I miei viandanti

lunedì 22 giugno 2009

Biscottando qua e là



Questo periodo mi è presa la fissa con biscotti e ciambelline: non sono mai stata un'aspirante biscottiera, ed invece ho scoperto che è facile e divertente, nonchè molto economico, farsi i biscotti in casa.
Sto cominciando a collezione stampini e formine (ce ne sono di bellissimi, nei negozi specializzati), e mi ero anche comprata una pistola sparabiscotti che però è defunta al secondo biscotto (era in offerta, dovevo immaginarmelo che era una sòla). Comunque non demordo, prima o poi me ne comprerò una funzionante.

Preferisco, in genere, i biscotti semplici: certo, anche i biscotti al burro non mi dispiacciono, tipo quelli inglesi oppure danesi (buonissimi i belgi speculoos intinti nel caffè nero, prima o poi trovo il coraggio e li faccio), però preferisco assolutamente quelli più rustici, magari con fatti con l’olio, li trovo più leggeri e meno pastosi.

Curiosamente, ci sono alcuni biscotti che mi piacciono solo a determinati orari, o con alcuni abbinamenti: ad esempio, quelli secchi tipo Oro Saiwa mi fanno impazzire d’inverno, il pomeriggio, inzuppati in un bel the caldo e dolce, con molto limone.
Comoda comoda sul divano, al calduccio nei freddi pomeriggi oscuri, me ne mangerei a tonnellate, a patto che reggano il liquido caldo e non si sciolgano nel the, intorbidandolo.

Mangiati la mattina, invece, mi fanno tristezza, e anche il the mi fa un po’ tristezza, non rinuncerei mai alla mia tazzona di caffellatte tiepido (mai bollente): the e biscotti secchi, di prima mattina, mi ricordano le colazioni tristi di quando uno sta male di stomaco, e va avanti a brodini e mele cotte (che, tra parentesi, mi piacciono molto ma solo d’inverno, chissà perché).

Gli stessi biscotti tristanzuoli possono trovare una guarnizione golosa con della marmellata: nel convento che è stata la mia scuola, quando avevano ospiti per merenda le suore spalmavano questi biscotti con la marmellata di diversi gusti, e li univano due a due. Era un modo per offrire qualcosa di semplice e frugale ma insieme più goloso del biscotto secco.




Allo stesso modo, in molte zone del Lazio, e non solo, si fanno dei biscottoni rustici, di forma oblunga, coperti di zucchero semolato: i migliori che abbia mai mangiato sono quelli fatti nel famoso vapoforno di San Vito Romano (ormai ve ne ho parlato talmente tanto che vi pare quasi di esserci stati): sono grossi, croccanti e porosi, ottimi da pucciare nel caffellatte, dove si inzuppano ben bene: non vi dico cosa sono mangiati con la cioccolata bollente, densa e scura, ma insomma, è una golosità che uno ci si può permettere raramente, altrimenti…

Quest’abbinamento è stata la mia prima sperimentazione culinaria in pubblico (solo la cioccolata, i biscotti erano sempre del vapoforno): dovevo avere 16 o 17 anni e, in un freddo pomeriggio estivo a San Vito, mi esibii in una cioccolata spettacolare con una cuginetta e altri ragazzini.
La ricetta della cioccolata l’avevo imparata da mamma, e feci veramente un figurone…con l’incoscienza della principiante, posso ammettere di non averne mai fatta una così buona, densa densa e profumata.

Ho cercato in rete la ricetta di questi biscottoni pucciosi, e ho scoperto che ne esistono parecchie varianti in parecchi luoghi, non è una specialità esclusiva di san Vito Romano: quasi tutte le ricette prevedono, come agente lievitante, l’ammoniaca per dolci.

L’ho cercata in lungo ed in largo, farmacie e supermercati eppure, pur abitando in una zona non periferica di Roma, non ne ho trovato neanche l’ombra. Ho ripiegato sul lievito comune anche se, leggendo i vari commenti, l’ammoniaca darebbe un sapore diverso al biscotto.

