre volte. Sembrava “il libro stregato che non si riusciva mai a smettere di leggere, eri costretto ad andartene un giro col naso incollato al le pagine cercando di far tutto con una mano sola”.
Giudizio a pelle, istintivo: un pizzico di delusione. Tanto ho amato tutti gli altri, letti e straletti, quanto mi ha lasciato perplessa quest’ultimo. No, perplessa non è la parola giusta: diciamo con un leggero senso di insoddisfazione, di incompiutezza di fondo. L’unico episodio in cui ho avuto l’impressione di un’ideazione un po’ fredda, progettata a tavolino, priva di una reale partecipazione emotiva.
Il libro è denso di avvenimenti, battaglie, ricerche, omicidi (una vera strage), personaggi. Troppo. Alla fine rischia di diventare ripetitivo, farraginoso. Di perdersi personaggi e situazioni per strada. Di non commuoversi abbastanza per le perdite dolorose che costellano la storia.
E’ vero che molte cose rimaste insolute nei libri precedenti trovano spiegazione, che alla fine tutto quadra, e che le storie dei personaggi si complicano e cambiano faccia varie volte nel corso del volume, con alcuni colpi di scena inaspettati (come la vera storia di Piton), ma l’impressione è che la Rowling abbia messo troppa carne al fuoco, abbia voluto strafare, richiamando in scena tutti i personaggi di tutti i libri precedenti (anche quelli stramorti), magari per una scena soltanto (come Minus Codaliscia, Sirius, Dobby, i genitori di Harry) magari per poche righe, per poi farli sparire o morire subito dopo.
Troppo lunga la parte della fuga dei tre amici di foresta in foresta, braccati da Voldemort (praticamente una parte consistente del libro in cui succede poco o nulla), troppe le scene di battaglia tra buoni e cattivi,qualche volta francamente confusionarie e un po’ ripetitive. Estenuante il tira e molla tra Ron ed Hermione, l’avrebbero capito pure i sassi che c’era del tenero tra i due, alla fine si rischia di scivolare nello zuccheroso, cosa che nella storia tra Ginny ed Harry non era successa.
Troppe morti, alcune francamente inutili: la civetta Edvige, Dobby, Malocchio, Tonks, Lupin, Fred Weasley, il piccolo Colin Canon, Piton, solo per citarne alcuni, senza contare una marea di Mangiamorte.
Troppi i voltafaccia improvvisi, di cattivi improvvisamente diventati buoni, come l’elfo Kreacher, Percy Weasley, di cui non si sentiva alcun bisogno, o l’ambigua figura di Silente, i cui lati oscuri appaiono un po’ forzati e i mutamenti positivi altrettanti inspiegabili.
Assolutamente troppo brevi invece alcune parti che avrebbero meritato ben altro trattamento, come il ritorno di Harry nel suo villaggio, la visita alla tomba dei genitori (questa scena sì, veramente toccante), la visita alla sua casa distrutta (possibile che ci passa davanti dopo 16 anni, e non gli viene voglia di entrarci?).
Anche una delle scene chiave, quella con cui Harry, con la Pietra della Resurrezione, richiama in vita tutti i suoi cari morti (l’appena defunto Lupin, Sirius, la madre e il padre), insomma, doveva essere uno di quei momenti topici, in cui per la prima e ultima volta Harry rivede le persone a cui è stato legato e che ha perso per sempre: parte alla grande, con momenti di grande pathos (e una lacrimuccia ci scappa, garantito), alla fine viene liquidata in maniera affrettata, subito eclissata dall’incontro con Voldemort.
Troppi personaggi, dicevo, affollano le pagine del libro: tutti i vecchi, e una moltitudine di nuovi, alcuni forse inutili, la maggior parte appena abbozzati. Mentre i personaggi che erano stati così importanti nei volumi precedenti, primi fra tutti Ginny e Neville, diventano quasi semplici comparse, chiusi ad Hogwarts, riappaiono solo sporadicamente nei pensieri di Harry e poi nella battaglia finale.
E Severus Piton, il cui personaggio alla fine si rivelerà fondamentale per capire molte cose e la cui storia a doppia faccia è forse una delle invenzioni più felici dell’autrice, in realtà rimane in disparte fino ai capitoli finali.
Forse quello che più mi è mancato è il sottile senso dell’umorismo che pervade situazioni e personaggi negli episodi precedenti. Unica eccezione, l’eccentrico personaggio di Luna Lovegood, coi suoi Ricciocorni schiattosi e i suoi Gorgosprizzi, ma dei fuochi artificiali di creatività e ironia che la Rowling ha sparso a piene mani negli altri sei capitoli, sinceramente, qui ne ho visto solo degli sprazzi.
Credo che questo sia il volume che mi ha stregato di meno, tra tutti.
E poi, il capitolo ultimo, quello di 19 anni dopo, tutti al binario 9 e ¾ con i pargoletti intorno: poche pagine, un salto nel tempo troppo grande, poche spiegazioni, tante domande rimaste insolute, solo alcuni dei protagonisti presenti (le coppie sposate Harry e Ginny, Ron ed Hermione, Draco e famiglia, e pochi altri): una descrizione superficiale, un po’ fredda, come se il tempo fosse passato leggero, senza lasciare traccia, come se le morti e i ricordi non pesassero come macigni nelle loro vite, come se il resto del mondo incantato di Harry Potter non fosse degno di essere raccontato fin nel profondo, fino alla fine…
La penso assolutamente nella sua maniera, anche se c'è una cosa da dire: lei ha promesso sette libri, e forse c'è stata poca organizzazione dei fatti nei precedenti... a volerlo perfetto sarebbe uscito, come minimo, di 2163 pagine ma che tutti avremo letto volentieri! Avrei voluto sapere di più, molto, molto di più su tutto... Eppure il mondo di Harry Potter ci ha lasciato, con tanti interrogativi...
