I miei viandanti

venerdì 28 maggio 2010

Nel cuore di Siviglia: flamenco, ventagli e dolcissime prelibatezze


Il centro di Siviglia è un reticolo di calli animatissime, piene di negozi, di vetrine colorate: entrare nel cuore della città è facile, basta proseguire sull'Avenida de la Costituciòn fino alla Plaza San Salvador, e imboccare una delle lunghe e strette strade che l'attraversano tutta, fino alla Calle Martin Villa, che rappresenta una sorta di confine col vicino Barrio de la Macarena.



Calle de Las Sierpes (Via dei Serpenti, come a Roma), Calle La Cuna e Calle Velazquez Tetuàn: qui troverete i più bei negozi di Siviglia, nonchè la pasticceria più antica, la Confiteria Heladeria La Campana, proprio alla fine di Calle Las Sierpes. Ho occhieggiato nelle sue vetrine, immortalando per voi delle torte dall'aspetto veramente lussurioso quanto misteriose e orientaleggianti negli ingredienti: miele, pinoli, pistacchi, nocciole, datteri e cioccolato...
I dolci spagnoli sono diversi dai nostri, almeno da quello che ho potuto vedere ed assaggiare (mi sono trattenuta, in verità, più che altro per motivi di salute), in qualche modo assimilabili ai dolci arabi e greci, oltre ad un uso smodato della pasta sfoglia simile agli infiniti utilizzi della pasticceria francese. Devo dire che le pasticcerie mi hanno entusiasmato fino ad un certo punto: ho assaggiato dolci un po' troppo smielati per i miei gusti, oppure fatti di sfoglia burrosissima e farciti con cioccolato, tipo i nostri saccottini ma in versione gigante, per non parlare dei churros, ciambelline fritte rotolate nello zucchero che trovato dolcissime e pesantissime, intrise di olio. Preferisco decisamente le Boulangeries di Parigi e i loro dolci di forno, più rustici e più affini al nostro palato.
Subito di fronte, un negozio francese di bon-bon, caramelle e biscotti che si chiama La Cure Gourmande, dalle confezioni molto molto invitanti, dai colori pastello e le delicate decorazioni.

Non ho comprato nulla, sebbene fossi arrivata a Siviglia piuttosto agguerrita al riguardo: di solito, in qualsiasi posto vado, compro una bella cosa per me o per la casa (oltre ad una serie di regalini per amici e parenti), qui invece sono riuscita a non comprare nulla, proprio niente.




Le vetrine sono tante e con delle cose particolari, molte attinenti al flamenco: scarpe, vestiti, scialli, nacchere, tantissimo argento. Per comprare qualcosa che non sia di bassa qualità, adatta per i turisti, bisogna però andare su cifre consistenti: gli scialli ricamati si dividono, ad esempio, in due grandi categorie: quelli economici, di raso e ricamati a macchina, che costano poche decine di euro, altrimenti quelli veri, quelli sfoggiati dalle sivigliane, sono in seta pura e ricamati a mano: bellissimi, morbidi e dai riflessi cangianti, ma dai prezzi veramente folli. Io ne ho uno stupendo che la mia amica Marta ha fatto venire da Madrid come regalo di nozze, rosso, enorme...mi sarebbe piaciuto acquistarne un altro, magari nero, ma ho desistito scoraggiata dai prezzi.




Anche i famosi ventagli, la maggior parte sono di legno, dipinti a mano, ma quelli belli sono un'altra cosa, e anche lì costosissimi.
Per quanto riguarda le altre cose del flamenco purtroppo, avendo smesso di ballare l'anno scorso mi tengo i miei vestiti, le scarpe e tutto il resto, anche se ho rimirato a lungo i modelli coloratissimi e sontuosi esposti nella Calle de Las Sierpes: quelli però non sono propriamente vestiti da danza, solitamente dalle gonne più ampie e meno ornati, ma vestiti da feria.
Le sivigliane infatti, nelle famose ferias di Siviglia (Semana Santa, il pellegrinaggio del Rocìo, la Feria de Abril) indossano questi antichi costumi, pieni di volants e di decorazioni come frange e ricami, oltre a rose nei capelli, peinetas (pettini), grandi orecchini, corallo, mantiglie e scialli.
In queste strade c'è tutto il campionario per vestirsi di tutto punto, compreso un grande negozio di stoffe e accessori.


