I miei viandanti

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lunedì 23 febbraio 2015

giovedì 10 maggio 2012

Girando su sé stessi


Ci sono periodi in cui, più o meno, sai dove sta andando, dov'è la direzione; poi ce ne stanno altri in cui ti sembra di stare a girare su te stessa, un po' sul filo della sopravvivenza.
Ecco, mi sa che questo è uno di quelli.
Uno di quelli in cui ti chiedi se davvero stai andando in una qualsivoglia direzione, oppure se la speranza che le cose migliorino, o perlomeno non peggiorino troppo (io sono un'inguaribile ottimista, anche se non si direbbe) è una pura illusione.

giovedì 12 aprile 2012

E un altro compleanno è andato



Non sono una che odia il giorno del proprio compleanno, anzi.

Non ho paura del tempo che passa, non ho problemi a dire quanti anni ho, al contrario: penso che si debba esserne fieri perché l'età della gioventù è un'età incerta, inquieta, a tratti oscura, in cui la propria personalità, il proprio carattere, sono ancora acerbi, ancora in formazione.


venerdì 9 settembre 2011

Racconti in arretrato


Vi sto trascurando in maniera indecorosa, davvero.

Ogni tanto incontro qualcuno che mi chiede, ma come mai non scrivi più? Hai pubblicato qualcosa ultimamente? E le foto di Barcellona?  E i post sui Musei che avevi promesso ( a proposito, per chi mi chiedeva del post su Keats: non l'ho mai scritto, mea culpa mea culpa mea culpa! Ho delle foto bellissime della casa e voluminosi appunti su Byron e tutta la sua combriccola di belli e maledetti, mi ci devo mettere ma rimando da due anni.)?

giovedì 16 settembre 2010

Abitudini alimentari e cambiamenti


Ho passato un lungo periodo della mia vita (circa dieci anni) senza mangiare carne e pesce, per una precisa scelta etica. Devo dire che non è stato un gran sacrificio, si impara a stare benissimo con una dieta variegata con legumi e cereali, latticini e uova (non sono mai stata vegana, nè tantomeno integralista). E' vero che alla fine, gira e rigira, le cose sono sempre le stesse, e non è facile riuscire a mantenere una alimentazione bilanciata: si tende spesso, anche per pigrizia, a ripiegare sui carboidrati, un bel piatto di pasta e via.

 In realtà, nessuno avrebbe mai pensato che un giorno sarei diventata vegetariana, io che da piccola odiavo le verdure. Il primo finocchio lesso l’ho assaggiato a venticinque anni, dei pomodori mi davano fastidio anche i semini, il minestrone solo passato, i broccoli vade retro!  Ora tutto l’inverno c’è un odorino di broccoli e broccoletti lessi che si spande per l’androne (mio marito capisce che sto cucinando i broccoli fin dal cancello), infilo verdure dappertutto, in particolar modo nei primi piatti.

Come si cambia, eh?

Purtroppo, le cose sono andate in tutt’altra maniera…non credo che il vegetarianesimo c’entri molto con l’anemia gravissima di questa estate, ovviamente era legata alle mie condizioni generali e risolte con l’operazione e una trasfusione di sangue, ma sicuramente non mi ha giovato. Ho dovuto ricominciare, per forza di cosa, a mangiare carne e pesce, per cercare di riequilibrare una situazione completamente sballata, e soprattutto riabituarmi a dei sapori completamente dimenticati, anche se tuttora il sapore della carne cruda mi dà abbastanza fastidio, per non parlare delle macellerie, che evito accuratamente (l’odore è talmente forte da nausearmi).

In compenso, ho risolto i problemi di una cucina doppia, per me e per mio marito: ora cucino tutto per due, e speriamo che la nuova dieta mi aiuti a riprendermi in forze.

Una cosa che ci piace molto è il pollo, che si può cucinare in vari modi, e viene sempre bene. Questa ricetta è semplicissima, ma i colori e i sapori  di questo piatto mi hanno convinto a postarlo per voi, anche se sicuramente l’avrete fatto tutti, non credo proprio di aver scoperto niente di nuovo.

Non sapevo bene come denominarlo, l’ho chiamato Pollo alla mediterranea perchè era colorato e allegro, e poi il contorno di peperoni lo rendeva ancora più solare. Ci stanno benissimo anche le olive nere, anzi, direi che aggiungono un tocco in più, ma questa volta non le avevo.
I peperoni si possono fare sia a parte (come nel mio caso), semplicemente cotti in padella con olio e uno spicchio di aglio, facendoli appassire pian piano con un po' di acqua, oppure insieme al pollo: i tempi di cottura sono quasi gli stessi, magari conviene far rosolare il pollo da solo, e poi aggiungere i peperoni tagliati a listarelle sottili.


La ricetta, come tutte quelle molto semplici, è abbastanza intuitiva e le quantità non ben specificate, io ho fatto tutto ad occhio, soprattutto per quanto riguarda le quantità di pomodori e l’aggiunta di acqua.

pollo2

Pollo alla Mediterranea

Pollo a pezzi, io ho usato solo cosce e sovracosce, non troppo grandi
Pomodori maturi
Passata di pomodoro
Olio evo
Origano, uno spicchio di aglio e  mezza cipolla (oppure uno scalogno)

Tagliare a pezzetti i pomodori, la cipolla a rondelle sottili e sbucciare l’aglio.

Mettere un velo di olio sulla padella antiaderente, con l’aglio tagliato in due e la cipolla. Adagiarvi i pezzi di pollo,  e farli rosolare qualche minuto, quindi aggiungere i pomodori tagliati a pezzi, due o tre cucchiai di passata, l'origano, un poco di acqua e un altro giro di olio.

Coprire a coperchio semichiuso, aggiungendo ogni tanto un goccio d’acqua.
A metà cottura salare.

Cottura circa 50 minuti abbondanti  (un'ora se i pezzi sono grandi), verso la fine togliere il coperchio e far restringere il sughetto.

venerdì 30 aprile 2010

Tra valigie e preparativi di viaggio




E sono quasi arrivata alla data della partenza!

