I miei viandanti

mercoledì 11 febbraio 2009

Se siamo ancora un paese civile

E’ difficile passare da argomenti tristi e poetici, ma lontani nel tempo, come la storia di Matilde , ad argomenti quotidiani, non meno tristi ma purtroppo di questi giorni.

Ho evitato di commentare, ultimamente, gli avvenimenti tragici che hanno occupato tutte le prime pagine dei giornali non per disinteresse o ignavia, al contrario, perché ero talmente indignata e schifata da non avere parole, o almeno, non parole decenti, che potessi scrivere senza essere denunciata per oscenità o calunnia.

Questa vicenda ci ha, bene o male, coinvolto tutti, purtroppo non nei termini con cui si dovrebbe discutere in un paese cosiddetto civile, mi sembra che di civile ci sia rimasto ben poco, in questa società, e lo dico con profondo rammarico.

Affronto questo delicato argomento, conscia del fatto che questo blog, che tratta di varie cose del quotidiano per lo più leggere, non sia la sede più adatta, ma è l’unica di cui dispongo; sono sicura che non tutti i miei affezionati lettori saranno d’accordo con me, e me ne dispiaccio in partenza, ma certe volte ci si deve esporre, a costo di alienarsi le simpatie altrui.

Parto raccontando un piccolo aneddoto, avvenuto sulla porta di casa mia qualche tempo fa, un piccolo incontro che mi ha ridere e arrabbiare nello stesso tempo.

Il mio è un quartiere tranquillo (esclusa via Boccea, ovviamente), piccole vie con poco traffico, casette e condomini di modeste dimensioni, giardinetti, il mercato, la Chiesa in mattoni che campeggia in fondo alla via: una dimensione umana, in cui ci si conosce tutti per lo meno di vista. Unica intromissione in questa quiete, le prepotenti scampanate della Chiesa San Filippo Neri, il cui parroco noi abbiamo denominato San Martino Campanaro, per l’entusiasmo e la foga che ci mette nel segnare i momenti salienti della giornata e altri che conosce solo lui.

Campane che vengono sparate a palla, con volume assordante e fragoroso, su delle musichette orribili: lo scampanìo copre il volume di qualsiasi altra cosa, voci, televisioni, stereo, se si sta al telefono è meglio tacere quei tre o quattro minuti, tanto non si sente assolutamente nulla. E questo, passi nei giorni normali, anche se scampanare a tutto volume alle sette di mattina mi pare già una bella prepotenza. Ma nei giorni particolari, in cui gli scampanii si ripetono a tutte le ore, è meglio uscire di casa e andare da qualche altra parte, inutile anche girare con Ipod, tanto riesce a sovrastare anche un gruppo di Heavy metal sparato nelle orecchie.

E già questo mi pare indicativo del rispetto che la parrocchia porta nei confronti delle orecchie delle case che le sono accanto.

Un giorno bussarono alla mia porta, solitamente qualche volta apro, altre no, stufa dei vari venditori di Folletti-Infostrada etc…: stavolta aprii, ignara.

Mi si pararono davanti due signore, non giovanissime e d’aspetto gentile, a colpo d’occhio con quell’aspetto cortese e dimesso tipico delle signore che frequentano questi posti tipo parrocchia, associazioni benefiche o posti simili: abbigliamento pratico e non frivolo, scarpe basse, capelli corti, niente trucco, ed infatti non mi sbagliavo, erano parrocchiane di san Filippo Neri, proprio la chiesa dal parroco campanaro.
Le due signore erano le promotrici nonché animatrici di una serie di riunioni di preghiera, con recitazione di una novena di rosari, di cui mi fornirono anche il foglietto con gli appuntamenti e gli orari.
A questa gentile proposta, risposi con un altrettanto gentile: grazie, non mi interessa.

Una delle due signore, esterrefatta del mio diniego, mi chiese il motivo, di questo mio incredibile disinteresse, e mi sussurrò, sottovoce, quasi facesse una domanda pericolosa:
Lei è forse di un’altra religione?” e ultimamente gliene devono capitare molte, di persone di altra religione. Ed io, liscia liscia, ribattei che no, non sono di nessun’altra religione, non sono proprio credente.

