I miei viandanti
venerdì 10 luglio 2009
Preparativi per le vacanze
Avete comincianciato a pensare ai bagagli, ad organizzare i dettagli, a fare la lista delle cose da mettere in valigia?
Lo ammetto, sono una di quelli che compila liste, abbinamenti, si organizza le giornate in vista della partenza, compra guide e progetta itinerari: è un modo di pregustarsi la vacanza, di assaporarla in anticipo.
La nostra partenza il 26 di luglio per quel del Trentino, anche se per pochi giorni, comporta comunque uno spostamento consistente, nell'ordine, di: bagagli ( in montagna non si può lesinare, meglio un maglione in più che in meno, tanto comunque si va in macchina); gatti con gabbietta personale e buste di scatolame e croccantini da sfamare un reggimento: staranno via un mese, piccolini, e allora si fa un approvvigionamento consono, a loro e in parte anche ai gatti ospitanti, i quali saranno sicuramente contentissimi, come ogni anno, di veder arrivare i loro cuginetti romani ad invadere il territorio. Per tutti loro sarà sicuramente una vacanza mooolto avventurosa e assai poco rilassante.
Quest'anno, poi, avendo curato in maniera particolare i miei davanzali, ho deciso che non posso lasciar morire miseramente le mie verbene e le mie piantine, come gli altri anni: per quanto ci si attrezzi, il sole impietoso del giorno me ne farebbe ritrovare solo gli scheletri rattrappiti, così anche loro partiranno per il fresco.
Insomma, alla fine la nostra macchinetti assomiglierà a quella della famiglia Brambilla in vacanza.
A questo proposito, la mia famiglia non è certo nuova a questo tipo di imprese, abbiamo fatto ben di peggio. Quand'ero piccola, avevamo una piccola 126, prima color verde oliva, poi una color arancione.
Con questo trabiccolo di latta siamo andati in vacanza, era il 1977, fin nella lontana Tarquinia o almeno, a noi ci parve lontanissima, visto che ci mettemmo qualche ora prima di arrivare, stremati, nella nota località balneare.
Siccome dovevamo stare via due mesi, avevamo caricato la Carolina (la 126) fino all'inverosimile: l'addetto allo stivaggio era mio padre il quale, con qualche ora di accorti incastri -bisognava alzarsi all'alba per questo - riusciva a stipare l'angusto abitacolo fino all'ultimo millimetro.
Mi ricordo benissimo di essere stata infilata a forza, tra un bagaglio e l'altro, in uno spazietto minuscolo sul sedile posteriore, con i pacchi anche sotto i piedi, dietro la testa e sulle gambe, e accanto alla gabbia dei bengalini cinguettanti che, ovviamente, portavamo con noi.
Mamma ancora si ricorda che, a forza di infilare roba dappertutto, papà le aveva lasciato a malapena lo spazio per i pedali (ha sempre guidato lei).
Ma il capolavoro veniva raggiunto con il portapacchi sopra il tetto della macchina: tra valigie e altri ammenicoli tutti legati da un intrico di elastici e corde, la piccola 126 era diventata più alta che lunga, rischiando di caracollare e finire fuori strada ad ogni curva e ad ogni alito di vento.
Mi spiace di non avere fotografie di quelle partenze, potevamo finire nel guinnes dei Primati...
Questo periodo, l'ho già detto, sono in un periodo un po' irrisolto, di transizione: oscillo tra progetti e pigrizia, ci sono dei giorni in cui giro, vedo, faccio, incontro gente, e altri in cui galleggio in una pigrizia sognante, incerta sul da farsi.
Così anche in cucina: certi giorni cucino, impasto e spadello a tutto spiano, altri vivrei di pane e latte, al minimo della sopravvivenza.
Però, qualche biscottino mi diverto ad infornarlo, nonostante la temperatura non invogli proprio ma, insomma, ancora si resiste.
In realtà, nelle loro intenzioni, questi sarebbero dovuti essere degli scones: li avevo visto sul blog del Cavoletto, e mi avevano tentato parecchio solo che, per non scopiazzare pedissequamente, avevo trovato una ricetta simile su questo sito.
Una volta preparati tutti gli ingredienti, forno già acceso, burro morbido e spianatoia pronta, mi sono resa conto con mio sommo raccapriccio che, di tutti i barattoli di farina che riempiono la mia credenza (di mais, di semola di grano duro, 0 normale, Manitoba, semolino etc…), l’unica che mi mancava era proprio la normalissima 00.