Martedì mattina, prestissimo, porterò faticosamente armi e bagagli all'aereoporto, e mi imbarco per Siviglia (quasi cinque ore, visto che si fa scalo a Madrid), spero di arrivare a metà pomeriggio, stanca ma non vinta.

Viaggiare è sempre un po' un'avventura, a meno che non si vada con un gruppo organizzato, e allora basta seguire tutti gli altri, senza darsi pensiero di come arrivare all'albergo, di non perdersi dentro l'aereoporto, di non salire sull'autobus sbagliato oppure scendere alla fermata sbagliata: ma allora, che divertimento c'è, mi chiedo io?

Qualche anno fa, devo ammetterlo, ero molto più temeraria: se ripenso a quanta incoscienza abbiamo dimostrato viaggiando avventurosamente per l'Egitto, la Scandinavia, la Francia e, in parte, in Russia, mi rendo conto di non avere più nè l'età nè il coraggio di girare senza prenotazione, senza biglietti, senza alberghi nè cellulare, che d'altra parte neanche esisteva, solo muniti della nostra fedelissima Let's Go, lo zaino e un itinerario tutto da confermare, con pochi soldi in tasca ma tanta fantasia e curiosità, e soprattutto la capacità di cogliere il lato umoristico anche nelle situazioni peggiori.

Se ripenso poi all'avventurosissimo viaggio di ritorno dall'Interrail in cui, in 25 ore, abbiamo preso tutto tranne il cammello e la carrozza: partite io e Pina dall'Ostello fuori Oxford fino in città col bus, quindi in treno fino a Londra, poi la metro fino alla Stazione giusta per prendere il treno per Calais; a Calais abbiamo preso la nave, attraversata la Manica, quindi preso il treno fino a Parigi.
A Parigi di nuovo di corsa in metro alla Gare de Lyon, dove abbiamo preso il treno notturno per Roma: a Roma c'era mia madre ad aspettarmi, che con la macchina mi ha portato direttamente a San Vito Romano, il tutto con un inizio di polmonite, la febbre e una tosse che sembravo tisica.

Un viaggio interminabile, aggravato dalla malattia che a stento mi faceva stare in piedi, sotto il peso dello zaino, ormai quasi vuoto, eppure pesantissimo. Insomma, quelle sì che erano avventure...

Adesso che ho tutto prenotato, devo solo riuscire a salire sull'aereo, atterrare senza incidenti a Siviglia, prendere un semplicissimo autobus e imbroccare la fermata giusta a cui scendere, eppure sono più preoccupata di allora: è la maturità, senza dubbio, oppure la vecchiaia...

In questi giorni, presa dalla frenesia dei preparativi, ho combinato ben poco di concreto, a parte organizzarmi tra liste di vestiti da portare, guide, acquisti dell'ultimo minuto e cose del genere.




Una cosa che adoro sono le frittate, sono semplici da fare e ci si può mettere dentro qualsiasi cosa: di solito è mio marito che si occupa delle frittate, è una sua specialità perchè io, solitamente, le spatascio senza pietà, a meno di non essere munita di apposita padella doppia.

Ultimamente però sto raffinando la tecnica, per cui riesco a girarle senza troppi danni, almeno la maggior parte delle volte: in questo caso ho riciclato un avanzo di Erbette di campo ripassate in padella della sera precedente, a cui ho unito mozzarella e scalogno.

Cosa c'è di meglio di una morbida e goduriosa frittata, che è buonissima calda ma è ottima anche fredda? La morte sua sono le zucchine, penso che niente superi in bontà una bella frittata di zucchine e cipolle, tranne forse quella con le patate fritte, ma allora andiamo proprio sul peccaminoso!



Frittata con Erbette di campo e Mozzarella

Per due persone


4 uova grosse
qualche forchettata di erbette ripassate in padella
tre cucchiai parmigiano
qualche cucchiaio di latte
un fiordilatte o mozzarella da 100 grammi
sale
pepe
olio evo
uno scalogno piccolo

Per le erbette (fresche o surgelate): metterle a cuocere in acqua fredda, lasciar bollire qualche minuto quindi scolarle bene, strizzandole per eliminare l'acqua.

Ripassarle in padella con olio evo, aglio, sale e un pezzetto di peperoncino, e tritarle.

Battere le uova col latte e il parmigiano, lo scalogno tagliato sottilissimo,unire sale e pepe e il fiordilatte a pezzetti, scolato, in ultimo le erbe.

In una padella antiaderente mettere un filo di olio sul fondo e far scaldare bene,
quindi versare la mistura di uova e far cuocere la parte inferiore della frittata.

Voltare con delicatezza, far cuocere la frittata anche dall'altra parte, fino a che non sia ben dorata.

martedì 20 aprile 2010

Basilico e pomodori, gli ingredienti dell'estate


Ed eccomi di nuovo qui, dopo una quattro giorni di lavoro in piena emergenza causa vulcano (lavoro in un albergo, ed è stato un vero caos).

Oggi, più che primavera, sembra quasi estate: un caldo improvviso, solo a tratti mitigato da una leggera brezza, che spande nell'aria l'odore pesante del glicine e del caprifoglio in fiore che abbelliscono i giardini nelle strade mdel mio quartiere.
Questa è la settimana della Cultura,ho lavorato tutti questi giorni ma devo assolutamente rifarmi domani e sabato, anche se le cose da visitare sono tante e ancora mi dibatto nella scelta (i Capitolini? Villa Torlonia? Palazzo Barberini?)

Deciderò domani, sull'ispirazione del momento. Sto ancora lavorando al post sulla Centrale Montemartini, sembra una passeggiata sistemare le foto e scrivere il resoconto, ma mi dispiace fare le cose in maniera affrettata e sciatta, soprattutto quando si tratta di raccontare dei luoghi così affascinanti.

In questi giorni ho cucinato un po', ma spesso le mie sperimentazioni sono funestate da miserevoli fallimenti, anche se (spero) non per colpa mia, insomma, non del tutto.


