I miei viandanti

giovedì 10 dicembre 2009

Aspra e dolce come una mela



Sono giorni che non rispondo al telefono, e possibilmente non apro neanche la porta quando suona il campanello: sto diventando veramente intollerante, perchè negli ultimi tempi si è scatenata una vera tempesta di telefonate pubblicitarie, molte più del solito. Gestori telefonici, dell'elettricità, scuole di informatica, di inglese, agenzie di viaggi, Finanziarie, Prestiti, Agenzie immobiliari, formaggi, vini, olio e oggi pure i tappeti persiani.

Fino a poco tempo fa, notevolmente irritata, partivo con la filippica della legge sulla Privacy, chiedendo se avevano il mio consenso e pretendendo di essere tolta dai loro elenchi. Ovviamente, ero io dalla parte della ragione, anche se ci provano sempre a rigirarsi la frittata a loro favore.
Ricordo una telefonista che, alla mia richiesta di essere radiata dai loro elenchi (era la settima telefonata della stessa finanziaria) mi ha risposto candida che telefonava da un'agenzia diversa, chissà da quali altre mi avevano chiamata prima, per cui mi avevano tolto dagli elenchi di quelle, mica della sua: al che io risposi, piuttosto inviperita, che allora mi potevano chiamare tutte le agenzie della penisola, tanto erano una diversa dall'altra...e i computer in rete, allora, che ci stanno a fare??

Un altro episodio inquietante fu quello di una finanziaria con cui avevamo appena finito di comprare un divano, che per una settimana mi ha martellato di telefonate sia sul fisso che sul cellulare, causandomi anche problemi sul lavoro: la settima telefonata della settimana ho cominciato ad inveire contro l'operatrice, minacciando di denunciarla se non la smetteva di perseguitarmi!

Il massimo lo raggiunse un ragazzo di una nota compagnia telefonica, che cercava di convincermi a staccarmi dal mio, per non pagare il canone. Al mio rifiuto, cortese, ma deciso, mi chiese: ma ci allora tiene proprio continuare a pagare il canone?
Sì, voglio pagare il canone.
Beh, allora vaff... fu la gentile risposta dell'operatore, e mi riattaccò.

Per un periodo, sembrava essersi tranquillizzata, la situazione.




Tranne, ovviamente, i venditori di Folletto che passano sempre all'ora di pranzo, i ragazzi del giornale di ultrasinistra (però a quelli, qualche volta, apro) e il prete della parrocchia, detto anche San Martino Campanaro (a lui proprio no, mi sta antipatico per principio, visto quanto rompe con le sue scampanate selvagge) che viene a benedire casa, e vari ed eventuali.
Gli unici che non passano da questa parti sono i Testimoni di Geova, non so perchè. Mi è bastato comunque un pezzo che mi sono fatta con un ragazzo che voleva propinarmi uno dei loro opuscoli: io sono gentile per principio con tutti, ma quando mi ha detto, con tono derisorio, "Ma lei ancora crede alla Teoria evoluzionistica? Ma non lo sa che le teorie scientifiche evoluzionistiche si sono rivelate errate?", a me, che ho studiato Paleontologia ed Evoluzione umana all'Università, beh, non ci ho visto più, e siamo arrivati quasi a tirarci i capelli in mezzo alla strada.


E invece, da poco, ecco di nuovo il telefono che squilla all'impazzata, soprattutto a pranzo, a cena, e addirittura dove le nove e trenta di sera.
La colpa, tanto per cambiare, è una delle ultime leggi che hanno approvato: il decreto Legge Ronchi, con cui si istituisce un registro pubblico, a cui devono iscriversi gli utenti che non vogliono ricevere telefonate a scopi pubblicitari.

Tale iscrizione dovrà essere effettuata (a carico del cittadino, ovviamente) entro il prossimo anno (con modalità e tempi ancora tutti da formulare, per cui...), lasciando nel frattempo il povero utente in balìa di scocciatori che sono stati autorizzati a massacrarlo senza alcuna possibilità di difesa.