Espressione incredula, quasi attonita, e chiese di nuovo, come se non credesse a quello che aveva sentito: come, lei non è credente? Non è di nessuna religione? Al che ribadii, in maniera più decisa che no, non adoro nessuna divinità religiosa, sono completamente atea.

Credo di avere assolutamente scandalizzato la signora, la quale cominciò un dialogo surreale, in cui tentava di capire le motivazioni del mio insano rifiuto, scivolando su temi e argomenti che io ritengo personali, ingiudicabili, oltre delicati. Cercò di convincermi ad un colloquio col parroco (fui quasi tentata di accettare, almeno gli potevo dire quello che penso delle sue campane), sicura che tale colloquio col saggio sacerdote ricondurrebbe la pecorella smarrita sulla retta via, nel gregge del signore, mancava poco che invocasse l’esorcismo, per scacciare via da me i demoni che sicuramente mi possiedono.

E quello che mi pareva più ridicolo, è che la signora non insisteva con cattiveria, ma assolutamente certa che la sua verità assoluta fosse anche la mia, che non ci fosse alternativa, che l’unico modo di vivere correttamente al mondo fosse quello in cui credeva lei. La frase che ha raggiunto il colmo, è stata quella, pronunciata in maniera accorata: ma come, lei che ha un visetto così gentile, così perbene?!

Al che ho rassicurato la parrocchiana sul fatto che non vado in giro a scippare vecchiette, a molestare bambini o a seviziare gatti. Nel mio piccolo, anzi, mi reputo una cittadina modello, una che non beve un goccio di alcol, non va in giro a fornicare col primo venuto, che fa la raccolta differenziata, è vegetariana da anni, oblitera sempre il biglietto sull’autobus e non dice bugie, il che di questi tempi non mi pare poco.

E’ evidente che per lei non avere religione e non avere leggi morali è la stessa cosa, anche facendole notare che valori etici, civici e morali sono comuni anche in persone di altra o nessuna religione, esistono regole universali che si chiamano solidarietà, rispetto, correttezza, onestà che tutti possediamo dentro di noi, e una società laica e civile è fondata proprio su questi comuni valori.

Parole al vento, per la signora chi non ha religione , anzi, chi non appartiene alla religione cattolica, è perduto, dannato, senza regole morali, condannato senza speranza.
Mi chiese come fossi potuta arrivare a questo, come fosse possibile che una ragazza d’aspetto così gentile potesse essere caduta in questo baratro, in questo abisso di perdizione. Forse che non conoscevo abbastanza la religione cattolica? Forse nessuno mi aveva illuminato al riguardo?

Signora mia, ho fatto 11 anni a scuola dalle suore, cantavo nel coro di una piccola chiesa di Trastevere, per anni, ed ho anche fatto parte della Comunità di sant’Egidio, direi che la mia bella esperienza in materia io l’abbia fatta, eccome. Se non bastasse, ho studiato anche Storia delle Religioni, tra le mie materie all’Università: probabilmente sono in possesso di una conoscenza teorica e storica ben più ferrata della sua. E allora perché, per quale motivo mi rifiutavo di riconoscere la vera luce, di accogliere in me la sua grazia?

A quel punto ho perso un po’ la pazienza, rispondendole in maniera ferma e un po’ piccata che il percorso di consapevolezza che mi aveva portato a delle scelte così dolorose e definitive, erano affari miei e punto, e non permetto a nessuno di giudicare queste scelte e queste convinzioni, come io non mi permetto di giudicare le sue, né di convertirla al mio ateismo. Inutile. Come parlare ad un muro, la possibilità di dialogo assolutamente nulla.

La signora è andata via solo dopo una vaghissima promessa di andare in parrocchia per parlare col famoso campanaro, la mia pazienza era al limite e, per non passare alla scortesia, ho preferito mentire, qualche volta capita anche me.

