I miei viandanti

domenica 4 novembre 2007

Di Cani, Gatti e altre specie



















Questo è sempre il bellissimo Koko, soprannominato l'Alain Delon dei gatti, per via dei suoi fantastici occhi turchesi.

L'altra sera, tornando a casa, mi si è prospettato dinanzi uno scenario inquietante: lo sportello del frigorifero aperto e la carta del prosciutto cotto (di Luca) per terra, ovviamente vuota.

Inutile dire che l'impronta felina nel misfatto era evidente...Naturalmente sono volata da mio marito e l'ho tacciato di sbadataggine e sciatteria (per fortuna il prosciutto era suo).



Nel corso della serata, però, udendo tramestii sospetti, ho pescato il ladruncolo con le zampe nel sacco. Il nostro ineffabile Koko, infatti, ha scoperto di possedere un nuovo, incredibile talento come scassinatore: gli basta infilare gli artigli nella guaina dello sportello del frigo, tirare con decisione et voilà, quell'oscuro oggetto del desiderio è alla sua completa mercé.

Questo talento, per un gatto determinato, offre nuove e interessanti prospettive: servirsi da soli di cartate di salumi, bistecche fresche e sanguinolente, o addirittura ispezionare con tranquillità la scatola dei formaggi, aiutato dalla sua amichetta Titti, detta Zampalesta.


E la cosa più curiosa è che la sua padrona, dopo averlo rimproverato a brutto muso (cattivo gatto, non si fa!), si è complimentato per la sua sagacia, invece di prenderlo a sonore sculacciate.


La gara tra cani e gatti è una lotta impari, non me ne vogliano i padroni dei cani. Sono stata anch'io una cinefila antifelina, fino a qualche anno fa, per cui il mio giudizio è imparziale.

Il cagnolino qui accanto, in posa contemplativa, è il nostro amatissimo Golia, un meticcio che ci ha allietato per cinque anni, ancora rimpianto da tutta la famiglia.

Era sveglio, intelligente e vivacissimo, forse anche troppo.
Golia adorava il cioccolato, in maniera particolare quello col riso soffiato, ma aveva una predilezione particolare per i Ferrero Rochers (e chi non ce l'ha?). Lui sapeva che tutti i giorni, dopo pranzo, io e la mamma ci concedevamo un bel F.Rochers come dolcetto: inutile dire che ce n'era uno anche per lui.

Avevamo escogitato un giochino un po' sadico, a sue spese: gli mettevamo il cioccolatino davanti, sul tavolo, e poi gli ingiungevamo, in tono perentorio: No! Non si tocca! e poi fingevamo di andarcene.

Il piccolo cagnolino rimaneva lì, a a covarsi la leccornia con occhi umidi e speranzosi, ed un'espressione miserrima che avrebbe intenerito pure un cuore di pietra fino a quando, mosse a pietà, gli davamo il permesso di scartarlo e papparselo.


















I gatti, invece, sono dei convinti assertori del motto"Occhio non vede, cuore non duole": sanno benissimo cosa possono fare e cosa no, ma scelgono di farlo lo stesso, appena pensano che non li vedi, per poi andarsene in giro con un'espressione innocente stampata sul musetto del tipo non-sono-stato-io-non-so-nemmeno-di-cosa-stai-parlando.

Mentre i cani sono fedeli, e non sanno mentire, i gatti sono dei commedianti nati, dei veri e propri guitti.
A casa nostra chi si alza per primo, la mattina, è incaricato di scodellare la pappa mattutina ai gatti, di solito in fremente attesa da ore. Mi capita svariate volte, alzandomi più tardi, di assistere ad una scena pietosa della serie non-mangio-da-una-settimana, con i mici ululanti che recitano la commedia dei poveri orfanelli abbandonati, lasciati al freddo e alla fame.

Per cui, mossa a compassione, anzi, inveendo contro quell'animo gretto che ha lasciato a digiuno i due poverelli, gli scodello un'altra dose di pappa, salvo poi scoprire la scatoletta vuota nel secchio dell'immondizia.























Questa piccolina è Titti, a cinque giorni: abbandonata in una scatola di cartone con la sorellina, è stata salvata da una gentile signora, che l' ha allattata con il biberon e l' ha cresciuta fino a quando non l'abbiamo adottata.

Per fortuna c'è ancora qualche animo nobile, in circolazione.

Per finire questa mia dotta disquisizione felina, vi propino una citazione colta, una frase dello scrittore Théophile Gautier, uno degli innumerevoli artisti che hanno amato questi essere misteriosi che allietano le nostre giornate:

"Chi potrebbe pensare che non ci sia un'anima, dietro a quegli occhi lucenti?"



Alla prossima

felinamente vostri

Koko e Titti

4 commenti:

  1. Koko è stupendo; Titti somiglia moltissimo ad una gatta che avevo da piccola.
    E pensa che ora anche noi abbiamo una gatta che si chiama Titti, una gran cicciona (di tutte le razze), chiamata infatti anche Tonna, o Supertonna.
    Poi abbiamo un altro gatto, persiano, chiamato Alì, o Piccolotto.
    Un saluto
    carla chi

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  2. anche Titti è piuttosto cicciottella, forse è il nome...lei in realtà si chiamerebbe Brunilde, ma a questo nome non risponde, magari non le piace...allora la chiamiamo TittiPitti...perchè è molto buffa!
    Un saluto ai cuginetti Titti e Alì

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  3. Come dice l'amica Paola "i siamesi sono passati due volte quando hanno distribuito il peccato originale", e quanto ad aureole, ne hanno sempre una attorno alle orecchie e una (o anche due) di scorta sulla coda!
    I suoi racconti sulle imprese ladresche della tribù sono esilaranti e istruttivi ;-)
    I miei gatti, invece, non rubano. Non ne hanno alcun bisogno: ci hanno addestrato alla perfezione e ogni loro desiderio è prontamnete esudito o, meglio, anticipato!
    Grattini e coccole!
    Patt

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  4. anche loro sono i padroni di casa, praticamente...però l'istinto da ladruncoli non l'hanno perso, sono un'associazione a delinquere...

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Pellegrino che ti aggiri per queste lande incantate, mi farebbe piacere una traccia del tuo passaggio...

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