I miei viandanti

sabato 13 giugno 2009

Ricordi d'estate



E' strano come alcuni sapori, alcuni profumi, rimangano per sempre associati alla propria infanzia, indissolubilmente legati ai ricordi di estati lontane, a luoghi o sensazioni che ci riportano lontano nel tempo.
Il piatto di bavette al sugo di tonno, ad esempio, a me riportano subito alla memoria le calde giornate estive allo stabilimento Picenum, ad Ostia, quando andare al mare era ancora un piccolo avvenimento, si partiva la mattina presto presto per tornare quasi a sera, stanchi e cotti dal sole (ma mai come adesso, ora che esporsi ai raggi solari è quasi uno sport estremo).
I primi anni addirittura si prendeva, da Trastevere, prima il tram per arrivare alla Stazione Ostiense, e da lì il trenino per Ostia Lido, e quando vedevo la fontanella tonda e i giardinetti fioriti della stazioncina di Ostia Antica, sapevo che stavamo per arrivare, mancava solo un altro autobus che ci avrebbe depositato davanti al grande stabilimento.
Ogni volta che vedo una fontanella simile mi sembra di essere lì, sotto il sole caldo dell'estate, col prendisole colorato e il secchiello per giocare.

Ora andare al mare è diventato una decisione dell'ultimo momento, basta buttare due cose dentro una borsa, prendere la macchina e fare due ore sulla spiaggia, per poi tornare a casa per pranzo.
All'epoca invece occorreva far partire una metodica macchina organizzativa: si cominciava a preparare le carabattole dalla sera prima, asciugamani da mare, giocattoli, ciambella o braccioli per me, costumi di ricambio, crema da sole, piatti di plastica colorati (ognuno il suo, non quelli usa e getta che non esistevano ancora),un contenitore con la pasta, bicchieri, posate e tovaglioli, un thermos col caffè, bottiglia d'acqua e frutta.
Arrivati lì, busta di cornetti al bar e giornali dal giornalaio, poi si prendeva possesso della grande cabina di legno, con tavolo e panche all'interno e terrazzino a doghe, ci si cambiava e finalmente in spiaggia, con tutti confort, ombrellone e sdraie.
Il mare di Ostia non era certo quello che si vede oggi, un liquido melmoso dal colore incerto, in cui bagnarsi è un vero atto di coraggio: l'acqua era bella pulita, limpida, e ci si sguazzava tutto il giorno, magari appesi alle lunghe corde che sembravano fatte apposta per giocare a dondolarsi tra le onde.

Per pranzo, tutti in cabina, a mangiare le bavette al tonno ancora tiepide, una busta di prugne, susine e albicocche lavate sotto il getto freddo della fontanella, e poi si consumava la lunga attesa per poter fare di nuovo il bagno, cercando di contrattare qualcosa meno delle tre ore canoniche di digestione, che ad aspettare sotto l'ombrellone sembravano eterne, anche facendo tutti i giochi possibili con formine e sabbia.

Insomma, il mare era un vero divertimento, a parte quando la bambina Laura provvedeva a perdersi nell'enorme stabilimento, e veniva cercata disperatamente per tutta la spiaggia da parenti preoccupatissimi e chiamata a gran voce con gli altoparlanti.
Comunque, mi hanno sempre ritrovata...




Questa semplicissima ricetta è un altro ricordo associato alle mie estati da bambina, una delizia che mamma faceva spesso, quand'era tempo delle ciliegie: allora non c'erano tanti dolci, tanta frutta sciroppata ed esotica, vaschette di gelato o altri intrugli per merenda o per dessert, nelle calde giornate estive.

Non c'è niente altro che ciliegie, che vanno fatte sobollire lentamente in acqua e zucchero, con il profumo che si spande amabile e fruttato per tutta la casa, per circa tre quarti d'ora: le ciliegie diventano tenerelle e dolcissime, e l'acqua di cottura si tinge di un caldo color rubino, come fosse un vino pregiato e aromatico.
Vanno lasciate raffreddare, e poi messe in frigorifero: diventano così un delizioso dessert od una merenda dal sapore incredibile, ma sana e genuina, che piacerà sicuramente ai bambini, ma anche ai grandi.

Io ci ho aggiunto solo un cucchiaio di limone, per il resto la ricetta, più o meno, è quella originale (le dosi sono mie, quando le ho chieste a mia madre mi ha risposto che lei ha sempre fatto ad occhio). Si può usare qualsiasi tipo di ciliegia, anche quelle grosse e scure, ma potrebbe essere un ottimo metodo per riciclare quelle piccole e un po' palliducce, che con la cottura si insaporiscono ben bene.

Mezzo chilo di ciliegie senza picciolo
tre cucchiai di zucchero
850 cl di acqua
un cucchiaio succo di limone

Lavare bene la frutta e staccare il picciolo.

