I miei viandanti

lunedì 19 maggio 2014

Il paese dei nonni, altri ricordi di famiglia


Non c'è verso, questo periodo non riesco a postare neanche una ricetta, ogni settimana mi rileggo la lista dei dolci da fare, e ne avrei, e invece procrastino a quella successiva.
Però ho tante foto pronte da farvi vedere, foto  a cui a volte tengo in maniera particolare, perché sono di posti belli, oppure perché appartengono alla mia vita, come quelle di Trastevere.



Questo antico paesino immortalato in queste immagini (volutamente) in bianco e nero, è un altro di quei luoghi del cuore che conosco molto molto bene: si tratta infatti del paese dei miei nonni paterni (non quelli della storia di Matilde Montelli, quella era la bisnonna materna), il paese da cui deriva il mio cognome, Mastrantonio, comunissimo in quelle contrade. Si tratta dell'antico abitato di San Vito Romano, un ameno paesino a 650 metri di altezzi, quindi in collina, incastonato nelle verdi montagne dei Monti Prenestini.







La zona è quella tra Tivoli, Palestrina e Subiaco, una zona notevole sia per la bellezza sommessa dei suoi paesaggi verdeggianti, che per la piacevolezza dei suoi tranquilli paesini, Bellegra, Genazzano, Ciciliano, Pisoniano, Capranica. Ovviamente i centri più famosi sono Tivoli e le sue ville storiche (Villa d'Este, Villa Gregoriana, Villa Adriana: ho in programma di tornarci, questa estate, per fare tante belle fotografie da farvi vedere), Subiaco e il suo eremo di San Domenico, Palestrina con l'imponente Tempio della Fortuna Primigenia, dove tra l'altro abita mia zia.

Anche San Vito Romano ha origini antiche, ma per quanto riguarda il periodo romano e basso-medioevale, le notizie sono molto incerte: le cronache riportano la sua fondazione intorno al IX secolo, mentre nel XII secolo il primo nucleo abitato e le terre intorno diventano proprietà della potente  famiglia Colonna, epoca a cui risale la prima fondazione del Castello.  Nel XVI secolo passò tutti ai Theodoli, da cui il nome con cui è conosciuto il Castello, mentre nel XVII secolo comincia l'espansione del paese verso l'alto, col cosiddetto Borgo Mario (da Mario Theodoli).

Il nucleo centrale più antico, intorno il Castello Theodoli (che vedete nella foto sotto), risale al 1300. Si tratta di un abitato costruito sul costone della collina, tutto in discesa, e quindi costruito senza strade, ma a scale. Si sorpassa il castello e si prende la porta Borgo, e quindi si entra in un loggiato ad archi, denominato Via delle Logge (lo vedete nelle prime immagini). Dal loggiato si apre anche una bella vista del paese sottostante.




(le tre fotografie color seppia sono state scannerizzate da stampe 18x24, stampate nella mia camera oscura negli anni Novanta)






In questa passeggiata mi sono concentrata solo sull'abitato più antico, ma altri posti da vedere sono il monte San Vito e la chiesa omonima, il castagneto della Macchiarella (da noi sempre chiamato il Boschetto), la  cosiddetta Madonnina (o Chiesa della Madonna  di Compigliano), fuori dal paese, da cui si gode la vista di tutto l'abitato trecentesco, che magari vi farò vedere una prossima volta.





Le scale in discesa arrivano alla piazza della Chiesa di San Biagio, nella Piazza omonima, una delle due chiese principali del paese: l'altra è la Chiesa di Santa Maria de Arce, accanto al castello.

Conosco questo paese, ovviamente, da sempre. La bisnonna Clementina fece costruire uno dei palazzetti  della moderna Corso Vittorio Emanuele, a fine Ottocento, e qui abitarono mia nonna Maria Lidia e la sorella Giovanna. Anche mio nonno Antonio era nato in paese, ma partì per cercare fortuna in America nel 1907 (abbiamo la fotografia prima della partenza, un giorno scannerizzerò tutte le vecchie fotografie per farvele vedere), da cui tornò qualche anno più tardi per prendere moglie. Si sposò con Maria Lidia, ma rimase bloccato in Italia per l'inizio della Prima Guerra, e non ripartì mai più.

Negli anni Venti Lidia e Antonio lasciarono il paese per venire a vivere vicino Roma, in località La Storta, dove nonno Antonio faceva il casellante (o capostazione, non saprei dire quanto personale ci fosse nella piccola stazioncina, dove viveva anche la famiglia, credo facesse tutte e due le cose insieme). La famiglia nel frattempo si era allargata, con ben otto figli, di cui uno dei più piccoli era appunto mio padre.

Nel 1945 Lidia e Antonio comprarono la casa a Trastevere, quella dove sono nata, e vi andarono ad abitare nel 1948; credo sia proprio quell'anno che il nonno morì. Purtroppo tanti particolari della storia di famiglia non li ricordo più, mi dispiace solo di non poter più chiedere notizie di prima mano.

Negli anni Settanta la nonna e zia Giovanna tornarono a San Vito, ad abitare nell'appartamento di mezzo del palazzetto di Corso Vittorio, e noi andavamo tutte le estati a villeggiare lì. Qualche anno fa papà e mamma si sono ritirati sempre nello stesso appartamento, dove mamma vive tuttora e dove noi l'estate portiamo i gatti a villeggiare.




La particolarità di questa casa è di essere al centro del paese moderno, vicino Piazza Roma, e di avere però un bel giardino a terrazze, in cui c'è un piccolo orto, di cui papà era molto orgoglioso, alberi di mele e fichi, piante varie.







Spero che questa passeggiata nei ricordi di famiglia vi sia piaciuta, alla prossima!

5 commenti:

  1. Come al solito sei riuscita a catturarmi con i tuoi racconti e le immagini bellissime. Adesso aspetto solo che arrivi l'estate perchè propio poche sere fa, riguardandomi "I più bei giardini d'Italia" hanno mostrato le ville di Tivoli in particolare Villa Adriana, già pregusto il bellissimo reportage che ne farai!

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  2. che meraviglia! non ci sono mai stato in queste zone, grazie per averlo condiviso! buona serata

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  3. Che angolini suggestivi, dev'essere un paese bellissimo..
    E quant' era bello Koko nell'orto del tuo papà..un abbraccio!!
    Carmen

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  4. MI VERGOGNO !!!!
    Sai che sono stato dal giugno '68 a Castel San Pietro Romano a vivere tutti i mesi estivi e non sono mai stato a San Vito?! Devo provvedere al più presto perché, a differenza di Castel San Pietro, ha mantenuto la sua aria di paese dei Monti Prenestini di trenta (e più) anni fa, mentre il mio paese è stato oramai "rimodernato" e stravolto (anche se ce l'ho sempre nel cuore).
    Le foto in bianco e nero, poi, lo rendono ancora più magico!
    Sul gattone non dico niente: solo che era bellissimo !!!
    Ciaoooo

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  5. Il tuo archivio di foto è sempre una fonte inesauribile di meraviglie!
    Vorrei cimentarmi anch'io nel bianco e nero, ispirandomi a te! Ho sempre fatto foto a colori, ma anche il bianco e nero ha il suo fascino.

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Pellegrino che ti aggiri per queste lande incantate, mi farebbe piacere una traccia del tuo passaggio...

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