RispondiEliminaCiao
Peppe
Anch'io sono daccordo con Peppe... Poi ci sono stati troppi morti (mi è dispiaciuto molto per fred weasley, per esempio, lupin & tonks ecc...)! Alla fine del libro mi sono accorta che molti personaggi (come i Dursley) sono stati nominati pochissimo e, per quanto cattivi possano essere stati, avrei voluto saperne qualcosa in più...
RispondiEliminasecondo me la Rowling ha avuto troppa fretta di concludere la storia e ha mischiato un po' tutto...
comunque i libri di harry potter saranno sempre i miei preferiti! ;)
Saluti
..Anna
sono contenta di sapere che le mie perplessità sono condivise, ho letto in giro dei commenti entusiastici che non condivido assolutamente. La saga di Harry Potter rimane tra i miei libri preferiti, ovviamente, però un po' mi dispiace...
RispondiEliminaAssolutamente il libro più brutto della saga. Mi ha lasciato decisamente insoddisfatto ...
RispondiEliminaD'accordissimo ad esempio sul personaggio di Ginny, in ascesa come importanza fino al 6o libro, e nell'ultimo ZERO? Al suo incontro con Harry a Hogwarts, mancava poco che il maghetto dicesse "Toh, anche tu da queste parti?"
Per non parlare dell'epilogo. Quando l'ho letto non ci volevo credere! Cosa può interessare vedere che succede 19 anni dopo, non sono i personaggi che abbiamo seguito per 3000 pagine, non sono Harry e Ginny che si baciano dopo la partita di Quidditch, non sono Ron e Hermione che bisticciano dalla prima pagina del primo libro. Sono diversi.
Invece di quello scempio, bastava un finale degno, invece di quelle 4 pagine inutili che stanno tra la fine di Voldemort e la fine del libro ... Non dico un libro intero, un capitolo, magari lunghetto, ma fatto bene!
Delusione, e proprio sul finale, quando le aspettative sono più grandi ...
anche a me il finale ha lasciato proprio delusa...l'ho trovato freddo, con dei personaggi piatti e banali che niente hanno a che vedere con quelli che abbiamo conosciuto nei libri! Ho avuto l'impressione di un libro forzato, senza ispirazione, sembra quasi scritto da qualcun altro!
RispondiEliminaAlcuni personaggi sono molto riusciti, e per tutta la saga. Piton è a mio parere il migliore, Silente è decisamente ben riuscito, Voldemort pure. Purtoppo come dici tu, il richiamare tutti i personaggi, sminuisce quelli che dovrebbero avere un ruolo decisivo.
RispondiEliminaNon può un personaggio come Ginny crescere dal secondo al sesto libro d'importanza e scomparire nel settimo, per poi fare capolino nell'epilogo, che come ho detto è vuoto di significato. Non capisco che importanza possa avere la relazione con Harry, carica di significato nel sesto libro. Sicuramente questa è una delle cose che mi ha più deluso.
D'altronde, prendo come esempio uno, a mia opinione, dei libri più belli mai scritti del genere, Il Signore degli Anelli. Ciò che succede dopo il Monte Fato, è forse la parte più bella dell'intera saga, 200 pagine all'incirca su 1300, densa di significato, che conclude davvero l'opera.
Questo manca totalmente in Harry Potter, e non è poco purtroppo ...
anche a me il personaggio di Ginny è mancato molto, nell'ultimo libro...la storia di Piton è stata interessante, invece, un risvolto inaspettato. L'ambiguità di Silente non l'ho capita molto, un personaggio che che mi piaceva e invece mi ha lasciato un po' perplessa...la storia dell'omosessualità di Silente, che l'autrice ha spiegato in un'intervista, nella traduzione italiana non si coglie proprio!
RispondiEliminaEvito commenti sull'omosessualità di Silente, l'ha buttata li, senza molta logica in mia opinione.
RispondiEliminaIl personaggio di Silente si rivela uomo nei suoi errori, quello che non capisco è questo infantilismo di Harry, passa da idolatrarlo ad odiarlo per un articolo della Skeeter, esagerato !!!
A mente fredda, e senza esagerare nelle critiche, direi che i motivi della mia delusione sono l'epilogo raccapricciante, l'implosione di Ginny, e l'assurda quantità di personaggi rispolverati per il finale ...
Esagerando nelle critiche, il fatto che Harry dimostri la stessa maturità a 11 e 17 anni, lo porta molto lontano dal ruolo di eroe riconosciutogli dallo stesso Silente nell'ultimo libro.
Ma le ragioni principali sono quelle precedenti, e comprensibili. Dopo 3000 pagine, non avere un finale lascia l'amaro in bocca :-)
Concordo.
RispondiEliminaDopo l'attesa e la lettura full immersion .... rimane solo la delusione e una sensazione di incompiuto.
Lo rileggerò, con più calma, ma la magia non c'è. Peccato.
Patt
anch'io lo sto rileggendo, con meno frenesia della prima lettura, ma devo confermare l'impressione a caldo, purtroppo. Stavolta la Rowling ha toppato, mi spiace...
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