I miei viandanti

venerdì 8 febbraio 2008

Ode al gatto

Gli animali furono imperfetti
lunghi di coda
plumbei di testa.
Piano piano si misero in ordine,
divennero paesaggio,
acquistarono nei, grazia, volo.

Il gatto, soltanto il gatto
apparve completo
e orgoglioso:
nacque completamente rifinito,
cammina solo e sa quello che vuole.

L'uomo vuol essere pesce e uccello,
il serpente vorrebbe avere le ali,
il cane è un leone spaesato,
l'ingegnere vuol essere poeta,
la mosca studia per rondine,
il poeta cerca di imitare la mosca
ma il gatto
vuol essere soltanto gatto
e ogni gatto è gatto
dai baffi alla coda
dal fiuto al topo vivo,
dalla notte fino ai suoi occhi d'oro.

Non c'è unità come la sua
non hanno la luna e il fiore
la sua coesione:
è una sola cosa
come il sole o il topazio,
e l'elastica linea del suo corpo,
salda e sottile,
è come la linea della prua di una nave.
I suoi occhi gialli
hanno lasciato una sola fessura
per gettarvi le monete della notte.

Oh, piccolo imperatore senz'orbe
conquistatore senza patria,
minima tigre da salotto
nuziale sultano del cielo
delle tegole erotiche,
il vento dell'amore
all'aria aperta
reclami
quando passi
e posi
quattro piccoli piedi delicati
sul suolo
fiutando,
diffidano
di ogni cosa terrestre,
perchè tutto è immondo
per l'immacolato piede del gatto.

Oh, fiera indipendente delle case
arrogante vestigia della notte
neghittoso, ginnastico
ed estraneo,
profondissimo gatto,
poliziotto segreto
delle stanze,
insegna
di un irreperibile velluto,
probabilmente non c'è enigma
nel tuo contegno,
forse sei mistero.

Tutti sanno di te e appartieni
all'abitante meno misterioso,
forse tutti si credono padroni,
proprietari, parenti
di gatti, compagni, colleghi,
discepoli o amici del proprio gatto.

Io no
io non sono d'accordo
io non conosco il gatto.

So tutto, la vita e il suo arcipelago
il mare e la città incalcolabile
la botanica
il gineceo coi suoi peccati
il per e il meno della matematica,
gli imbuti vulcanici del mondo
il guscio irreale del coccodrillo,
la bontà ignorata del pompiere,
l'atavismo azzurro del sacerdote,
ma non riesco a decifrare il gatto.

Sul suo distacco la ragione slitta,
numeri d'oro stanno nei suoi occhi.

Pablo Neruda



Dedicato a tutti i gatti che hanno allietato i miei giorni, a quelli che ho ancora accanto e a quelli che non ci sono più...

9 commenti:

  1. adoro Neruda, adoro i gatti...buffi e dolci, seri ed eleganti compagni di vita! Buon weekend! Lo

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  2. bellissime foto, complimenti!
    io ho due gatti : Ulisse e Penelope.
    buona serata!

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  3. Anche Neruda amava i gatti, avesse bisogno di referenze, questo sarebbe sicuramente stato un punto a suo favore :D

    A uno dei tuoi gatti, hai dato il nome di Koko, il gatto che leggeva Shakespeare, vero?

    Bellissimo, grande Geillis!

    Un abbraccio

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  4. Infatti si chiama Koko perchè è identico alle copertine (quelle originali) dei gialli di Lilian Jackson Braun....peccato che come investigatore non sia un granchè!!
    Essere gattofilo è sempre una buona referenza, almeno per me...

    @ Lo: buon week end anche a te, siamo tutti dello stesso club gattofilo!


    @ Eva: che nomi belli! sicuramente originali...

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  5. Che belli Geillis, e che bella ode!
    W i gatti!

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  6. grazie a nome di tutti i mici di questo blog!

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  7. bellissima poesia che non conoscevo e bellissimi i tuoi gatti e la tua passione per loro

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  8. @ Papavero: Neruda amava moltissimi i gatti, e anch'io, solo che io non sono brava a dirlo come lui!! Ho preferito usare le sue parole, piuttosto che le mie...

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Pellegrino che ti aggiri per queste lande incantate, mi farebbe piacere una traccia del tuo passaggio...

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