I miei viandanti

domenica 25 aprile 2010

Passeggiate romane sotto il caldo sole di primavera



L'altro giorno sono andata a Villa Torlonia, sotto un sole caldo, quasi estivo.

Questa è stata la settimana della Cultura, ogni anno ne approfitto per visitare qualcosa (anche se ci vado comunque, anche in altri periodi, ovviamente): tre anni fa la Galleria d'Arte Moderna, due anni fa i Capitolini, l'anno scorso Palazzo Altemps, quest'anno ero indecisa fra i Mercati Traianei e Villa Torlonia.

E' una bella iniziativa, pare solo che tutti si decidano ad inondare questi posti quando l'entrata è gratuita, e non in altri tempi, per cui è difficile trovare un museo, in questi giorni, che non sia zeppo di visitatori dell'ultima ora, vocianti e ingombranti.
A me, invece, piace visitare luoghi e musei in silenzio, possibilmente con poca gente, in un atmosfera rilassata, sognante, come a voler assorbire ogni frammento di ricordo e memoria di cui è intriso il luogo, cosa assolutamente impossibile in mezzo a folle chiassose.



La bella villa Torlonia, che si stende fuori Porta Pia, un tempo in piena campagna e ora trafficatissima Via Nomentana, è stata restaurata in tempi recenti, restauro ancora incompleto, ci sono altri edifici presenti nel parco ancora oggetto di lavori ma intanto, almeno in parte, è stata restituita al pubblico in tutto il suo splendore.
Dopo anni di abbandono, infatti, si è finalmente deciso di recuperare la preziosa villa ottocentesca, proprietà dei principi Torlonia, e poi dimora di Mussolini, dal 1925 agli anni Quaranta.

Questa villa fu meta di una bigiata (come dice la mia amica Tea, una delle sopravvissute a quella gita) in terza liceo: la mattina, invece di andare a scuola, in quattro ( se non vado errata, c'era Tea, Pina e Corradino Gabriele) prendemmo svariati autobus, un vero viaggio, e arrivammo in questi posti a noi sconosciuti, lontani dai quartieri che frequentavamo abitualmente, per lo più in centro.
Ovviamente, una volta usciti da lì, abbiamo provveduto a prendere l'autobus nella direzione sbagliata, capitando in luoghi veramente mai visti prima.

All'epoca e stiamo parlando della fine degli anni 80, la villa era in totale abbandono: il giardino lasciato inselvatichire, la Casina Nobile fatiscente, le grandi vetrate rotte, gli edifici minori inaccessibili, completamente avvolti dai rovi e da reti di protezione, insomma, una vera desolazione.

Ci sembrava veramente di essere dall'altra parte del mondo: le nostre cognizioni della città erano piuttosto ristrette, abitando tutti quanti al centro: in realtà è solo negli ultimi anni che la città si è talmente ingrandita,al punto che ora anche quei quartieri, allora periferici, possono essere considerati quasi centrali.
Comunque, andando con l'autobus nella direzione sbagliata, passammo su un ponte, e qualcuno di noi chiese che fiume fosse: ad alta voce, come fosse ovvio, risposi un po' scioccamente che era il Tevere, senza dubbio, al che una signora, un pizzico acida, rispose che invece era l'Aniene, tra le nostri grandi risate, forse un po' imbarazzate, vista l'abissale ignoranza dimostrata: mai saputo, fino ad allora, che a Roma ci passasse un altro fiume che non fosse il Tevere, pensate un po'...

Di solito, quando si marinano le lezioni, si fa qualcosa di proibito, assolutamente divertente ma siccome noi siamo sempre stati un po', come dire, poco furbi (per non dire fessacchiotti), quelle poche volte che succedeva al massimo andavamo in biblioteca a studiare oppure, come in questo caso, a fare una passeggiata in un parco. Sono sicura che mia madre leggerà il racconto di questa marachella mai raccontata, ma sono passati all'incirca 23 anni, questo piccolo peccatuccio dovrebbe ormai essere caduto in prescrizione, almeno spero.

Mi immagino cosa possa combinare un adolescente di oggi (avevamo già 19 anni, insomma, mica proprio ragazzini), e allora mi sembra che la nostra generazione fosse di una ingenuità e innocenza veramente impossibili da trovare adesso, e forse non è che le cose siano migliorate, anzi.
Sono sicura che ci divertivamo più noi, con le nostre avventure innocue, che questi ragazzi sempre insoddisfatti e alla ricerca di emozioni forti.

