I miei viandanti

giovedì 22 gennaio 2009

I have a dream...o no?

In questi giorni la grande novità commentata più o meno da tutti è stata, ovviamente , l’elezione di Barack Obama.

La visione di quella folla oceanica che si emoziona per le parole di quell’ uomo giovane, uno che ha il coraggio di parlare a due milioni di persone e al mondo intero di “duro lavoro e onestà, coraggio e correttezza, tolleranza e curiosità, lealtà e patriottismo” credo che sia una cosa impensabile da noi. La maggior parte degli italiani solo alla prima frase duro lavoro e onestà già inorridisce, oppure ridacchia pensando che siano cose da fessi.

Non so che tipo di gente voi frequentiate normalmente, ma è ovvio che di solito si è costretti ad uscire dalla cerchia delle persone che si è scelti, con cui più o meno si condividono opinioni e ideali, e confrontarsi con persone che la pensano in maniera diversa oppure, nella maggior parte dei casi, non pensano affatto, accogliendo in maniera passiva e acritica quello che gli viene propinato nei tiggì e in generale dalla televisione, uno dei mezzi di circonvenzione più subdoli che abbiano mai inventato.

Anche su quest’elezione purtroppo, come in altre occasioni, ho sentito in giro una serie di commenti superficiali tipo: “Ce l’hanno messo apposta perché tanto lo fanno fuori,” “Non durerà molto” oppure: "Ammazza quant’è brutta la moglie, assomiglia a Mike Tyson" (il fatto che abbia due lauree e sia un avvocato di successo è assolutamente ininfluente, ovvio), e così via.

Non so che tipo di giornali leggano questi individui (se li leggono, ovviamente), ma mi pare che la profondità delle conversazioni e delle argomentazioni sia del livello di quei giornaletti che regalano all’uscita delle metropolitane, quelli con la pubblicità che invade l’80 per cento della pagina e relega le notizie a poche righe scarne, direttamente prese dalle agenzie, senza uno straccio di commento, di partecipazione, di analisi critica.

Avrete notato sicuramente che la mattina la maggior parte di persone sull’autobus o sulla Metro ha in mano, quando va bene, questi micro giornali e nel peggiore dei casi quei fogli rosa assolutamente inutili e noiosissimi che parlano solo di calcio. Così come il primo argomento che viene trattato, appena si arriva sul posto di lavoro, è l’ultima partita della Roma, come fosse l’unico argomento importante, irrinunciabile, e quando fai presente che non te ne potrebbe importare di meno perché tu il calcio lo detesti in maniera viscerale e manderesti tutti i tifosi dritti filati in un campo di rieducazione in Siberia, ti guardano come fossi una marziana, un tipo un po’ eccentrico che vive in un mondo tutto suo, il che probabilmente è pure vero.

La differenza tra noi e l’America credo che sia proprio questa: loro hanno comunque l’entusiasmo di una nazione giovane, che riesce a voltare pagina col passato, rimboccarsi le maniche e sognare un futuro migliore, e a sentirsi migliore. Emozionarsi per delle parole, per un’idea, avere anche l’ingenuità di crederci, è qualcosa che abbiamo dimenticato da un bel pezzo, purtroppo. Credo che l’ultima generazione che l’abbia fatto sia quella del '68, e anche lì non è che sia andata benissimo.

A sentire le nostre conversazioni pare proprio che il nostro sia un paese stanco, cinico, che non riesce più a sognare, ad entusiasmarsi di nulla, e neanche a vedersi migliore. La percezione di una società violenta, gretta, chiusa in sé stessa e profondamente egoista non l’ho mai sentita forte come adesso, forse perché in Italia è proprio nei momenti peggiori che escono fuori i nostri lati peggiori. Così, invece di rimboccarci le maniche e lavorare per un obiettivo comune, ci arrocchiamo ognuno nel proprio fortino, buttando la spazzatura nel giardino del vicino (e non solo metaforicamente) e divagando in conversazioni oziose magari sulla misura di reggiseno di quella del Grande Fratello ( e qui potrei aprire un’altra grande parentesi ma ve la risparmio, perché già avete capito cosa ne penso).