Sto comprando l'Encliclopedia della Pasticceria de La Repubblica, dei bei volumenti luminosi, pieni di belle fotografie.
Per ora ho provato a fare una torta Lievitata con le mele, che è riuscita una vera schifezza (lievitata benissimo che se ci ha messo un pomeriggio intero a crescere, aspetto ottimo, ma la pasta era secca, sbriciolosa, immangiabile), delle treccine di farina di mais che erano troppo stoppose (forse lo sbaglio è stato sostituire il burro con l'olio?) e oggi un pane di avena dal sapore amarissimo, non so se per la farina oppure ho esagerato col sale, oppure il lievito?


Mah, che peccato...più che altro perchè ero curiosa di assaggiare il pane di avena, ma mi sa che mi terrò la curiosità, visto che ce n'è rimasta poca, e non ho il coraggio di ritentare.

Per consolarmi di tutto questo, ho assemblato un piatto colorato, dai tipici sapori mediterranei, e soprattutto veloce da preparare. Ho comprato una piantina di basilico, che io adoro: ne amo il sapore, ma soprattutto il profumo, che evoca immediatamente l'estate, le ricette fresche e colorate di questa stagione.


Ho tagliato a tocchetti dei pomodori rossi maturi, vi ho aggiunto aglio a pezzetti, cipolla tagliata piccola, abbondanti foglie di basilico, sale e olio.

Ho fatto saltare pochi minuti a fiamma vivace, poi ho aggiunto del tonno sott'olio sbriciolato e delle olive greche, dal sapore deciso e aromatico ( a me piacciono di più quelle verdi e dolci, però in questo caso ci stanno meglio delle olive nere e saporite).

Ancora pochi minuti di cottura, in maniera da asciugare il sugo dei pomodori, poi ci ho buttato la pasta appena scolata: in questo caso degli spaghetti integrali biologici, ma vanno benissimo anche gli spaghetti normali.

Bon Appetit!


giovedì 15 aprile 2010

Ricette della festa


Finiti i festeggiamenti, stavolta finiti davvero.

Ho mangiato in un sol colpo uova di cioccolato e torta di compleanno, ora si torna alla normalità!

Grazie a tutti quelli che sono passati a farmi gli auguri, e a tutti quelli che mi hano inondato la bacheca di Fb di messaggi, vorrei baciarvi uno per uno!

Volevo illustrarvi il menu con dovizia di particolari la mia giornata di festeggiamenti solo che, causa Alzheimer incipiente, mi sono dimenticata la macchina fotografica a casa, e quindi niente foto, mi spiace. La torta Millefoglie allo zabaione è durata molto poco, è stata abbattuta con grande entusiasmo, incuranti delle decorazioni di panna e riccioli di cioccolato, non ho fatto neanche in tempo a fotografare lo spicchio che ci siamo portati a casa.

:-)

In compenso, ho portato a a casa un pezzetto dell'ottimo polpettone al limone che ha fatto mamma e l'ho fotografato con comodo, prima di spazzolarlo allegramente.

Come ogni volta che ci sono questi eventi, torniamo a casa con le buste cariche di cibo, insalata appena colta nell'orto, vino e olio di produzione locale, scatole con primi e secondi per i giorni successivi.

Il bello di tutti questi stravizi è che lì per lì sei in paradiso, poi paghi tutto, però va beh, almeno per il proprio compleanno...

Ed ecco allora il Polpettone al limone: è una versione semplificata del polpettone farcito, più elaborato e anche più pesante.

E' aromatizzato con buccia grattugiata di limone, alloro, salvia e rosmarino, che gli conferiscono un sapore delicato ma molto saporito. In questo caso sono stati aggiunti dei funghetti misti sott'olio, come contorno sfizioso.


Polpettone al Limone:


per un polpettone medio
3 etti di macinato circa
1 uovo intero
un pizzico di sale
latte
un cucchiaio parmigiano
pezzettino di aglio
prezzemolo
limone grattugiato
pangrattato

olio evo, odori vari (salvia, rosmarino, alloro)
scalogno
vino bianco

Schiacciare il macinato, aggiungere l'uovo e impastare con due o tre cucchiai di pangrattato e un po' di latte.

Unire l'aglio a pezzettini piccoli, il sale, il prezzemolo e passarlo nel pangrattato.

Assemblare il polpettone.

Nel frattempo mettere sul fornello una padella alta con vino, olio, acqua, e odori (salvia, rosmarino, alloro e scalogno a pezzetti).

Quando bolle, adagiarvi il polpettone e aspettare dieci minuti a fuoco vivace che si cuoce da una parte.
Girarlo delicatamente e farlo cuocere altri dieci minuti dall'altra parte.
Abbassare la fiamma, coprire e farlo cuocere altri 45 minuti circa.

mercoledì 7 aprile 2010

Finiti i festeggiamenti?


La Pasqua è passata, per alcuni bene, per altri un po' meno, tipo me.
E' stata una giornataccia, lo ammetto, una di quelle che già prevedi in anticipo, e che va esattamente come te la sei aspettata, una vera catastrofe, lavorativamente parlando.

Comunque, siamo sopravvissuti anche a quello, anche a due giorni infernali, funestati pure da pioggia e freddo ( ma tanto la pioggia a me non ha rovinato niente, visto che sono rimasta chiusa al lavoro per dodici ore filate, o giù di lì, sia Pasqua che Pasquetta).
Va beh, mi rifarò domenica: la torta è già stata ordinata, siamo pronti per festeggiare in grande stile, più o meno.

In questi giorni non ho avuto voglia di fare quasi niente, oltre riposarmi e cercare di rimediare al caos che avvolge la casa, dopo vari giorni in cui torno a casa distrutta e non ho la forza di fare nulla tranne che sopravvivere a me stessa.
E' proprio il periodo in cui i gatti cominciano a perdere il pelo, per cui spuntano fuori, in continuazione, mucchietti di pelo evanescente e lanuginoso che si annidano negli angoli, sempre gli stessi...tu spazzi, lavi, spolveri, e dopo cinque minuti puufff, di nuovo peli che vagolano per il pavimento. E' una causa persa.

Tra l'altro, vista la quantità di peli che i miei gatti riescono a perdere, sembrebbe che io abbia un intero allevamento di persiani, e non due a pelo corto...ne perdono talmente tanti che se ne potrebbe fare tranquillamente un altro, di  gatto!


