Mi sono ricordata di avere ancora uno degli articoli pubblicati sul Blog di Cucina, qualche anno fa, e mai pubblicato sul mio: l'avevo tenuto da parte perché parlava di un argomento perfetto per l'autunno, l'uva.
In questo caso, abbinavo un sapore della mia infanzia, il passato di uva moscato, con un film che a me piacque molto, non tanto per la qualità artistica della pellicola, quanto per la presenza di uno dei miei attori preferiti, Russell Crowe. D'accordo, i tempi d'oro del Gladiatore sono ormai lontani, l'attore si è notevolmente invecchiato e imbolsito, però conserva ancora un certo fascino, non vi pare?
E allora, tuffiamoci nei ricordi...
"Questa è una rubrica che vuole parlare di tante cose, a seconda dell’estro del momento, capitombolo subito su una commediola senza pretese, uscita un paio di anni fa, di discreto ma non eclatante successo di pubblico, assolutamente snobbata dalla critica colta.
Altrettanto ovviamente incontra e si scontra con una bella francesina proprietaria di un bistrot, una di quelle brunette longilinee, di quell’eleganza semplice ma raffinata che contraddistingue tutte le francesi, una insomma che vorresti strozzarla all’istante ed affogarla in una botte di costosissimo Beaujolais d’annata. Una di quelle che riesce ad essere charmante anche dopo una giornata di lavoro a servire haute cuisine nel suo bistrot: vi immaginate di incontrare voi Russell Crowe, mentre portate a spasso il cane in tuta e scarpe da ginnastica, oppure mentre rientrate dal supermercato cariche di buste della spesa?
Vi ho recensito questa commediola senza pretese perché tutta quella bella uva dorata si è associata nella mia mente ad una delizia che mi preparava mia madre quando ero piccola (quando cioè esistevano pochi tipi di succo di frutta): non un vino, ovviamente, ma un succo di uva, un nettare ambrato dolcissimo. Lei me lo faceva di moscato, che è l’uva migliore per farlo: io ho cercato in questi giorni al mio mercato questo tipo di uva (c’era fino all’altro giorno, giuro) e non ne ho trovato traccia.
Lavare bene l’uva. Sgranare gli acini e porre il passaverdura su una capace ciotola, quindi passarli accuratamente (la procedura è un po’ lunghetta). Se il liquido si presentasse con delle impurità, eventualmente filtrarlo con un colino.
E allora, perché parlarne? Il motivo è presto detto, ed è molto pratico: si tratta anche in questo caso di un viaggio nella memoria, la mia. Il periodo dell’uva sta per finire e, siccome la ricettina della mia infanzia che vi voglio proporre è a base di uva, o lo postavo subito o mai più.
Devo ammettere a malincuore di non essere una grande intenditrice di vini: a me basta un bicchiere di frizzantino dolce per essere contenta, lo apprezzo come il latte di mandorla, il succo di amarena o un bicchiere di Coca Cola (so di scrivere delle eresie, pardonnez-moi)
Il filmetto di cui parlo è Un’ottima Annata, di Ridley Scott, il regista di quell’altro capolavoro de Il Gladiatore, pessimo film dal punto di vista storico (ma gli americani, con tutti i badget favolosi di cui dispongono, non potrebbero avvalersi di qualche serio studioso o di un archeologo?), ma notevole per diversi motivi: io l’ho visto almeno cinque volte, sicuramente immaginate il perché. ;)
Anche questa commedia me la sono rivista un paio di volte, e non per l'intelligenza della trama. Innanzi tutto è ambientata in una parte di Francia meravigliosa, la Provenza, regione che adoro, con le sue ville antiche, i campi di lavanda e i suoi immensi vigneti, ettari di colline baciate dal sole, colme di enormi grappoli dorati, terra di piatti semplici ma raffinati e, ovviamente di vini speciali.
