I miei viandanti

sabato 25 ottobre 2008

Tecniche fotografiche di base, Introduzione

Ho pensato, tanto per cambiare, di parlare di un’altra delle mie passioni, la fotografia.

Non sono una professionista, e di fotografia gastronomica mi intendo quanto di fisica quantistica o ingegneria aereospaziale, però ho al mio attivo un bel corso di formazione professionale della Regione Lazio, di 500 ore, per cui diciamo che qualche cognizione tecnica di base la dovrei avere (anche se non so se nota dalle mie fotografie culinarie, soprattutto le prime, di cui mi vergogno profondamente).

Diciamo subito che ho fatto il corso quando il digitale era appena apparso sul mercato, costosissimo, sembrava un futuro molto lontano: noi sbavavamo invece per il Medio Formato Hasseblad, il nostro sogno proibito:erano quelle macchine che usavano i fotografi ai matrimoni, con negativi di formato 6 per 7 centimetri, che ti permetteva di stampare in grande formato senza sgranare, ora quasi tutti sono passati anche loro al digitale.
Io avevo un ottimo corredo Nikon, regalo di laurea, a cui si aggiunse, alla fine del corso, una camera completa per la stampa del Bianco e Nero.

Ho fatto, al corso di fotografia, qualche still Life, con luci professionali e tutto, ma il mio campo sono sempre stati i ritratti oppure i paesaggi, il tutto in bianco e nero, visto che potevo stamparmelo da sola, con costi minimi, avendo il completo controllo sul risultato: contrasto, formato, tipo di carta, correzioni etc…

Queste sono alcune delle foto, stampate 18 per 24 centimetri, del mio Book fotografico: mi piacerebbe, prima o poi, scannerizzarle tutte, ma sono qualche centinaio, ci metterò una vita...

Il digitale, invero, non mi aveva mai entusiasmato in maniera particolare, il fascino della camera oscura e delle fotografie in bianco e nero su cartoncino lucido o perlato non ha confronti: poi, per forza di cose, e anche di costi che stanno diventando proibitivi, sono passata ad una macchinetta digitale di medio livello, non male, per la verità. Poi, entrata in possesso della fantastica Nikon D80 (regalo di compleanno, ad aprile), ho scoperto quant’è gratificante poter giocare con tutte le sue funzioni: la resa dei colori, la definizione e tutto il resto non hanno confronti con la macchina di prima, non c’è storia.

Questo per la fotografia generale: quando ho cominciato a scrivere su questo blog e a postare i miei piatti (stupendo amici e parenti: sono sempre stata una mezza frana in cucina), ho cominciato a fotografarli un po’ alla bell’e meglio, assolutamente digiuna di fotografia gastronomica. Riguardando i miei primi post, le fotografie sono veramente brutte, me lo dico da sola. Tra l'altro, io ero abituata a muovermi massimamente col bianco e nero, le regole sono piuttosto diverse dalla fotografia a colori, in più le digitali hanno una sensibilità cromatica maggiore che le vecchie pellicole, per cui ho ricominciato più o meno daccapo.

Piano piano, guardandomi intorno, ho scoperto che in giro per i vari blog si notano delle fotografie bellissime : inutile citare il Cavoletto, le sue sono stupende punto e basta, però ci sono anche delle bloggers non professioniste che fanno veramente delle belle fotografie dei loro piatti. Ovvio che aveva una costosissima reflex aiuta, non parliamo poi di luci professionali, flash potenti, magari un aiutante che ti regge il pannello riflettente…

Ci sono poi dei blog che hanno magari delle ricette strepitose, penalizzate da foto raffazzonate, fuori fuoco, con luci pessime. Una bella fotografia è già una ottima presentazione della ricetta, deve essere invitante, con una buona luce, una perfetta messa a fuoco e qualche accorgimento di inquadratura, magari qualche composizione o taglio particolare per renderla più interessante.

Non ci vuole molto per fare una fotografia dignitosa (oltre a sprecarci un po'di tempo e creatività, ovviamente), soprattutto con questa macchine che hanno duemila opzioni e automatismi, ma qualche qualche nozione tecnica ed un po’ di pratica sono fondamentali.

