Giardino romantico per eccellenza, questo gioiello di 25 ettari nel cuore della Rive Gauche, tra il caotico quartiere di Saint Germain e il movimentato Quartiere Latino, famoso rifugio di artisti, letterati e studenti della Sorbona.
Bellissimo in estate, ma ancora più affascinante in primavera ed in autunno, è una meta imperdibile per chi passeggia sull'altra riva della Senna (le fotografie del palazzo sono state scattate in agosto, le altre in primavera, momento in cui le aiuole sono all'apice della fioritura).
Il Palais, sede del senato, è una bella costruzione secentesca, dall’architettura in stile francese e le decorazioni in stile italiano, e più precisamente ispirate al fiorentino Palazzo Pitti: questa villa di campagna fu costruita infatti da Maria de’ Medici nel 1615, fiorentina di nascita.
Al tempo del Terrore fu utilizzata come prigione (ce ne erano parecchie, come il famoso Tempio), fu poi restaurata dall’architetto Chalgrin e poi ancora ampliata da Gisors nel corso dell’Ottocento.
Anche il giardino fu creato assieme al palazzo, ma al tempo della sua costruzione era molto meno ampio che nell’Ottocento, il periodo del suo splendore. L’ampliamento, infatti, del giardino non era possibile a causa del convento dei monaci certosini, che si rifiutavano di cedere i terreni, i quali però furono sloggiati durante la Rivoluzione francese.
Spariti i monaci dopo il 1790, il giardino fu risistemato nel Primo Impero da Chalgrin, che costruì la grande vasca ottagonale centrale, circondata dalle terrazze balaustrate, e piantò i duemila alberi sulla nuova prospettiva dell’Avenue de l’Observatoire. Qui sotto vediamo una bella veduta della cupola bianca del Pantheon.
Nell’Ottocento, questo splendido giardino era un luogo tranquillo in cui passeggiare, un piccolo gioiello di bellezza e tranquillità che Victor Hugo, nel suo capolavoro Les Misérables, dipinge con rara grazia: è nella placida quiete di questi viali, infatti, che nasce l’amore tra la fanciulla pronta a sbocciare Cosette e il giovane Marius.
Ma lasciamo all’autore la descrizione degli incontri dei due giovani:
“Da più di un anno, Marius notava in un viale deserto del Luxembourg, il viale che costeggia il parapetto della Pépinière, un uomo ed una fanciullina quasi sempre seduti alla stessa panchina, all’estremità più solitaria del viale, dal lato della Rue de l’Ouest.
La prima volta che la fanciulla che lo accompagnava andò a sedersi con lui sulla panchina che pareva avessero scelto, era una specie di ragazzina di tredici o quattordici anni, magra al punto da parer quasi brutta, goffa, insignificante, e che forse prometteva solo di aver occhi abbastanza belli. Era vestita nel modo insieme vecchio ed infantile delle educande di convento: un abito mal tagliato di rozzo merino nero. Sembravano padre e figlia.
Marius aveva preso l’abitudine involontaria di passeggiare per quel viale.
Ecco come andavano le cose:
Marius arrivava più volentieri dal capo del viale opposto alla loro panchina. Camminava lungo tutto il viale, passava davanti a loro, poi se ne ritornava fino all’estremità da cui era venuto, e ricominciava. Così Marius durante il primo anno li vide quasi tutti i giorni alla stessa ora. L’uomo gli piaceva, ma la ragazza gli pareva piuttosto cupa.
(...)
Il secondo anno capitò che questa abitudine del Luxembourg si interrompesse, senza che nemmeno lo stesso Marius ne sapesse bene il perché, e che passassero quasi sei mesi prima che rimettesse piede nel suo viale. Finalmente un giorno vi tornò. Era una serena mattina d’estate, Marius era allegro come si è allegri quando fa bel tempo. Gli pareva di avere nel cuore tutti i canti degli uccelli che udiva e tutti i lembi di cielo azzurro che vedeva attraverso le foglie degli alberi.
Andò dritto al suo viale e, arrivato fino in fondo, scorse, sempre sulla stessa panchina, la nota coppia. Senonchè, quando si avvicinò, l’uomo era lo stesso, ma gli parve che la ragazza non fosse più la stessa. La persona che vedeva ora era una creatura alta e bella con tutte le più affascinanti forme della donna nel preciso momento in cui si combinano con tutte le grazie più ingenue della bambina; attimo fuggente e puro che si può esprimere soltanto in due parole: quindici anni.
Il giorno dopo, alla solita ora, Marius tirò fuori dall’armadio la giacca nuova, i pantaloni nuovi, il cappello nuovo e gli stivaletti nuovi; si rivestì di quella panoplìa completa, si mise i guanti, lusso prodigioso, e andò al Luxembourg.
Arrivato al Luxembourg, Marius fece il giro della vasca e osservò i cigni, poi rimase a lungo in contemplazione davanti ad una statua che aveva la testa tutta nera di muffa ed era senza un’anca. Finalmente si diresse verso “ il suo viale”, con lentezza e come se ci andasse a malincuore. Si sarebbe detto che fosse obbligato e nello stesso tempo impedito di andarci.”
