I miei viandanti

sabato 20 febbraio 2010

Ancora di Viaggi e Dolci



Le fasi più critiche dei preparativi del viaggio sono state superate brillantemente: prenotazione volo e albergo, dopo di ciò posso dire di essere decisamente a buon punto. Mi manca solo di procurarmi una buona cartina della città, tracciare gli itinerari sulla Guida del Touring (è la migliore, non c’è storia), informarmi sugli spostamenti da e per l’aereoporto, ed aspettare fino a maggio, che forse è la cosa più difficile.

Io adoro il treno, per la sua tranquillità, per il fatto di essere comodo da prendere, per il biglietto che di solito non presenta grandi problemi, se fatto con molto anticipo: si arriva comodamente alla stazione, ci si accomoda nel proprio posto, con un buon libro nello zaino, l’mp3 con musica affascinante, un buono spuntino per la cena, magari un dolcetto, e ci si lascia cullare fino a destinazione, osservando trasognati il paesaggio che sfreccia veloce,tra campi, boschi, paesi, casette linde con giardini e piccole stazioni.

Di solito, di prima mattina, mentre mangio qualcosa di dolce per colazione e cerco di assumere un aspetto presentabile dopo una notte insonne (mai dormito in treno, tranne durante l’Interrail della Scandinavia: ma in quel caso eravamo talmente tanto stanche, con una media di viaggi notturni in treno da stramazzare chiunque, che riuscivamo a dormire come ciocchi nelle posizioni più improbabili), si cominciano a vedere graziosi paesini in mezzo a viottoli di campagna, casette con i grigi tetti di ardesia, campanili che svettano in mezzo a paesaggi verdi e boscosi, e allora capisco di essere quasi arrivata, la bella Parigi non è lontana!

Mi è capitato spesso di incontrare persone piacevolissime con cui chiacchierare amabilmente: il primo anno che sono andata a Parigi sono capitata con due ragazze, di qualche anno più giovani di me.
Una quasi laureanda era andata a fare un corso di francese della durata di un mese, si era talmente innamorata della città che aveva deciso di fermarsi altri tre mesi, per cui era tornata a casa a prendere altri vestiti. Era riuscita a trovare una sistemazione come ragazza alla pari presso una famiglia, la mattina avrebbe proseguito i corsi di lingua e il pomeriggio avrebbe lavorato con i due figli della coppia.

L’altra ragazza era della provincia francese, ma studiava alla Sorbona, e stava tornando da Roma, dove in tre mesi aveva imparato benissimo l’italiano, appena velato da una graziosa erre moscia. Mentre io le parlavo del mio amore viscerale per la Francia, invidiando il suo appartamentino da studentessa nella caratteristica Rue Moffetard, nel Quartiere Latino, non lontano dal Pantheon, lei invece mi raccontava delle passeggiate in bicicletta la domenica sull’Appia Antica, dei musei che aveva visto, delle bontà che aveva mangiato, e allora ho capito quanta fascinazione questa città abbia per i giovani stranieri, che sicuramente la apprezzano e la conoscono meglio di tanti romani che ci sono nati.
Aveva riportato con sé una busta piena di specialità italiane da far assaggiare alla sua famiglia, e si capiva benissimo che, se avesse potuto, avrebbe preso il primo treno per tornare indietro.

L’aereo è più veloce, ma più ansiogeno: gli aeroporti di solito sono lontani dalla città e un po’ fuori mano, il viaggio rapido ma poco poetico, sali in un freddo aeroporto e scendi direttamente in un altro paese, senza aver gustato l’attesa, senza averne assaggiato le periferie e i paesaggi che scivolano lontani, mutano di tono e di colore, si fanno stranieri, nuovi e sconosciuti.

E poi, alla faccia di quelli che sostengono che ormai conviene andare in aereo perché è più economico, ho davvero stentato a trovare un volo a prezzo accettabile e che non partisse ad orari impossibili.

