I miei viandanti

domenica 5 aprile 2009

Racconto di Ferrara. L'arrivo



Ed eccoci arrivati al racconto del mio viaggio.

Pochi giorni ma densi di emozioni, scoperte, incontri e bellezza allo stato puro, di cui cercherò di trasmettervi qualcosa, mescolando racconti, impressioni e immagini, riportati accuratamente così come si sono presentati ai miei occhi.
La narrazione si svolgerà seguendo le quattro giornate di cammino e, come tutti i miei racconti, non sarà solo la descrizione di un tour artistico e storico che, per quanto interessante sia, potete trovare su qualunque guida turistica, ma una cronaca assolutamente personale e confidenziale, un resoconto che potrebbe risultare a volte un po' ozioso, altre poetico, altre ancora si perderà sul filo dei ricordi, delle divagazioni sognanti...ma, se siete tra i miei affezionati lettori, questo lo sapete già...


L’Arrivo


La campagna padana è piatta, completamente piatta, un immenso tavolato verde e umido, coi filari di pioppi cipressini a costellare l’orizzonte, la nebbia che scivola leggera sulle sponde dei canali, i colori pallidi e ovattati della palude d’inverno.

L’arrivo sotto una pioggia battente: ho lasciato Roma riscaldata da timidi raggi primaverili che addolciscono l’aria, quasi a far dimenticare i rigori di un inverno insolitamente plumbeo e nordico, inusuale dalle nostre parti. E invece, da Firenze in poi, grandi nuvolaglie che si addensano minacciose, che non promettono nulla di buono.
Da Bologna, di cui riesco a intravedere solo una periferia brutta, come tutte le periferie del mondo, giù pioggia, pioggia rada ed insidiosa, che bagna la pianura sconfinata per tutti i 30 minuti che mi separano da Ferrara.

Appena scesa alla stazione, il colpo d’occhio sul moderno piazzale, due grattacieli di cemento grigio e ruggine che svettano su un lungo viale alberato, anonimo e fuori luogo, che non lasciano presagire nulla della bellezza delicata ed elegante di questa città.

L’altra particolarità della stazione di Ferrara è la sua quantità inimmaginabile di biciclette parcheggiate, un mare di metallo lucente e colorato che si estende fino oltre il piazzale (le foto non riescono a rendere l’idea), tre o quattromila biciclette parcheggiate creativamente ovunque, ammassate disordinatamente l’una sull’altra: Ferrara è la città della biciclette, se ancora non vi è chiaro, ma di questo avremo modo di parlarne diffusamente più in là.




Bisogna armarsi di coraggio e scivolare rapidi sul lungo il grigio Viale Cavour, ma non rapidi abbastanza da superare, senza ammirarli, questi bei fabbricati inizio secolo in puro stile Art Nouveau, due piccole villette incastonate tra condomini anonimi dalle facciate scrostate e dozzinali. E poi proseguire, fino ad avvistare le torri merlate della Fortezza estense, il gioiello di Ferrara, e allora ci siamo quasi, non dovrebbe mancare tanto.

Orientarsi tra questi vicoli non è affatto semplice, soprattutto per un forestiero senza piantina: ho girato su me stessa per un quarto d’ora, poi ho fermato un garbato ed anziano signore, che mi ha gentilmente accompagnato per vicoli tortuosi, in cui edifici più antichi convivono con caseggiati più moderni, quasi post industriali, ma tutti in armonia per le cortine in mattoni rossi e i colori caldi.

I nomi di queste strade richiamano i grandi artisti rinascimentali che hanno reso splendida questa città, lasciando un'impronta fondamentale nell'urbanistica e nell'arte: Biagio Rossetti Dosso Dossi, Cosmè Tura, Ercole de' Roberti, Francesco del Cossa (che è appunto l'indirizzo della mia locanda), oppure suggeriscono origini più antiche, addirittura medievali, come Via degli Armari, Contrada della Rosa, Contrada del Mirasole.

Il signore, colto e prodigo di citazioni dotte, si è garbatamente informato sui motivi della mia visita, forse per lavoro? Ah, è qui in visita? La prima volta a Ferrara?, ed è rimato estasiato quando ho risposto che sì, sono qui in visita e no, è la seconda volta che torno, essendo rimasta incantata, la prima volta, dalla bellezza del luogo. Mi ha guidato per viuzze anonime e pur tuttavia gradevoli da percorrere, citandomi un dei miei libri preferiti, Il Giardino dei Finzi Contini, consigliandomi caldamente di visitare il cimitero Ebraico dov’è sepolto Bassani e recitando la prima strofa della poesia che D’Annunzio dedicò a Ferrara, città del silenzio, nel 1898.

