I miei viandanti

giovedì 27 novembre 2008

The Orphanage: il sottile brivido della paura

Sono appena tornata dal cinema, e le impressioni a caldo, soprattutto di un film di paura, sono quelle che rendono meglio l'atmosfera del film.


Siete rimasti incollati alla poltrona del cinema, coi brividi di terrore, guardando i fantasmi di The Others?
Siete saltati sulla sedia, ad ogni apparizione spettrale de Il sesto senso?
Allora, questo è il film che fa per voi: the Orphanage, l’Orfanotrofio.
Diciamolo subito, i film succitati sono irraggiungibili, e soprattutto hanno aperto un filone: questo film non è molto originale, gli echi soprattutto di The Others sono evidenti.
Però è un film ben ambientato, suggestivo, con alcune scene che fanno veramente saltare sulla poltrona. Il produttore è Guillermo del Toro, regista del bel film Il Labirinto del Fauno.





La trama è presto detta:
Laura è un’orfana felicemente adottata che, da grande, decide di tornare nel suo ex orfanotrofio, ormai disabitato, per impiantarvi una casa famiglia per bambini disabili.
Anche Laura ha adottato un orfano, Simòn, che oltre ad essere un trovatello ha pure l’HIV.

La vecchia casa è di gusto piuttosto antiquato, con lunghi corridoi bui e pavimenti in parquet cigolanti: un luogo un po’ sinistro, invero, sia per un orfanotrofio che per una casa famiglia. Anche il luogo è piuttosto tenebroso, su una scogliera, sulla costa atlantica, vicino ad un grande faro e a numerose grotte.
I problemi cominciano subito: cigolii, porte che si chiudono da sole, il bimbo che comincia a parlare con amici immaginari, insomma, il classico repertorio dei film di fantasmi.
Anche una strana vecchia, un’assistente sociale, fa una comparizione abbastanza inquietante.

Durante la festa di inaugurazione, il bimbo scompare, dopo una lite furibonda con la madre (i suoi amichetti invisibili gli avevano rivelato che era orfano e malato).

Le ricerche sono inutili, sia dentro che fuori casa, ma la madre è convinta che gli amici del figlio se lo siano portato via, anche perché lei aveva visto uno di questi bambini prima che il figlio scomparisse, un bambino incappucciato di nome Tomàs, un tipetto veramente maligno, per la verità.

Continuano a manifestarsi, in casa, presenza inquietanti, che ovviamente vede quasi esclusivamente Laura che va ficcando il naso dappertutto, mentre il marito, medico, non si accorge quasi di nulla (ovviamente succede quasi tutto di notte). E passano i mesi, tre, sei, nove, e le speranze di ritrovare Simòn diventano sempre più flebili.

Per caso, Laura rincontra la vecchia, che si scopre aver lavorato all’orfanotrofio, poco prima che lei venisse adottata ma viene investita da un camion prima che possa dar spiegazioni. La vecchia andava in giro, tra l’altro, con una carrozzina con un bambolotto dentro.
Le indagini sul passato rivelano che Tomàs, il figlio deforme della vecchia, era stato ucciso incidentalmente dai bambini dell’orfanotrofio, amichetti di Laura prima che questa fosse adottata.
A questo punto la coppia disperata decide di chiedere aiuto ad una medium, che organizza assieme a due altri personaggi inquietanti una seduta spiritica, in cui scopre che nell’ex dormitorio sono stati uccisi, avvelenati, cinque bambini.
Seguendo una terrificante caccia al tesoro organizzata dai bambini invisibili, alla fine Laura arriva ad un ripostiglio, e qui trova i cadaveri ridotti in polvere dei cinque bambini, non vi dico perché e percome sennò è finita.
Ovviamente la donna continua a percepire presenze dappertutto, ed è decisa ad andare fino in fondo, sicura che ritroverà il figlioletto.

Il marito non crede a quelle che considera fandonie, e chiede alla moglie di lasciare la casa, preoccupato per la sua salute mentale, ma Laura si fa concedere ancora due giorni, nella casa vuota (voi lascereste vostra moglie in preda alle allucinazioni, in una vecchia casa infestata? Io, se il mio lo facesse, invece di trascinarmi in salvo per i capelli, chiederei il divorzio).

Finalmente sola col suo delirio, decide di ricreare la stessa ambientazione di quand’era piccola, con i letti originali e tutto, si veste con la divisa della scuola, ricrea addirittura la stessa tavolata di colazione con dolci e more (che si vede in un filmino d’epoca): mi chiedo come, in mezzo a tanto terrore, una riesca a mettersi ai fornelli sfornando torte di mele e biscotti glassati, ma comunque: alla fine l’enigma si scioglie, si scopre chi erano i cinque bambini, ora fantasmi, che la conducono dal figlio, rivelando alla donna il mistero della sparizione.
La fine non ve la dico, però è un po’ triste, raro uscire da un film di paura coi lucciconi, ma qui mi è successo.

