I miei viandanti

domenica 23 gennaio 2011

Archeologia Classica e Archeologia Industriale: la Centrale Montemartini


Ci sono, a Roma, musei famosissimi, pieni zeppi di meraviglie e di turisti. Poi ci sono gli altri, i musei più piccoli, meno conosciuti, magari situati in zone fuori dalle rotte turistiche, oppure nascosti dentro palazzi antichi, che ci passi davanti e non immagini neanche quali capolavori ci sono dentro, come Palazzo Altemps.

La Centrale Montemartini appartiene appunto al primo tipo: situata lungo la via Ostiense, proprio di fronte agli ex Mercati Generali, è uno di quei posti davvero affascinanti, e sconosciuti ai più.



A Roma solo negli ultimi decenni si è provveduto ad allargare l’offerta museale, peraltro già immensa ma secondo me poco valorizzata: abbiamo le collezioni più vaste al mondo (forse solo la Francia ci batte), su un palcoscenico davvero unico, che mostra con nonchalance duemilacinquecento anni di arte e architettura come nessun’altra città al mondo è in grado di offrire, eppure abbiamo i magazzini pieni di oggetti mai esposti, di quadri mai usciti dall’oscurità. Per fortuna, anche Roma sta cominciando ad utilizzare spazi altri, luoghi abbandonati del suo passato prossimo, per far ammirare ai visitatori pezzi della sua storia.
La Centrale Montemartini è uno di quei piccoli gioielli poco conosciuti ma che varrebbe davvero la pena di visitare, una vecchia centrale termoelettrica che fa da sfondo ad una preziosa statuaria romana proveniente dai Musei Capitolini. Avevo intravisto questo museo nelle prime scene del bellissimo film di Ozpetek “Le Fate Ignoranti”, uno dei film che preferisco in assoluto, tutto ambientato nelle strade intorno al Gazometro, e mi ero ripromessa di andarci. Da allora, ci sono tornata almeno un paio di volte, l’ultima armata di macchina fotografica e assolutamente decisa a condividere con voi la bellezza di questo piccolo museo.


Il nostro viaggio si articolerà in tre riprese: oltre a questo primo assaggio, la prossima volta approfondiremo la sala Centrale delle Caldaie, e in ultimo quella delle Macchine. Ho avuto la fortuna di visitarlo in un giorno davvero tranquillo, in cui se non ero l’unica visitatrice, poco ci mancava, e questo mi ha permesso di scattare dettagli e prospettive senza alcuna interferenza.


Inauguratail 30 giugno del 1912, la Centrale venne costruita in un quartiere di Roma, quello Ostiense, appena fuori dalle mura Aureliane , subito


 fuori la porta San Paolo e adiacente alla famosa Piramide Cestia, monumento funebre inserito nello splendido Cimitero Inglese, di cui vi ho ampiamente disquisito.


Un’area rimasta relativamente poco urbanizzata fino all’Ottocento, che vide la creazione nel giro di pochi decenni di un intero nuovo quartiere popolare, Testaccio, presso la sponda opposta di quello che dai tempi della Roma antica era stato il Porto di Ripa Grande (l'odierna Porta Portese, confine trasteverino verso il Tevere), in una zona denominata Emporium dove già in epoca romana vi erano imponenti magazzini per derrate alimentari (le cui destinazioni antiche rimangono nei toponimi odierni, come Piazza dell'Emporio, via Marmorata, Monte dei Cocci): da qui si diparte una delle grandi vie Consolari, la Via Ostiense, da sempre grande via di comunicazione e passaggio di merci.
Nel Corso dell’Ottocento l’area limitrofa a Testaccio vide il sorgere di fabbriche, industrie e stabilimenti come il Mattatoio e gli stabilimenti della MiraLanza, anche grazie all’abbondanza di spazio e di acqua fornita dal vicino Fiume. A partire dei primi del Novecento si aggiunsero i Mercati Generali (una vasta area dismessa solo negli ultimi anni) il Gazometro collegato all’azienda del Gas e, appunto, la grande Centrale Termoelettrica, destinata ad alimentare la sempre crescente richiesta di energia dell’intera città.


