I miei viandanti

sabato 21 marzo 2009

Quando l'incuria diventa un crimine

Oggi, ufficialmente, entra la primavera.

A Roma c’è un bel sole, ma un vento di tramontana che ti taglia la faccia, e una temperatura polare, altro che primavera.
Però oggi non vi voglio parlare solo del clima, che va tutto a rovescio, ma di quello che sta succedendo di orribile in Sicilia.
In questi giorni mi hanno molto colpito il ragazzino morto e la turista tedesca in fin di vita, sbranati da un branco di cani selvaggi, e mi chiedo se sia una situazione degna di un paese civile: purtroppo ultimamente me lo sto chiedendo sempre più spesso e la risposta è sempre la stessa, che no, non lo è, assolutamente.

Penso di essere del tutto immune da ogni accusa di anti animalismo , visto che sono vegetariana da nove anni, adoro gli animali, ho due gatti che sono come figli, e ho avuto cani, gatti, uccelli e tartarughe, però questa situazione è veramente fuori controllo, intollerabile.

Nel 2000 andammo in vacanza in Grecia, dove mi capitò un’esperienza simile, fortunatamente senza danni se non uno spavento terribile.
Eravamo in viaggio di ritorno verso Patrasso, dopo una notte in traghetto da Creta ad Atene, era mattina presto, mi pare intorno alla sei, e dovevamo far colazione ma non riuscivamo a trovare un bar aperto.
Usciti dal porto, ci fermiamo in una strada periferica della città, praticamente deserta: mio marito parcheggia la macchina ed io scendo e attraverso la strada per raggiungere un chiosco aperto che vende dolci, bibite e giornali, per comprare qualcosa da mettere nello stomaco, un dolcetto, magari un caffè, un succo di frutta.

Faccio pochi passi, sono al centro della strada deserta, quando vedo arrivare di corsa, proprio nella mia direzione, un branco di almeno 15-20 cani, tutti di taglia grossa: attimo di terrore, la macchina è troppo lontana per raggiungerla in pochi secondi e il chiosco dall’altra parte della strada pure: mio marito dalla macchina mi dice di non muovermi, di rimanere ferma, ed io rimango al centro della strada, in piena crisi di panico, aspettando che il branco mi raggiunga, immobile, col cuore impazzito dal terrore.
Sono stati i secondi più lunghi della mia vita: fortunatamente il branco si apre in due, durante la corsa, passandomi a pochi centimetri di distanza e mi supera, io cerco di non guardarli neanche, poi lentamente faccio qualche passo verso la salvezza, e arrivo al chioschetto con le gambe che mi tremano, il cuore che mi batte all’impazzata, sull’orlo di una crisi nervosa.

Quell’estate, in Grecia e a Creta, avemmo più volte modo di inveire contro quel paese meraviglioso, tanto bello quanto sciatto, rovinato da colate di cemento, incuria, degrado, e i cani randagi che si vedevano ovunque non erano che il tocco finale di una politica di devastazione del territorio che ci aveva lasciato stupefatti e disgustati: nella splendida Creta dal mare blu profondo e le immense spiagge ventose, in quella terra baciata dal sole e ricca di storia, abbiamo visto chilometri e chilometri di litorale brullo e deserto e incontaminato chiusi al passaggio, inaccessibili, con scheletri di cemento di condomini costruiti selvaggiamente a pochi metri dalla riva, senza riguardo per la bellezza di quelle coste rocciose .

Rimanemmo veramente delusi da quell’esperienza cretese, soprattutto in virtù del fatto che vi siamo rimasti ben venti giorni, girandola in lungo ed in largo con la macchina, e non la solita settimana nei posti turistici, dove si vedono solo le cose belle e non il rovescio della medaglia. L’unica parte ancora selvaggia e incontaminata sono le montagne dell’entroterra, luoghi impervi, vegetazione scarsa, greggi di capre al pascolo e gole ventose.
Turisti, zero, per questo quei posti riescono ancora ad essere silenziosi e suggestivi.

Quando nel 2001 andammo in Sicilia, ci trovammo in una situazione praticamente identica, se non peggiore: avevamo scelto un posto poco turistico, al mare ma sotto l’Etna, tra Giarre ed Acireale.
Catania e Siracusa, che trionfo di barocco, anche se fatiscente e meritevole di ben altre attenzioni, e che lussuria il cibo, abbiamo assaggiato tutto, latte di mandorla, granita di caffè con brioche, il pane condito, gli amaretti, dolci di ricotta, gli spaghetti alla Norma.

