La Luce: fattore fondamentale, dà colore e atmosfera alla scena.
Inutile dire che la luce del flash va usata proprio alla disperazione, quando magari fate un piatto di sera e non c’è altro modo di fotografarlo se non quello di azionarlo: non sto parlando dei flash professionali, quelli sono un’altra cosa, parlo del piccolissimo flash che si aziona da solo, sia nelle reflex che nelle tascabili. Se potete, evitatelo.
La luce migliore è quella naturale, meglio ancora col sole: è vero che il divario tra sole e ombra è grande, quindi si rischia di toppare alla grande, ma la luce solare è calda, dorata, e permette anche di creare dei giochi di ombra e luce da non sottovalutare
Scegliete una postazione luminosa: un tavolo, una consolle, anche un piccolo tavolino mobile, vicino ad una finestra aperta, e studiate il percorso che fa la luce durante la giornata. Addirittura, se avete dei grossi davanzali, potete anche usare questo scenario (come faccio io in queste foto): se poi avete un terrazzo o un giardino, siete proprio fortunati.
La luce e le ombre non sono neutre, hanno una temperatura colore, che si misura in Gradi Kelvin: più il numero è basso, più la luce risulta gialla; più il numero è alto, e più la luce avrà una dominante fredda, blu.
La luce all’aria aperta ( e la luce del flash) è di 5600 gradi Kelvin: le pellicole e le macchine sono tarate per questa temperatura, ecco perché fare fotografie alla luce della lampadina dà una dominante gialla.
La luce all’aria aperta ( e la luce del flash) è di 5600 gradi Kelvin: le pellicole e le macchine sono tarate per questa temperatura, ecco perché fare fotografie alla luce della lampadina dà una dominante gialla.
Ma anche la luce all’aria aperta varia, a seconda del cielo e della posizione del sole, cioè dell’ora: se il cielo è limpido, il sole è più caldo di mattina presto e di pomeriggio, quando i raggi sono radenti, mentre la luce sarà più fredda nelle ore centrali della giornata, col sole allo zenit, e anche le ombre saranno diverse, sia come colore che come posizione.
Se il cielo è nuvoloso, la luce sarà intensa, perché le nuvole fungono da lente di diffusione, il che nei ritratti di solito è un bene, perché attenua le ombre, però la luce avrà una dominante più azzurra.
Tutti questi parametri possono essere dei difetti (correggibili, in parte, con Photoshop, per chi lo sa usare), oppure dei pregi, a seconda di come usate la luce. Esempio: la luce del sole delle otto di mattina crea della ombre scure e lunghe, la dominante è decisamente dorata: eppure in questa fotografia la mia scelta è stata proprio quella di dare un colore caldo al pane, che richiama il suo colore e quello del grano.
Il pomeriggio, col sole nuvoloso, dà questa dominante un po’ fredda: ma in questo caso non l’ho corretta, se non in parte. Mi piaceva il contrasto con i colori dei canditi, dava un senso di colorato al tutto. Tante volte, quelli che potrebbero sembrare errori, possono rivelarsi interessanti (poi i gusti sono gusti).
Il pomeriggio, col sole nuvoloso, dà questa dominante un po’ fredda: ma in questo caso non l’ho corretta, se non in parte. Mi piaceva il contrasto con i colori dei canditi, dava un senso di colorato al tutto. Tante volte, quelli che potrebbero sembrare errori, possono rivelarsi interessanti (poi i gusti sono gusti).
Anche gli oggetti che ci sono intorno riflettono la luce: per esempio, questo piatto celeste mi ha dato, in tutte le fotografie che ho fatto con lui, sempre un tono bluastro. Ho corretto solo la brioche (i piatti sono più invitanti se non hanno un colore radioattivo), ma il resto l'ho lasciato com'era.