Non ho avuto neanche molta voglia di scrivere, nè di cucinare, nè di fare fotografia, anzi, ero decisa a latitare ancora per qualche altro giorno, non avendo nulla da raccontare, se non un po' stanchezza e abulia.
Alla fine però, mi dispiace stare lontana dal mio spazio: mi rendo conto che in questo periodo Facebook mi sta tenendo un po' lontana dal blog, ed è un peccato.

Perchè in fondo il blog è uno spazio tutto mio, costruito con fatica e divertimento, cura e passione, un po' alla volta, nel corso di questi due anni e mezzo.

Fb è uno spazio comune, con tante persone che vanno e vengono, scrivono, commentano, ma alla fine mi trovo a leggere, a rispondere ai commenti, a fare giochini stupidi, come perditempo, come tappabuchi, come trastullo piacevole e vagamente inutile, che non occupa troppo il cervello: un po' come quando ti metti davanti alla tv e cominci a saltellare da un canale all'altro, vagolando distrattamente qua e là, ma senza riuscire ad interessarti a fondo di niente, eppure senza riuscire a smettere.

Anche i giochi diventano una specie di rituale ipnotico, c'è quello con le palle di vetro che si rompono da cui spesso non riesco a staccarmi, il rumore dei vetri che si infrangono, più fragorosamente possibile, mi fa impazzire, eppure mi rendo conto di perdere del tempo in maniera assolutamente inutile.

Va bene, evidentemente il mio cervello, a volte, ha bisogni di decongestionarsi in qualche modo, anche se forse questo non è il modo più intelligente.

Non sto cucinando molto, anche perchè alla fine la mancanza di entusiasmo mi contagia negativamente anche in questo senso. Questo periodo però ci sono degli ortaggi di stagione davvero interessanti, come i carciofi.
A me piacciono molto e mio marito li adora, solo che pulirli è una vera noia...tra l'altro, a pulirli bene interi non mi riesce mai, preferisco spaccarli in quattro per togliere bene la barbetta dentro, forse dovrei affinare la tecnica!

In questo caso ho fatto una padellata di carciofi a pezzi e funghi per condire la pasta...un abbinamento davvero azzeccato, direi...
Io ho usato una busta di funghi surgelati, di quelli misti, ma possono andare benissimo anche quelli freschi, ovviamente! Avevo anche delle melanzane sotto'olio di quelle in barattolo, a striscioline, e ho buttato in padella pure quelle.


Spaghetti carciofi, melanzane e funghi
Per due persone

150 grammi di carciofi surgelati a spicchi
200 grammi di funghi surgelati misti
Melanzane sotto’olio a striscioline
Olio, aglio
Prezzemolo
Peperoncino

Spaghetti 100 grammi ciascuno
parmigiano

Mettere in un’ampia padella antiaderente uno spicchio di aglio, funghi surgelati e carciofi surgelati a spicchi, olio, prezzemolo, sale e peperoncino.

Far saltare a fuoco vivace per un quarto d’oro, mescolando spesso, poi aggiungere le melanzane sotto’olio, mezzo bicchiere di acqua calda, mettere il coperchio e continuare la cottura per altri 30 minuti, aggiungendo altra acqua man mano che si asciuga.

Quando la verdura è ben cotta, spegnere e lasciare al caldo.

Cuocere gli spaghetti, scolarli e buttarli nella padella con le verdure, far saltare tutto con un giro di olio a crudo, spolverare di parmigiano, mantecare bene e portare in tavola.

venerdì 5 marzo 2010

Finocchi Gratinati al Forno con Uvetta e Pinoli


Mi aspetta un week end di lavoro, come capita sempre più spesso...è strano, perchè durante la settimana tutti lavorano, invece io sto a casa: ho un sacco di tempo per uscire, andare al cinema, sempre che non piova a dirotto come succede spesso, e comunque per fare tante altre cose.

Durante il week end, mentre tutti si riposano, spesso e volentieri io lavoro...così è tutto invertito, difficile vedere gli amici, difficile uscire il sabato sera, perchè poi la domenica mattina mi devo alzare alle sei, inviti che si accumulano, persone che non si riescono a vedere mai...

Purtroppo è così, ho già la fortuna di lavorare solo part-time, però mi rendo conto di trascurare tante persone, di non riuscire a vedere le mie amiche come prima...

Va beh, non lamentiamoci troppo!

Spero solo che scorra tutto velocemente e senza tanti intoppi, e che si arrivi presto a lunedì sera (certo non ho la sindrome del lunedì, anzi...non vedo l'ora che arrivi!).
Questo piatto l'ho assaggiato per la prima volta la sera di Capodanno, a casa di parenti...non amo in modo particolare i finocchi, che di solito mangio crudi in insalata, qualche volta al forno.

Questa versione gratinata con uvetta e pinoli mi è piaciuta moltissimo ed ho voluto rifarla: tra l'altro è piuttosto semplice e, siccome i finocchi vanno lessati prima, anche piuttosto magra, perchè il condimento non deve essere molto, giusto un filo di olio e, se piace, qualche fiocchetto di burro.

Non chiedetemi che tipo di finocchi bisogna scegliere, se maschio o femmina, perchè per me sono tutti uguali...li scelgo semplicemente non troppo grandi, altrimenti devo eliminare parecchie foglie esterne, e neanche troppo piccoli...insomma, una via di mezzo!

Nella ricetta originale c'erano i capperi ma, siccome non li gradisco molto, non li ho messi, così ho risolto anche il problema del sale, che con i capperi è sempre difficile regolarsi.


Finocchi gratinati al forno con Uvetta e Pinoli

Ingredienti per quattro persone:

Tre o quattro finocchi (dipende dalle dimensioni)

Olio evo

Pangrattato

Uvetta

Pinoli

Burro (facoltativo)

capperi (facoltativi)

Togliere i gambi e le foglie esterne.

Tagliare i finocchi a metà, e ogni metà in tre o quattro spicchi.
Metterli nell'acqua e lessarli, fino a che siano teneri (ma non sfatti).

