I miei viandanti

mercoledì 7 dicembre 2011

Museo dell'arte Contemporanea Roma, parte 2


Saliamo ora al secondo piano, attraverso una scala dalla forma  dopo aver  doverosamente ammirato la scala di granito grigio dalle forme quadrangolari molto rigorose (l’inquadratura dei miei piedi è intenzionale, nel caso ve lo siate chiesto). 




Qui si apre un grande salone anch’esso bianco in cui sono esposte le opere di  in cui viene ospitata una mostra denominata Canone Aureo (2011)  con degli arazzi di tela grezza e colori pastello: si tratta delle opere di uno dei più grandi pittori italiani, Giorgio Griffa, dipinte appositamente per il museo.
Anche qui, potrei aprire una lunga digressione sulla non confrontabilità dell'arte contemporanea con quella dei secoli precedenti: continuo a non cogliere l'incanto di queste opere, se non separandole totalmente dal concetto che posseggo di bellezza, di opera d'arte.  Forse confondo l'arte con la bravura tecnica, con il virtuosismo, mentre l'arte risiede nell'idea, nel lampo di genio, nella ricerca teorica dell'opera d'arte, e quindi può essere capolavoro anche una tela grezza tagliuzzata, una tela con delle righe colorate, come in questo caso.




Attraverso la fuga delle porte si intravede una luminosissima, che spicca sui colori rigorosi del pavimento e degli infissi, in cui si trova il cosiddetto Laboratorio Schifano: si tratta di uno spazio espositivo di fotografie di piccolo formato, spesso Polaroid,  del pittore Mario Schifano, un caleidoscopio di colori e inquadrature quasi sospese nell’aria, una specie di labirinto di immagini e ricordi, bozzetti dalle rappresentazioni forti,  a tratti quasi violente nei modi, nelle forme e nei colori.
E' come fare un tuffo nei deliri, nei sogni e nelle ossessioni di una persona, a tratti una specie di viaggio allucinato e allucinante nella psiche dell'artista, come guardare dal buco della serratura i suoi pensieri più segreti e inconfessabili.



Da qui ci affacciamo ad un passaggio sospeso tra le due ali del Museo, da cui si può ammirare da vicino l'intreccio di  pali e cavi che sostiene la copertura trasparente del vecchio cortile. In fondo si intravede un cortile aperto, come una piattaforma tra i vecchi palazzi ottocenteschi.



Un’altra sala bianca ospita il Drawing Space di Anthony Gormley , disegni e sculture dell’artista londimese  dal 1981 ad oggi: delle forme ominidi o astratte in filo metallico nero, come il groviglio  appeso in fondo al salone, che da lontano sembra quasi uno scarabocchio sulla parete chiara (provate a lasciarlo in balia di un paio di gatti, e poi vediamo cosa resta dell’opera d’arte, oppure cosa resta dei gatti).




La ragazza col cappotto arancione non è un'opera d'arte figurativa, è la mia amica Marta in contemplazione del groviglio.


Siamo uscite dal Museo, commentando appunto tra noi la scarsità delle collezioni (almeno quelle fisse) di quello che dovrebbe essere uno dei Musei più rappresentativi dell'arte contemporanea del paese.
In ogni caso, sia per il posto sia per la particolarità delle opere, vi consiglio di farci un giretto, soprattutto in questo periodo in cui sono esposte le fotografie del grande fotografo McCurry.



Per chi volesse approfondire, il sito del Macro

Museo di Arte Contemporanea Roma

4 commenti:

  1. Spettacolare reportage, mi hai fatto vivere la visita insieme a voi... veramente superbo... secondo me se mostri il tuo blog al museo ti comprano l'articolo per una brochure informativa :-)

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  2. Grazie per l'interessantissima visita,
    che, insieme ai tuoi racconti è stata piacevolissima.
    Come hai suggerito, non ho potuto fare a meno di immaginare i miei gatti persi in una battaglia con "il groviglio"!
    A presto

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  3. In questo caso, mi sembra più interessante il contenitore del contenuto, o è una mia impressione? Comunque non ci sono ancora stata, grazie per il reportage.

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  4. Bello che si possano fare foto anche all'interno, così possiamo vivere con te questa visita culturale!

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Pellegrino che ti aggiri per queste lande incantate, mi farebbe piacere una traccia del tuo passaggio...

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