Chi ha una reflex, sa benissimo che esiste una opzione che si chiama bilanciamento del bianco, il che significa che la macchina aggiunge una dominante per correggerne una sbagliata: di solito è impostato su automatico ma, se siete in situazione particolari (e se lo avete sulla vostra macchina) imparate ad usarlo: ad esempio, se lo impostate su Nuvole o Ombra, automaticamente la macchina aggiungerà un filtro giallo per compensare il blu.
Più la dominante è forte, e meno i risultati saranno apprezzabili, in ogni caso: le lampade ad incandescenza, ad esempio, hanno una Temperatura colore di 3200-3400 gradi Kelvin, per questo la luce risulta decisamente gialla, una lampada ad incandescenza è comunque difficile da correggere, per cui regolatevi. Questa non è una regola inderogabile, sia chiaro.
Chi ha una reflex, sa benissimo che esiste una opzione che si chiama bilanciamento del bianco, il che significa che la macchina aggiunge una dominante per correggerne una sbagliata: di solito è impostato su automatico ma, se siete in situazione particolari (e se lo avete sulla vostra macchina) imparate ad usarlo: ad esempio, se lo impostate su Nuvole o Ombra, automaticamente la macchina aggiungerà un filtro giallo per compensare il blu.
Più la dominante è forte, e meno i risultati saranno apprezzabili, in ogni caso: le lampade ad incandescenza, ad esempio, hanno una Temperatura colore di 3200-3400 gradi Kelvin, per questo la luce risulta decisamente gialla, una lampada ad incandescenza è comunque difficile da correggere, per cui regolatevi. Questa non è una regola inderogabile, sia chiaro.
Nella fotografia sotto, ad esempio , anche senza correzione nel bilanciamento del bianco in fase di ripresa, la foto, pur con una luce molto particolare (sono lampade professionali da ritratto, a incandescenza, da 500 Watt), riesce comunque accettabile. Forse perchè la dominante gialla e la zuppa di ceci evocamo bene l'atmosfera invernale, la luce calda della cucina nel lungo inverno. Tecnicamente potrebbe essere un errore, ma a me questa versione calda piace di più
di quella fatta con la luce naturale, voi che ne pensate?
In altri casi, come questo pane, la macchina è riuscita a correggere benissimo la dominante, senza nulla togliere al colore dorato del pane (dovete impostare Lampada ad incandescenza sul Menu). Anche in questo caso si tratto di una sola lampada, radente, sulla sinistra.
Dovete fare le prove con la vostra macchinetta, per vedere come reagisce alla luce: le reflex, ad esempio, sono sensibilissime alle variazioni di luce e alle dominante, per cui bisogna lavorarci un po’ sopra. La mia Nikon, ad esempio, è sensibilissima al rosa fucsia, lo fa diventare violaceo, ed anche al blu, cosa la tascabile Lumix non faceva, per cui risulta più difficile contenere tutte le dominanti con una sofisticatissima Reflex piuttosto che con una piccola digitale.
Fate attenzione anche allo zucchero a velo: se prendete l’esposizione sullo zucchero, potrebbe farlo diventare grigio oppure di un bianco accecante se usate il flash, il che non è una bella cosa, come si vede in questa fotografia (ancora non lo sapevo, mai usato lo zucchero a velo nelle fotografie di prima).
Il grigio si può schiarire quando la elaborate, ma il bianco sparato è irrecuperabile. E' meglio schiarire una fotografia che scurirla, in generale: nelle ombre si può scavare, il bianco è perso, non ha alcun dettaglio.Esposizione e Controluce: saper usare il controluce non è facile, ma offre delle possibilità molto suggestive.
Dovete sapere che qualsiasi esposimetro è tarato su un colore neutro che si chiama Grigio medio con riflessione al 18%, cioè la macchina tenderà a leggere la luce riflessa dagli oggetti, facendoli diventare grigi.