Metterle in una casseruola più larga che alta, coprirle con l'acqua, mettere lo zucchero il limone.

Coprire col coperchio semichiuso e farle sobollire dolcemente, per circa 45-50 minuti, avendo l'accortezza di controllare che il sugo non si asciughi troppo, deve rimanere parecchio liquido.

Spegnere, lasciar raffreddare.

Si possono mangiare a temperatura ambiente oppure fredde.

13 commenti:

  1. Questo racconto del mare mi ha fatto venire in mente qualche film tipo "commedia all'italiana", con grandi attori come Sordi, Peppino de Filippo, Totò, Gassman, Magnani. E le ciliegie, invece, l'acquolina in bocca...

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  2. I tuoi ricordi hanno risvegliato i miei. So di essere di molti anni più grande di te e oltre a tutto ciò che hai meravigliosamente descritto, ricordo dei zoccoletti rossi di legno ai piedi, secchiello e paletta in una mano e ciambella di volta in volta diversa (immancabilmente si bucava)a tracolla.
    Devono essere ottime le tue ciliegie, le proverò senz'altro, cercando di non mangiarne una dietro l'altra!!!

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  3. Sono sincera il racconto non l'ho letto i miei occhi si sono posati sulla foto delle ciliegie e non si sono più staccati...

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  4. Lo sai che hai risvegliato dei ricordi d'infanzia anche a me?
    Da piccola ho vissuto in un paesino ligure sul mare (sembra passato un secolo) e la mamma, quando si andava in spiaggia, preparava sempre il panino al pomodoro. Mi sembra mi sentirlo in bocca, quel sapore...

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  5. Qualche volta le ho fatte anche io, però le ho cotte nel vino, con un pezzetto di stecca di cannella.
    Le proverò anche così.
    Ciao

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  6. si si!! ha ragione mario!
    anche a me mi è venuto subito in mente quel film in quale recitava una giovanissima Jodie Foster (non mi ricordo il titolo, ma era strepitoso)
    ottime queste ciliegie, veramente buone!

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  7. Che bei ricordi anche io ho di Ostia quando ero bambina.. io andavo alla "nuova Pineta" come stabilimento.. al Picenum ci son passata davanti proprio ieri sera.... :-)))))Ottima sta ricetta.. deve esser proprio gustosa da assaporare nelle calde ed afose gionate che si preannunciano .-)) bacioni..

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  8. Ma che peccato che le mie ciliegie le ho già messe sotto spirito sennò...l'odorino fruttato che si spande per la casa è un'immagine davvero invitante! Il prossimo carico di ciliegie finirà così! Ciao

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  9. Leggere i tuoi ricordi mi fa tornare indietro nel tempo...e rivedo mia mamma alle prese con la preparazione delle stesse ciliegie...dolci e ottime!!!

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  10. @ Lady Cocca: evidentemente la generazione delle nostre mamme sapeva arrangiarsi molto meglio di noi
    :-)

    @ Laura: sotto spirito sono buone, ma così sono più genuine, soprattutto per i bambini!

    @ Claudia: Ostia era bella e pulita, altro che adesso: per noi era l'unico mare, le uniche vacanze, ci si passava quasi tutta l'estate, e sono dei ricordi bellissimi

    @ Susina: cercherò il film, voglio proprio vedere se riesco a ritrovare la stessa atmosfera

    @ CarlaChi: magari riesci a farle mangiare anche ai tuoi bambini, visto che non c'è alcol

    @ Ivy: ci si arrangiava di più, allora
    Comunque il mare ligure è bellissimo, altro che Ostia beach...

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  11. Ciao, adorabili i tuoi racconti ...poi la gustosissima ricetta delle cigliege ha fatto scattare nella mia mente un associazone: una bella coppa di gelato gusto yogurt bianco consopra le te ricette"sciroppate" con il sughetto che cola sciropposo e rosso sul bianco ogurt...mmmmMMMMMMMM non resisto

    Unabbraccio

    Anna

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  12. Penso che queste ciliegie col gelato sarebbero la morte loro, non l'ho mai sperimentato ma prima o poi...
    E' bello associare ricordi e sapori, almeno per me...non so quanto possano interessare gli altri, ma ci provo lo stesso
    :-)

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  13. Che bella l'infanzia!!!
    E che mi hai ricordato! Le amarene o le visciole, messe con lo zucchero sotto il sole senza poterle toccare per due o tre settimane (che supplizio!) le ricordo bene e spesso, ma le ciliegie cotte non ci pensavo da anni (così come le mele cotte sotto la cenere...).
    GRAZIE !!!!!

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Pellegrino che ti aggiri per queste lande incantate, mi farebbe piacere una traccia del tuo passaggio...

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