I miei viandanti
giovedì 14 aprile 2011
Giorni svagolini
Due settimane. Il tempo è scivolato davvero, lieve eppure pesante, difficile trattenere i giorni, le ore. Non è successo nulla di significativo, a parte un compleanno con poca voglia di essere festeggiato: non so neanche io perchè mi riesce così difficile concentrarmi su qualcosa.
Ho approfittato di questo tempo insolitamente caldo, soleggiato, quasi estivo, per andarmene a spasso, in una città sempre più caotica, le strade del centro infestate da folle chiassose e invasive: mentre passeggiavo per il centro, notavo con sgomento quanto questa bellissima Roma stia diventando sempre più sporca, fatiscente, in pieno degrado. I palazzi sempre più cupi, pieni di scritte, i bordi delle strade con mozziconi e immondizia sparsa, i marciapiedi dissestati, brutti negozi con brutta merce...sono io che sto diventando una vecchia brontolona?
Via del Corso dovrebbe essere uno dei gioielli più eleganti al mondo, dovrebbe essere una strada tirata a lucido, con bei negozi, panchine aggraziate, fioriere e palazzi ripuliti, mi piange il cuore a vederla ridotta così.
Mi stupisco sempre di quanto, invece, le altre città, pur grandi e piene di turisti, sappiano prendersi cura di sè stesse in altra maniera: colpa dell'amministrazione, dei turisti, degli stessi cittadini che la trattano come una discarica, e non come un prezioso regalo da conservare? Mi pare che gli spazi comuni, le strade, le piazze, l'arredo urbano, parchi e aiuole, vengano considerati come terra di nessuno, e non come qualcosa che ci appartiene, a tutti.
Roma è talmente piena di bellezza e di tesori che viene comunque inondata di turisti, anche in questo stato pietoso, ma perchè non siamo in grado di emulare città come Berlino, Parigi, Barcellona, che non hanno mai smesso di crescere, di evolvere, di reinventarsi: viviamo di rendita, ma prima o poi il tempo ci presenterà il conto, e allora saranno dolori...
Mi veniva in mente un esempio banale, quello dei negozi di fiori: a Roma sono, solitamente, degli antri bui, umidi, con un sentore di appassito che ricorda più i cimiteri che la bellezza della natura. A Parigi i negozi di fiori sono elegantissimi, pieni di colore, una esplosione di bellezza da togliere il fiato, da fermarsi a guardare incantati (per esempio la bellissima catena Au Nome de la Rose); oppure i bistrot parigini, bar e boulangeries, arredati con sedie graziose, vetrine invitanti, cesti colmi di dolci che occhieggiano nelle vetrine, arredi di legno e stoffe colorate. I nostri bar mi fanno un po' tristezza, così come gli arredi di plastica o metallo, le vetrine spoglie delle nostre pasticcerie...
Va beh, mi sono lamentata abbastanza!
E' tanto che non metto mano neanche al reparto pasticceria: un po' perchè sto cercando di stare attenta ai dolci, un po' perchè mi sento un po' svagolina e di tutto ho voglia tranne che di cucinare.
Questo plumcake è di qualche tempo fa, ed è venuto benissimo, alto e morbido: l'ho fatto con l'arancia, ma penso si possa fare anche con una parte di limone.
Plumcake all'arancia
300 grammi farina
200 grammi zucchero
3 uova intere
125 ml olio evo
125 ml succo arancia
Arancia grattugiata
1 bustina lievito
Per uno stampo a cassetta di circa 30 centimetri di lunghezza
Battere le uova intere con lo zucchero, aggiungere l'olio e il succo di arancia, quindi l'arancia grattugiata.
Montare il composto aggiungendo la farina mescolata al lievito, quindi versare nello stampo imburrato ed infarinato, quindi cospargere di zucchero oppure di fiocchi di avena.
40 minuti nel forno caldo a 180 gradi.
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questo plum cake è uno dei miei preferiti: veloce e semplicemente buonissimo!
RispondiEliminasull'allure parigina come darti torto.. roma è stupenda ma andrebbe curata molto di più
Hai perfettamente ragione, a mio avviso la colpa è solo della nostra indifferenza, lavoro in un negozio e trovo che le persone siano sempre più distaccate, insofferenti, infastidite da tutto e da tutti. Per qualche giorno ho lavorato nella nostra sede di Genova, clienti e persone molto molto diverse da noi.
RispondiEliminaScusa le virgole....ma sono un disastro.
che profumino!