O deserta bellezza di Ferrara,
ti loderò come si loda il volto
di colei che sul nostro cuor s'inclina
per aver pace di sue felicità lontane;
e loderò la chiara
sfera d'aere ed'acque
ove si chiude la mia malinconia divina
musicalmente.

( brano tratto da Valsesia scuole)

Mentre gli trotterellavo accanto, ascoltandolo declamare a memoria i versi del poeta, mi sono detta che non avrei potuto desiderare accoglienza più fantasiosa di quel garbato e colto signore, così amante della sua città e dei suoi silenzi.

Ed eccomi arrivata, infine.

Come alloggio ho scelto un Bed and breakfast, vicino al centro ma non lontano dalla stazione, Il B&B d’Elite.

Preferisco le piccole locande, quei posticini piccoli e familiari, molto più accoglienti di un anonimo albergo o pensione a qualche stella, dove il servizio è sbrigativo, le persone mutangole e l’arredamento sempre piuttosto anonimo (lo so, ci lavoro…).
La piccola entrata, chiusa da un cancello in ferro battuto, accoglie gli stanchi viandanti con uno stile un po’ eclettico, una mescolanza di elementi classici assieme a cineserie, oggetti liberty come la sinuosa lampada-serpente disegnata da Edgar Brandt, e vetri colorati moderni.




Ogni tanto, credetemi, è proprio bello coccolarsi un po', e concedersi il lusso di un posto semplice ma carino: ed infatti si tratta di una locanda graziosa, con arredamento di gusto floreale, dai delicati toni pastello, beige, panna e azzurro polvere: leziose poltroncine di velluto, tavoli con decorazione a fiorellini dipinti, lampade Art Nouveau, coperte e stoffe in stile country francese nei colori bianco, rosa e celeste.

Nella piccola reception vi accoglierà il proprietario, il signor Alfonso, che segue personalmente i suoi clienti e la conduzione della locanda.

La parte migliore è la saletta della colazione ed il minuscolo bar, due piccoli ambienti rischiarati dal colore cilestrino delle pareti e rallegrati da mazzi di fiori, ceramiche, delicati pastelli, dipinti ad olio e stampe, e specchi di legno lavorato: qui ho gustato ogni mattina un petit dejeneur con toasts caldi, panini al latte, biscotti, una fetta di dolce spolverata con zucchero a velo, burro, marmellata, Nutella, yogurt, succo di frutta e cappuccino…con la bella stagione deve essere piacevole fare colazione nel piccolo cortile, peccato che adesso sia troppo freddo ed umido per approfittare di quest’angolino, rischiarato da un bell’acero rosso.
Quella con i due letti dalle trapunte fiorate è la mia stanza, che occuperò per tre notti.




Primo pomeriggio veramente umido e buio.

A dispetto del cielo azzurro che si vede nelle fotografie (scattate il giorno dopo), ho fatto il mio primo giro in centro con un cielo plumbeo e minaccioso, che dona una luce cupa e satura i colori, sotto un’acquerugiola lenta, gelida, insistente, che lucida i ciottoli colorati delle strade e rende difficile il cammino sul selciato scivoloso e irregolare.

Ferrara si divide in quattro quadranti, completamente circondata da una cinta di mura che tuttora racchiude la città vera e propria: l’amore rinascimentale per la simmetria ha tracciato due lunghissime strade che l’attraversano tutta, e che si incrociano ad un quadrivio dal poetico nome degli Angeli all’altezza del palazzo dei Diamanti, sul bellissimo Corso Ercole d’Este, una delle strade rinascimentali più belle e meglio conservate al mondo. Il corso d’Este si prolunga per circa 1,3 chilometri, e sarà il mio percorso principale di domani, quello che mi porterà quasi fuori città, alla Certosa e al cimitero Ebraico.

Questo versante della città, quello settentrionale, rappresenta la parte luminosa, aerea, fastosa di Ferrara, coi suoi lunghi viali alberati, l’eleganza rinascimentale delle facciate dei maestosi palazzi, dai marmi elaborati come merletti, portoni di legno intagliato, stucchi, statue e giardini.




Nella parte meridionale invece, nel quadrante più antico della città, ci si addentra in un fitto reticolo viario di evidente origine medievale, rimasto pressocchè intatto, un intrico di viuzze, volte, archi, torri e portici, una sinfonia di chiaroscuri estremamente suggestiva, e in cui è facilissimo, e meraviglioso, perdersi.

