I miei viandanti

mercoledì 27 aprile 2011

Passeggiate romane: la romantica Villa Torlonia


Ed eccoci in visita ad un’altra bella villa romana, la romantica Villa Torlonia. Di questa gita vi ho ho già parlato precedentemente, raccontandovi un aneddoto risalente ai miei anni di liceo che non starò qui a ripetervi, ma che ancora mi fa sorridere ogni volta che ci penso e che per me è rimasto legato a questi viali ombrosi.


Questa volta ci sono andata da sola,  in uno splendido giorno di aprile, un giorno caldo, insolitamente primaverile: sono scesa con l’autobus a Porta Pia, proprio davanti al varco, la famosa breccia attraverso cui le truppe garibaldine entrarono a Roma nel 1870, infrangendo l’ ultimo baluardo del ultramillenario regno papale.


Questa amena gita mi ha riservato, sulle prime battute, un piccolo episodio tra il comico e il tragico: proprio al centro della piazza, ad imperitura memoria, si erge la sagoma aitante di un giovane bersagliere e proprio qui, passando sotto la statua, il mio occhio fotografico ho colto il riflesso della statua che si specchiava romanticamente nei vetri del cancello dell’edificio di fronte il quale, per caso, era il ministero di qualcosa, sotto cui stazionava una macchina della Polizia con due agenti visibilmente annoiati.


Come un sol uomo, ho tirato fuori la macchina fotografica per immortalare l’inquadratura, e in tre secondi mi sono piombati addosso gli agenti, intimandomi di deporre immediatamente la pericolosa arma: per un attimo ho pensato di trovarmi in una scena alla NCIS, mi sono vista in ginocchio con le mani sulla testa faccia al muro e la mia povera Nikon sequestrata per furto di informazioni riservate.
Lo sanno tutti che non bisogna fotografare porti, aeroporti, stazioni e ministeri (con tutte le fotografie che ho fatto su navi, aerei e treni dovrebbero rinchiudermi in galera per il resto della vita), ma ho cercato di spiegare ai due minacciosi agenti che non ero una pericolosa terrorista a caccia di informazioni logistiche su come far saltare il ministero, ma solo una innocua turista, un’anima poetica e artistica che aveva colto il riflesso della statua nel vetro. Mi hanno scrutato dubbiosi, incerti se sequestrarmi la scheda o sbattermi direttamente in gattabuia, poi hanno deciso di lasciarmi andare, intimandomi di non combinare altri guai.

Ringraziandoli doverosamente per la loro misericordia, ho proseguito lungo la via Nomentana, fino ai cancelli della villa, con la macchina fotografica intatta e l’ego un tantino strapazzato. La foto del riflesso ancora ce l’ho, ma non ve la metto per non rischiare la chiusura di questo blog, non sia mai dovessero accusarmi di spionaggio internazionale.

Villa Torlonia fa parte della categoria di quelle ville suburbane che hanno da sempre costellato il panorama di Roma: si trattava di residenze sfarzose, spesso in mezzo a parchi e giardini, una moda che comincia fin dall’epoca romana, per fiorire soprattutto dal Cinquecento in poi.

Molte ne sono arrivate fino a noi, anche se con gli immensi terreni praticamente decimati (Villa Borghese, Villa Pamphilj, Villa Ada, Villa Sciarra, la Farnesina), altre sono scomparse nei frenetici decenni della fine dell’Ottocento, quando l’assetto urbanistico della città venne praticamente sconquassato dalle grandi lottizzazioni (Villa Montalto Peretti, ad esempio, di cui non rimane più nulla, tranne alcuni pezzi delle decorazioni, come la fontana del Prigione, sulla trasteverina via Goffredo Mameli).

Nel caso di Villa Torlonia si tratta di una proprietà fuori dalle mura, lungo il corso della via Nomentana, ora inserita appieno nel tessuto urbano ma che doveva essere, all’epoca dell’edificazione, in mezzo alla campagna. Tutto il quartiere adiacente, compresa la Stazione Termini, sarebbe stato costruito massicciamente solo a partire dal 1870.



Tutta la proprietà risale alla fine del XVII secolo, mal’assetto attuale della villa risale ai primissimi anni dell’Ottocento, quando il principe Torlonia la acquistò dai Colonna, e la fece completamente ricostruire dall’architetto Valadier, il famoso ideatore di Piazza del Popolo: il Casino Nobile fu progettato secondo le linee rigorose dello stile neoclassico, mentre gli altri edifici commissionati dal figlio Alessandro rispondono a quel gusto romantico che cominciava ad andare tanto in voga nei decenni successivi. L'elegante palazzo, in cui il Valadier incorporò l'edificio antico preesistente, si presenta con pronao ed un loggiato a colonne ioniche,su cui poggia un frontone decorato da un bassorilievo in terracotta, come un tempio greco.
La facciata sul retro, invece, che si specchia su una vasca d'acqua, presenta una vetrata che corre lungo tutto il piano terra, di cui poi ammireremo la bellezza una volta all'interno.