L’imponente Centrale fu progettata dall’ingegner Puccioni, assieme agli ingegneri Carocci e degli Abati e venne intitolata al professor Montemartini, Assessore al Tecnologico della Giunta Nathan.

Contrariamente ai metodi di produzione dell’elettricità prevalenti all’epoca, vapore alimentato dal carbone, in questa Centrale il progetto originario prevedeva, da parte delle ditte Franco Tosi e Bollinger, di mettere in opera ben sei turbine alimentate a diesel, ma l’ambizioso progetto inziale non venne mai interamente realizzato: alla sua inaugurazione era stata installata solamente una turbina a vapore. Nel corso degli anni venne ampliata e vi furono installate nuove macchine, ma fu solo nel 1935 l’installazione della centrale che venne terminata, e lavorò a pieno regime fino al 1963, quando fu completamente dismessa.


Seguirono anni di abbandono, sorte seguita anche dal Gazometro, dal Mattatoio e da altre fabbriche della zona, fino al 1995 : in seguito ad infiltrazioni in alcune sale del Campidoglio, venne allestita nelle sale della Centrale una mostra temporanea  “Le macchine e gli dei” , con statue provenienti dalle collezioni capitoline. Una volta tornate in situ, dal 2005 divenne la sede di una esposizione permanente di circa 400 statue romane, sullo sfondo dei macchinari originali restaurati, davvero un’interessate connubio tra archeologica classica ed archeologia industriale.
Tutte le statue sono ritrovamenti relativi agli scavi compiuti a Roma dopo l’Unità d’Italia (dagli Horti Sallustiani, il Tempio di Apollo Sosiano, l’Area Sacra di largo Argentina, Campidoglio), alcune mai esposte prima.

Il primo approccio al Museo è la Sala sotterranea, detta delle Colonne dove, oltre a pannelli esplicativi e fotografie d’epoca, comincia l’esposizione delle statue e di oggetti di Epoca Repubblicana fino al IV secolo avanti Cristo. Le colonne sono dei pilastri in cemento armato, che servivano a sorreggere l’enorme peso delle caldaie al piano superiore.


La prima bellissima statua è questa replica acefala dell’ Afrodite di Kallimachos risalente al V secolo a.C,  in marmo pentelico, trovata sull’Esquilino.


Nel percorso successivo troviamo questa splendida testa di Augusto, recuperato sulla Via del mare nel 1937.

Rilievo funerario dei Tre Fratelli, trovato nel 1885 a Villa Casali, risalente al I secolo a.C.



La famosa statua del Togato proveniente dalla collezione Barberini, risalente all’incirca alla metà del I secolo a.C., un classico della ritrattistica romana repubblicana: un patrizio romano (testa non pertinente alla statua, forse più antica) mostra, in ciascuna mano, il ritratto dei suoi antenati, di stile leggermente diverso l’una dall’altra, forse il padre e il nonno del togato, eseguite in decenni diversi.

Rilievo funerario con 6 personaggi del primo periodo augusteo, recuperati dall’area di Porta Flaminia nel 1887.







Ed ora, saliamo verso la Sala delle Caldaie, alla scoperta delle preziose statue qui esposte.



Il nostro viaggio per ora  si ferma qua, alla prossima puntata!


Per chi volesse approfondire:

Museo Centrale Montemartini

17 commenti:

  1. come sempre fantastico reportage, poi su roma, questa città che mi è rimasta nel cuore e che devo tornare a visitare al più presto....

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  2. Bellissimo post su un museo un po' fuori del giro turistico ma di gande impatto visivo e carico di suggestioni!
    Mi hai "rubato" l'idea e se non ti dispiace vorrei postarla sul mio blog...che ne dici?
    Un abbraccio. Silvia

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  3. come sempre un bellissimo post ...
    un saluto dai viaggiatori golosi ...

