I miei viandanti

mercoledì 3 febbraio 2010

Ultimi ricordi dell'estate



Come ho già accennato, la vacanza della scorsa estate è stata bella, vi ho già fatto vedere un sacco di fotografie e raccontato in lungo e in largo le bellezze del Lago di Braies e della Val Pusteria, vi ho illustrato con dovizia di particolari le nostre scarpinate, le mie disavventure di cittadina pigra e desolatamente fuori forma, di quello che abbiamo mangiato, e tante altre cose ancora.





Questa è una delle ultime cose che ho da raccontarvi – coraggio, ho quasi finito – ed è la salita al Monte Specie (StrudelKopf, che purtroppo non ha niente a che vedere col famoso dolce) , nella Val di Landro, tra la Val Pusteria e il Cadore, siamo quindi quasi al confine col Veneto: una passeggiata piacevolissima, ad alta quota, con dei panorami veramente mozzafiato, e non molto difficile dal punto di vista tecnico.

Diciamo che è lunghetta, calcolate almeno tre ore, ma con salite agevoli, un paesaggio apertissimo, su prati rasati pieni di fiori…a me è piaciuta da morire, perché ho visto cose meravigliose con non moltissima fatica: reggo benissimo le scarpinate lunghe ma con poche salite, mentre a Luca piacciono quei sentieri terribili che si inerpicano ripidi e difficili, che magari non arrivano quasi a nulla però mettono a dura prova il suo fiato e i suoi muscoli.

Io, che non ho nè l’uno né gli altri, mi accontento di questi bei sentieri agevoli, anche se in ogni caso questi termini hanno ben altro significato rispetto ad una bella passeggiata a Via del Corso a guardar negozi…




Si arriva con la macchina fino all’albergo Prato Piazza, già a quota 1890 metri: bisogna andarci presto perché l’ultima parte della strada chiude alle 10 (e comunque si paga per salire con la macchina), e sono altri bei chilometri da fare con la navetta. Da qui inizia il sentiero, ampio, quasi un’autostrada, almeno fino al Rifugio Vallandro, 2040 metri (il puntolino che si vede sul sentiero, col maglione a righe, è mio marito, sempre un chilometro davanti a me).

Proprio davanti al rifugio c’è questo rudere molto affascinante: si tratta del Forte Prato Piazza, un fortino austroungarico costruito alla fine dell’ottocento. Durante la prima Guerra Mondiale era presieduto dalle truppe nemiche, che combattevano sulla linea di confine, contro quelle italiane appostate di fronte, sul Monte Cristallo. Tutta questa zona è stata teatro di lunghe e sfiancanti battaglie di trincea, come il Monte Piana, nelle vicinanze, un’altra passeggiata in quota che vi consiglio vivamente, se passate da queste parti.



Da qui si comincia a salire, ma davvero si tratta di un cammino da fare senza eccessivi sforzi. In montagna, ovviamente, si deve stare sempre attenti agli inconvenienti: in questo caso già dall’inizio abbiamo osservato preoccupati delle nuvolaglie plumbee che si addensavano minacciose all’orizzonte, e non promettevano nulla di buono, ma lo spettacolo era troppo emozionante per desistere.
Gambe in spalle, abbiamo cominciato a camminare velocemente, incontrando un altro fortino in abbandono.

Poi, proprio in mezzo al sentiero, un gruppo di mucche dall’aria bellicosa, che non volevano saperne di lasciarci passare. Non voglio passare per una mammoletta, ma vi assicuro che l’aria minacciosa con cui mi scrutavano non prometteva nulla di buono. Luca è andato a parlamentare con loro, cercando di convincerle con le buone maniere a far passare la donzella cittadina in preda al panico, ma è stato tutto inutile.



Non sono serviti neanche gli sghignazzi di mio marito, a convincermi a seguire il sentiero –d’altra parte non è stato mica lui, tempo fa, ad essere inseguito da una mucca impazzita. Ho bypassato elegantemente il gruppo di ruminanti poco simpatici e, sotto un cielo sempre più basso e scuro, eccoci ad un grande pianoro battuto dal vento, la sella di Monte Specie, da cui si gode di una visione a 360 gradi tra il Monte Cristallo e le Dolomiti del Veneto.