Mi assicurato che avrebbe pregato per il mio caso disperato, e avrebbe invocato che la grazia del signore scendesse su di me, per illuminarmi il cammino. Non dubito che ci si sia impegnata molto, nelle sue preghiere ma, evidentemente, non hanno sortito granchè d’effetto, almeno mi pare.

Questo per dire che ho vissuto tutta la vicenda della povera Eluana Englaro sotto una prospettiva laica, e questo già dice in partenza il fronte su cui ho militato: e mai parola m’è sembrata più calzante, visto che i toni sguaiati e arroganti usati per commentare questa triste storia, hanno fatto sì che le due fazioni si siano scontrate sulle barricate, come in guerra, senza rispetto per il dolore di due genitori che soffrono da 17 anni.

Mai come in questi anni mi sono vergognata di vivere in questo paese, che dovrebbe essere un paese democratico, laico, un paese di diritto, in cui quotidianamente le nostre leggi e la nostra costituzione viene fatta a brandelli da un manipolo di cialtroni.

Con tutta la stima del signor Englaro, che ammiro e rispetto per il suo coraggio, non mi pare che questo stato tuteli la libertà di scelta e di pensiero : io, al posto suo, poco coraggiosamente, me la sarei portata ben lontano da qui, da questo luogo dove i politici senza anima hanno speculato sulla pelle di una povera giovane per ottenere consensi elettorali e conservare la benevolenza delle gerarchie di uno stato estero, una cosa inammissibile, intollerabile. Il tono e la sostanza delle frasi che ho sentito pronunciare in questi giorni mi ha fatto veramente vomitare.

Un autorevole giornale di parte ha accusato il padre della ragazza di omicidio: ed è assolutamente curioso che un sacerdote che si permette di negare la Shoah viene riaccolto nel gregge, che un boss della malavita romana rimane seppellito in una chiesa, ed un padre che chiede solo che la figlia sia liberata da una vita di sofferenze venga chiamato assassino.

Per non parlare di tutta l’ondata bigotta e reazionaria dei nostri politicanti, che hanno cavalcato l’onda con cinismo aberrante, solo per interessi materiali e di convenienza: penso a livelli così bassi il nostro paese non era mai arrivato. E non solo a destra, quando ho sentito le parole della Binetti mi si è ghiacciato il sangue nelle vene…

Non so voi lettori che cosa ne pensiate, di tutta questa triste storia.

So solo che uno stato che non garantisce la libertà di scegliere, non è uno stato di diritto.
Un laico non impone ad un cattolico una scelta, che si tratti di aborto, divorzio, eutanasia o fecondazione assistita, né di vita e di morte: nessuno obbliga un cattolico a divorziare o ad abortire.
Uno stato democratico fondato su una costituzione laica dà la possibilità di scegliere, di rispondere solo alle sue leggi e alla coscienza individuale.

Altrimenti non è uno stato laico, ma un paese asservito al fondamentalismo religioso, esattamente come gli stati assolutistici islamici che critichiamo tanto.

21 commenti:

  1. Cara Geillis,
    condivido quasi totalmente il tuo pensiero, l'unica cosa che mi sento di precisare, da credente (non cattolica praticante) è che secondo me, appunto, la fede, quella vera, in questa storia mediatica non c'entra proprio niente, ne hanno fatto un mero strumento politico, concordo sulle frasi aberranti che siamo stati costretti ad ascoltare, tipo "Oh, ci si aspettava la morte dopo almeno 15 giorni!" ... è a questo punto che a me è salita alle labbra la frase che ho poi pubblicato sul mio blog a commento di tutto ...
    grazie Geillis di essere come sei e ... porta pazienza per le campane della parrocchia!!!

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  2. infatti la vera fede non c'entra nulla, sono sicura che chi ha amore e carità cristiana è stato solidale con la sofferenza dei genitori...

