Le sette vite dei gatti

E' stato un mese pesante, in tutti i sensi.

Il ritorno dalle vacanze che risulta sempre un po' traumatico, soprattutto quando sono tutti in ferie e tu no. Dei giorni talmente caldi, afosi e bollenti che mi sembrava di essere tornata indietro all'estate del 2003, quella in cui davvero rischiavi un infarto appena mettevi in naso fuori casa, oppure rischiavi di essere inghiottito dal'asfalto liquefatto dei marciapiedi, tipo sabbie mobili.


E poi c'è stata lei, la nostra piccola di casa, svariati chili di ciccia, pelo e coccole, la nostra Brunilde-Brunetta (non gli sono mai piaciuti, i primi nomi che gli abbiamo affibbiato) familiarmente detta Titti, Pippi, TittiPitti, Ciccia, Bombola e tutti i nomignoli di questo mondo.
Ci ha fatto prendere davvero un coccolone, quando alle sette di domenica mattina l'abbiamo trovata ansimante e lamentosa come non l'avevamo mai vista. Abbiamo acchiappato al volo la gabbietta e ci siamo precipitati al pronto soccorso veterinario, col cuore in gola.
La coccola di casa è stata rivoltata come un calzino, infilzata da tutte le parti, rasata e messa sotto flebo, ecografata, radiografata fino a diventare radioattiva.

Devo ammetterlo, abbiamo passato una giornata tremenda, anche se chi non ha un animale non potrà capirlo, anzi, ci prenderebbe decisamente per matti. La situazione si è presentata subito gravissima, scompenso cardiaco con conseguente edema polmonare. Ci avevano dato una prognosi disperata e, se riusciva a superare la crisi, massimo sei mesi, un anno di vita. Vi lascio solo immaginare la disperazione, mentre la guardavamo lottare per la vita, cercando solo di trasmetterle la forza di continuare a respirare.

Certo, mi si potrà obiettare che primo, è solo un gatto. Secondo, 14 anni per un gatto sono già una bella età, si tratta di una signora gatta ormai anzianotta, in deciso sovrappeso (chissà da chi avrà ripreso). Tutto questo non è bastato a consolarci, siamo stati col fiato sospeso per 24 ore, una notte passata insonne sapendo la micia sola nella gabbietta della terapia intensiva.

Che dirvi? I gatti hanno sette vite, su questo non c'è dubbio.

Tre giorni dopo ce la siamo riportata a casa, col cuore che s'era rimesso a posto da solo, i polmoni puliti, solo molto affaticata, col pelo a chiazze per le rasature e uno shock post-traumatico per il posto orribile in cui aveva passato i giorni peggiori della sua vita.

Ora dorme tranquilla, essendo per lei quelle ore ormai solo un lontano ricordo, almeno spero.
Anche noi siamo rimasti traumatizzati, ma ci passerà, ci basta vederla di nuovo vispa e coccolosa come prima.