Oliare il fondo di una teglia pyrex, disporvi i finocchi sopra, piuttosto stretti ma non troppo accavallati, salare.
Cospargere di pangrattato, uvetta e pinoli, un altro giro di olio e qualche fiocchetto di burro.
Infornare a forno già caldo, sul secondo ripiano dal basso a 200 gradi, fino a che non siano ben gratinati.

mercoledì 3 marzo 2010

I vantaggi di una alimentazione sana


Mi sembra di non aver molto da raccontare, in questi giorni.

A parte un week end di lavoro, non ho fatto molto altro, cucinato quasi niente, ho passato tutta la giornata di oggi girando su me stessa, più o meno.

Ieri sera sono uscita con il sole, un'aria più tiepida e i primi, timidi boccioli rosa sugli alberi della strada, i primi sintomi della primavera che invita ad uscire e nuove energie che scorrono nel sangue, la fine del letargo...
Come mi aspettavo, è durato poco, il cielo grigio di oggi mi ha fatto ripiombare nel torpore, ma sono ottimista e mi dico che prima o poi dovrà pur finire il freddo!

Per questi motivi, oggi sarò breve. E' che mi sembra di trascurare questo mio spazio virtuale, non perchè non ci pensi, ma perchè mi sento troppo pigra perfino per pensare qualcosa di intelligente, però farò uno sforzo per non lasciarmi sopraffare.

In questo periodo sto rivolgendo la mia attenzione a degli alimenti che non erano mai entrati nella mia dieta: è strano come pensiamo di alimentarci al meglio, e di conoscere tutto, ed invece non si smette mai di scoprire.

Ho assaggiato per caso i fiocchi d'avena, e non mi sono dispiaciuti affatto...l'avena è un altro alimento poco conosciuto e poco usato, come l'orzo, il farro e altri cereali, che invece è ricchissimo di proteine, vitamine e, in questo caso, anche di ferro, preziosissimo per chi, come me, non mangia nè carne nè pesce (anche se devo ammettere che, per ragioni di salute, ultimamente un po' di carne l'ho mangiata, ma con molto sforzo, perchè non sono più abituata al sapore e non mi manca, cioè non ne ho alcuna voglia).

Intanto la uso assieme al latte, però ho intenzione anche di procurarmi la farina d'avena, e provare a panificare, vediamo che viene fuori!

Per continuare su questa scia, ecco un piatto di pennette integrali che ho fatto qualche giorno fa, usando le verdure che avevo nel frigorifero e qualche avanzo di cavolfiore lesso. Non amo in particolar modo i cavolfiori bianchi, preferisco assolutamente i broccoli romaneschi ed i broccoletti siciliani, invece mio marito li gradisce, per cui ogni tanto li cucino, ma non mi va di mangiarli.

In questo caso ho unito qualche avanzo di cavolfiore lesso con i friarelli, cioè cimette di rapa ripassate in padella assieme al radicchio, e devo ammettere che l'insieme non è risultato niente niente male!
La pasta integrale, poi, si abbina benissimo con le verdure, e con una spolverata di parmigiano sopra e un filo di olio evo genuino, è un piatto salutare e saporito.



Pennette integrali con cimette di rapa, cavolfiore e radicchio.

Ingredienti:

Cavolfiore lesso
Cimette di rapa
Radicchio
Penne integrali
Olio evo
Parmigiano


Tagliate il radicchio a striscioline sottili e mettetelo a bagno almeno un'ora, in modo che perda il gusto amaro.

Pulite e mondate le cimette di rapa, lasciando le foglie tenere, i cicci e i fiori, e tagliate i gambi duri.

Lessatele in abbondante acqua per qualche minuto, poi scolatele e lasciate l'acqua da parte, al caldo.

Mettete le cimette lesse in una pentola capace (deve contenere la pasta) con sale, aglio e un giro d'olio, fate saltare fino a che non saranno tenerelle e saporite, quindi unite il radicchio scolato e il cavolfiore lesso, fate saltare bene per cinque minuti. Aggiustate di sale e tenete al caldo.
Nel frattempo salate l'acqua e lessatevi la pasta, scolatela e buttatela nelle verdure.

Saltare tutto con una spolverata di parmigiano e servire.

sabato 30 gennaio 2010

Pasta integrale e verdure, per una ricetta sana e leggera


Archiviate le golosità della Torta della Nonna, veniamo a qualcosa di più leggero.

Ultimamente sto un pochino più attenta alla mia alimentazione (lo so, vista la ricetta precedente non si direbbe, ma vi assicuro che mi sono molto limitata nel mangiarla).
Devo dire che, una volta fatta l'abitudine, si sta decisamente meglio eliminando troppi dolci, biscotti, primi piatti pesanti...tante volte mi basta una scodella di riso in bianco, del formaggio leggero e un po' di frutta per sentirmi bene.

L'unica cosa che non riesco a limitare è il pane, soprattutto adesso che lo faccio quasi sempre io, e come resistere, allora, ad una bella fetta di pane fatto in casa?

L'altro giorno ho avuto la pessima idea, al ritorno dal lavoro (ero stanca, avevo finito tutte le scorte di pane e non avevo il tempo di farlo, visto che era tardo pomeriggio) di comprare al supermercato una confezione di pane di grano duro, di quelli già tagliati e imbustati, una mezza pagnottella dalla crosta scura, mollica gialla e consistenza morbida...durante il viaggio in autobus non ho resistito a mangiarmene un pezzettino, ho aperto la busta e mi ha investito una zaffata di odore forte, alcolico. Ne ho assaggiato un pezzo, il sapore forte, amaro, decisamente sgradevole.
Prima di arrivare a casa la pagnottella è finita nel secchio, tutta intera. Peccato. Gli ingredienti semplici (farina di semola, lievito, acqua e sale) non avrebbero mai fatto pensare ad un esito simile, però è vero che tutti i pani a lunga conservazione, compresi i bauletti, hanno l' alcool tra i conservanti.
Sicuramente non farò più l'errore di comprare quella marca di pane, così invitante, e invece tanto mefitico.