Io le nozioni le avevo già, e di pratica ne ho fatta tanta, in questo anno. All'inizio scattavo e via, frustrata dal fatto di avere solo quella piccola tascabile, poi ho cominciato a ragionarci sopra.

Ho buttato migliaia di fotografie, apparecchiato decine di presentazioni, con delle scene ai limiti del comico (tipo io in piedi sullo sgabello per fotografare dall’alto, oppure col piatto posizionato sulle pagine gialle fuori dal davanzale, per non parlare delle volte che mio marito deve aspettare che io fotografi il suo piatto, prima di poterlo mangiare).

Spesso e volentieri Koko assiste perplesso ai miei armeggi, pensando evidentemente che la sua coinquilina umana è matta da legare.

Non pretendo di fare un corso di fotografia digitale,cerco solo di dare dei consigli di base a chi ha una infarinatura un po’ scarsa di fotografia, munita magari solo di una piccola digitale: qualche consiglio magari scontato, con esempi pratici (se poi risultassi pedante, ditemelo, non voglio pubblicare un Book fotografico per farmi dire: Oh, quanto sei brava!).

Anzi, vi metto anche quelle riuscite maluccio, così capite gli errori che andrebbero evitati. Diciamo che ho cercato anch'io in rete, all'inizio, dei consigli per rimediare ai miei errori ed ho imparato molto da altri blog, questa è una specie di summa della mia esperienza di quest'anno, quindi prendetela com'è (non sapete quanto sono acidi e competitivi i fotografi professionisti, se vedono le mie foto sono capaci di massacrarmi).


Queste tre lezioni condensate sono così concepite:

Inquadratura: regole e consigli, Fondali, Composizione e Colori.

La Luce: Tipi di illuminazioni, dominanti di Colore, Bilanciamento del Bianco, Controluce, le Ombre

Messa Fuoco e Profondità di campo.

I Colori

Obiettivi

Pixel e Risoluzione

Nozioni elementari di Elaborazione grafica

Ovviamente si tratta di lezioncine riassuntive, per esempio l'ultima parte non è un corso di Photoshop, ma solamente qualche consiglio a chi è assolutamente digiuna di elaborazione grafica. Se poi vi serve una lezione elementare di Photoshop, si può sempre fare.

Prima lezione: ovvio che una reflex permette cose che una piccola digitale non può, per ristrettezze tecniche, diciamo così, però se la digitale non è proprio pessima qualche buon risultato si può ottenere, per cui non vi rassegnate: su dodici mesi di blog, i due terzi ho postato foto fatte con una piccola Lumix della Panasonic di media fascia, ed ancora ho una marea di foto da pubblicare.

Certo, la differenza con le foto della Reflex Nikon si vede, però la maggior parte rimangono più che dignitose (molte delle foto che vedete ora le devo ancora pubblicare). Alcune delle prime fotografie sono inguardabili, quasi tutte quelle fatte col flash: con molta pazienza sto cercando di rifare i piatti e rifotografarli, alla luce delle nuove conoscenza acquisite in questo ultimo anno.

Per cui, cominciamo da alcuni semplici regole, partiamo dalla cosa più intuitiva, meno tecnica.

L’inquadratura: questo è un parametro che va bene per tutte le macchine, e va curato al massimo. Non abbiate paura di sprecare fotografie, tanto mica le pagate: di ogni inquadratura fate almeno due scatti, anche per essere sicuri della messa a fuoco, e provate diverse angolazioni, tutte quelle che vi vengono in mente. A volte, per azzeccare una bella foto, ne devo buttare venti.

La regola numero uno, che si insegna ai corsi di fotografia, è: niente aria in testa. Se ci fate caso, la maggior parte delle fotografie di persone o gruppi hanno tanto spazio sopra (sopra la testa, ecco perchè si dice così) e di solito si taglia in basso, si tagliano i piedi.

Questo non significa che si debba tagliare troppo in alto, ma azzeccare l'inquadratura giusta è già un buon inizio. Questo è un esempio di taglio calibrato.

Al contrario, alcune volte si trovano delle inquadrature completamente sballate, che sono molto interessanti.

