I miei viandanti

sabato 2 febbraio 2008

Carnevale dei tempi passati

E siamo arrivate pure al sabato di Carnevale, anche se mi pare ieri che ho finito di mangiare il panettone...

Quand'ero piccola il Carnevale era una festa bellissima, le maschere si preparavano tempo prima, magari cucite a mano dalla mamma, e il vestito si riciclava almeno un paio di anni (veniva fatto con stoffe belle, non quelle sintetiche di adesso).
Purtroppo non ho foto con me, le hanno tutte i miei, tranne questa qui sotto. Ho fatto undici anni a scuola dalle suore, un convento del Seicento a Trastevere adibito a scuola privata (e scusate se è poco).
Forse è per questo che sono venuta fuori atea e anticlericale, chissà...
Dall'abbigliamento della ragazza (non so assolutamente chi sia) potete capire in che anni siamo.
I miei vestiti, in ordine cronologico, sono stati:
da fatina (rosa, non turchina), cucito da mamma, di raso con centinaia di stelline adesive sparse per tutto il vestito e il cappello (anche quello fatto a mano, mica di cartone)
cappuccetto rosso, anche quello cucito a mano, con grembiulino di sangallo e mutandoni di pizzo, e fiorellini di stoffa attaccati sul cappuccio

In terza (o quarta) elementare, il primo vestito comprato: andammo in un grande negozio di giocattoli molto famoso, ai Colli Portuensi, si chiamava Bertè ed era il sogno proibito di ogni bambino.

Io mi innamorai a prima vista di un vestito da damina del Settecento che era bellissimo, color rosa antico, con la gonna a cerchi multipli tutta a drappeggi, ed un elegantissimo cappello a larga tesa con piuma...ancora me lo ricordo!
Ovviamente costava tantissimo, perchè era proprio bello (ripeto, erano dei piccoli capolavori).
Infatti non me lo comprarono.

Scegliemmo invece un modello dell'Ottocento (comunque tutto in raso, con cerchio e cuffietta), la cui dizione ufficiale era "Beth delle Piccole Donne".
Ogni volta bisognava spiegare chi fosse questa Beth delle Piccole Donne, perchè non tutti avevano letto il libro, e quando l'avevano letto chiedevano se era quella che moriva.

Ogni tanto mi chiedo se non mi abbia portato un po' sfiga vestirmi da una che moriva...

Due anni dopo divenne troppo corto, allora mamma ci aggiunse due balze di pizzo in fondo, mi comprò una sontuosa parrucca di capelli incipriati con boccoli e diadema, e magicamente mi trasformai in una damina del Settecento, alla faccia di tutti i Libri di Storia del Costume.

Poi ci fu qualche anno senza maschera, alle medie, e infine fu la volta delle maschere da grande, al Liceo, le foto non le metto perchè sono da censura:

da sposa, col vestito di mamma anni sessanta, completo di velo e Bouquet (questo rimediato)
da Cappuccetto rosso, sempre cucito da mamma, era una versione spiritosa, vista l'età
da Messalina, in bianco e azzurro e col diadema di foglie di alloro in testa
l'ultima, all'Università (il tema della festa era l'Oriente) mi vestii da vedova araba, con il burqa nero (non molto allegra in effetti, ma veritiera: le avevo viste in Egitto)

Ed ora, per consolarci della primavera che ancora latita (ho cambiato l'header del blog come rito apotropaico, quello con la neve mi sembrava portasse un po' sfiga), ho fatto due frappe veloci veloci, giusto per tradizione.
Quando ero ancora a casa, con mamma ci passavamo un pomeriggio intero a tirare la sfoglia (con la mitica macchina Imperia), a fare frappe, fettuccine e ravioli alla ricotta. Io la macchina per tirare la pasta neanche ce l'ho, per cui l'ho fatta a mano.

ricetta per le frappe (senza burro)
  • 300 grammi di farina
  • 2 uova intere
  • 50 grammi di zucchero
  • 3 cucchiai di Strega
  • un cucchiaino di lievito
  • olio di semi per friggere zucchero a velo

Buon Carnevale a tutti!

16 commenti:

  1. A me da qualche anno il carnevale non attira molto... :-O


    Un abbraccio....

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  2. Bel post, complimenti! :-)
    Quando ero piccola io, molto spesso i vestiti di carnevale erano fatti con la carta crespa. Belli, ma puoi immaginare cosa succedeva quando si iniziava a giocare! ;-) Però costavano relativamente poco -credo- si rammendavano con lo scotch, e se ne vedevano parecchi: tutte fatine rosa o azzurre, o damine spagnole o veneziane. I maschietti, con un cappellone e due pistole finte si trasformavano in cow boy, oppure con la mascherina nera, un mantello e la spada ecco tanti piccoli Zorro.
    I vestiti di stoffa erano per i pochi che potevano permetterseli (o che avevano mamme abili con l'ago e con tempo per cucire) e ovviamente erano sognati da tutti. Me ne acquistarono uno quand'ero in quinta, l'ultimo anno utile prima di "diventare grande" e passare alle medie: era da Mary Poppins, ma non ho mai visto nulla del genere in tutto il film! Però era bello, con le balze e le gale e un cappellino legato con nastri di pizzo. E l'ombrellino, fatto da mamma modificando con la cartapesta il manico di un comune ombrello da bambini. :-)
    Buona domenica, cara, scusa la prolissità!
    Patt

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  3. Il momento in cui mi son sentita più orgogliosa della mia maschera è stato quando mio padre, medico cardiologo, mi diede il permesso di travestirmi da dottore, con tanto di camice, fonendoscopio, mascherina e valigia da medico. Ero al settimo cielo! Un altro bel ricordo è di quando, travestita da uomo, nessuno mi ha riconosciuta! Che soddisfazione;)
    Adesso però non sopporto più il Carnevale, non mi piace per niente, ma non chiedetemene il motivo:-/
    L'unica cosa bella per me restano i crostoli e le mitiche frittelle:))

    Un abbraccio e grazie di cuore del tuo passaggio e dei tuoi commenti molto illuminanti nel mio blog.