Allora ho fatto un pastrocchio dei miei, assemblando la farina di mais Fioretto (quella a grana grossa) con la Manitoba, sperando che venisse fuori qualche di almeno commestibile.
Sicuramente non hanno molto degli scones anche perché, forse, dovevo stender l’impasto ancora più alto: sono cresciuti ma non molto, probabilmente anche perché la farina di mais cresce poco, e la Manitoba è più indicata per il lievito di birra.
Comunque, alla fine, si sono fatti mangiare: sono dei dolcetti morbidi, friabili, non troppo dolci, ottimi soprattutto per colazione nel caffellatte, magari con della marmellata fatta in casa.
E allora, per una teglia grossa:
100 grammi farina di mais fioretto (oppure fumetto)
30 grammi farina 00
120 grammi farina Manitoba
50 grammi di zucchero
50 grammi di burro
125 grammi uvetta
Una presa di sale
Una bustina di lievito
2/3 bicchiere di latte
Poco latte e zucchero a velo
Mescolare, in una ciotola capiente, le farine, il lievito, lo zucchero e il sale.
Cominciare ad intridere il burro morbido, con una forchetta, quindi aggiungere il latte, fino a formare un impasto molliccio.
Aggiungere l‘uvetta, quindi versare sulla spianatoia infarinata (forse dovete aggiungere un po’ di farina, in maniera da avere una pasta non troppo appiccicosa, ma comunque morbida).
Stendere in uno strato alto circa 3 centimetri e cominciare a tagliare i biscotti con una formina piccola, tonda (io ho usato un piccolo bicchiere da liquore, perché una forma semplicemente tonda non ce l’ho, e quelle tipo stella, petalo, quadrifoglio o cuore non vanno bene, la pasta è troppo molle).
Mettere i biscotti sulla teglia coperta di carta forno, facendo attenzione a non metterli troppo vicini perché ricrescono. Spennellarli con un goccio di latte e spolverarli di zucchero a velo.
Nel forno caldo a 200 gradi, terzo ripiano dal basso, con una leccarda al piano di sotto, per circa 20 minuti.
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Ah sì anch'io potrei raccontare di partenze e di faticosi arrivi. Quando ero bambino (cioè molti anni, ma molti prima di te) partivo con i miei per la montagna o il mare con la FIAT topolino giardinetta!! Allora abitavo a casale monferrato che, oggi (con le autostrade), è a un tiro di schioppo sia dalla liguria che dalle val d'aosta. E allora invece era un "vero" viaggio, in montagna ci si arrivava stremati con l'acqua bollente che schizzava dal radiatore della topolino!
RispondiEliminaSono completamente daccordo sulla compilazione delle liste, sulle guide da sfogliare in anticipo!...lo faccio ogni volta anch'io!
RispondiEliminaMi hai fatto tornare in mente i traumatici viaggi (solo perchè mio padre alla guida va a passo d'uomo e quindi duravano ore e ore)delle vacanze trascorse anni fà con i miei genitori a Fiuggi! Stavamo fuori solo 15 giorni, ma si facevano valigie strapiene,proprio come se dovessimo stare via un anno!...Adesso mi fa tanto sorridere!!!...
Devo dire che i tuoi "pastrocchi" sono sempre ottimi....guarda che spettacolo è venuto fuori!!!
Ciao un abbraccione!
Anche noi siamo quasi in partenza e come sempre la Trotta verrà con noi a fare le veci della suocera!!!
RispondiEliminaLe partenze con i miei erano terrificanti. Si partiva per l'alto adige (ai tempi vivevo a milano) con una 600 prima ed una A112 poi... il solito porta pacchi sul tetto stracolmo e le partenze intelligenti a notte fonda... e tutti bloccati in una fila chilometrica (tutte partenze intelligenti!) al casello di Agrate davanti allo stabilimento della Star (un puzzo incredibile di dadi marci.... memore di quel ricodo i dadi stra non sono mai entrati a casa mia!!!!)