Ma in quanto a mare e paesaggio, che delusione. La zona tra Messina e Siracusa è una striscia di cemento senza soluzione di continuità, paesini moderni e squallidi che si susseguono ininterrottamente per decine di chilometri, stradicciole strette, maltenute, accesso al mare impossibile in ogni dove e, quando si apre un pertugio per arrivare ad un pezzetto di spiaggia non privata, che incuria, che squallore…abbiamo visto condomini di cinque piani costruiti praticamente in riva al mare, in spregio a qualsiasi vincolo paesaggistico.

Noi eravamo in un agriturismo, appena fuori Riposto, quello che dalle foto sembrava il luogo perfetto, in mezzo al verde, a pochi passi dal mare e con accesso diretto alla spiaggia.
In realtà, la spiaggia consisteva in pochi metri di ciottoli impraticabili senza scarpe, circondati da mura di cemento grezzo e condomini di cinque piani, il mare di un colore incerto, poco promettente, la qualità dell’acqua a dir poco dubbia.

Il luogo immerso nel verde era in verità una foresta di eucalipti e banani lasciata a sé stessa, che si attraversava per andare al mare, e poi un orto con qualche albero di agrumi davanti al nostro appartamentino.

Il tutto situato in un posto sperduto nel nulla, tra casette anonime e una frazione minuscola senza alcunchè di rilevante, in cui non era neanche consigliabile andare in giro da soli: ho provato un paio di volte a mettere il naso fuori, per fare una passeggiata solitaria (adoro camminare da sola) e me ne sono tornata velocemente dentro l’agriturismo, viste le occhiate strane dei ragazzi che mi giravano intorno in motorino e addirittura gli apprezzamenti pesanti di un vecchio con tanto di moglie accanto in macchina.
Essere guardata con un animale raro non è proprio piacevolissimo, mi era capitato solo in Egitto, non pensavo di provare le stesse sensazioni nel nostro sud.

In un impeto di ingenuo entusiasmo, avevo visto che c’era una ferrovia che in pochi minuti portava in luoghi più frequentati, verso Acireale oppure verso Taormina, e mi ero illusa di poter prendere il treno ed andarmene gironzolando per negozi di ceramiche per conto mio (vista la scarsa inclinazione di mio marito per questo genere di cose): entrata nella stazioncina fuori mano, per un attimo ho avuto un dejà vu, mi sembrava di essere tornata a Novgorod, in mezzo alla taiga russa, l’edificio quasi in rovina, i binari deserti, le impalcature con due operai svogliati, neanche uno straccio di cartello con gli orari…un’immagine di desolazione e abbandono degna di un paese da terzo mondo.
Ho girato incredula per la stazione cercando gli orari dei treni, alla fine mi sono rivolta agli operai che già mi guardavano come fossi un po’ toccata, i quali mi risposero candidamente che gli orari non ci sono (si va lì e si aspetta che passi il treno?), la biglietteria è chiusa e l’unico posto dove si può comprare il biglietto è una tabaccheria fuori ma al momento chiusa, oppure si deve tornare in paese.

Sono tornata sconsolata all’agriturismo, sentendomi prigioniera di quel luogo, un posto dove se non hai la macchina non vai da nessuna parte, e se non hai la macchina e sei di sesso femminile non vai da nessuna parte ancora peggio…

In tutto questo, anche lì abbiamo visto moltissimo cani randagi, che gironzolavano indisturbati per le campagne, come in tutto il sud. Io adoro il nostro sud dalla bellezza lussuriosa e struggente, ma mi chiedo come sia possibile che nel nord funzioni (quasi) tutto bene, e non si avverta mai quell’incuria e quel degrado che affligge le nostre belle terre meridionali, e come è possibile che siano proprio gli abitanti ad accanirsi contro le bellezze di cui quei posti sono così ricchi, un patrimonio incalcolabile che dovrebbe essere la più grande risorsa, da mantenere intatta e meravigliosa.