La ricetta originale la trovate qui, sul Forum di Gennarino, ma ce ne sono molte, con più o meno lievi variazioni: io ho scelto quella più leggera, con poco burro, magari la prossima volta proverò a sperimentare una ricetta con olio di oliva.

250 grammi farina 00+ a raccogliere
250 grammi farina Manitoba
2 uova
150 grammi di zucchero
90 grammi di latte (mezzo bicchiere)
100 grammi di burro morbido
Un cucchiaio di vinsanto
Una bustina lievito

Battere le uova con lo zucchero in una ciotola capiente, quindi aggiungere il latte, il liquore e il burro morbido, continuando a mescolare con la forchetta.

Cominciare ad aggiungere le due farine mescolate assieme al lievito. Quando la pasta comincia a diventare consistente, rovesciare sulla spianatoia infarinata e formare un impasto ben lavorato.

Tagliare dei pezzi di pasta e formare un salsicciotto lungo più di 22 centimetri (delle dimensioni di una luganega), appiattirlo con le dita e tagliarlo in due pezzi, ritagliando le estremità per dare una forma rettangolare al biscotto.
Rigare ogni biscotto con i rebbi della forchetta, bagnare con un goccio di latte con un pennello da cucina, quindi passare la parte rigata in un piatto con dello zucchero semolato.

Posizionare i biscotti su una leccarda foderata con carta forno, calcolando che le dimensioni in cottura raddoppiano.

Ripetere fino al termine dell’impasto.

Tempo di cottura:
per non farli bruciare sotto, metterli sul terzo ripiano dal basso con una leccarda al piano di sotto, e lasciare uno spiraglio. Circa 25 minuti a 160 gradi (la prima infornata li ho messi a 180 gradi senza leccarda e si sono cotti subito sotto, ma dentro sono rimasti un po' troppo chiari e morbidi).
Se li volete più coloriti, trasferiteli in basso e accendete un paio di minuti il grill elettrico.

Si conservano benissimo in una scatola di latta (quella che conteneva biscotti danesi al burro, buoni ma un po' pesantucci...)

13 commenti:

  1. Ciao! ma son proprio bellisismi e dolcissimi questi biscotti! a noi non riescono proprio mai..ma i tui per colazione devono essere fantastici!!
    baci baci

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  2. Sono semplicissimi, più facili a farsi che a scriversi!!

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  3. i biscotti di nonna.....abbiamo provato a rifarli nel forno a legna in campagna , quelli a posto del lievito hanno il "cremor tartaro" così lo chiamano, un puzzo di ammoniaca tremendo, pensavamo di buttare tutto ed invece... buonissimi! i tuoi sono riusciti molto bene. nel lazio di biscotti "casarecci" ne abbiamo veramente tanti tipi. Sei avviata a diventare un'ottima "biscottaia" ciao Reby

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  4. Ottimi sti biscottini.. :-))))) bacioni...

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  5. belli e semplice da colazione !

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  6. E' vero Reby, nel Lazio c'è una buona tradizione biscottiera, bisognerebbe ampliare le mie conoscenze in materia!

    Grazie Mary!

    Mi spiace non farteli assaggiare, Claudia
    :-)

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  7. questi si che andrebbero a ruba a casa mia ;)
    un bacione bellissima ;)

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  8. Mi sembrano perfetti da inzuppare in una bella tazza di latte e caffè!

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  9. se sono facili li voglio provarE!!!! buona notte!!

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  10. Mi ricordano i biscotti che mangiavo da bambina!! Devo provarli......... un abbraccio

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  11. La semplicità è sempre la scelta più buona...Saranno davvero ottimi.
    Baci

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  12. sono molto simili ai biscotti della mia infanzia, buonissimi!

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Pellegrino che ti aggiri per queste lande incantate, mi farebbe piacere una traccia del tuo passaggio...

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