I miei viandanti

lunedì 26 gennaio 2009

La zuppa del bosco


Questo tipo di zuppa è tipicamente nordica , solo che dalle loro parti si gustano anche in estate, come la polenta, mentre con le nostre temperature estive sono confinate ai mesi più freddi. Gli ingredienti di una buona zuppa sono davvero infiniti, e di bello c’è che ci si può mettere qualsiasi cosa, a seconda della fantasia e di quello che si ha nel frigorifero. Per fare questa zuppa ho speso, all’incirca, 2,50 euro tra verza, cipolle, carote, patate e finocchi. Mi pare che ci si guadagni sia in salute che nel portafoglio, il che non è poco.


Tre anni fa andammo in Trentino Alto Adige, una regione che conosciamo molto bene e che adoriamo, avendola visitata ormai parecchie volte. Risiedevamo nel minuscolo paesino di Braies, vicino al lago omonimo, un vero smeraldo liquido incastonato nelle montagne.


Il paesino, tra Dobbiaco e San Candido, si snoda flessuoso in una stretta valle incantata, silenziosa e verdissima, un grappolo di baite immerse nella quiete profonda, dove l’unico rumore che si sente, oltre quello della natura, è quello del ruscello che gli scorre accanto e dei passi sulle foglie del sentiero.

Mi dispiace molto aver perso le fotografie di quello splendido viaggio, abbiamo visto delle cose meravigliose e spero veramente di tornarci molto presto, e recuperare le fotografie perdute.

Alloggiavamo in una pensione deliziosa, il Garnì Taschler, una baita di legno dai terrazzi traboccanti di edera e gerani rossi: il garnì era gestito da una coppia di signori anziani gentilissimi, dal marcato accento tedesco, che si occupavano con cura amorevole sia della casa che del prato e l’orto vicino. Ogni sera, uscendo dalla pensione per andare a mangiare fuori, passavamo davanti alla loro cucina, da cui si spandevano odori misteriosi e vellutati per tutta la casa.

Tutte le sere alle sette erano già seduti a tavola, con una ciotola di zuppa fumante davanti, profumo di cipolle, patate, erbe di montagna, aromatiche e chissà quale altra prelibatezza: un quadretto sereno e quieto, nella luce carezzevole del crepuscolo nordico, e te li immagini in inverno, magari davanti al tepore della stufa, in quella bella baita tutta di legno odoroso di cera, con la valle immersa nella neve, isolata dal resto del mondo, il silenzio che avvolge ogni cosa come polvere.

Noi andavamo a cena in un ristorante a tre case di distanza, ( a malincuore, perchè quella zuppa ci tentava da morire, quante volte abbiamo sperato che ci invitassero ad unirci a loro), d’altra parte non è che ci fosse molta scelta visto che ce n’erano solo due in tutto il paese.
Il nostro era una minuscola locanda tipica, frequentata per lo più da gente del posto e da quei pochi turisti che risiedono a Braies: boiseries in legno scuro, piccoli tavoli e panche sotto le ampie finestre ornate da vezzose tendine; come oste un omone tipicamente tedesco, biondo e grassoccio, gentilissimo: cucina robusta, piatti enormi con abbondanti e saporite porzioni di carne e due o tre contorni di verdure, come si usa da quelle parti, mentre per me c’erano sempre delle enormi e fantastiche omelettes ripiene di formaggio filante e contorno di patatine fritte.

Come dessert, il profumo inebriante e speziato dello strudel appena sfornato, delle fette abbondanti gonfie di mele e pinoli, che traboccavano dalla pasta gonfia e burrosa dell’involucro, spolverata di zucchero a velo profumato di vaniglia.

Delle vacanze si ricordano i posti visti, le bellezze della natura, le passeggiate ad alta quota e i picnic in cima alle montagne, ma anche le atmosfere, le case, le bontà mangiate, le sensazioni ed anche i profumi, anzi, soprattutto i profumi.

Quella vacanza ha per me l’odore umido del bosco, la fragranza speziata dello strudel, e quello delle zuppe dei gentilissimi signori Taschler di cui, ancora oggi, mi chiedo quali fossero i misteriosi ingredienti.