Se invece avete una reflex, potete giocare alla grande, ma sicuramente lo sapete già. Agendo sull’apertura del diaframma, infatti, potete influenzare la profondità di campo, cioè non far apparire tutto a fuoco, ma prendere il fuoco su una cosa in particolare e sfocare lo sfondo, ad esempio, per far risaltare meglio l’oggetto. Potete anche decidere, con una reflex, di mettere a fuoco solo un particolare del vostro piatto e, aprendo al massimo il diaframma, sfocare tutto il resto, poichè la profondità di fuoco sarà di pochi centimetri.
Dovete sapere che qualsiasi esposimetro è tarato su un colore neutro che si chiama Grigio medio con riflessione al 18%, cioè la macchina tenderà a leggere la luce riflessa dagli oggetti, facendoli diventare grigi.
Mi spiego: quando fotografate la neve, la luce è tanta e l’otturatore si chiuderà, facendo venire la neve non bianca, ma grigiastra. Allo stesso modo, se posizionate l’obiettivo su una cosa completamente nera, la macchina avvertirà che la luce è troppo poca, aprirà al massimo l’otturatore la e la cosa nera verrà grigia scura, cioè tenderà a far diventare i colori grigio medio.
Questo per spiegarvi che l’esposimetro legge la luce della vostra fotografia anzi, legge la luce riflessa dai vari oggetti, fa una media e calcola l’esposizione. Se all’interno della scena ci sono dei colori dominanti, come un bel piattone bianco, o una tovaglia candida, oppure degli oggetti molto scuri, l’esposimetro viene influenzato da questi riflessi, e sbaglia l’esposizione.
Questo per spiegarvi che l’esposimetro legge la luce della vostra fotografia anzi, legge la luce riflessa dai vari oggetti, fa una media e calcola l’esposizione. Se all’interno della scena ci sono dei colori dominanti, come un bel piattone bianco, o una tovaglia candida, oppure degli oggetti molto scuri, l’esposimetro viene influenzato da questi riflessi, e sbaglia l’esposizione.
Cercate di evitare grossi oggetti bianchi, e anche colori dominanti (tipo un grosso cielo pieno di nuvole), puntate l’esposimetro direttamente sulla cosa che volete fotografare, oppure, se siete alla disperazione, prendete l’esposizione su un cartoncino grigio. In ogni caso, fate varie prove variando un poco la posizione dell’obiettivo sull’oggetto, cercando un’inquadratura in cui l’esposimetro colga la luce giusta.
Per il controluce, cercate di escludere i punti troppo luminosi, puntate direttamente l’obiettivo sull’oggetto, escludendo qualsiasi elemento di disturbo che possa influenzare l'esposimetro.
Non puntate mai, ovviamente, l’obiettivo verso la fonte primaria di luce, sennò vi si sballa tutto.
Se per esempio state facendo un ritratto, prendete l’esposizione sulla pelle del viso, che ha un potere riflettente abbastanza simile a quello del Grigio medio, escludendo tutto quello che vi può disturbare, tipo un bel cielo bianco, un muro chiaro, una camicia bianca oppure nera e così via.
Se per esempio state facendo un ritratto, prendete l’esposizione sulla pelle del viso, che ha un potere riflettente abbastanza simile a quello del Grigio medio, escludendo tutto quello che vi può disturbare, tipo un bel cielo bianco, un muro chiaro, una camicia bianca oppure nera e così via.
Le Ombre: alcune volte possono essere usate in maniera creativa.
Altre, invece, sono proprio brutte da vedere, di solito sono le ombre di cui non ci accorgiamo se non quando abbiamo già le foto pronte. Quando guardate una foto, cercate di capire che tipo di luce è, e quante sono le fonti da cui proviene. Con una sola fonte di luce, dall'alto o radente, è più difficile gestire le ombre, ma sono anche molto interessanti gli effetti che si possono ottenere.