Critica: a parte un po’ di lungaggine, la prima critica è che i richiami a The Others sono veramente evidenti, la vecchia casa, i fantasmi del passato, la seduta spiritica, il legame madre figlio, etc, pure la fine che però non vi dico. Un pizzico di dejà vu è innegabile.

La colonna sonora del film, tra stacchi di violini e cigolii e rumori e sbattimenti di porte è quasi un capolavoro, anche troppo, perché alla fine si rischia di finire nell’ovvio, alla decima porta che si chiude di botto e al ventesimo scricchiolio del soffitto verrebbe voglia di consigliare un buon falegname oppure di buttare giù tutto quel legno e rifare i telai dei pavimenti.
D’altra parte, è ovvio che né il regista né lo sceneggiatore possiedono dei gatti, sennò saprebbero che rumori inquietanti, porte che si aprono e chiudono da sole e oggetti che si spostano sono la normalità, almeno a casa mia, ci vorrebbe ben altro per spaventarmi (anche se il bambino incappucciato mi manca, per il momento).

Anche i rituali dei giochi infantili, le giostre che si muovono da sole, i disegni delle presenze e i nascondigli con le bambole sono un altro classico del genere (ci mancava solo la filastrocca cantata dalla vocetta infantile ed eravamo al completo).
I bambini, all’inizio del film, giocano a Uno due tre Tocca parete (ma non era Uno due tre Stella?), gioco con cui Laura riuscirà ad evocare i cinque bambini fantasma: voi ci giochereste, con la faccia al muro, sapendo di avere dietro cinque figure inquietanti? Insomma, si deve essere veramente masochisti: chiunque con un pizzico di sale in zucca si guarderebbe bene dall'evocare fantasmi, dall’andare a ficcare il naso in vecchi ripostigli, sgabuzzini e case infestate, soprattutto di notte e senza lampada.

Forse è per questo che non ho mai visto fantasmi, finora…

10 commenti:

  1. questo è un film per il galletto...io passo! ;)

    RispondiElimina
  2. ma che fai la critica cinematogrfica come secondo lavoro? mi hai tenuta incollata allo schermo del pc..e se pima mi incuriosiva ora lo devo assolutamente vedere? corrispondo alla descrizione che fai alle prime righe: è il mio genere di film...anche se non raggiungerà mai the others &Co.
    ps: i tuoi krapfen anche se non sono gli originali io me li mangerei subito!!!!

    RispondiElimina
  3. Si deve essere appassionati del genere, sennò si rischiano gli incubi
    :-)

    @ Polinnia: allora te lo consiglio assolutamente: c'è qualche pecca, però negli ultimi anni è uno dei migliori, ti assicuro che la sera qualche brividino al buio l'ho avuto
    :-)))

    RispondiElimina
  4. io vado matta per questi film!!!

    RispondiElimina
  5. Mirty, ci andiamo insieme allora... Laura, mi hai tenuta incollata al tuo post. Sei una buona critica cinematografica! Passo a prendere un krapfen sotto

    RispondiElimina
  6. Effettivemente sembra un deja-vù ma io non me lo perdo lostesso, masochista come sono!!!! ^_^

    RispondiElimina
  7. Cara Laura
    il tuo blog mi piace molto e così ti do un bel premio!
    Evelin

    RispondiElimina
  8. Grazie Evelin, vengo subito a ritirarlo!

    @ Susina: un pizzico masochisti bisogna esserlo, per vedere questo film, decisamente

    @ Elena e Mirtilla: ditemi poi che ne pensate
    :-)

    RispondiElimina
  9. Recensione molto interessante, ero curiosa di saperne di più sul film visto che avevo letto diverse critiche, ma tutte scarne, invece la tua mi ha proprio soddisfatto!
    PS: Ti invito a fare un salto sul mio blog: nell'ultimo post ho chiesto la partecipazione dei lettori...

    RispondiElimina
  10. le mie recensioni sono molto personali, assolutamente poco professionali, ma siccome sono appassionata di cinema, mi piace condividerle con gli altri! Se poi un film merita, perchè non consigliarlo?

    Vengo a vedere da te!

    RispondiElimina

Pellegrino che ti aggiri per queste lande incantate, mi farebbe piacere una traccia del tuo passaggio...

LinkWithin

Related Posts with Thumbnails