Il secondo e valido motivo è il bel nerboruto e un po’ rozzo Russell Crowe, col suo fascino ruvido da stalliere (vi è mai capitato di immaginarvelo nei panni di Mellors, il guardiacaccia di Lady Chatterly? A me sì.)
Breve riassunto della trama: l’inglese Max Skinner è un uomo di affari cinico e senza scrupoli, tutto immerso in operazioni di Borsa al limite del legale. Vive nella grigia e uggiosa Londra, in un appartamento di design modernissimo, e praticamente è immerso tutto il giorno in uffici freddi e asettici, circondato da persone ciniche e senza cuore come lui.
Un giorno riceve in eredità da un vecchio zio una bella tenuta in Provenza (no dico, ma piove sempre sul bagnato?): ovviamente l’affarista senza scrupoli decide subito di vendere tutto, villa e vigne compresi, incurante della bellezza e di tutte le persone che ci abitano e ci lavorano da una vita.
Solo che, tornato dopo tanti anni nel luogo dove ha trascorso l’infanzia, con una serie di flashback comincia a ricordare il profondo legame con lo zio e con la proprietà.
Altrettanto ovviamente incontra e si scontra con una bella francesina proprietaria di un bistrot, una di quelle brunette longilinee, di quell’eleganza semplice ma raffinata che contraddistingue tutte le francesi, una insomma che vorresti strozzarla all’istante ed affogarla in una botte di costosissimo Beaujolais d’annata. Una di quelle che riesce ad essere charmante anche dopo una giornata di lavoro a servire haute cuisine nel suo bistrot: vi immaginate di incontrare voi Russell Crowe, mentre portate a spasso il cane in tuta e scarpe da ginnastica, oppure mentre rientrate dal supermercato cariche di buste della spesa?
Tra un bicchiere di vino pregiato e un piatto di deliziosi manicaretti provenzali, il fascinoso Max cambierà idea, decidendo di tenersi le vigne, il vino e pure la francesina, con l’inevitabile happy end.
Perché vederlo, allora? Va beh, oltre a Russell Crowe, l’atmosfera del film in generale è piuttosto gradevole, i colori dorati della fotografia fanno tanto Provenza e fa venire voglia di capire la differenza tra un vino prezioso e un vinaccio di supermercato, sempre che il vostro palato sia così raffinato da riconoscerla.
Vi ho recensito questa commediola senza pretese perché tutta quella bella uva dorata si è associata nella mia mente ad una delizia che mi preparava mia madre quando ero piccola (quando cioè esistevano pochi tipi di succo di frutta): non un vino, ovviamente, ma un succo di uva, un nettare ambrato dolcissimo. Lei me lo faceva di moscato, che è l’uva migliore per farlo: io ho cercato in questi giorni al mio mercato questo tipo di uva (c’era fino all’altro giorno, giuro) e non ne ho trovato traccia.
Ho ripiegato allora su una bella Regina di Bari, colorita e matura, a chicco piccolo. Si tratta di una bevanda che non ha bisogno di essere dolcificata, si conserva in frigorifero parecchi giorni ed è una fonte naturale di sali minerali e vitamine, un ottimo ricostituente (la prova è che mi ha ricostituita anche troppo, ne sto ancora smaltendo gli effetti).
La ricetta è presto fatta: bisogna solo munirsi di pazienza e di passaverdure.
Lavare bene l’uva. Sgranare gli acini e porre il passaverdura su una capace ciotola, quindi passarli accuratamente (la procedura è un po’ lunghetta). Se il liquido si presentasse con delle impurità, eventualmente filtrarlo con un colino.
Lo so che è una ricetta talmente stupida da non meritare un post tutto suo, ma vi assicuro che ritrovare quel sapore dopo tanti anni è stato un vero Viaggio nel Tempo e nella Memoria...
Mi ha sempre incuriosita questo film ma chissà perché poi non sono mai riuscita a vederlo! Mi hai convinta a non rimandare + ^_^
RispondiEliminaGrazie x le tue condivisioni!