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  4. Bellissimo, cara Geillis... mi sono proprio goduta questa inaspettata visita al museo.. e aspetto con tanto piacere di leggere il seguito (che, spero, verrà presto)

    Un saluto grande
    Ziamame

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  5. Certo ziaMame, sto già scrivendo il seguito, era tutto fermo da un po', oggi mi è ripresa la voglia di tornare a scrivere, per fortuna!

    @ I Viaggiatori golosi: chi meglio di voi può apprezzarlo?

    Grazie, Susina!

    @ Pasticciona: in effetti, io ci abito da una vita e,credimi, ancora non l'ho vista tutta

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  6. @ Silvia: sono contenta che ti sia piaciuto, però tutti i blogger sono un po' gelosi del loro lavoro, preferirei che quello che scrivo e quello che fotografo rimanessero sul mio blog, per favore...ogni post è un impegno personale, fatto di passione e anche fatica, per essere condiviso da altre persone, non ti pare?

    P.s. ho notato che sul tuo post sul roseto di Roma, ci sono due foto con delle fortissime analogie con alcune del mio blog, il taglio, i dettagli, addirittura la numerazione...non ti sembra una strana coincidenza?

    http://laforestaincantata.blogspot.com/2008/05/il-roseto-comunale-di-roma.html

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  7. Bellissimo reportage, mi hai riportato indietro a 10 anni fa quando alla Centrale facemmo un evento aziendale che riscosse molto successo proprio per la particolarità della location.

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  8. Che gioia sentirti raccontare queste visite di luoghi "nascosti" ma unici! Roma dispone di un patrimonio artistico così esteso che non trova difficoltà a rivitalizare strutture che altrimenti andrebbero perdute!

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  9. Meravigliosa l'Afrodite di Kallimachos.
    Adoro i reportage sui musei e in generale i luoghi d'arte meno conosciuti delle nostre città, perché spesso racchiudono tesori preziosissimi, anche se non "celebri" come altri!

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  10. @ Ivy: anch'io adoro l'Afrodite, è davvero bellissima, ma aspetta di vedere le statue ai piani superiori, sono davvero stupende!!

    @ Mario: non sai quanto hanno aspettato queste foto di essere sistemate, tutto il post era fermo da mesi, per fortuna mi sono decisa a rimetterci mano, anche perchè non ho visto in rete un reportage completo su questo museo

    @ Laura: non sapevo venisse usato anche per questi scopi, forse non farebbe male pubblicizzarlo un po', così attirerebbe altri visitatori!

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  11. E' bello scoprire Roma attraverso i tuoi occhi. E pensare che ci sono passata davanti un milione di volte, negli anni passati, quando l'ostiense era obbligatoria per Termini, per me....
    Grazie! Mi piacerebbe scoprire Roma passeggiando con te!

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  12. Non riuscivo a postare il commento e così ti ho mandato una email.
    Scusa del "furto" fotografico ma ho già provveduto a rimuovere...

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  13. incantata dal tuo viaggio... e dalla torta qui soto... con piacere mi segno tra i tuoi fan

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  14. ...che vergogna , e ci sono nata a roma!!!!! non la conoscevo e sì che sta a un quarto d'ora da casa mia, mi riprometto di andarci grazie , sei preziosa! un abbraccio
    ciao Reby

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  15. @ Geillis ti rispondo qui. Puoi benissimo eliminare il rosmarino, il gustoi dominante rimane sempre quello del limone :)

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  16. Grazie Laura, quando li provo ti avverto!

    @ Reby: ma devi, assolutamente, soprattutto se è vicino a casa tua!

    Grazie, Fabiana, e benvenuta!

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Pellegrino che ti aggiri per queste lande incantate, mi farebbe piacere una traccia del tuo passaggio...

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