Tante volte ascolto le persone attorno a me, e rifletto sul fatto che la maggior parte di quello che dicono è un festival di luoghi comuni, di idee raggranellate qua e là, che vanno dal “ tanto è tutto inutile” ,“tanto destra e sinistra sono tutti uguali “(ogni tanto verrebbe voglia di pensarlo anche a me, poi mi dico che no, non è vero che sono tutti uguali, e per fortuna) a commenti superficiali su argomenti invece importanti, che meriterebbero ben altri approfondimenti, altre riflessioni; come quando si parla dei temi di questi giorni (vedi Eluana Englaro) o anche più generali, di dio, del razzismo, dell’eutanasia, dei gay e così via, e senti delle cose che ti fanno aggricciare la pelle, e ogni tanto ci provi a portare la conversazione su un tono un po’ meno superficiale, a rischio di sembrare saputa e barbosa, a far capire che non si possono liquidare delle questioni così difficili e complesse con un giudizio sbrigativo buttato lì così, in poche parole.

Poi alla fine decidi che è inutile, che stanno bene come stanno, che chi ha voglia di approfondire certi argomenti lo fa già perché ne sente l’esigenza, e chi non lo fa è perché non gliene può fregare di meno, e tanto peggio per lui.

E allora, alla fine, chi è più stanco e cinico dei due?

9 commenti:

  1. ma quanto hai ragione! ce n'è di gente idiota, basta frequentare le feste di compleanno degli amichetti dei figli, ad esempio.
    Buona giornata!

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  2. solo fogli rosa!!!
    ma cosa ti aspetti,proprio queste persone poi sono quelle che ne hanno una per tutti...

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  3. grazie ragazze, mi conforta sapere che c'è qualcun altro che ragiona sulle cose e non si ferma alle apparenze

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  4. condivido tutto quello che hai detto, ma cerco di essere ottimista, del resto fino a poco fa era impensabile che potesse essere eletta una persona come obama, con un programma così all'avanguardia, perchè ci sono anche là quelli con il cervello bollito mica solo qua, ancora il ku klux clan c'è, figurati...

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  5. Sono d'accordo su tutto, e rifletto sull'ultima domanda, perchè spesso anche io mi stanco di discutere e ribattere quando sento certe orripilanti opinioni su argomenti importanti ... ma hai ragione, non è giusto! e certo che la stanchezza c'è e forse anche una buona dose di cinismo ...
    ti abbraccio
    dida

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  6. Infatti è così, alla fine ti rendi conto di parlare inutilmente, cara Dida, ed io sono un po' stanca....

    @ Stelladisale: sicuramente ce ne sono tanti anche lì, non pensavo che Obama ce la potesse fare, e invece, che coraggio, tanto di cappello! Ce lo vedi uno così nuovo, in Italia? Impensabile...

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  7. Ciao Laura,
    sono tornata a casa da poco,
    ho aperto il tuo blog ed ho trovato un lunghissimo post, scritto cosi' bene, come tu sola sai fare. Condivido moltissime delle cose che dici.Io sono stata una convinta sostenitrice di Obama Presidente, perche' al di la' dei luoghi comuni, e' la prima volta che uomo e' arrivato ad essere il primo cittadino d'America senza avere una famiglia importante alle spalle. Il sogno americano e' possibile!
    Impegno, studio,lealta' sono valori che l'America ha saputo apprezzare in un uomo che e' entrato in scena salendo tutti i gradini con lealta' e coraggio.
    Inoltre il suo programma, si differenzia dalla politica messa in atto dal presidente uscente Bush. La strada e' tutta in salita, la crisi economica e la crisi medio -orientale, non aiuta in questo momento di profondo cambiamento. Ma io credo nel Presidente Obama!
    Anch'io spesso, sento i soliti discorsi " tanto sono tutti uguali quelli di destra e sinistra" lo sento nel posto di lavoro, lo sento
    quando vado al bar o al supermercato, ma fa comodo dire così, per non rispettare le regole.
    Quando il Ministro Brunetta sostiene di aver riformato la pubblica amministrazione per mandare a casa i "fannulloni e gli assenteisti." non ha detto nulla di nuovo. Dovrebbe essere la normalita' non l'eccezione.
    Ma una domanda vorrei porre a Brunetta, perche' non ha mai parlato di quei parlamentari indagati che siedono in Parlamento.
    Prendi la mia citta' di adozione Catania, il sindaco Scapagnini e la sua giunta hanno portato alla Bancarotta il comune, attulmente Scapagnini e' deputato a Roma.
    La differenza tra noi e l'America e', che mai , e poi mai un Presidente potra' essere eletto se e' stato solamente sfiorato da indagini, in Italia chi e' in difetto viene pure premiato.
    Ciao a presto Donatella.

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  8. cara Donatella, purtroppo sono d'accordo su tutto quello che hai detto, poi tu che sei nella bella Catania avrai anche più occasioni di vedere la differenza con un paese pieno di speranza e ideali come l'America!

    Un abbraccio

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Pellegrino che ti aggiri per queste lande incantate, mi farebbe piacere una traccia del tuo passaggio...

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