Al centro di tutto questo si erge la mole maestosa del Castello estense, il fulcro reale e metaforico di Ferrara: iniziato alla fine del Trecento, nasce come struttura militare, e di questo uso bellico testimonia tuttora il fossato pieno d'acqua e i ponti di accesso. L’interno del castello è visitabile e contiene un bel museo e gli appartamenti ducali solo che, avendolo visitato il viaggio scorso, ho preferito sopravvolare, per stavolta.
Accanto al castello si erige la statua ottocentesca del terribile Girolamo Savonarola, che proprio in questa città ebbe i natali e che ancora punta il suo dito minaccioso contro i passanti distratti.





Poco oltre, ed arriviamo alla Piazza sui cui si apre la Cattedrale e il Palazzo del Municipio.

La cattedrale, del XII secolo, fonde nella facciata una parte romanica con una parte gotica più elaborata, tutta una sinfonia di archi e marmi bianchi che, con la luce calda del tramonto, si accendono di riflessi rosa e dorati. Proprio di fronte, nel palazzo Comunale si apre un Vòlto (arco) che porta alla suggestiva piazza del Municipio, di un acceso color arancio con marmi bianchi, da cui si diparte la bella scalinata coperta che conduce al dentro al palazzo.

Questa è la parte più animata della città, intorno ci sono strade affollate di negozi, portici, ristoranti, gelaterie, librerie ed eleganti boutiques.

E’ anche la zona maggiormente presa d’assalto dai turisti, l’unica in cui si vedono sciami di studenti imberbi e chiassosi che si aggirano per questi vicoli, riempiono l’unico McDonald’s della città (indovinate dov’è? Eh sì, proprio di fianco al Duomo) e ingombrano portici e negozi.

In ogni caso, basta proseguire poco oltre, in qualche viuzza meno battuta, per ritrovare quiete e tranquillità.

Ferrara, in questo, non vi deluderà.



Eh sì, la mia prima giornata ferrarese è praticamente finita.

Ho deciso di andare a mangiare una pizza in una piccola trattoria che ho visto tornando alla locanda: non che mi ispiri in maniera particolare, senza grandi pretese anche vista da fuori, a luci spente: menu ordinario, prezzi nella norma, però ha il pregio di essere vicina, appena attraversato il Viale Cavour.
Sono uscita di malavoglia, spinta più dalla fame che dal desiderio di gironzolare: lascio il calduccio della mia stanza e il resoconto della mia prima giornata nordica, avvoltolata nel mio piumone invernale, affrontando svogliatamente l’oscurità calata in fretta e la pioggia che viene giù a catinelle, senza tregua.

Cena sbrigativa, in un piccolo locale semideserto dall’arredo fintamente rustico, solamente altri due tavoli occupati: un signore solitario che, come me, mangia una pizza e se ne va, e tre ragazzi, uno del nord e due di colore che parlano un buon italiano, la cui conversazione riempie il silenzio della stanza, assieme al rumore dell’acqua che batte sui vetri, un ticchettio incessante che fa da sottofondo al tintinnio delle posate e alle chiacchiere oziose del tavolo accanto.
Ai ragazzi arrivano i piatti di pennette al sugo, calde e abbondanti, e quasi mi pento della mia ordinazione, ma è troppo tardi, la mia pizza arriva pochi secondi dopo; d’altra parte, non è che il locale sia stracolmo di gente...

Una pizza passabile, appena dignitosa, il sapore un po’ troppo forte delle melanzane marinate e quello un po’ sapido del formaggio, un velo appena: mangiucchio distrattamente, guardando fuori dalle vetrate gli sparuti passanti che scivolano rapidi, nella notte, sulle strade bagnate, quasi raggomitolati sotto gli ombrelli aperti.

Il tempo di mangiare, afferrare al volto qualche brandello di conversazione che aleggia pigramente nell’aria e poi, di nuovo, via, sotto la pioggia, nelle strade buie e deserte di una Ferrara lucida ed oscura, ancora invernale, un po’ surreale, sotto la luce gialla dei lampioni.

22 commenti:

  1. Vado almeno 2/3 volte all'anno a Ferrara e ogni volta mi incanto a scoprirla e riscoprirla... eh sì è una citta che amo moltissimo e le tue foto la descrivono perfettamente!
    P.s. ma hai visto quante biciclette che ci sono???? Un bacio Laura

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  2. Infatti le biciclette mi hanno veramente colpito!!
    baci anche a te, beata che ci torni così spesso...