Bhè non sarano gli scones canonici ma sono moooltoo invitanti e garbini anche i tuoi! Buona serata Laura
ricetta deliziosa...e io...mi sono fermata a farmi un bel discorso...qui si è tutt'altro che programmatori...soprattutto se si alla spalle un intenso periodo...arriviamo sempre all'ultimo con i bagagli e di corsa....aiutoooooooooooo
RispondiEliminaanche io compilo liste e devo avere tutto sotto controllo... noi da buoni sardi d'estate non ci muoviamo da qui.. non so se partiremo per 3 giorni per vedere Parigi d'estate...ma nulla è sicuro.... ma tanto con tutto il mare che cè qui...
RispondiEliminala 126 che nostalgia ci andavamo al mare quando ero piccola mio nonno l'aveva bianca..
Magari saperlo, quando e per dove si parte ( e se si parte!) E' praticamente impossibile pianificare qualcosa co la mia dolce metà, quindi da qui a Ferragosto rimango in attesa..
RispondiEliminaMa per quanto riguarda le partenze dell'infanzia.. oddio, che ricordi!.. Le valigie morbide, di stoffa, le corse dietro il treno, le bustine con le zuppette liofilizzate.. ( noi da Mosca partivamo sempre per la Crimea, per i mese!)
Un bacio e buoni preparativi!
Anche io facevo le vacanze portando in auto canarino, tartaruga e le piante a cui eravamo più affezionati...
RispondiEliminaper quest'anno salto la fase della preparazione delle valigie...sig sig...ma posso sicuramente preparare questi deliziosi scones......baci
RispondiEliminaLa topolino no, quella manca!! Però, quelli sì che erano viaggi avventurosi, che nostalgia...
RispondiElimina@ Marianna: Fiuggi non è lontana da dove stanno i miei, pensa!
Allora ciao, Laura, e divertiti, io appena posso farò lo steso!
@ Lo: guarda, prima ero anch'io così, zaino in spalla, treno e avventura...purtroppo quando si è più adulti è diverso, si comincia ad essere più comodi, più pigri...però un altro viaggetto avventuroso, eccome se mi piacerebbe!
RispondiElimina@ Calendula: e dove altro vuoi andare la Sardegna è stupenda!! Ricordo un viaggio bellissimo a Villasimius, che splendore...
@ Rossa: beh, certo che dovevano essere viaggi particolari! Io, quando ho girato la Russia in treno, per tre settimane, con lo zaino, ne ho viste di cose particolari, strane e affascinanti...
RispondiElimina@ Agave: io pure avevo la tartaruga...a casa nostra c'è sempre stato una specie di zoo!!
@ Elena: ma tu ci sei già in vacanza! Palermo deve essere stupenda
a me manca ancora un po',ma da inizio agosto doppia meta,londra e dublino!!!
RispondiEliminale sogbo di notte ormai ;)
Io partirò il 12 agosto... quindi ne avrò ancora per un pò.... Se penso alle valigie... già mi prende a male.. ahaha non so mai cosa infilarci dentro.. ed alla fine mi porto sempre una marea di roba inutile che mai metterò... Ma non si possono mettere direttamente 4 ruote sotto la propria casa e trasportarla?? hihihihhihihi Complimenti per questi biscottini.... bacioni.. :-) buon inizio settimana...
RispondiEliminaCara Geillis, anch'io oltre a Tabatughina mi porto le piantine in vacanza perchè temo di non ritrovarle integre al mio ritorno, anche se alcune le lascerò in balcone provviste di bottiglie forate che, mi auguro, faranno il loro sporco lavoro...
RispondiEliminaBuona preparazione!
Mano a mano che i bambini stanno crescendo, viaggiamo sempre più leggeri. Ho abbracciato lo stile "mamma scandinava" (si viaggia solo con l'essenziale) e la cosa mi sta dando delle discrete soddisfazioni... ;-)
RispondiEliminacomunque diciamocelo: una volta si faceva presto a stipare un'utilitaria (tu 126, io 600...), adesso in autostrada capita di superare automobili di notevolissime dimensione letteralmente sovraccariche... ma di che cosa, mi domando io???
Complimenti per le foto degli scones, sono fantastiche (e pure la ricetta)!
@ Elisabetta: fai bene, le mamme scandinave sono più pragmatiche e meno ansiose di quelle italiane, approvo in pieno!!
RispondiElimina@ Morrigan: sono più le volte che le ho trovate secche, che quelle in cui la vecchia bottiglia ha funzionato, e allora...
@ Claudia: io rientro quando tu parti...
:-(
@ Mirtilla: bel viaggio!!