Un'altra cosa di cui non riesco a fare a meno è lo Yogurt, di cui farei indigestione, anche se ultimamente, invece di autoprodurlo, cedo alle tentazioni del marketing e compro quelli già fatti, anche perchè se ne faccio un litro alla volta rischio di mangiarmelo a cucchiaiate, direttamente dal barattolo. Certo, non è la stessa cosa che mangiarsi a cucchiaiate la Nutella (vi ricordate la scena mitica di Nanni Moretti, in Bianca? Ormai non la compro neanche più, altrimenti le faccio la festa in pochi giorni), però alla fine ci si sente in colpa lo stesso, come per qualsiasi eccesso.

Mi consolo pensando a quelli che ingurgitano fritti, salumi, formaggi grassi, magari cartocci di patatine bisunte di McDonald's, e allora veramente mi sembra di avere una alimentazione sanissima, al confronto.

Ho comprato alcune confezioni di pasta integrale, presa da un raptus salutista: prima era più raro trovarla, adesso si trova dappertutto, in questo caso era anche biologica, e non costava che qualche centesimo di più di quella normale di una famosa marca italiana.

L'accostamento che più mi è venuto naturale è stato con le verdure, ed in questo caso avevo un bel cespo di rughetta, biologica pure lei, a cui ho accostato dei pomodorini pachino (la ricetta dell'intingolo non è mia, l'ho mangiata al lavoro e ho cercato di rifarla uguale).
E' una pasta leggera, con i pomodorini saltati in padella con scalogno e aglio, scottati appena per cinque minuti. Sughetto semplice semplice, a cui la rughetta aggiunge un certo saporino amorognolo che non stona affatto, anzi.
Sarà che sono proprio stufa di questo tempo uggioso e delle giornate sempre buie, e di un po' di allegria nel piatto ne sento veramente il bisogno.



Per due persone:

Una ventina di pomodorini pachino
un mazzetto di rughetta
olio evo
un cucchiaino di farina
parmigiano
90 grammi di penne integrali biologiche a testa
uno spicchietto di aglio
uno scalogno piccolo
2 cucchiai di passata di pomodoro


Mettere un fondo di olio in una grossa padella antiaderente (dovrà contenere la pasta) con lo scalogno affettato sottile sottile e l'aglio.

Lavare i pomodori e tagliarli a metà.

Aggiungere i pomodori, mezzo bicchiere di acqua, due cucchiai di passata e un cucchiaino di farina (per addensare il sugo), salare e far saltare cinque minuti, rompendo qualche pomodoro per far uscire il sughetto.

Nel frattempo lavare la rughetta, togliendo la costola finale alle foglie.

Una volta pronto il sugo, buttarci dentro la rughetta, mescolare e tenere al caldo.

Lessare la pasta, scolarla, buttarla nella padella con l'intingolo, aggiungere parmigiano, mantecare bene e servire subito.

mercoledì 20 gennaio 2010

Ricordi culinari da Ferrara



In questi giorni mi sembra di non aver molto da dire, niente gite clamorose per musei (quella ai capitolini la sto rimandando di giorno in giorno), qualche ricettina simpatica, qualche sperimentazione panificatoria, un film visto al cinema, insomma, niente di che...

Ieri pomeriggio sono andata a vedere Il Riccio (perchè togliere l'eleganza dal titolo, mi chiedo), pur non avendo letto il libro, cosa di cui mi sono dispiaciuta, rimedierò quanto prima.

Insomma, diciamo che è un film troppo breve, per i miei gusti: condensare un intero libro in un'ora e mezza prevede, sicuramente, grossi tagli e una minore introspezione dei personaggi, tratteggiati in modo superficiale e di maniera.

La trama, sulla carta, è accattivante, molto francese, un mix tra Amèlie e Odette Toulemonde: una grigia e sciatta portinaia, che vive nella sua guardiola assieme ad un gatto e una stanza nascosta piena di libri, dove si rifugia a leggere Tolstoj; una dodicenne che tenta di crescere circondata una famiglia scombinata e anaffettiva, e che programma in maniera lucida il suicidio per il giorno del suo compleanno; l'innesco del cambiamento nella vita delle due infelici è l'arrivo di un ricco giapponese nel condominio, che si incuriosisce dell'una e dell'altra, tre persone ferite in vario modo dalla vita, avvoltolate in una solitudine evanescente e oscura, che si incontrano e si riconoscono tra il via vai dei condomini.


Il tutto sarebbe anche interessante, gli attori sono bravissimi, il mondo visto da una dodicenne risulta un punto di vista insolito, ma le incongruenze e le superficialità delle trama non sono poche. Innanzi tutto, mi pare difficile che un ricco giapponese, al primo sguardo, riconosca la perla nascosta dentro una sciatta portiera, solo per una citazione da Anna Karenina, pure un po' banaluccia (Tutte le famiglie felici si assomigliano, invece le quelle infelici lo sono ciascuna a modo suo).

Quante volte avete fatto una citazione colta, convinti di abbagliare il vostro interlocutore che, se vi va bene, pensa che l'abbiate tratta da I proverbi di Nonna Papera, considerandovi inoltre anche saccente e poco creativa perchè rubate frasi dai libri altrui.

E quante volte avete incontrato un ricco giapponese che, dopo questo primo fatale incontro sulla porta della guardiola, tra uno straccio e uno spazzolone, vi invita a casa sua per una elegante cena a base di sushi (e che casa...una di quelle case da ricchi con quadri preziosi e water che suona Mozart quando ci si siede sopra), e poi vi regala un costoso vestito e scialle per invitarvi al ristorante...ma andiamo!

Non so nel libro, voglio proprio scoprirlo, ma nel film questo interesse sembra proprio accadere per motivi ignoti, assolutamente inspiegabili. Capisco che il romanzo si deve condensare, ma gli avvenimenti si verificano senza motivi apparenti o comunque ben spiegati, i salti tra i fatti mi sembrano un po' troppi.

Se fosse un romanzo giallo, dove tutto deve funzionare come i meccanismi di un orologio, la sceneggiatura sarebbe giudicata decisamente zoppicante per scorrere bene.
Insomma, non mi ha convinto molto, sulla carta forse risulterà più interessante della trasposizione cinematografica, comprerò il libro e lo scoprirò presto.