Provate a girare intorno al piatto, riprenderlo da sopra, da ogni angolo. Questo barattolo di marmellata domina la composizione, tutta giocata sulla differenza tra il cerchio del barattolo e il quadrato del piatto, oltre all'accostamento cromatico di un turchese e un arancione molto accesi.

Questi invece sono dei Krapfen che ho fatto tempo fa, ancora da pubblicare: come vedete il taglio dell'inquadratura e la disposizione degli elementi pesano moltissimo sulla riuscita della foto.

L’inquadratura è come quella di un quadro, tutti gli elementi devo essere ben proporzionati, bilanciati. Eventuali errori possono essere corretti in fase di rielaborazione, ritagliando la fotografia e rinquadrandola, però se uno si abitua a fare bene in partenza, risulta comunque avvantaggiato. Cercate di trovare un bilanciamento armonico tra gli elementi della foto.

Oppure, al contrario, fate dei tagli drastici, particolari, come questo. Vanno molto di moda, ultimamente, le fotografie a metà: alcune volte possono essere molto interessanti. Dovete solo fare molte prove, e capire anche quale tipo di taglio conviene ad un certo tipo di piatto: alcune volte, ve lo confesso, è solo questione di...fortuna.

Una cosa che chi non ha cognizioni tecniche sorvola del tutto, è il fondale.

Fate attenzione allo sfondo e alla cornice: potete scegliere se regolare la foto sui toni chiari, come in questo caso: ho posizionato i pani sulla spianatoia dove impasto, spostando il tavolo della cucina sotto la finestra, in posizione anche non troppo luminosa, sfruttando il colore del legno che schiarisce la scena. Questa foto è stata fatta con la piccola Lumix, eppure non perde nulla sia come colori che come definizione, non vi pare? Pensate che quella macchia scura in fondo è un termosifone, ma rimane in ombra sfocato e non disturba affatto (l'ho sfocato un pochino con Photoshop, per farlo recedere ancora di più).

oppure con lo sfondo scuro, le foto verranno decisamente molto diverse : in questo caso ho usato una lampada professionale ad incandescenza da 500 Watt, proveniente dal fondo, da sinistra, come unica fonte di luce (tarata la macchina su Lampada ad incandescenza sulla Reflex, vedi post sulla Luce che verrà dopo)e ho lasciato in ombra il resto della stanza (una veranda con cinque finestre, di solito luminosissima, dove faccio la maggior parte delle mie fotografie), ottenendo così un bel fondale nero (pioveva, il cielo era scuro, le finestre lontane e il fondale scelto erano delle librerie scure: non è stato difficile ottenere una atmosfera così buia)

Fate attenzione che non ci sia niente, dietro, che disturbi il fondale: potete, in fase di elaborazione grafica, scurirlo o schiarirlo artificialmente però se la fotografia è già pulita di suo è meglio. Purtroppo, quando fotografo sui lunghi davanzali della mia veranda per sfruttare la luce solare, spuntano fuori i panni stesi e le mollette ma, essendo io una maga di Photoshop, poi cancello tutto. Questa è la foto del Nettare d'Uva in versione originale (dietro si vedono i fili bianchi)

Questa è la versione rielaborata con Photoshop, con il Comando Brucia ho scurito il fondo, cancellando i fili e aumentando la differenza tra il colore giallo del primo piano e il fondale, che risulta quasi nero (dietro ci sarebbe un cortile e degli alberi, oltre a fili e panni)

Composizione e apparecchiatura: Non fotografate un piatto senza una composizione intorno, a meno che non facciate dei primi piani molto ravvicinati, escludendo tutto il resto. In questo caso però, dovete curare al massimo la messa a fuoco (vedi capitolo specifico). In questo caso ho usato un diaframma alla minima apertura (con la NiKon), messo a fuoco al centro del piatto e lo sfondo, lontanissimo, viene del tutto sfocato. L'inquadratura è una di quelle completamente storte, mi pareva che la diagonale movimentasse la scena. Con uno sfondo lontano cinque o sei metri, lo sfocato verrebbe anche con una digitale tascabile.
Già una apparecchiatura carina, con dei bei colori e magari delle belle stoviglie, vi aiuta a dare un tono alle vostre fotografie. Provate a disporre le cose in vari modi, aggiungendo anche altri elementi per movimentare la scena. In questo caso ho messo anche una tazza di vetro blu con dello yogurt, riprendendo i colori del piattino.

