I miei viandanti

mercoledì 20 gennaio 2010

Ricordi culinari da Ferrara



In questi giorni mi sembra di non aver molto da dire, niente gite clamorose per musei (quella ai capitolini la sto rimandando di giorno in giorno), qualche ricettina simpatica, qualche sperimentazione panificatoria, un film visto al cinema, insomma, niente di che...

Ieri pomeriggio sono andata a vedere Il Riccio (perchè togliere l'eleganza dal titolo, mi chiedo), pur non avendo letto il libro, cosa di cui mi sono dispiaciuta, rimedierò quanto prima.

Insomma, diciamo che è un film troppo breve, per i miei gusti: condensare un intero libro in un'ora e mezza prevede, sicuramente, grossi tagli e una minore introspezione dei personaggi, tratteggiati in modo superficiale e di maniera.

La trama, sulla carta, è accattivante, molto francese, un mix tra Amèlie e Odette Toulemonde: una grigia e sciatta portinaia, che vive nella sua guardiola assieme ad un gatto e una stanza nascosta piena di libri, dove si rifugia a leggere Tolstoj; una dodicenne che tenta di crescere circondata una famiglia scombinata e anaffettiva, e che programma in maniera lucida il suicidio per il giorno del suo compleanno; l'innesco del cambiamento nella vita delle due infelici è l'arrivo di un ricco giapponese nel condominio, che si incuriosisce dell'una e dell'altra, tre persone ferite in vario modo dalla vita, avvoltolate in una solitudine evanescente e oscura, che si incontrano e si riconoscono tra il via vai dei condomini.


Il tutto sarebbe anche interessante, gli attori sono bravissimi, il mondo visto da una dodicenne risulta un punto di vista insolito, ma le incongruenze e le superficialità delle trama non sono poche. Innanzi tutto, mi pare difficile che un ricco giapponese, al primo sguardo, riconosca la perla nascosta dentro una sciatta portiera, solo per una citazione da Anna Karenina, pure un po' banaluccia (Tutte le famiglie felici si assomigliano, invece le quelle infelici lo sono ciascuna a modo suo).

Quante volte avete fatto una citazione colta, convinti di abbagliare il vostro interlocutore che, se vi va bene, pensa che l'abbiate tratta da I proverbi di Nonna Papera, considerandovi inoltre anche saccente e poco creativa perchè rubate frasi dai libri altrui.

E quante volte avete incontrato un ricco giapponese che, dopo questo primo fatale incontro sulla porta della guardiola, tra uno straccio e uno spazzolone, vi invita a casa sua per una elegante cena a base di sushi (e che casa...una di quelle case da ricchi con quadri preziosi e water che suona Mozart quando ci si siede sopra), e poi vi regala un costoso vestito e scialle per invitarvi al ristorante...ma andiamo!

Non so nel libro, voglio proprio scoprirlo, ma nel film questo interesse sembra proprio accadere per motivi ignoti, assolutamente inspiegabili. Capisco che il romanzo si deve condensare, ma gli avvenimenti si verificano senza motivi apparenti o comunque ben spiegati, i salti tra i fatti mi sembrano un po' troppi.

Se fosse un romanzo giallo, dove tutto deve funzionare come i meccanismi di un orologio, la sceneggiatura sarebbe giudicata decisamente zoppicante per scorrere bene.
Insomma, non mi ha convinto molto, sulla carta forse risulterà più interessante della trasposizione cinematografica, comprerò il libro e lo scoprirò presto.


Ed ora veniamo alla ricetta di oggi: una cosa semplicissima, davvero, ma che è legata ad un bel ricordo, il viaggio a Ferrara. Come ho avuto modo di raccontare nei lunghi post dedicati a questo piccolo ma intenso viaggio, per caso mi sono fermata a curiosare dentro il negozio di una azienda agricola, di agricoltura biologica, proprio dentro le mura della città, accanto al cimitero ebraico.

Dopo qualche chiacchiera scambiata, sono stata invitata a pranzo, così, sull'onda della simpatia.







Un pranzo semplice, con verdure dell'orto e pane biologico (un pane scuro e compatto, buonissimo, mai mangiato prima, peccato non aver chiesto con che tipo di farina fosse, mannaggia). Tra i piatti messi insieme dalla cuoca, vicino ad una cucina economica, a cesti pieni di frutta e verdura e scaffali stracolmi di prodotti di tutti i generi, c'era questo semplicissimo Riso Basmati con cipolle e radicchio in umido.