Certo, ci sono le compagnie Low cost, ma provate voi ad arrivare col trasporto pubblico ad un piccolo aeroporto fuori mano e non collegato al meglio, a tarda sera, oppure prima dell’alba!
Ho dovuto escludere per questo motivo tutte le compagnie minori, ripiegando sull’Iberia, anche perché Siviglia non è una tratta con molte possibilità, i voli sono pochi e quasi tutti non diretti, con scalo a Madrid.
Ed in agenzia ho scoperto che, è vero, ci sono dei voli che costano sui 110 euro (a tratta) ma sono per l’appunto ad orari scomodi, e non si può scegliere l’orario di tutti e due, ma ci sono dei pacchetti Andata e Ritorno con combinazioni obbligate: per cui, l’alternativa era arrivare a tarda sera a Siviglia (arrivare di sera, da sola, in una città mai vista, senza nessun autobus per arrivare in centro) e tornare comodamente, oppure andare comodamente e partire da Siviglia alle 7 del mattino, il che significa arrivare in aeroporto alle cinque, cioè alzarsi alle quattro di notte e pagare un costoso taxi per arrivarci.

Scorporare le due tratte, partendo ad orari decenti sia all’andata che al ritorno, è impossibile, a meno di non prendere due voli separati, col risultato che il prezzo finale supera i 500 euro…no dico, ma siamo impazziti? Con la stessa cifra ci arrivo a New York, altro che Siviglia…stavo quasi per ripiegare su una città meno difficoltosa da raggiungere, quando alla fine siamo riusciti a trovare una offerta decente, con partenze dignitose, ad una cifra abbordabile!

Per quanto riguarda l’albergo, lavoro appunto in una catena alberghiera spagnola, per cui trovarlo non è stato difficile, è un quattro stelle a pochi minuti di cammino dal centro ( per una volta, invece che lavorare dietro le quinte, mi godrò tutte le delizie di un albergo di lusso).


Nel frattempo, visto che maggio è ancora lontano, anzi, vedendo il cielo cupo e il clima rigido e piovoso di questo periodo sembra quasi un miraggio, riscaldiamoci con un delizioso Plumcake con farina integrale, zucchero di canna, ricotta, banane e pinoli. Ero partita da una ricetta di un libro, poi ho alterato tutto, facendo di testa mia.
Il risultato è stato insolito ma ottimo, morbidissimo, il sapore delle banane che si mescola benissimo allo zucchero di canna e al sapore particolare della farina integrale.



Plumcake Integrale con Ricotta, Banane e Pinoli

stampo da Plumcake da 30 centimetri:

300 grammi farina integrale
175 grammi zucchero di canna
1 uovo intero
3 cucchiai succo limone
Mezzo bicchiere di latte
Mezzo bicchiere di olio
200 grammi di ricotta
2 banane mature
40 grammi pinoli
1 cucchiaino di lievito per dolci
1 cucchiaio di Strega (facoltativo)

Frullate l’uovo con la frusta elettrica assieme allo zucchero, aggiungendo il limone, il liquore, olio e latte, la ricotta ben scolata, montando bene il composto.

A questo punto mescolare la farina e il lievito, ed aggiungere all'impasto.

Mescolare le banane schiacciate o fatte a tocchetti, quindi versare nello stampo imburrato ed infarinato, e cospargere di pinoli.

Infornare nel forno già caldo a 180 gradi sul secondo ripiano dal basso, per un’ora.

Togliere dallo stampo una volta freddo, cospargere di zucchero a velo.

17 commenti:

  1. laura i tuoi post sono sempre affascinanti e mi ci perdo sempre!!!questo plumcake è semplicemente divino!!baci imma
    p.s. sai quel'è il mio sogno?andare in treno a Parigi!!!!

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  2. ma dai!!! Io ci sono andata cinque volte, di cui quattro in treno, conosco bene la tratta, è bellissimo arrivarci così
    :-)

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  3. Viaggiare è un godimento impareggiabile, ognuno ha il suo modo, ognuno ha le sue riflessioni ed i propri gusti ma per tutti il viaggio è la scoperta, l'attesa, la meraviglia... Io adoro viaggiare. In treno è stupendo, come dici tu, con i panorami che ti accompagnano pigramente e la reale sensazione di attraversare non soltanto i luoghi ma il tempo stesso, andando incontro ad un altrove tutto da vedere... L'aereo ha in se il fascino del volo, l'idea di essere tra le nuvole e già questo rende affascinante ciò che seguirà del vero viaggio intrapreso... Insomma sia come sia la meraviglia è proprio "viaggiare"!
    Tu racconti molto bene e leggerti è davvero un grande piacere.
    Il tuo plumcake poi è delizioso e sembra profumato e odoroso, mi piace anche quello... che aggiungere, un post proprio interessante. Brava.
    Deborah

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  4. Un altro dei tuoi viaggi, meravigliosamente raccontati! E Siviglia (è lì che vai no?) ti merita!