Ovviamente questo è un regalo alle aziende, mentre a rimetterci sono, come sempre, i poveri cittadini, considerati alla stregua di rape da cui cavare sangue, in questo caso contratti, magari estorti con l'inganno, e anche qui ci sarebbe da aprire una lunga digressione sui metodi truffaldini di parecchie aziende.

Va beh, scusate la filippica polemica e lamentosa, ma essere barricata in casa e dover filtrare le telefonate con la segreteria, per non rispondere in continuazione a informazioni pubblicitarie mi sta veramente snervando, praticamente non si è padroni neanche in casa propria.

P.s. Ecco, nell'esatto momento in cui sto scrivendo questa riga ho appena risposto all'ennesima telefonata, nel caso specifico un disco preregistrato della Wind a cui ho attaccato dopo un nanosecondo.






Per consolarci di questo tormento, adesso vi presento una marmellata speciale: speciale per due motivi, il primo è che le belle mele renette di queste fotografie sono frutto del lavoro di mio padre.
Mele biologiche al cento per cento, coltivate e colte con amore, e si sente, altrochè! Io non amo le renette in maniera particolare, adoro invece le Stark o le Deliciuos, quelle rosse e dolci, insomma, mentre mio marito adora proprio le renette, verdognole e asprigne.
Però, queste erano veramente buonissime, un sapore diverso da quelle del mercato...solo che ne sono arrivate tante, tutte insieme, che a mangiarle non ce l'avremmo fatta.

E allora ho unito le mele renette a pinoli e uvetta, sperimentando una marmellata diversa dalle solite: il risultato è stato incredibile, più che una marmellata sembra una composta, il sapore è proprio quello di mela, non di marmellata, e l'asprignolo della renetta e del limone è la nota perfetta, che si sposa benissimo col dolce dell'uvetta e dei pinoli. Viene anche abbastanza soda, perchè la mela contiene pectina.
La replicherò senz'altro, purtroppo non con le mele di papà, perchè sono già finite...sarà per il prossimo raccolto!




Marmellata di mele renette, uvetta e pinoli

Per due barattoli da mezzo chilo e uno da 250 grammi:

1 Kg di mele al netto
500 grammi di zucchero
succo di due limoni
50 grammi pinoli
100 grammi di uvetta

Mettere a mollo l'uvetta per una mezz'ora, quindi strizzarla.

Tagliare le mele a pezzetti, metterle in casseruola con lo zucchero e il limone, e far cuocere per due ore circa.
Poco prima di spegnere, unire uvetta e pinoli.

Invasare in vasetti sterilizzati, capolvolgere per una mezz'ora, quindi girare e far freddare.

4 commenti:

  1. Io questa marmellata te la copio!Adoro le mele...le renette le trovo perfette abbinate all'uvetta e ai pinoli!!! Per un periodo hanno tempestato di telefonate anche casa mia...fortuna che adesso hanno capito che è tutto tempo perso...però che...che... beh ci siamo capite cosa... quel ragazzo della nota compagnia telefonica!UN ABBRACCIO

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  2. Ancora a me non arrivano tutte queste telefonate e spero vivamente che non comincino mai! In compenso la tua marmellata con annessi e connessi mi piace molto!

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  3. All'ennesima telefonata di VOdafon ho sbraitato e sbraitato e sbraitato. Per una settimana mi hanno lasciata in pace.
    Poi hanno ricominciato.
    Si può definire stalking pubblicitario??
    La marmellata che suggerisci è golosissima.. poi a me piace moltissimo il connubbio pinoli e uvetta!

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  4. Questa marmellata "strudel" sembra eccezionale!!!
    Anche qui telefonano spesso a casa per offrire di tutto, ma tutto sommato non tanto come dici tu. Forse a Roma sono più accaniti!!!
    L'altro giorno hanno cercato di propinarmi dell'Olio Extra Vergine di Oliva e io a spiegare che l'olio lo prendo da mio suocero, che lo fa lui con le sue olive... Ma ne fa abbastanza? Mi chiedevano. Le basta? Ma se ti dico di SI, non insistere!!!
    A volte sono davvero irritanti!!!
    Un abbraccio
    Francesca

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Pellegrino che ti aggiri per queste lande incantate, mi farebbe piacere una traccia del tuo passaggio...

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