La piccola vetrinetta, sempre in Calle de Las Sierpes, invece è il famoso Menkes, presente anche in altri grandi città come Madrid e Parigi: qui si vendono scarpe da flamenco di tutti i tipi e di tutti i colori, oltre a gonne e vestiti da studio, come quelli che usavo io. Ho avuto due paia di scarpe da flamenco, uno in pelle nera che ho usato fino alla sfinimento e un paio di camoscio nere...il mio sogno era andare a Siviglia e comprarmene un paio di camoscio rosso, magari col cinturino...le scarpe da flamenco esistono in tutti i colori, per armonizzarsi con il vestito, ma quelle rosse erano proprio il mio sogno, come nella favola omonima. Mi sono accontenta di ammirarle nelle vetrine, ahimè...



Un'altra produzione eccellente della città è la ceramica e la porcellana, anche se per trovare i laboratori si deve piuttosto cercare a Triana: qui comunque si trovano dei bei pezzi.
Mi hanno colpito in particolare le statuette di Lladrò, che qui a Siviglia mostrano flessuosi ballerini di flamenco che danzano la sivigliana, statuette aggraziatissime e perfette nei movimenti, dai vestiti virtuosisticamente modellati. Guardate le due bimbe che accennano il primo passo di sivigliana, non sono graziose davvero?


Un altra particolarità che mi ha colpito dei negozi è l'incredibile quantità di scarpe esposte, un vero arcobaleno di colori sia per grandi che per piccini, una vera festa per gli occhi. I Sivigliani devono essere davvero fissati con le scarpe, visto la varietà di modelli, disegni e di colori.
Sono esposte anche coloratissime scarpette da feria per bambine, di dimensioni davvero minuscole.


Passeggiando languidamente per queste stradicciole affolatissime, vi può capitare di ammirare murales di azulejos come questo di Calle Tetuàn, una pubblicità di Studebaker risalente al 1924 ed in ottimo stato, davvero stupenda.


Insomma, passeggiare per le calli del centro di Siviglia è una vera gioia per gli occhi!

Altri racconti di Siviglia su questo Blog:

Arrivo in città

Calle de Las Sierpes, Flamenco, Scarpe e ventagli

Il Barrio di Santa Cruz

Il Barrio gitano di Triana

I Palazzi reali

La Macarena

Lungo le sponde del Guadalquivir

La Cartuja

Il Museo di Bellas Artes

10 commenti:

  1. Ciao! perdonaci l'assenza dal tuo blog!
    ma quant'è bella Siviglia! quanti colori e quante cose carateristiche! dì la verità..ma te lo sei comprata un vestitino così spagnoleggiante?? era d'obbligo!!!
    un bacione

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  2. Che esplosione di colori! Guardare queste foto mette allegria!

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  3. @ Manuela e Silvia: avrei voluto ma, avendo smesso di ballare, mi sembrava una spesa inutile, peccato...

    @ Ivy: è Siviglia che è coloratissima, veramente allegra

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  4. Che meraviglia! Geillis, un vero trionfo di colori e probabilmente anche di suoni. Foto bellissime brava! lo sapevo che ci avresti portato tutta l'atmosfera di Siviglia. Ma dài, ma perchè hai smesso di ballare!??

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  5. Ho iniziato a studiare flamenco nel 1995 e l'ho fatto per tantissimi anni, ero proprio una appassionata solo che, tra l'età e il lavoro, la stanchezza e gli impegni...andare a Siviglia era un mio grandissimo sogno da tanto tempo, ora l'ho realizzato!

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  6. Sono molto felice che tu abbia potuto soddisfare questo tuo desiderio. Bellissime le foto e bellissima Siviglia. Un abbraccio.
    Lella

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  7. effettivamente le tue foto meraviglisoe che si legano a filo con i ricordi che hai sono già moto preziosi ...hai un occhio speciale per vedere l'armonia dei colori e portarla a noi! un bacione

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  8. Il tuo è un vero talento: quello di scrivere coinvolgendo emotivamente il lettore e facendogli vivere le tue emozioni come se fossero sue. Complimenti per tutto: per questo, per la bravura in cucina, per la spiccata personalità che traspare dai tuoi post, per l'intelligenza (oggi sempre più difficile da trovare)...

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  9. certo a vederli quei dolci....però anche a me non piace lo smielato, bello bello bellissimo tutto. Bellissimo ballo il flamenco, molto affascinante.
    ciao Reby

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  10. @ Rebecca: a vederli sono stupendi, io ho mangiato quelli greci e quelli arabi e sono troppo dolci per i miei gusti...

    Grazie Lucia!!!!

    @ Lo: sarà che adoro l'arte, e una fotografia in qualche modo è racconto e arte nello stesso tempo, se sono riuscita a cogliere anche un frammento della bellezza che ho visto, sono contenta

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Pellegrino che ti aggiri per queste lande incantate, mi farebbe piacere una traccia del tuo passaggio...

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