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  5. Fantastico! Il viaggio in treno ha quel qualcosa di speciale,di unico!Tempo fa viaggiavo spesso in treno e che nostalgia mi è venuta...il post è meraviglioso proprio come il tuo cake!UN ABBRACCIO cara

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  6. @ Marianna: a me piace molto il treno, vedremo come andrà il viaggio solitario in aereo

    @ Mario: spero che Siviglia sia del tuo stesso avviso, e mi accolga a braccia aperte
    :-)

    @ Deborah: sono affezionata al treno e a Parigi, ma assolutamente aperta a nuove possibilità, non vedo l'ora di partire

    Sì Federica, un plumcake leggermente diverso dai soliti!

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  7. Innanzitutto complimenti per questo plumcake..si vede già dalla fotto la morbidezza data dalla ricotta, poi bellissima l'idea dei pinoli con la bananana. Anche il pandolce di sotto mi piace molto. Adoro i dolci di questa tipologia e cioè non troppo dolci. Per quanto riguarda il mio kugelhupf, non so che dirti. Il mio è venuto molto soffice, un pò mi ricorda il babà come consistenza, ma senza bagnarlo ovviamente. Vedi se ti trovi bene con la mia ricetta e mi fai sapere..

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  8. Ciao! Eh con le banane ci prendi proprio per la gola! soffice e delicato, ma rustico allo stesso tempo!
    baci baci

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  9. Io adoro viaggiare in generale, e quasi sempre mi capita di viaggiare in macchina, arrivando anche molto lontano! Una volta abbiamo fatto addirittura il giro dell'Europa, arrivando fino ad Helsinki, tornando indietro per Tallinn, Riga ecc.. Troppo bello!
    Ma amo gli aerei in una maniera quasi morbosa, adoro l'atmosfera dell'aeroporto, dell'attesa, del decollo... Lo farei tutte le settimane se potessi. E nell'attesa del prossimo volo mangerei una fettina del tuo cake!
    Un bacione

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  10. @ Rossa: devo prendere un po' del tuo entusiasmo per l'aereo, per ora mi sento solo ansiosa per dover viaggiare da sola fino in Andalusia!

    @ Manuela e Silvia: sì, farina integrale e banane sono un connubio particolare, rustico ma veramente azzeccato
    :-)

    @ Sciopina: allora ci riproverò, probabilmente ho scelto una ricetta balorda
    :-(

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  11. Gli ingredienti di questa ricetta mi piacciono tutti! Chissà che buono il risultato, gnam gnam!

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  12. Io mi chiedo: Come si fa a tenere a freno la fame di dolci seguendo blog golosi come questo?? Qualcuno può spiegarmelo?:-)

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  13. Ciao il tuo plumcake è davvero ottimo!!! Sento già il profumo, ed anche l'estetica è perfetta...sono davvero affascinata!!! un bacione Luciana

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  14. i tuoi dolci belli e buoni come sempre.
    prima di fare viaggi in aereo faccio sempre prevenzione...omeopatica, la mia dottoressa mi ha dato dei granuli da prendere prima e durante il viaggio, sarà l'impressione , ma sto leggermente meglio in aereo , sembro un agnello portato al macello, però il mio cuore batte normale e non mi prende più il panico nero. questa estate passata, visita della Cina, mi sono beccata 11 ore di andata e 13 di ritorno , senza contare i vari voli di trasferimanto ! però ne è valsa la pena.
    ciao Reby

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  15. che buono questo plumcake, mi sembra di sentirne il profumino! anche io sogno di tornare a Parigi!

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  16. @ Laura: anch'io, ma quest'anno ho deciso di volare più lontano
    :-)

    @ Rebecca: non mi preoccupa il volo in sè stesso, solo la trafila del viaggio, metro, treni etc...fino in Andalusia, ma ce la farò

    @ Luciana: sono contenta che tu sia affascinata, che bello!

    @ Mammachefatica: infatti siamo tutte a dieta e tutte non ce la facciamo a non cucinare dolci e prelibatezza, è così!!

    @ Ivy: mi incuriosiva l'abbinamento tra la farina integrale e le banane, devo dire che mi è piaciuto molto

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Pellegrino che ti aggiri per queste lande incantate, mi farebbe piacere una traccia del tuo passaggio...

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