Il modo più semplice per gestire le ombre, se non ve la sentite di fare sperimentazioni spericolate, è una bella luce diffusa, magari posta davanti al piatto, che fa scivolare le ombre dietro, in questo caso del pane la luce diffusa viene da una finestra spalancata, le ombre sono ridotte al minimo;
questo tipo di illuminazione si chiama 3/4 laterale sinistra (scusate il gergo tecnico), proveniente leggermente dall'alto.
In questo caso, il piatto è posizionato su un carrellino mobile, davanti e sotto una finestra spalancata, come si può vedere dal riflesso sul coperchio del pomodoro.
Trucchetto per capire la luce e la direzione da cui proviene: guardate le ombre e anche i riflessi sugli oggetti, se si tratta di un ritratto guardate il riflesso dentro l'iride dell'occhio (lo sapevate?)
In ogni caso, un bel pannello bianco di polistirolo può servire egregiamente come pannello schiarente, per riflettere la luce diurna ed attenuare le ombre. Potete anche farvi un pannellino usando un semplice cartone coperto di carta bianca lucida, oppure con alluminio (che però dà una luce un po’ fredda), o alluminio dorato. Provate a mettere il pannello in senso contrario alla luce, cercando di rifletterla: magari la schiarita è minima, però si possono ottenere delle attenuazioni utili.
La Messa a Fuoco: purtroppo con le macchinette digitali non avete il controllo sulla profondità di campo, perché non avete né tempi né diaframmi con cui giocare, ed è questo il grosso limite di questi apparecchi, la macchina decide quasi tutto da sola.
In ogni caso, la messa a fuoco precisa è fondamentale: niente di peggio che una foto sfocata.
In parte, una leggera sfocatura con Photoshop si può riparare, ma solo in parte (col Comando Contrasta): uno sfocato forte è irrimediabile, punto e basta.
In parte, una leggera sfocatura con Photoshop si può riparare, ma solo in parte (col Comando Contrasta): uno sfocato forte è irrimediabile, punto e basta.
Per essere certi di mettere bene a fuoco, provate a posizionare l’obiettivo su varie parti del vostro piatto: di solito, anche in questo caso, la macchina fa una media della messa a fuoco, ma se voi puntate su una cosa fondamentale (tipo un rigatone nella parte centrale del piatto) dovreste azzeccare la messa a fuoco. Per essere sicuri, fate più scatti.
Più vi avvicinate, e più sarà difficile mettere tutto a fuoco, più vi allontanate, più la fotografia sarà completamente a fuoco. Questa fotografia è stata fatta con la piccola Lumix, con medio zoom, a media distanza: sono a fuoco sia i dolcetti in primo piano che quelli sullo sfondo.
Più vi avvicinate, e più sarà difficile mettere tutto a fuoco, più vi allontanate, più la fotografia sarà completamente a fuoco. Questa fotografia è stata fatta con la piccola Lumix, con medio zoom, a media distanza: sono a fuoco sia i dolcetti in primo piano che quelli sullo sfondo.
Di contro, alcune volte le fotografie tutte perfettamente a fuoco risultano un po' piatte, noiose. E' bello movimentarle un po', ma senza tempi e diaframmi non c'è molto gioco.
Va da sé che più lo sfondo è lontano, più è facile risulti sfocato, anche con una piccola digitale. Provate a mettere molta distanza tra il vostro piatto e lo sfondo, anche i colori non influenzeranno il primo piano, come elementi di disturbo. In questo caso la fetta è la protagonista assoluta della fotografia, non si vede nè la scrivania dietro (si intuisce, diciamo) nè la libreria.
Va da sé che più lo sfondo è lontano, più è facile risulti sfocato, anche con una piccola digitale. Provate a mettere molta distanza tra il vostro piatto e lo sfondo, anche i colori non influenzeranno il primo piano, come elementi di disturbo. In questo caso la fetta è la protagonista assoluta della fotografia, non si vede nè la scrivania dietro (si intuisce, diciamo) nè la libreria.