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  4. Cara Patt, anche la mia Beth delle piccole Donne non l'ho vista mai, nè nei film nè in un nessuna illustrazione...come la tua Mary Poppins! Il mio sogno era vestirmi da Primavera, oppure da regina delle Nevi, o megli ancora, in terza elementare, da La Perla di Labuan...

    Ora mi pare che le maschere di questi bambini siano sintetiche come le stoffe di cui sono fatte...mah!
    Sono anni che non mi masachero più (credo una quindicina, forse qualcosa in meno), e non mi manca affatto, anche perchè il tempo delle feste è finito da un pezzo.

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  5. @ ikla: neanche a me piace più, sarà l'età...
    Da dottore non mi sarei mai mascherata, ma probabilmente c'entra qualcosa l'Edipo, nel tuo caso:-))

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  6. Hai proprio ragione, Geillis, adoravo mio padre e lo ammiravo per il suo lavoro;))

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  7. uhhh che ridere...proprio ieri sera ho ammorbato la famiglia con un resoconto dei miei vestiti carnevaleschi da bimba....anche io avevo quel vestito da Mary Poppins come Patt e immancabilmente mi chiedevano da cosa ero vestita....
    appoggio il nuovo header ciao Lo

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  8. Geillis la tua ironia è travolgente! I tuoi racconti mi fanno sempre sorridere! La parte in cui parli del tuo vestito alla Beth è fantastica!! Il mio primo vestito comprato(che poi ho indossato per diversi anni)era da Fiammetta (un tripudio di fiamme e il rossetto di mamma steso sulle guance). Buon carnevale, Cat

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  9. Geillis, nel tuo blog vivo finalmente il carnevale come una festa.
    E' che io non mi sono mai divertita molto, forse perché mi è rimasto il ricordo del Carnevale di Viareggio, dove - oltre ad essere stata martellata con violenza inaudita (vabbè il martellone era di gomma, ma ...)
    mi hanno scippato il mio grosso sacco di coriandoli e un'ora dopo, il mio costume bellissimo (da fatina, fu spruzzato da quintali di schiuma da barba.

    Gli anni successivi, con le mie amiche ci mascheravamo, gettandoci però i coriandoli nel cortile. Niente più sfilate. :P

    Il leader della tua Foreta incantata è stupendo! Anche le frappe, credo proprio!!!

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  10. @ Cat: ai tempi nostri c'erano maschere diverse, che ora non fanno più! E poi costavano, per cui non si potevano cambiare tutti gli anni (quello da fiammetta però non l'ho mai visto)!

    Mi piace prendere le cose con un pizzico di ironia, almeno quelle passate...con quelle del presente mi viene meno bene!

    @ Dama Verde: più che un Carnevale, è stato un agguato! Io non sono mai stata a questi Carnevali di lusso, a Roma una cosa alla buona, niente carri, solo unpo' di bambini che giocano al centro, forse è anche più divertente! Però anche da noi fanno giochi scemi ( a Napoli mi hanno spiaccicato un uovo sul mio cappotto rosso, qualche anno fa, 'sti imbecilli)

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  11. Non ho mai avuto un vestito comprato, mia mamma me ne confezionò uno in prima elementare che ho portato fino alla prima media, allungandolo e allargandolo un po'... a seconda di che cosa ci mettevo insieme è stato da fatina, da damina, da contadina... pensa che per confezionarlo mia mamma usò la stoffa del suo abito da sposa! ed è ancora lì, da qualche parte a casa dei miei... peccato che mi ritrovi con due figli maschi!

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  12. io di comprato solo Beth, gli altri erano tutti fatti in casa (mia madre sa cucire abbastanza bene).
    Gli ultimi, invece, me li sono cuciti da sola...

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  13. O mamma, Geillis, mi hai riportato indietro nel tempo.
    Anch'io, alle elementari, avevo il costume da damina del '700 con relativa parrucca bianca, e un costume da spagnola, da "flamenqueira", se mai questa parola esiste, rosso con balze nere cucitomi da mia zia.
    Alle medie, invece, mi travestivo da "hippie": un poncho, jeans un pò sdruciti, un fazzoletto in testa e via! Ma a me piaceva molto! :-DD

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  14. gli hippies andavano molto, me lo ricordo anch'io!! Ora che mi ci fai pensare,un anno anch'io mi ci sono vestita, ero già più grande, però...

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  15. copiato ricetta; sembrano davvero BUONE....

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  16. però devi farle molto sottili, sennò sono un po' pesanti...

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Pellegrino che ti aggiri per queste lande incantate, mi farebbe piacere una traccia del tuo passaggio...

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