Incuneati tra la vegetazione del grande giardino, di cui oggi rimane solo una piccola parte dell'estensione originale, vennero costruiti dei piccoli gioielli architettonici di gusto eclettico, dei divertissements, potremmo definirli, come la Casina delle Civette, il Casino dei Principi, la Torre Moresca, la Capanna Svizzera, che decorano i viali assieme a fontane, vasche, obelischi, il tutto mescolando allegramente elementi medievali, greci, moreschi, egizi e romani.

In questo post vi illustrerò l'edificio principale, mentre nel prossimo vi mostrerò la deliziosa Casina delle Civette, ora adibita a Museo della Vetrata Artistica, di cui vi anticipo l'eclettico esterno.


Il parco è stato aperto al pubblico dal 1978, mentre la villa e i vari casini rimasero in abbandono per decenni, forse funestati dalla sinistra fama dell’ultimo occupante, Mussolini, che qui abitò dal 1925 al 1943. Ancora alla fine degli anni Ottanta, a cui risale l'episodio di cui vi parlavo, l’edificio principale era in completa rovina, con le vetrate del retro in frantumi e il giardino in condizioni di degrado.
Negli ultimi anni si è cominciato un attento recupero sia del giardino che dei vari edifici: l’ultima riapertura, recentissima, riguarda il Casino dei Principi, ora adibito a Galleria arte romana dell’Ottocento.

Una volta oltrepassato l'Ingresso, eccoci nell'elegante Vestibolo con soffitto decorato a stucco, pavimento marmo bianco e nero, pareti che imitano il marmo color corallo, e statue provenienti dalla Collezione Torlonia: una Amazzone di marmo, replica settecentesca di una amazzone di epoca romana (detta capitolina) copia di un originale bronzeo del V secolo a.C., ad opera di Cavaceppi; una replica settecentesca di un fauno del II secolo d.C., replica di originale ellenistico, sempre ad opera del Cavaceppi.



Un piccolo ambiente utilizzato come Bagno (averlo, un bagno così): una stanza scandita da colonne su poggiano le volte a botte, mentre le pareti sono affrescate a grottesche rosse e riquadri ad opera di Pietro Paoletti (tra cui spicca una Leda col Cigno, e un olio su muro della Galatea, di ispirazione raffaellesca, sul modello dell'affresco della Farnesina)




Nella stanza cosiddetta " a Berceau" (dall'affresco a pergolato che la decora) si trovano tre preziosi bassorilievi in gesso del Canova, gli unici rimasti dei dieci che, originariamente, decoravano la fastosa sala da Ballo, subito accanto. Si tratta di episodi tratti dall'Iliade: la Morte di Priamo,ad opera di Pirro, il figlio di Achille, e della aggraziata Danza dei Feaci, figli di Alcinoo.




Ed eccoci nella fastosa Sala da ballo, un tempo Salle à mangèr, progettata dal Valadier e poi proseguita dal Caretti, un ambiente lumonisissimo, con soffitto sontuosamente affrescato con raffigurazioni di Amore, ed imponenti lampadari di cristallo. L’ambiente è ripartito in tre ambienti da due architravi, sostenuti da colonne scanalate in marmo di Carrara. Il pavimento originale, a mosaico, fu asportato alla fine dell’Ottocento e sostituito dall’attuale,una grata in marmi policromi.






La Camera di Psiche si affaccia sulla sala: qui spicca nel buio Diana cacciatrice , forse ad opera di un allievo di Thorvaldsen, metà del XIX secolo, stile neoclassico ma di iconografia insolita per la veste e la pettinatura.


Nell’orchestra di destra una preziosa Afrodite del I secolo d.C, forse un assemblaggio di due statue diverse, e comunque restaurata pesantemente dal Cavaceppi.



Ed ora siamo sul Portico con affaccio sul retro, un ambiente affascinante in cui le ampie vetrate creano giochi di luce sul pavimento di marmo a rombi. Anche la volta a botte, decorata con una specie di graticcio in rilievo, sottolinea la sensazione di spazio aperto, quasi fosse un loggiato in comunicazione diretta col giardino.




Ora saliamo al piano superiore, passando per una anticamera dal delicato color celeste polvere.



la Sala di Bacco, di forma poligonale polilobata, con pavimento ornato da un mosaico centrale raffigurante Ercole contornato da marmi policromi, pareti decorate a grottesche con scene mitologiche, ad opera del Caretti e del pittore Francesco Podesti, tra cui un bellissimo riquadro notturno con cane, rischiarato solo dalle fiamme del braciere e dalla luce argentea della luna.




Sala di Alessandro, dall'insolita forma ovale, un tempo utilizzata come sala da pranzo: commissionata da Alessandro Torlonia, ha un pavimento a mosaico del tipo etrusco, il soffitto affrescato con storie del condottiero omonimo del principe, nicchie con statue delle Muse e di Apollo, mentre l’elegantissimo fregio a bassorilievo che corre tutto intorno alla parete curvilinea è del famoso scultore Thorvaldsen, molto attivo a Roma in quegli anni.