Traduzione Mario Picchi, Einaudi Tascabili, 2001
Marius e Cosette passeggiavano in un giardino simile a quello che vediamo oggi, ma probabilmente assai più ampio: le scene, che si verificano a metà del lungo ed intricato romanzo, sono ambientate infatti attorno al 1830. L'autore specifica il viale alberato nel quale si trovava la panchina dove Cosette e Jean Valjean sedevano tutti i giorni, e dove Marius per mesi andò avanti ed indietro senza il coraggio di guardare la fanciulla se non di sfuggita (ah, gli amori romantici di una volta...). La rue de l'Ouest, nella topografia moderna, si trova oltre il Cimitero di Montparnasse, un bel po' lontano dai giardini, più o meno all'altezza dell'Observatoire.
Il giardino, infatti, fu ulteriormente rimaneggiato nella seconda metà dell'Ottocento, tagliandone alcune parti, collocandovi numerosi statue, e creando i giardini sulla magnifica prospettiva che vediamo adesso, verso l'Osservatorio.
La parte più antica del giardino, quella che probabilmente ha subito meno rimaneggiamenti, è quella più vicina al Palais, attorno alla Fontana Medici, anch’essa secentesca e di stile italiano (come non ricordare la fontana a grotta di Boboli?): è costituita da una parte a grottaglia, ed una vasca lunga ombreggiata da splendidi alberi: come in tutto il giardino, vi sono disposte due file di sedie metalliche verdi, su cui è bellissimo sedere a godersi il fresco e la splendida visione.
Anche questa bella fontana venne rimaneggiata nell’Ottocento: il gruppo di Polifemo che sovrasta il Pastore Aci e la Ninfa Galatea è del 1866.
Per chi amasse il cinema francese, segnalo un bel film di Eric Rohmer che si intitola Incontri a Parigi, in tre episodi. Nell'episodio centrale due giovani amanti clandestini (un giovane professore di matematica ed una graziosa fanciulla, snob e un po' ritrosa) si incontrano, nel freddo inverno parigino, un po' ovunque: alle Serre d'Ateuil, al Parc de Belleville, sul Lungosenna, a Montmartre, nel cimitero di Saint Vincent.
Inutile dire che, lista alla mano, ho seguito le tracce dei due amanti per tutta la città.
Un brano dell'episodio è, per l'appunto, ambientato presso questa bellissima fontana.
E' bellissimo questo giardino, aspettiamo con impazienza le belle giornate per andarci con i bimbi é rilassante camminarci e sedersi anche a leggere un bel libro..non vedo l'ora, dai, vieni che ti aspetto cosi' avro' piacere di conoscerti.Mariluna
RispondiEliminaMi piacerebbe, ma mi sa che quest'anno non ce la faccio a venire, spero il prossimo ottobre o la primavera successiva...nel frattempo vi penserò, a passeggio per questi splendidi giardini nella primavera di Parigi!
RispondiEliminaMolto, Molto bello, sia per le
RispondiEliminatue ricette che per queste
incantevole foto.
Già il titolo del blog è
tutto uu programma
BRAVA
BUONA GIORNATA
Nino
Cavoli Geillis il 26 faccio 10 anni di anniversario e volevamo fare un viaggetto di 4 giorno in un posto romantico... questo mi sembra davvero l'idele, peccato che c'è la lingua che mi blocca sempre all'estero... ci penserò su.
RispondiEliminaLe tue polpette sono favolose, io non sono vegetariana ma cerco sempre ricettine nuove da fare con le verdure da portare in ufficio!
ci sono stato!
RispondiEliminaSPLENDIDO!
Grazie Nino, le tue parole mi fanno veramente piacere!
RispondiElimina@ Dolcetto: che Parigi sia romantica, e fuor di dubbio, certo senza un minimo di francese non è facilissimo farsi capire, ma non ti credere che io lo parli benissimo, diciamo che sopravvivo...
Le polpettine sono buone anche tiepide, per cui si possono tranquillamente portare come stuzzichini!
@ Mimmo: sì, questi giardini sono veramente belli, se poi ci fosse meno gente, lo sarebbero anche di più
Ho come un dejavu... ma certo, ci sono stata anch'io in questo posto fantastico (ma dove avrò mai messo le foto di quel viaggio... boh?)!! Piace molto anche a me l'idea di andare alla ricerca in una città sconosciuta dei luoghi citati nei libri/film. Un giorno mi piacerebbe ripercorrere le vie di San Pietroburgo alla ricerca dei luoghi del Maestro e Margherita! Cat
RispondiEliminap.s.: chi è il traduttore del brano che hai citato? Che edizione è?
Oops, sono imperdonabile, ho dimenticato di mettere i riferimenti bibliogrfici (ora aggiunti).
RispondiEliminaA San Pietroburgo ci sono stata, ma quella volta non ho seguito nessun itinerario letterario, solo la fidata guida Touring. Per Parigi, invece, ho seguito sia Amélie che Rohmer!
Bellissima passeggiata!
RispondiEliminaIncantevole! :-O
RispondiEliminaComprendo perchè ci sono stata!Andai a sedermi su una panchina dei giardini di Lussemburgo e trovai dei pence!
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