La meta ultima è la cosiddetta Croce dei Reduci, una vasta area pianeggiante a quota 2200 metri e, proprio dalla punta più alta, ecco in lontananza, immerse tra nuvole tenebrose, le Tre Cime di Lavaredo, imponenti, maestose, quasi un set naturale degno del Signore degli Anelli (il puntolino che indica tre con la mano è sempre mio marito, già arrivato in vetta).
Appena giunti alla meta, sbatacchiati da un vento impietoso e freddo, abbiamo fatto appena in tempo a tirare fuori i Kway che ha cominciato a piovere, quella pioggerella sottile ma insidiosa, gelida e crudele che si insinua sotto i vestiti e ti riduce un ghiacciolo privo di sensibilità.
La Croce si trova su un pianoro completamente esposto ai venti in tutte le direzioni, senza possibiltà di riparo alcuno. Non abbiamo avuto altra scelta che ripartire subito, prima che il fronte temporalesco si scatenasse sulle nostre teste.



Siamo scesi a grandi balzelloni sotto la furia degli elementi, verso il Rifugio Vallandro, avvoltolati dentro il nylon, con un freddo polare che a Roma solo in gennaio: in origine il programma era di mangiare i nostri buoni panini con formaggio di malga sul prato, ammirando il panorama, ma ovviamente non è stato assolutamente possibile.

Ci siamo quindi rifugiati nel Rifugio (da qui il nome), infreddoliti e stanchi, annusando speranzosi i buoni odori della cucina.

Al rifugio Vallandro la cucina è semplice e casareccia, ma vi assicuro il bel piatto di patate al forno tagliate tonde (sottili, croccanti e saporite) con l’uovo abbrustolito sopra, assieme al pane scuro, dentro una saletta foderata di legno, al calduccio, al coperto, mentre fuori imperversava la pioggia, è stata una delle esperienze più piacevoli della vacanza.




E proprio qui, indecisa tra vari dolci tradizionali, ho assaggiato la Torta al Grano saraceno, che vi ho già proposto tempo fa.




Questa è una versione alternativa, sicuramente più leggera ma meno goduriosa di quella ufficiale: ho fatto un impasto con olio e yogurt.
Il risultato è stato meno dolce e meno pastoso della versione precedente, sicuramente più buona e profumata, ma mooooolto molto più calorica.
Potrebbe essere assimilato ad un pandolce, sostanzioso, morbido ma non troppo. Rispetto all'originale non c'è il burro e neanche la frutta secca.




Torta al Grano saraceno e Marmellata di Mirtilli Neri (versione light)


180 grammi farina grano saraceno
120 grammi farina 00
125 grammi zucchero
3 uova
1 yogurt compatto
Mezzo bicchiere scarso di olio evo
1 bustina di lievito
2 cucchiai di liquore

Montare i Tuorli con zucchero, fino a renderli gonfi e spumosi. Aggiungere lo yogurt, l'olio, il liquore.

Mescolare accuratamente le due farine col lievito, quindi aggiungere poco alla volta all'impasto.

Montare le chiare a neve con un pizzico di sale, ad amalgamarle delicatamente al resto.

Versare l'impasto in una teglia 24 centimetri con cerniera.

Una volta fredda tagliarla a metà, farcirla colla marmellata, richiuderla e spolverarla di zucchero a velo.

14 commenti:

  1. che bello questo post!!! e che torta deliziosa!!

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  2. Ciao, vorrei invitarti a fare un salto nel mio blog per renderti partecipe di un'allegra "manifestazione" tra foodblogger che vorremmo organizzare!
    Ci farebbe molto piacere anche conoscere la tua opinione!
    Ti aspetto...un abbraccio
    Ylenia

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  3. Grazie Federica!

    @ Ylenia:
    Vengo a vedere volentieri...