Se invece avete una reflex, potete giocare alla grande, ma sicuramente lo sapete già. Agendo sull’apertura del diaframma, infatti, potete influenzare la profondità di campo, cioè non far apparire tutto a fuoco, ma prendere il fuoco su una cosa in particolare e sfocare lo sfondo, ad esempio, per far risaltare meglio l’oggetto. Potete anche decidere, con una reflex, di mettere a fuoco solo un particolare del vostro piatto e, aprendo al massimo il diaframma, sfocare tutto il resto, poichè la profondità di fuoco sarà di pochi centimetri.
Ma sei bravissima..ogni giorno scopro nuove cose sul tuo conto!!!!!
RispondiEliminaBaci
Laura
ho letto tutto con attenzione...alcune cose mi frullavano già...provo ricordandomi i tuoi consigli...ma grazie di cuore
RispondiEliminabellissimo bellissimo bellissimo articolo, salvo anche questo!! Se poi hai qualche minuto di tempo, mi daresti un giudizio e qualche suggerimento sulle mie foto così per potere migliorare? le trovi tutte nello slide nella colonna a destra, ripeto, quando hai tempo, senza fretta e senza impegno...denghiu!
RispondiElimina^_^
Ma certo, Susina, le guardo volentieri: io imparo sempre qualcosa dalle mie foto,controllo gli errori e cerco di migliorarmi: ti darò sicuramente qualche consiglio!
RispondiEliminaCara Lo, le informazioni e le esperienze vanno sempre condivise, io sono di questo parere: se questi esempi possono esserti utili, ne sarò contentissima
@ Laura: ci conosciamo ancora troppo poco per aver scoperto tutto l'una dell'altra, ti pare?
:-))
Ciao Susina, ti ho risposto per email!
RispondiEliminacomplimenti per le fotografie e anche per l'articolo, prenderò spunti dai tuoi esempi!
RispondiEliminaMa sei una grande!!! Che bel post ricco di informazioni!
RispondiEliminacara Dolcetto, le tue fotografie non hanno nulla da invidiare a nessuno, davvero!
RispondiEliminaCome ti invidio la tua bella luce e il cielo azzurro che si vede dietro i tuoi piatti
:-)
ciao! grazie per aver visitato il mio e per il tuo commento!mi fa piacere che ti siano piaciuti i baci di cioccolato! ma appena ho letto che avevi la ricetta dei ferrero rocher mi sono fiondata sul tuo blog!!! che bontà.. li proverò!!
RispondiEliminacomplimenti per il blog, hai delle foto stupende!! mi sa che seguirò i tuoi consigli preziosi sulle tecniche di fotografia!
ciaooo:)
ciao! grazie per aver visitato il mio e per il tuo commento!mi fa piacere che ti siano piaciuti i baci di cioccolato! ma appena ho letto che avevi la ricetta dei ferrero rocher mi sono fiondata sul tuo blog!!! che bontà.. li proverò!!
RispondiEliminacomplimenti per il blog, hai delle foto stupende!! mi sa che seguirò i tuoi consigli preziosi sulle tecniche di fotografia!
ciaooo:)
Ciao e posso dirti una cosa?
RispondiEliminaSei veramente generosa :D
Se ne trovano poche di persone come te!
Ho letto tutto e salvato in modo poi da rileggere per quando avrò una reflex anch'io....
Ti ringrazio tanto e verrò spesso a trovarti per curiosare tra le tue ricette e foto.
Carla di letto & mangiato
Grazie Carla, davvero: di solito io sono piuttosto prodiga di consigli, a rischio di passare per saccente
RispondiElimina:-)
Però mi piace condividere la mia esperienza, e in questo caso unisco anche qualche cognizione tecnica della mia formazione
P.s. comunque molte delle foto che vedi sono state fatte con una piccola digitale, senza reflex, per cui buona parte dei consigli sono validi anche per te
@ Serenita: purtroppo le foto dei Rochers sono orrende, erano le prime che facevo, ma ti assicuro che erano buonissimi!
Non vedo l'ora di provare i tuoi