Curate anche il colore delle stoviglie o della tovaglia, trovate della combinazioni tra il cibo e il colore del piatto, si possono trovare degli accostamenti cromatici veramente azzeccati.

E' anche divertente, in fase di rielaborazione grafica, scegliere caratteri e colori per le scritte che armonizzino con quelli delle stoviglie, come in questo caso.

Tutta l'ambientazione dipende anche dal tipo di piatto: un bel piatto rustico come una zuppa di fagioli richiede un certo tipo di atmosfera e di colore che richiama il sapore della cucina contadina,

mentre dei piatti di cucina moderna tipo foodfinger saranno esaltati da un tipo di fotografia di design moderno, magari giocata sui toni chiari o bianchi (e qui vi posso aiutare poco, perché questo tipo di immagini mi è meno congeniale).
Nella prossima puntata parleremo di Luce, Dominanti di Colore, Bilanciamento del Bianco, Uso delle Ombre e Controluce... spero di avervi interessato!

11 commenti:

  1. inizio con il dirti grazie...per me sei preziosa...è un aiuto utilissimo...poi leggo con calma la lezione esperimento...se non capsico qualcosa ti chiedo! un abbraccio

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  2. d'accordo, chiedi pure, spero che sia tutto comprensibile!

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  3. Posso chiamarti.....vangelo?
    Ciao e grazie mi sarai molto utile!
    Marty

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  4. Strepitosa...anche io lo leggerò con calma appena possibile...il bello è che lo farò leggere anche a mia mamma, che quando mi fornisce le foto dei suoi piatti...lasciano molto a desiderare!!!

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  5. ho fatto un bel po' di esperienza, spero serva a qualcuno: non sono una di quelle che si tiene tutto per sè, commentando acidamente le foto altrui
    :-))

    Fatemi sapere se vi sono stata utile

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  6. ma così mi inviti a nozze!!!! E da mò che stò cerando un corso di fotografia valido ma costano tutti un'occhio della testa!! I tuoi consigli sono preziosissimi, io cerco di ispirarmi a foto che trovo nei siti di grandi fotografi, ma credo che la cosa essenziale che mi manca è la luce, in casa ne ho veramente poca ed ora che si avvia l'inverno sono costretta a fotografare i piatti che faccio solo di giorno, le lampade che ho fanno tutte una luce giallina, effetto schifoso che non fà certo risaltare il piatto..poi ho una digitale che ha oramai 4 anni, non mette bene a fuco, stò sbavando per una reflex..leggerò attentamente il tutto appena ho 5 minuti di tempo, oggi sono di corsa e comunque salvo la pagina nei preferiti così la ritrovo al volo!!!! che dirti?? grazie a mille!!! mi ci volevi proprio in questo momento!! ^__^

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  7. cara Susina, per quanto riguarda la luce giallina avrai la spiegazione tecnica nel prossimo post
    :-)

    Io ricorro a montaggi volanti su tavolini mobili che sposto sotto le finestre spalancate, pensa un po', oppure metto i piatti sul davanzale della finestra, i trucchi ci sono, basta avere un po' creatività

    Per quanto riguarda la macchina, certo è fondamentale, però conoscere un po' di tecnica aiuta comunque, per cui, buona lettura

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  8. Che bellissima idea, in effetti ho sempre ammirato tanto le tue foto di cucina, sembrano fatte da un professionista!!

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  9. un po' di tecnica non guasta, credimi! E anche l'esperienza, credo di essere migliorata un bel po', negli ultimi tempi

    grazie per i complimenti

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  10. :-))) Interessante!!

    Verrò a leggere in più riprese, altrimenti si ingolfa l'apprendimento a leggere tutto d'un colpo! :-))

    Un abbraccio, a presto!! :-)

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  11. In effetti mi sa che ho un po' esagerato
    :-))

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Pellegrino che ti aggiri per queste lande incantate, mi farebbe piacere una traccia del tuo passaggio...

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