Mai ci è capitato in Trentino od in Veneto di vedere scempi edilizi come quelli visti in Sicilia, e neanche il trattamento vergognoso riservato ai cani: non che io sia favorevole ai canili-lager, ci mancherebbe, mi si è lacerato il cuore quando sono andata al nostro canile di Porta Portese a cercare il piccolo Golia, nostro amatissimo cagnolino perso e mai più ritrovato nel 1989 (ancora ce lo rimpiangiamo), a vedere quelle gabbie e a sentire quegli uggiolii mi sono dovuta forzare a non portarmeli tutti via, sono uscita da quel posto con le lacrime agli occhi.

E allora benissimo le campagne di prevenzione dell’abbandono, la sterilizzazione e tutto il resto: ma il problema rimane, non si può far finta che non esista; e lasciare branchi di cani liberi o peggio, lasciare che vengano maltrattati, incattiviti e tenuti in condizioni crudeli come è successo a Scicli, nell’indifferenza totale delle istituzioni, è un vero crimine, qualcuno dovrebbe pagare per questo, o quanto meno vergognarsi fino al midollo: il sindaco, la giunta, tutte le istituzioni del territorio e pure i cittadini stessi, perché accadimenti terribili del genere non sono frutto del caso, ma della mancanza di sensibilità collettiva, dell’indifferenza che è una delle piaghe del nostro paese.

La cura dell’ambiente, del paesaggio non è un vezzo o un lusso, dovrebbe far parte del nostro codice morale e civile, così come il rispetto e la cura degli animali: rispetto che va dai trattamenti meno crudeli che andrebbero riservati agli animali allevati ( e mi riferisco anche alle condizioni di allevamento delle galline, di cui ho già avuto modo di parlare) alla costruzione di canili dignitosi, dove gli animali non siano trattati come carne da macello, nella sporcizia e nel degrado, e dove non imparino ad odiare gli esseri umani che possono essere, e spesso lo sono, assai più crudeli di loro.

6 commenti:

  1. Cara Geillis, il tuo post l'avrei potuto scrivere io! Sono perfettamente d'accordo con te, con l'aggiunta che spesso ho la sensazione che la Natura, quando l'uomo supera un certo limite, si vendica. Giustamente. Un saluto empatico da Margherita.

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  2. anch'io sono d'accordo sul fatto che la natura si vendica!
    grazie per il tuo appoggio e l'attenzione con cui mi leggi, carissima

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  3. Grazie a per te il tuo blog. Ti devo una ricetta che è già tra i 'best of' di casa: il ciambellone all'ananas! saluti da Margherita

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  4. Hai proprio ragione: quanto riusciamo a rendere inguardabili dei paesaggi meravigliosi :-(
    E che brutto avere delle delusioni in vacanza, quando l'animo è più
    rilassato ed aperto a cogliere "il meglio"...
    Anche a me è successa una cosa simile alla tua: in una stradina di periferiam, tra capannoni abbandonati e sfasci di automobili, mi ritrovai intorno 5 cani che abbaiavano con cattiveria, aizzati dal più piccolo: feci finta di nulla, continuando a camminare molto lentamente tenendoli a bada con la coda dell'occhio ma non vedevo l'ora se ne andassero. Per fortuna dopo una decina di passi (ma ci misi 3 ore a farli ?) si stufarono del fatto che non me li filassi e tornarono indietro... Che paura però.....
    Jacopo

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  5. Hai proprio ragione: quanto riusciamo a rendere inguardabili dei paesaggi meravigliosi :-(
    E che brutto avere delle delusioni in vacanza, quando l'animo è più
    rilassato ed aperto a cogliere "il meglio"...
    Anche a me è successa una cosa simile alla tua: in una stradina di periferiam, tra capannoni abbandonati e sfasci di automobili, mi ritrovai intorno 5 cani che abbaiavano con cattiveria, aizzati dal più piccolo: feci finta di nulla, continuando a camminare molto lentamente tenendoli a bada con la coda dell'occhio ma non vedevo l'ora se ne andassero. Per fortuna dopo una decina di passi (ma ci misi 3 ore a farli ?) si stufarono del fatto che non me li filassi e tornarono indietro... Che paura però.....
    Jacopo

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  6. Senza parole... che vergogna è dire poco. La civiltà di un paese si nota da queste cose: e pensare che siamo stati esportatori di civiltà... come abbiamo potuto cadere così in basso?

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Pellegrino che ti aggiri per queste lande incantate, mi farebbe piacere una traccia del tuo passaggio...

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