Innanzi tutto, il riso basmati, piccolo, a chicco lungo, non è un riso che ricorre spesso nella cucina italiana anzi, fino a quel momento non l'avevo mai assaggiato e, sinceramente, neanche il radicchio con le cipolle. L'avevo mangiato nelle lasagne, crudo e condito come le puntarelle, al forno, ma in umido mai.

Il riso l'ho trovato facilmente, ormai ce l'hanno tutti i supermercati, e allora ho pensato di replicare questa semplicissima ricetta, visto il tempo di dieta, e poi io adoro mescolare pasta o riso con le verdure.



E allora





Riso Basmati con radicchio e cipolle in umido


Ingredienti per due persone

mezzo cespo di radicchio tondo, piccolo

due cipolle o scalogni

80 grammi circa di riso basmati a testa

olio evo


Tagliare il radicchio a striscioline sottili e metterlo a bagno per un paio di ore in abbondante acqua fredda, in maniera che perda l'amaro.

Tagliare le cipolle a fette sottili, metterle in una padella antiaerente con un giro di olio e farle imbiondire dolcemente (non soffriggere), quindi aggiungere il radicchio, coprire con mezzo bicchiere di acqua, salare e saltare a fuoco dolce fino a che il radicchio non si è appassito, circa 15-2o minuti.

A parte lessare il riso, scolarlo bene e mescolarlo alle verdure.

Servire caldo o tiepido.

11 commenti:

  1. ho letto quel libro...non credo potrei vederlo condensato inun film...era così ricco di sfumature che solo le parole regalano...oppure le immagini...come quele tue...di posti o di cibo...meravigliose
    un abbraccio

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  2. Ottimo risotto...in questi giorni mangerei solo questo!!! Spero che sia andato tutto bene con i maritozzi...io per mantenerli morbidi anche i giorni successivi uso metterli nelle bustine di plastica...proprio come si vendono al forno!Fammi sapere
    UN ABBRACCIO

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  3. Con questo tipo di riso, il risotto deve riuscire completamente diverso...anche solo dall'aspetto sembra più gustoso!
    baci baci

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  4. Sul film, concordo con Lo..
    però la ricetta è strepitosa..
    :) Ciao!

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  5. ho letto il libro, non andrò a vedere il film , ho un ricordo meraviglioso del libro è so gia che nel film verrebbe rovinato tutto, che tristezza, il risotto.... io adoro il riso... il mio ragazzo dice che mi verranno gli occhi a mandorla.... ahahah

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  6. @ Lorenza: penso anch'io che l'adattamento cinematografico sia riduttivo, è raro riescano a fare delle buone cose, in questo caso non mi pare sia così

    @ Marianna: i maritozzi sono strepitosi, in effetti il giorno dopo sono diventati un po' duretti, non mi era venuto in mente di metterli nella plastica
    :-(

    @ Luisa: ricetta semplice da gustosa
    :-)

    @ Calendula: in questo periodo sto mangiando tantissimo riso, chissà perchè...mi piace proprio, anche lesso con olio e parmigiano

    @ Silvia eManuela: più che risotto direi riso e basta, perchè è semplice riso lesso, però il basmati è diverso dagli altri, buono davvero

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  7. Quando ho visto l'uscita del film mi sono un po' scandalizzata, è il romanzo meno cinematografico della storia, così ho deciso di non andare a vederlo e credo di aver fatto bene, tutte le persone che hanno letto il romanzo e che poi sono andate ne sono rimaste deluse.
    Leggilo merita!!!

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  8. che invitante! mi sembra di sentirne il profumo!

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  9. che invitante! mi sembra di sentirne il profumo!

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  10. prima voglio leggere il libro... poi mi concederò anche il film...

    questa ricetta sembra davvero buona!!!

    buon proseguimento ^_______^

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  11. Anche io, come Flavia, sono rimasta molto sorpresa quando ho visto che dal libro "L'eleganza del riccio" avevano tratto un film. La prima cosa che ho pensato è stata "IMPOSSIBILE!!!".
    Il libro non mi aveva fatto impazzire, per quanto l'abbia apprezzato e letto con piacere... figuriamoci il film. Non andrò a vederlo, ne sono certa!!!
    Il risotto lo adoro e mi riesce sempre bene! Questa ricetta la proverò!!!
    Un abbraccio
    Francesca

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Pellegrino che ti aggiri per queste lande incantate, mi farebbe piacere una traccia del tuo passaggio...

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