RispondiEliminaCiao Geillis. Anch'io vivo a Roma e ti dico che la tua stessa sensazione la provo purtroppo ormai da molti anni a questa parte. Quello che più mi dispiace è che siano scomparsi alcuni degli "storici" negozi del centro, bellissimi e irragiungibili per le mie tasche ma che lo rendevano prestigioso ed elegante agli occhi dei turisti. Tutto per far spazio ad orribili negozi nei quali fanno mostra di sè scadenti capi di abbigliamento, disposti senza alcun gusto nelle vetrine. Ma Roma è pur sempre di una bellezza sconvolgente e in cuor mio spero sempre possa riacquistare lo splendore che merita.
RispondiEliminaTutto da gustare il tuo plume-cake (slurp).
Ciao Geillis, sento già che sarà buonissimo questo plumcake...nel fine settiman lo farò!!!!per roma o per le grandi città non curate...posso soltanto dire soltanto che hai pienamente ragione. Io son vicina o quasi a napoli....e non ti dico ;)
RispondiEliminache potrem fare?
Bellissimo proprio come Roma! :)
RispondiEliminaA proposito di arancia, ho appena finito di gustare la tua cimbella ala marmellata d'arancia che ho preparato qualche giorno fa... buonissima! E un ottimo modo per utilizzare le marmellate rimaste a languire in frigo...
RispondiEliminaA proposito di Roma, devo dirti che la adoro ma che condivido quanto dici sul confronto con Parigi, ma anche Monaco, Salisburgo, Vienna...
Questo paese dove viviamo e che amiamo è davvero decadente, è davvero trasandato, certe volte mi chiedo per quanto ancora potremo annoverarci tra i paesi civili.
che tristezza, che rabbia, che peccato, che dire di questo buttar via il patrimonio che abbiamo per inedia , incompetenza e maleducazione. nata a roma e innamorata della mia città ci soffro come te, soprattutto per l'impotenza di fronte a tutto ciò.
RispondiEliminaconsoliamoci con il tuo buonissimo dolce, un abbraccio
ciao Reby
Sembra davvero buonissimo questo plumcake!
RispondiEliminaPurtroppo non ho la fortuna di vivere a Roma, e nemmeno quella di poterla visitare, però ci credo! E credo anche che sia tratti di un attegiamento tipico di altre grandi città...
RispondiEliminaIl plum cake è favoloso, lo proverò!
Un abbraccio e buon fine settimana Laura
vero a parigi i negozi di fiori hanno un qualcosa di romantico :)
RispondiEliminabuonissimo il tuo cake ;) nottola
appena tornata da Parigi con le stesse consideerazioni... sic! eppure Roma è splendida...ma viene trattata proprio male..fa passare la fantasia...cosa che altrove c'è . ..forse perchè la cultura la viene seminata e coltivata e qui non sappiamo quasi più di che si tratta!
RispondiEliminaMa lo sai che anche a Dublino mi hanno colpita i negozi di fiori? Nonostante abbiano un clima molto meno mite (anche in piena estate c'è vento freddo) in Grafton Street, la via principale dello shopping, ci sono questi chioschetti curatissimi e coloratissimi, pieni di fiori. E' proprio un bel colpo d'cchio.
RispondiEliminaCara Geillis, è vero che Roma versa in uno stato più pietoso del solito, complice anche la mancanza di fondi straordinari (v. Giubileo della gestione Rutelli). E' anche vero che una certa sciatteria è propria della città, del suo humus più profondo, fatto, secondo me, da persone che provengono (loro stesse o le loro famiglie d'origine) da altri paesi o regioni e che questa città la subiscono, la ammirano, ma senza mai amarla veramente. Il loro cuore rimane appeso al paesello d'origine; siamo o non siamo il Paese dei campanili? Che dire, poi, dei cosiddetti "romani de' Roma"? Purtroppo anche loro sono stati abituati per secoli ad affidarsi al papa re, al potere che, dall'alto, pensa a tutto; e, in pratica, poi, non pensa a niente.
RispondiEliminaAnch'io ora mi sono lamentata abbastanza e passo a ringraziarti per la ricetta: è così semplice e appetitosa che mi sa che la provo subito! Ciao.
Vero Roma dovrebbe essere tenuta meglio, valorizzata, amata e rispettata perchè è una città fantastica... Il tuo plumcake sembra golosissimo, mi piace pazzamente!! Un caro saluto... girandolona. ^_^ Deborah
RispondiEliminaPurtroppo devo dire che in una piccola città come Pavia le cose non sono migliori, anzi, forse rispetto alle grandi città vicine (faccio l'esempio di Milano) si sente maggiormente il degrado, purtroppo la colpa non credo sia della crisi economica, ma di una crisi del buon gusto e della cura per il bene comune.
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