Sto lavorando alle fotografie, che vi illustrerò quanto prima, per condividere con voi le bellezze nascoste di questa città (sì, lo so, l'ho detto anche per la Centrale Montemartini, ma le cose si accumulano e il tempo è sempre poco, per fare un lavoro piacevole e accurato).


Che c'entra questo con la Ciambella di Nocciole?

Assolutamente nulla, ma è uno degli ultimi dolci con la frutta secca che sicuramente farò quest'anno e allora ve lo posto adesso oppure mai più, visto che nocciole, mandorle e noci sono più indicate nei dolci invernali, ed ora sembra proprio che il caldo e il sole cominceranno ad allietare le nostre giornate, e allora via con dolci leggeri e freschi, fragole, coloratissima frutta di stagione!

La ricetta l'ho assemblata ad occhio, perchè avevo un pacchetto di nocciole che non sapevo come utilizzare, ed è venuta buonissima: soffice, delicata, con un sapore veramente particolare! Come al solito, non ho usato burro, ma ricotta ed olio, che rendono la torta morbida e allo stesso tempo meno grassa.


Ciambelle alle Nocciole e Gocce di cioccolata
(teglia a ciambella svasata, altrimenti teglia a ciambella da 24 centimetri)

150 grammi nocciole frullate
125 grammi ricotta
2 uova grosse
200 grammi farina
130 grammi zucchero
Mezzo bicchiere olio
4 cucchiai latte
1 bustina lievito vanigliato

Gocce di cioccolato fondente

Frullare le nocciole (con tutta la pellicina) nel frullatore con un cucchiaio di zucchero preso dal totale.

Frullare con la frusta elettrica le uova intere col resto dello zucchero, aggiungere la ricotta ben scolata, l'olio, il latte.
Cominciare ad aggiungere la farina mescolata al lievito.

In ultimo, unire la polvere di nocciole e il cioccolato a gocce (o a scaglie).

Versare nello stampo a ciambella imburrato ed infarinato.

Infornare nel forno già caldo a 180 gradi, sul secondo ripiano dal basso, per 40 minuti.

10 commenti:

  1. che bei posti Laura e sai che sono sicura pure io che ci divertivamo di più? magari e solo l'occhio della maturità a farci dire queste cose.... :-))) bella e rustica questa ciambella adoro le torte con la frutta secca! baci e buona settimana! Ely

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  2. Buonissima questa ciambella alla nocciola....io le adoro.

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  3. Si, credo che il reato sia ormai prescritto!!! Puoi stare tranquilla!
    Per quanto riguarda la torta... te la rubo senz'altro. Mi piacciono tantissimo le ciambelle e le torte secche e le nocciole... ne mangerei a pacchi!!!
    Un abbraccio
    Francesca

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  4. Very nice, enjoyable to read.

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  5. Che bella gita per oggi...grazie! posti splendidi e ricchi di storia! ed un dolce proprio goloso!!
    un bacione

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  6. la torta è splendida e mi ritrovo nel tuo racconto e di come noi generazione anni 80 eravamo mooooooooolto piu bambinoni io a 13 anni compravo le figurine di candy candy e lady oscar adesso a 13 comprano le canne quindi pensa te!!!!bacioni imma

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  7. ..e sì...marinare un giorno di scuola aveva un chè di romantico, pensa che io lo facevo con...il permesso dei miei( a proposito di fessacchiotti!!!) una volta , mi ricordo andammo allo zoo, pensa te!!! e poi tutta Villa Borghese by feet, bei tempi! sicuramente ci si divertiva con molto meno di adesso, un po' di musica da trasportare , una trasgressiva sigaretta e tante risate. mi pento solo della sigaretta,allora faceva tanto "adulto" ma era proprio sciocco, per il resto eravamo proprio semplici.
    ciambellone goloso con queste aggiunte, buono!
    ciao Reby

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  8. il ciambellone alle nocciole!!:)buonissimo!!:)te la devo proprio rubare questa ricettina:)

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  9. Questa sì che è vita: il sole di primavera, le passeggiate culturali... e il ciambellone, naturalmente!

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  10. Ma come fai!!!!!! io di quella giornata avevo dimenticato tutto. Comunque che tempi ma soprattutto quanta ignoranza! E pensare che ora sappiamo anche che a Roma scorre pure l'Almone.
    Baci Pina

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Pellegrino che ti aggiri per queste lande incantate, mi farebbe piacere una traccia del tuo passaggio...

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