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  3. Non avrei saputo spiegarmi meglio. Grazie per le tue parole. che condivido in tutto e per tutto.(Esperienza diretta: ricordo mio padre negli ultimi anni di una malattia che lo ha inchiodato al letto come Cristo incapace di esprimesi ma lucidissimo nei suoi pensieri: alle volte riusciva ad urlare "lasciatemi andare"). Grazie se anche vorrai solo leggere questo messaggio. Bernadette

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  4. ciao,
    credo comunque che la vita sia proprio uno dei valori universali di cui tu hai parlato a prescindere dalla religione e per questo vada tutelata.
    Ovviamente ciò che dico è nel pieno rispetto delle tue posizioni.
    ciao a presto pat

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  5. si, sono daccordo su tutto, anche sul fatto che quella chiusura e quella crudeltà, per non dire della strumentalizzazione, non hanno niente a che fare con la fede, sono sicura che anche tanti credenti si sono sentiti offesi

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  6. Hai toccato un argomento guarda.... Credimi non sei l'unica a vergognarti dello stato italiano, ma sai che penso, son loro che devono vergognarsi.... chiesa e stato!Ma tu guarda se una persona.. o meglio se un padre non sa cosa sia meglio decidere per sua filgia.. chi meglio di lui poteva sapere il suo volere? E il modo in cui hanno "usato" questa triste vicenda per scopi personali... per cambiare una legge che sarebbe servita a tutt'altri scopi in futuro.. certo che tirare l'acqua al proprio mulino sulla pelle della famiglia Englaro mi fa veramente schifo! Io non ho più parole.. nemmeno ora la lasciano in pace, accertamenti delle cause dela morta.. ma accertamenti di cosa??!!!??? e il padre considerato un assassino?!? ma stiamo scherzando? e "quell'altro" che addirittura parlava di Eluana come una donna che poteva ancora mettere al mondo bimbi.. signur mio.. non ho parole più....

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  7. grazie a tutte voi per l'attenzione con cui leggete le mie considerazioni, che siate d'accordo o meno: in un paese civile ci dovrebbe essere un confronto altrettanto civile, e mi pare proprio che noi tutti lo siamo...siamo sicuramente migliori di chi ci governa!!

    Ho letto con piacere il tuo messaggio Bernadette, e comprendo anche il tuo dolore, ci sono passata anch'io, per fortuna non ho dovuto scegliere, la medicina è stata così progredita da salvare una situazione disperata, ma che sarebbe successo, altrimenti?

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  8. Cara Laura, condivido tutte le tue parole e potrei raccontarti tanti episodi relativi al mio essere non credente, agnostica. Come ti capisco! La vicenda di Eluana è stata tragica, in ogni senso. Si sono sentite delle volgarità assurde (l'apice l'ha raggiunto Berlusconi, dicendo che Eluana poteva avere figli e che il padre voleva solo liberarsi da un peso). Hanno strumentalizzato una vicenda delicata e dolorosa, per i loro interessi politici, chi ha un pizzico di bontà capirà la tragedia di quel padre. Forse è vero le persone sono migliori dei loro governanti, spero solo che tutto il bombardamento mediatico non distrugga del tutto le coscienze.
    Grazie.
    Evelin

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  9. sai come la penso, sai quanto sono arrabbiata...sai che schifo mi fanno le ipocrisie della chiesa e dello stato in questi giorni...pr cui sai che sono d'accordo.Anche io mi sono esposta sul blog e mi ha fatto solo bene
    un abbraccio

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  10. non voglio commentare la storia di eluana perchè è triste da ogni parte si guardi, però credo che il padre aveva il diritto di chiedere allo stato a cui appartiene di far rispettare la volontà della figlia, portarla in un'altra nazione sarebbe stata una sconfitta per la nostra comunità, lo stillicidio dei politici che noi paghiamo è stato abberrante, e anche i media ci hanno sguazzato per gli indici di ascolto un abbraccio

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  11. Lo so carmen, infatti aveva ragione lui, io però tanta forza morale non l'avrei avuta, lo ammiro molto per quello che ha fatto!

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  12. cara Agave, gli atei o agnostici ormai sono tanti, e non mi pare contino granchè, purtroppo...