Ed ora veniamo alla ricetta di oggi: una cosa semplicissima, davvero, ma che è legata ad un bel ricordo, il viaggio a Ferrara. Come ho avuto modo di raccontare nei lunghi post dedicati a questo piccolo ma intenso viaggio, per caso mi sono fermata a curiosare dentro il negozio di una azienda agricola, di agricoltura biologica, proprio dentro le mura della città, accanto al cimitero ebraico.

Dopo qualche chiacchiera scambiata, sono stata invitata a pranzo, così, sull'onda della simpatia.







Un pranzo semplice, con verdure dell'orto e pane biologico (un pane scuro e compatto, buonissimo, mai mangiato prima, peccato non aver chiesto con che tipo di farina fosse, mannaggia). Tra i piatti messi insieme dalla cuoca, vicino ad una cucina economica, a cesti pieni di frutta e verdura e scaffali stracolmi di prodotti di tutti i generi, c'era questo semplicissimo Riso Basmati con cipolle e radicchio in umido.

Innanzi tutto, il riso basmati, piccolo, a chicco lungo, non è un riso che ricorre spesso nella cucina italiana anzi, fino a quel momento non l'avevo mai assaggiato e, sinceramente, neanche il radicchio con le cipolle. L'avevo mangiato nelle lasagne, crudo e condito come le puntarelle, al forno, ma in umido mai.

Il riso l'ho trovato facilmente, ormai ce l'hanno tutti i supermercati, e allora ho pensato di replicare questa semplicissima ricetta, visto il tempo di dieta, e poi io adoro mescolare pasta o riso con le verdure.



E allora





Riso Basmati con radicchio e cipolle in umido


Ingredienti per due persone

mezzo cespo di radicchio tondo, piccolo

due cipolle o scalogni

80 grammi circa di riso basmati a testa

olio evo


Tagliare il radicchio a striscioline sottili e metterlo a bagno per un paio di ore in abbondante acqua fredda, in maniera che perda l'amaro.

Tagliare le cipolle a fette sottili, metterle in una padella antiaerente con un giro di olio e farle imbiondire dolcemente (non soffriggere), quindi aggiungere il radicchio, coprire con mezzo bicchiere di acqua, salare e saltare a fuoco dolce fino a che il radicchio non si è appassito, circa 15-2o minuti.

A parte lessare il riso, scolarlo bene e mescolarlo alle verdure.

Servire caldo o tiepido.

venerdì 17 luglio 2009

Alla ricerca dell'estate perduta




E siamo alla fine della settimana, finalmente...e anche nel pieno dell'estate, anche se ho la sensazione che il tempo mi stia sfuggendo di mano, senza che possa far nulla per trattenerlo.
I giorni si srotolano faticosi ma frenetici, nonostante il caldo e la spossatezza, avvoltolati in una routine sempre uguale, in cui si alternano giornate lunghe, stressanti e pesanti, a giornate in cui si cerca di recuperare un po' di sè e del proprio tempo, cercando di sciogliere i nodi che si sentono dentro e di ritrovare un po' di leggerezza.




E, quando si pensa di essersi allontanati abbastanza, di aver messo abbastanza spazio e tempo tra sè e la fatica,di essersi ricaricati di energie nuove, ecco che si ripiomba nella quotidianità di sempre, e gli effetti benefici del riposo e dello svago si sciolgono come neve al sole.
Per fortuna ho un paio di giorni di relax, un finesettimana che cercherò di sfruttare al massimo, poi un'ultima settimana di lavoro e poi arrivederci.
Certo, due settimane non sono abbastanza per recuperare un anno di stanchezza, e ho anche il pensiero che mi aspettano venti giorni ad agosto di lavoro impegnativo...insomma, è un continuo rincorrersi, tra fatica e riposo, che sembra non finisca mai, e che alla fine ti lascia spossato e senza risorse.


In questi ultimi giorni non sono stata molto presente, ho avuto poco tempo da dedicare al mio spazio e anche per visitare quello altrui.
Ci sono stati dei giorni in cui sono uscita nel chiarore dell'alba, e sono tornata a casa tredici ore più tardi, completamente annichilita nel corpo e nell'anima e, tra le ultime faccende casalinghe prima di stramazzare sul letto, non ho avuto neanche la forza di accendere il pc e di scaricare la posta, il che dice tutto.
Ma non lamentiamoci troppo, e cerchiamo di vedere gli aspetti positivi...

Faccio spesso il cous cous, abbinandolo spesso a degli avanzi di verdure: ormai lo considero una valida alternativa alla pasta o ad un'insalata di riso, soprattutto quando sono sola a casa e ho voglia di qualcosa di buono ma veloce.

Ormai ho sperimentato varie combinazioni, ma questa mi è piaciuta in maniera particolare: la sera prima avevo fatto una ratatouille di verdure con peperoni, zucchine e pomodorini, a cui ho aggiunto il mais. I colori si abbinano in maniera molto estiva, e i sapori sono perfetti, soprattutto quello del peperone che col cous cous lega benissimo.
Si può tranquillamente fare la verdura per un pasto e col resto condirci il cous cous per il giorno dopo.

E quindi:
Per la Ratatouille, tre o quattro persone
2 peperoni grossi (colorati)
dieci pomodorini pachino
3 zucchine
mezzo barattolo di mais
cipolla
olio evo

Cous cous: quattro cucchiai a persona

Tagliare a striscioline i peperoni e quindi a tocchetti.

Oliare una padella antiaderente, buttare in padella i peperoni, i pomodorini tagliati a metà e la cipolla tagliata sottile, far saltare a fuoco vivace qualche minuto mescolando con un cucchiaio di legno.

Aggiungere qualche cucchiaio di acqua e coprire.

Nel frattempo tagliare a rondelle le zucchine.

Dopo una decina di minuti aggiuengere le zucchine, far saltare bene tutto, aggiungere un bicchiere di acqua e coprire di nuovo, lasciando uno spiraglio.