Ecco la Sala Egizia, con le storie di Antonio e Cleopatra a decorare le pareti, ad opera di Luigi Fioroni:  una moda molto in voga in quegli anni in qui l'Egittologia faceva passi da gigante, soprattutto dopo le campagne in Egitto di Napoleone e la decifrazione dei geroglifici ad opera di Champollion.



Ed ecco l'ultimo ambiente del Casino, la fastosa Camera da letto: i mobili sono quelli originali, andati dispersi dopo il 1943; vennero riconosciuti alla fine degli anni Novanta grazie a fotografie d’epoca, e rimessi in loco in occasione del restauro del palazzo: si tratta della camera da letto dell’ultimo Giovanni Torlonia, utilizzata poi per un ventennio anche da Mussolini. Sono pezzi risalenti agli inizi del Novecento, una pesante riproduzione dello stile barocco genovese, con testiera e pediera ornate da colonne a tortiglione e decorazioni a volute, davvero pesanti per il gusto moderno ma molto di moda nel secolo scorso.


L'insolito affresco del soffitto simula dei panneggi di stoffa dai riflessi argentei, drappeggiati su su una impalcatura di  legno dorato ad imitazione di baldacchino, con due riquadri, la Toletta di venere e questa Psiche portata dai Venti.


La prima parte della nostra gita è terminata, la prossima volta vi mostrerò le belle vetrate esposte alla Casina delle Civette.

Per chi volesse approfondire:

Musei di Villa Torlonia

14 commenti:

  1. bellissime foto, i movimenti artistici dell'800 sono veramente curiosi, mentre imperversava da un lato l'impressionismo ( in italia i macchiaioli Fattori e similari) dall'altro i movimenti neoclassici tipo jaques luois david... con riferimenti storici al periodo imperiale dell'antica Roma, personalmente prefersico i movimenti impressionisti e trovo i neoclassici un po' pomposi però non sono male....gli affreschi del periodo

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  2. Caspita che disavventura, io me la sarei fatta sotto!! Meno male che ti hanno lasciato la fotocamera!!!! Bellissime foto, Roma è davvero meravigliosa... un abbraccio

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  3. Davvero romantica e meravigliosa... è stupendo visitare questi luoghi permeati d'arte, in cui sia l'edificio che le opere all'interno sono dei veri capolavori!

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  4. Semplicemente meravigliosa!
    Per non parlare de tuoi scatti.
    Anche come una guida sei molto preparata, grazie carissima Geillis!

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  5. che villa splendida è e le foto che ci hai regalato lo dimostrano

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  6. Come al solito, un grande commento e bellissime foto. Terrò presente per la prossima visita a Roma. Ormai, grazie al tuo blog, ho un ricco repertorio di visite romane.

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  7. Ma che belle foto! Sono stata a villa torlonia in gita scolastica ma abbiamo visitato il museo per ragazzi, una bellissima esperienza...

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  8. Mi unisco al coro di complimenti per le tue fotografie, sono il giusto mix fra tecnica e passione, mi piace l'uso che fai della luce, devo assolutamente studiarmi le tue lezioni di fotografia, chissà che non riesca a "rubarti" qualche segreto...
    Ciao!

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  9. Non sai che risate mi sono fatta leggendoti, la scena dei poliziotti è bellissima, ma immagino che spavento avrai provato.
    Le foto sono come sempre bellissime!

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  10. bellissimo post, belle foto e prosa sempre accattivante, bravissima, solo cerca di stare più attenta o ti potresti trovare nel bel mezzo di un intrigo internazionale con tanto di cia, kgb e chi più ne ha più ne metta.
    un abbraccio
    ciao Reby

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  11. Villa Torlonia non me la ricordavo così bella, forse sono le tue foto. Mi ricordo che al piano superiore c'è un interessante mini-museo dei pittori della scuola romana. Sarà, forse, fra gli oggetti del prossimo post? Ciao e grazie!

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  12. Ciao,
    sono Lorenzo e ti scrivo perché mi è piaciuto il tuo modo di descrivere la villa.
    Per vincere un master sul turismo, ho creato uno spot promozionale su Villa Torlonia. Si chiama Villa torlonia 2.0.
    Lo puoi vedere su http://www.youtube.com/user/TheUetItalia
    Potresti postarlo sul tu blog?
    In cambio potrei sponsorizzare il tuo blog mentre promuovo il mio video.

    Questo video deve essere visualizzato su :
    Pagina Fan UET Italia: https://www.facebook.com/UetItalia
    Pagina Fan Master THWM : https://www.facebook.com/MasterWebMarketingTuristico.THWM
    Canale YouTube UET Italia: http://www.youtube.com/user/TheUetItalia

    Potresti aiutarmi per questo contest?
    Grazie mille

    Lorenzo

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    Grazie mille

    Lorenzo

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  14. @Korakos: ho condiviso il tuo video su Fb, va bene lo stesso?

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Pellegrino che ti aggiri per queste lande incantate, mi farebbe piacere una traccia del tuo passaggio...

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