Non conoscerò mai le ricette della signora Taschler, però ci provo lo stesso, e allora:


Zuppa del Bosco


Per quattro persone

Un quarto di verza
Due carote grosse
1 cipolla grande,
1 finocchio grande
2 patate di medie dimensioni
Due litri di acqua
Due cucchiai di passata
Mezzo dado
Olio, sale, pepe
Tagliare a striscioline la verza e la cipolla, a tocchetti le carote, le patate e il finocchio.
Mettere il tutto in una pentola piuttosto capace, coprire con l'acqua, stemperare il dado e la passata di pomodoro, aggiungere olio, sale e pepe.
Coprire e cuocere per circa un’ora e un quarto, un'ora e mezza, fino a che è diventata bella densa.
Servire calda, magari con una bella spruzzata di parmigiano e crostini abbrustoliti.

12 commenti:

  1. Mi hai fatto sognare stamattina con il tuo racconto e le stupende foto.. e la zuppa hai ragione è troppo buona, qualsiasi cosa ci si metta dentro! bacioni...

    RispondiElimina
  2. un bacio a anche a te, mi fa sempre piacere averti qui!

    RispondiElimina
  3. sono incantevoli i tuoi post Laura,cosi ricchi di tradizione e di sapori....
    bellissimi!
    un bacione grande ;)

    RispondiElimina
  4. Nonostante la mia grande passione per le passeggiate in montagna, non sono mai stata in Trentino! Ahia,iahia,iahi! Dovrò rifarmi presto! In frigo ho proprio una bella verza che pensavo di destinare a dei bei salsicciotti, ma forse meglio optare per qualcosa di più leggero. La tua zuppa (e le tue foto) mi hanno convinto ;)) BAci, Cat

    RispondiElimina
  5. @ Cat: ma il Trentino è una delle più incantevoli regioni d'Italia!!! E poi è molto economica, si spende poco e i posti sono stupendi, si mangia divinamente, che vuoi di più?

    La verza è un'altra di quelle verdure che si usano poco, ma nella zuppa non ci sta male

    RispondiElimina
  6. Grazie Mirtilla, so che questi luoghi sono molto lontani da te, in tutti i sensi, ma sono sicura che ti piacerebbero

    RispondiElimina
  7. Davvero?! Non pensavo fosse economica!! Ho abitato con mio marito in Ossola (alto Piemonte) e quindi molti degli sfizi escursionistici ce li siamo tolti in questa meravigliosa e poco battuta zona d'Italia. Ma in Trentino andremo di sicuro, abbiamo solo rimandato perché pensavamo fosse un po' caro :) Cat

    RispondiElimina
  8. la zuppa è meravigliosa...sai che sono stata anche io in quelle zone...e ho un ricordo vago di quel lago...tra Dobbiaco e San Candido ...du enomi che mi portano un sacco di ricordi e un mare di profumo di prato! un abbraccio

    RispondiElimina
  9. un abbraccio anche a te Lo,quei posti sono davvero splendidi

    RispondiElimina
  10. @ Cat: noi spendevamo 30 auro ciascuno in quel Garnì, con una bella colazione, e alla locanda con 10 euro mangiavamo in abbondanza...mi sembra piuttosto economico, almeno secondo i prezzi di Lazio e Toscana...

    RispondiElimina
  11. Ciao Geillis, non sarà l'originale ma a me pare gustosissima :-D
    E che spettacolo il laghetto ! Sono stato due volte a San Candido da ragazzino e non vedo l'ora di tornarci ora... magari l'anno prossimo.... :-D
    Jacopo

    RispondiElimina
  12. Ciao Geillis, non sarà l'originale ma a me pare gustosissima :-D
    E che spettacolo il laghetto ! Sono stato due volte a San Candido da ragazzino e non vedo l'ora di tornarci ora... magari l'anno prossimo.... :-D
    Jacopo

    RispondiElimina

Pellegrino che ti aggiri per queste lande incantate, mi farebbe piacere una traccia del tuo passaggio...

LinkWithin

Related Posts with Thumbnails