Buon inizio settimana cara <3
la zia Consu
diciamo che c'è una buonissima ragione per non rimandare ;)
EliminaH adorato questo film....non so perche',in fin dei conti non e' che sia una pellicola da oscar......ma ogni volta che la danno la riguarderei!!!!!Ha tutto un non so che di magico....
RispondiEliminaè vero, e poi l'ambientazione è decisamente spettacolare, che panorami...
EliminaCiao Laura, ricordo questo film, l'ho visto in tv un po' di tempo fa...a me era piaciuto molto per l'ambientazione..la storia la ricordo poco ( anche perché spesso mentre guardo la tv lavoro a maglia o cucino per il giorno dopo! ) L'uva moscato è dolcissima e profumata e anche a me ricorda l'infanzia e le gite in campagna con i miei genitori..che bei tempi!!
RispondiEliminaBuona settimana
Carmen
diciamo che la storia forse è secondaria, rispetto all'ambientazione e all'attore ;)
Eliminanettare d'uva? che bontà!!! il film però non lo conosco :(
RispondiEliminaper una serata senza pensieri va benissimo, soprattutto se ti piace Russell e la Provenza
EliminaChe bel colore e che voglia di bere quel bicchiere!
RispondiEliminaciao ..buona settimana!
infatti il colore è davvero bellissimo!
Eliminavorrei poter assaporare questo nettare!
RispondiEliminabaci
Alice
è facilissimo da fare, e davvero buono, si conserva in frigo come un succo di frutta
EliminaIl film lo vidi anche io quando uscì e ricordo che mi era piaciuto. Certo, nulla di eccezionale, però è stato molto piacevole.
RispondiEliminaPer quanto riguarda la "ricetta"... che dire... quelle semplici sono le mie preferite!!!
Un abbraccio
Francesca
infatti è un film senza tanto impegno, però non so perché mi è rimasto nel cuore, forse per la Provenza, che io adoro
Eliminaconosco il film, con i suoi colori, le sue atmosfere affascinanti e , con questa ricetta, per niente stupida, mi hai fatto tornare in mente un dolce ricordo....era la bevanda di cui mio padre era ghiottissimo.....grazie!!!
RispondiEliminainfatti è una bevanda che si faceva tanti anni fa, quando esistevano pochi succhi di frutta, si facevano in casa!
EliminaIo amo i vini, i vigneti, la Provenza e ho visto questo film :-). E' sicuramente senza pretese ma è un'occasione per sognare una casa in quella bellissima regione. E' dannatamente vero che piove sempre sul bagnato...:-). Baci, cara
RispondiEliminaeh già!!!
EliminaHo rivisto "Un'ottima annata" proprio qualche settimana fa, è un film piacevole, una commedia scacciapensieri carina e ben confezionata, con una ambientazione da favola!
RispondiEliminaMi sembra di capire che anche tu sei un'esperta di vini come me... va benissimo il succo d'uva!!
p.s. Però... Russel Crowe nei panni di Mellors, niente male..
vero? ;)
EliminaSucco d'uva... perfetto per una merenda, ma secondo me non è niente male anche per un happy hour!
RispondiEliminaIl film all'epoca mi sembrò delizioso, atmosfera calda e dolce. Come un succo d'uva.
infatti quando ho visto il film mi era venuto subito in mente il ricordo del sapore del moscato!
EliminaCiao! Passa dal mio blog c'è un premio per te!
RispondiEliminaarrivo!!!
EliminaQuesto post mi ha fatto ripensare alla mia passione per la Provenza, una delle mie tante passioni! Un'estate passerò un'intera vacanza in mezzo alla lavanda, lo so! E non vedo l'ora!
RispondiEliminapiacerebbe anche a me!!
Eliminala provenza...il mio rifugio dell'estate!
RispondiEliminaappena posso scappo nel louberon, dove appunto è stato girato il film!
paradiso!
Invidia!!!!
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