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  3. Prezioso racconto, una bella testimonianza per un prossimo viaggio in questa bella città, magari a settembre, in occasione della mostra di Boldini al Palazzo dei Diamanti

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  4. che book di immaggini incantevoli ;)
    buon inizio settimana ;)

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  5. Grazie Mirti, scommetto che le immagini del Bed and breakfast ti sono piaciute
    :-) era molto femminile e grazioso

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  6. Io ho visto la mostra di due anni fa a Roma, ed era stupenda, adoro Boldini: se ti capita, non perderla assolutamente! In ogni caso, c'è anche il Museo, ma la mostra merita molto di più, ci sono quadri bellissimi, ho preso anche il catalogo!
    A domani colla prossima puntata...

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  7. Geillis, che bel reportage! Amo molto la città estense, ne conosco bene soprattutto il centro storico.. hai visitato anche Palazzo Schifanoia? Visto che meraviglia?
    Baci!

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  8. Mi piacciono molto questi racconti personali, molto più interessanti di qualsiasi guida turistica!Aspettiamo il seguito...

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  9. Non ti deluderà, cara Serena, almeno spero...

    Sì Elle, l'ho visitato il terzo giorno!! Ferrara èpiù amata di quanto credessi, mi pare
    :-)

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  10. mi sono presa il giusto tempo per leggere il tuo resoconto di una città che mi piace molto...e che mi sono ripromessa di rivistare in bicicletta....grazie

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  11. I racconti vanno letti con calma, sono fatti apposta per immergersi in un mondo di sogno e poesia, sennò non vale!!

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  12. Aspettavo con ansia il tuo racconto e mentre lo leggevo anche il telefono del mio studio ha smesso di suonare...o forse non l'ho più sentito io, trasportata com'ero nella città estense??Non saprei dirlo..ma attendo di tornare con te a Ferrara al prossimo post!!
    Ps:posso chiederti un favore??tra una decina di giorni mi sono concessa una breve fuga a Parigi...mi daresti qualche buona indicazione per un itinerario di tre giorni??Premetto che non ci sono mai stata.Grazie mille!

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  13. Bello riuscire a comunicare le proprie sensazioni, si vede che ci sono riuscita
    :-))
    a dopo col seguito...

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  14. Ciao!
    io sono di ferrara e leggere il tuo racconto mi ha emozionato..anche se ho sempre tutto sotto gli occhi...Grazie!
    Silvia

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  15. Ferrara è bellissima, sono tornatala seconda volta proprio per godermela tutta, ne ho girato ogni angoloe fotografato ogni particolare...sono contenta che, tu che ci vivi, apprezzi il mio racconto, immagino quanto la possa amare tu...

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  16. Tanti Auguri Di Buon Compleanno! :-)

    Tanti Auguri di Buona Pasqua! ;-)

    A presto!

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  17. grazie Andrea!!Auguri di Buona Pasqua a te

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  18. Io la adoro Ferrara, la amo sopratutto il sabato mattina o durante la settimana, quando è sonnolenta quasi come un grande PAese....ho letto dell'azienda agricola di cui non conoscevo assolutamente l'esistenza!Ci farò senz'altro un passaggio!!Grazie.
    Ciao
    Silvia

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  19. in confronto con roma, a me è sembrata tranquilla anche in mezzo alla settimana, biciclette spericolare a parte...
    ci sono angolini da scoprire in ogni luogo, questo mi è capitato proprio per caso, non credo che la Pastoreria sia conosciutissima, neanche dai ferraresi!

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  20. Se vieni nel periodo natalzio...puo ammirare anche i mercatini di natale...

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  21. Ciao Geillis, ho linkato il tuo bel racconto al blog che ho appena creato Ferrara Arte e Natura con indirizzo ferraraincoming.blogspot.com

    Mi piacerebbe condividere con il tuo blog altre impressioni ed esperienze.

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  22. La scelta della qualità è alla base di ogni acquisto intelligente. Scegli anche tu posate da dito per bambini . Vai su http://www.vitalbios.com/A/MTQ4MzU0ODM2MSwxMDAwMDA1LHBvc2F0ZS1kYS1kaXRvLXBlci1iYW1iaW5pLmh0bWwsMjAxNzAyMDEsb2s=

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Pellegrino che ti aggiri per queste lande incantate, mi farebbe piacere una traccia del tuo passaggio...

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