    @ Lorenza: so benissimo che con te sfondo una porta già aperta!
    :-))

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  13. Io sono di Udine e in questi giorni la vicenda di Eluana è stata vissuta, in questa piccolissima città, con particolare intensità. Manifestazioni, cortei, striscioni... addirittura scritte sui muri "Beppino boia"!!! Allucinante. Come se il padre di Eluana volesse la morte della figlia per liberarsi di lei e non per far cessare uno stato di NON VITA che la figlia non avrebbe mai tollerato!!! E poi non ho capito tutti i proclami per la difesa della vita... MA QUALE VITA??? Era vita quella che menava Eluana???
    Adesso è libera, è libera di volare nel cielo. Io credo in Dio, non sono atea ma mai per un istante ho pensato che la libertà di Eluana fosse da sacrificare sull'altare dell'ipocrisia!!!
    Un abbraccio
    Francesca

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  14. un abbraccio anche a te, mi confermi che i veri credenti sono altro dalle gerarchie ecclesiastiche, sanno cosa significa l'amore e il rispetto dell'altro...

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  15. Io sono cristiana cattolica praticante, ma credo fermamente in uno stato laico, uno stato che deve dare a tutti i cittadini gli strumenti per poter decidere della loro vita, nel rispetto proprio e degli altri. La vita "a tutti i costi" non è vita,e nessuno può giudicare il dolore e la sofferenza di un padre che per 17 anni è al capezzale di una figlia in stato vegetativo... ma al di là dei valori etici (che come hai detto tu non sono solo appannaggio dei credenti...anzi sono valori condivisi da ogni essere umano al di là del proprio credo religioso)questa triste storia deve farci riflettere su che tipo di politici ci stanno governando. Una delle prime cose che mi hanno insegnato alla facoltà di giurisprudenza, e che poi ho praticato nelle aule di tribunale, è che dopo la prinuncia della Cassazione (ultimo grado di giudizio nell'ordinamento italiano)una sentenza diventa definitiva, inamovibile, fa stato tra le parti e non può essere in alcun modo modificata, ma alla stessa si deve dare immediata esecuzione. Di fronte ad una sentenza divenuta irrevocabile il nostro presidente del consiglio (scritto volutamente con la lettera minuscola)pensa bene di promulgare una legge che annulli tutto quanto la Corte di Cassazione e la Corte Costituzionale hanno stabilito....possiamo dirci un paese democratico?ci riteniamo uno stato moderno e laico??direi proprio di no!!!!

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  16. Valori etici appannaggio dei credenti (meglio se cattolici praticanti)? Ma quando mai!!!
    Nella mia vita ne ho conosciute tante di persone, di tante religioni diverse, di tante culture lontanissime tra loro... ma le persone spiritualmente più mature, più avanti, le ho incontrate non tra i cattolici e nemmeno tra i credenti... Sembra un paradosso ma è così!
    Un abbraccio
    Francesca

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  17. Le tue parole mi confortano, Romy, sul serio! Meno male che anche un cattolico si indigna per gli stessi motivi...

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  18. Francesca, mi spiace dirlo, ma non ho mai visto tanta poca carità cristiana come nell'ambiente cattolico che ho frequentato...neanche uno straccio di tolleranza verso idee diverse, figuriamoci il rispetto!
    Non ho avuto, almeno negli ultimi anni di frequentazione di questi luoghi, una bella esperienza, ma non voglio raccontarlo pubblicamente, non mi sembra il caso...

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  19. Questa triste storia è stata molto strumentalizzata e l'ipocrisia è il male più difficile da debellare.

    Ciao Geillis, grazie anche per il bellissimo racconto sulla tua bisnonna, è stupendo! E le cartoline poi...

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  20. Condivido su tutta la linea, a chi parla dell'Italia come di uno stato laico, come minimo dovrebbe crescergli il naso come a Pinocchio. Dire che siamo il fanalino di coda dell'Europa non è affatto un luogo comune :-(

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  21. Di laico non c'è rimasto niente, come vorrei emigrare in spagna...

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Pellegrino che ti aggiri per queste lande incantate, mi farebbe piacere una traccia del tuo passaggio...

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