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  4. pensa che io abito ai piedi delle Piccole Dolomiti...in meno di un'ora posso salire sul Monte Pasubio e vedere un Panorama Mozzafiato..mi ritengo molto fortunata perchè i paesaggi delle tue splendide foto li posso vedere spesso..
    bello il tuo racconto come tutti gli altri, nessuna noia!! che c'è di più bello della natura..di una passeggiata tra i boschi ed i prati..

    Grazie

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  5. Mi hai fatto venre una voglia pazza di vacanze estive in montagna. E' da molto tempo che non vado più in vacanza in montagna ma adesso che i bimbi sono un po' cresciuti e camminano volentieri, potrei farci un pensiero. Tu dove hai alloggiato? Puoi passarmi qualche link di locande o alberghi montani?
    Un bacio
    Francesca

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  6. Che bei posti!Li trovo così incantevoli che partirei subito per raggiungerli!UN ABBRACCIO

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  7. ...con questo freddo ci voleva il tuo post!che meraviglia :) sono molto affezionata alla montagna, perchè mio papà è nato tra i monti :) ci ho passato (e continuo a passarci) tutte le estati...queste montagne non sono ancora riuscita a vederle, il sogno della mia mamma è propio visitare il Trentino...chissà che non riesca a farle vedere dal vivo questi paesaggi prima o poi!la torta mi ispira molto...e contando che non ho mai utilizzato la farina di grano saraceno, mi è venuta proprio una gran curiosità di assaggiarla! :)

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  8. @ Marzia: il Trentino è veramente bello, e poi le persone sono gentili, si mangia benissimo, non è caro...insomma, veramente dei bei posti!

    @ Marifra: anch'io partirei volentieri
    :-)

    @ Cicabuma: leggi i post sulla Val Pusteria, noi siamo stati due anni a Braies, al Pragserhof, però ce ne sono tantissimi di piccoli alberghi, devi sono informarti su Internet... ti assicuro che la Val Pusteria è spettacolare!

    @ Morena: fortunata!
    Per me che sono di Roma è proprio un altro mondo, e anche abbastanza lontanuccio, difficile da raggiungere se non per una lunga vacanza...

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  9. Montagna, che passione!!! Adoro le lunghissime passeggiate che costano tanta fatica, ma ti ripagano con gli interessi.
    Grazie per questa ricettina. Mio figlio adora la torta di grano saraceno. Ogni anno ne porto qualche fetta, al ritorno dalle vacanze.
    Non ho mai provato a farla perchè mi sembrava troppo calorica. Ora non ho più scuse... :-)))

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  10. Le tue foto mi hanno tolto il fiato...amo la montagna e purtroppo ci vado molto poco. La torta è una delizia, viene voglia di assaporarla con un tè fumante seduta a guardare quelle spettacolari distese verdi! :)

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  11. sempre interessanti i tuoi appunti di viaggio, bellissime le foto.
    il pranzetto al rifugio più che meritato.
    la torta è veramentemolto invitante .
    ho visto un bellissimo pane , il rapporto con la mdp è decollato in maniera eccellente!
    ciao Reby

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  12. La torta di grano saraceno è una delle mie preferite, e quante belle foto!!!

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  13. @ Iana: devo dire che mangiata a 2000 metri, ha tgutto un altro sapore, ma accontentiamoci...

    @ Rebecca: diciamo che sto sperimentando, alcune cose sono venute da schifo, ma non mi arrendo
    :-)

    @ Gabri: anch'io, purtroppo, per ragioni di lontananza, ma quando ci vado me le godo davvero

    @ Lella: quella originale è molto più buona, però è piena di burro e di frutta secca, l'ho fatta una volta e poi ho ripiegato su una ricetta meno grassa

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  14. che bello questo blog e che le tue foto!!
    e poi a concludere il post la mia torta preferita!!!beh ti seguirò spesso allora!! =)

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Pellegrino che ti aggiri per queste lande incantate, mi farebbe piacere una traccia del tuo passaggio...

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