Far cuocere per circa 40 minuti a fuoco dolce, mescolando spesso ed aggiungendo altra acqua ( io ci ho messo circa quattro bicchieri di acqua), e salando solo pochi minuti prima di spegnere.

Quando la Ratatouille è fredda, aggiungere il mais ben scolato.

Mettere il cous cous in una larga padella antiaderente, e aggiungere qualche cucchiaio di acqua calda mescolata a dell'olio e salata.

Lasciar riposare una decina di minuti, quindi aggiungere un filo d'olio e far asciugare il cous cous a fuoce dolce, sgranandolo con una forchetta.

Spegnere il fuoco, quindi aggiungere la ratatouille col suo sughetto, e far raffreddare.

Servire a temperatura ambiente.



martedì 30 giugno 2009

Antipasti sfiziosi e veloci



Quante volte abbiamo qualcuno a cena, e improvvisamente non sappiamo cosa cucinare?
A me, le rare volte che ho ospiti a cena, succede di cominciare ad elaborare menu complicatissimi, sembra quasi che scorrendo il mio ricettario non ci sia nulla di particolare che io sappia fare, a parte cose normalissime...il problema è che, solitamente, non cucino mai i piatti classici, o quelli particolarmente elaborati, come le lasagne ( le avrò fatte una volta in vita mia), i cannelloni, a meno che non siano comprati già fatti, oppure secondi come arrosti e cose del genere...

Di solito cucino cose più semplici, magari vegetariane, per cui alla fine non sai cosa offrire di particolare... anche perchè, decidendo di esibirsi in ricette poco abituali, si rischia la catastrofe. Almeno è quello che succede a me, quando decido di cucinare qualcosa con cui non ho molta dimestichezza.



Un'alternativa valida per fare bella figura con poca fatica è preparare qualche sfiziosità come antipasto, in maniera da movimentare il menu...avevo visto queste pizzette di pasta sfoglia sul blog di Dolcetto, qualche tempo fa, e ho deciso di provarle. Le pizzette sono buone comunque, ma quelle con la pasta sfoglia sono più veloci da fare, rispetto a quelle con la pasta di pane, perchè basta stendere il rotolo scongelato e farcirle.




Dolcetto consiglia di farcire la sfoglia intera e poi tagliarla, una volta uscita dal forno: certo, le pizzette vengono più farcite, però non è facilissimo tagliare i quadrotti senza disfare tutto il condimento, forse è meglio tagliare la sfoglia e poi farcire quadrotto per quadrotto.

Ho provato due versioni, quella Margherita e con le patate e emmenthal: le patate però vanno tagliate a julienne sottilissime, altrimenti in quei pochi minuti di forno non si cuociono.

Un rotolo quadrato di pasta sfoglia
Passata di pomodoro
Mozzarella
olio evo, sale, origano
patate, rosmarino
un pezzetto di formaggio, tipo Emmenthal, scamorza o provola

Tagliare il rotolo di pasta scongelata a quadretti.

Condirne una parte con il pomodoro, sale e un filo di olio, poi sistemare un pezzetto di mozzarella su ogni quadrato.

Tagliare a julienne la patata, molto sottile, sistemarla sul resto dei quadrotti di sfoglia, salare, pepare e un filo di olio, quindi cospargere di rosmarino.

Infornare sulla leccarda coperta di carta forno, sul terzo ripiano dal basso, in forno caldo a 180 gradi, per circa 2o minuti (almeno nel mio forno).

Per quella con le patate: accendere qualche minuti il grill elettrico, per cuocere bene anche la parte superiore.

mercoledì 24 giugno 2009

Insalata estiva di Lenticchie




L'estate, tra le sue molte virtù, ha quella di poter cucinare piatti leggeri e coloratissimi, insalate di tutti i tipi che mescolano legumi, verdura e quello che suggerisce la fantasia: di solito ci si limita alle solite insalate di riso e di pasta fredda, ma veramente se ne possono inventare di tutti i tipi, permettendoci spesso di svuotare il frigorifero di avanzi e scatole già aperte.
Ci sono molti alimenti che non consumiamo abbastanza, oppure che di solito sottovalutiamo: tipo i legumi, l'orzo, il farro, che invece possono essere dei validi sostituti di pasta e riso.

In questo caso, ho utilizzato delle lenticchie secche di Colfiorito, di cui mia madre quest'inverno mi ha fatto una bella scorta, col risultato che ho due chili di lenticchie da smaltire in qualche modo...di solito le faccio in umido con le salsicce, ma in questo periodo non mi pare proprio il caso!

Avevo già fatto un'insalata di lenticchie, con radicchio, mais e pachino: in questo caso ho aperto il frigo e la credenza e ci ho infilato quello che avevo.
Il risultato è un'insalata leggera, nutriente e coloratissima. Essendo un piatto che si mangia a temperatura ambiente e si conserva benissimo in frigorifero per un paio di giorni, può risultare ideale per un buffet, oppure per un picnic, al posto delle solite insalate di riso.





Per due persone (abbondante):
100 grammi di lenticchie secche
un cespo di insalatina da taglio (piccola)
una scatola piccola di mais
un barattolo di giardiniera sott'olio (con funghi, olive, carote, carciofini, cipolline e borlotti)

Mettere almeno due ore le lenticchie a bagno, poi sciacquarle e metterle a cuocere a fuoco dolce, finchè non saranno tenere ma non sfatte, in abbondante acqua leggermente salata (a me ci è voluta un'oretta).

Scolarle e passarle sotto il getto dell'acqua fredda, scolarle bene.

Lavare bene l'insalatina (io ho scelto dell'insalata riccia e della scarola, di taglio piccolissimo), scolarla e tagliarla a striscioline sottilissime.

Scolare il mais dal liquido di cottura, quindi unirlo alle lenticchie, assieme a qualche cucchiaio di giardiniera sott'olio.

Mescolare bene e salare. Se si vuole aggiungere un tocco aromatico, va bene dell'aceto balsamico, altrimenti si può aggiungere una salsa fresca di quelle in bottiglia, tipo quelle allo yogurt o della salsa tonnata.

Non ha un aspetto molto invitante?

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