I miei viandanti

lunedì 27 aprile 2009

Riflessioni oziose di un giorno di riposo



Oggi Roma si è svegliata sotto un bel sole, un vero piacere fare colazione con la finestra aperta, l’aria dolce e il sole radente che illumina ogni cosa di una bella luce dorata.
Adoro fare colazione così, sotto la finestra, col tavolo ben apparecchiato dalla sera prima, la tovaglietta di bambù, tazza, bicchiere e tovagliolo di carta (a meno che Titti non ci salti sopra e lo faccia a brandelli durante la notte, spargendo coriandoli colorati dappertutto, non so se per divertirsi oppure presa da un attacco isterico notturno), e poi toast caldi, crema di gianduia con granella di nocciole (ogni tanto un’alternativa alla marmellata ci vuole), una bella tazza di caffellatte tiepido e un bicchiere di succo d’arancia.

Mi sono crogiolata qualche minuto, come fossi ancora in vacanza, col tutto il tempo del mondo a mia disposizione, una specie di quiete languorosa, di sospensione oziosa, corroborante, nonostante avessi intorno una cucina piccola e un po’ disordinata e Koko che miagolava petulante sulla credenza ( è convinto che ogni volta che uno mangia, debba mangiare anche lui, una cosa che si chiama pappa condivisa).

Finalmente una mattinata rilassata, dopo tre giorni di sveglia prima delle sei: io odio alzarmi presto, anche se non sono una vera dormigliona: però mi piace poltrire, rigirarmi sotto le coperte, procrastinando ogni cinque minuti il momento di mettere i piedi a terra, ed iniziare una nuova giornata.

Stamattina ho faticosamente aperto gli occhi alle otto e mezza passate, un sonno pesante e pieno di sogni confusi, alcuni assolutamente irrazionali, altri un po’ meno illogici, ma tutti piuttosto farraginosi. E’ la testa che, invece di lasciare la stanchezza e lo stress fuori dalla porta di casa, continua a macinare pensieri e nervosismo, a rimestare nel torbido.




Il primo giorno di riposo, dopo i miei tre turni di lavoro settimanali, è sempre il peggiore, quello in cui sai che dovresti fare tante cose, che hai vergognosamente trascurato di fare nei giorni precedenti, i piatti che si accumulano nel lavello, la pila di panni sporchi che cresce inesorabile nel cestello della biancheria, il frigorifero e la dispensa che cominciano a mostrare segni di desolazione.
Eppure il corpo, e la testa, sembrano in stand by, come in aspettativa: una certa pesantezza delle membra, una fiacchezza dell’anima che ti costringe a rallentare il ritmo della quotidianità, è come avere le pile scariche, bisogna darsi il tempo di ricaricarle, di accumulare energia nuova.

Sono riuscita a fare un po’ di cose, ma niente di quello che avevo progettato (tipo ripulire la cantina o cose altrettanto impegnative); più tardi sono uscita per fare un giretto al mercato, quello del quartiere: mi piace girellare indolentemente tra le bancarelle, anche se spesso non devo comprare niente.
Adoro curiosare tra i banchi pieni di vestiti, biancheria, oggetti per la casa, bigiotteria e cianfrusaglie varie, da pochi soldi; e poi i banchi abituali di frutta e verdura, quello che vende frutta esotica, dieci tipi di olive, frutta secca e primizie fuori stagione; la grassa e bionda signora napoletana che ha verdure di prima scelta, già capate, il minestrone fatto da lei, una latta aperta con le alici sott’olio e vende il radicchio e i frutti di bosco a prezzi da gioielleria; il brunetto che dispone tutta la sua mercanzia come fosse una merce preziosa: i carciofi in una pila circolare, quasi artistica, pomodori rossi e succosi composti in cumuli aggraziati, grossi mazzi di broccoletti acconciati come fossero bouquet di fiori preziosi, e infila gerbère e margherite sulle cataste ordinate della verdura, come una serra o una vetrina di un negozio.

Poi, nel primo pomeriggio, ha cominciato ad alzarsi un vento caldo, soffocante, un turbinìo cattivo, rabbioso, che sferza furiosamente gli alberi e schiaffeggia violento i panni stesi fuori: qualsiasi velleità di uscire che avevo, mi è passata al primo gocciolare dal cielo minaccioso. Sembra che questo grigiore non debba finire mai, ogni speranza di primavera pare un’illusione…

Non mi era mai capitato di essere così influenzata dal tempo, ormai il clima e la pioggia sono diventati argomento abituale di conversazione, come tra gli inglesi: consulto le previsioni del tempo come fosse un oracolo, in base a questo programmo le mie passeggiate, sto diventando metereopatica, o forse lo sono sempre stata. Questo tempo mi dà veramente sui nervi.

Anzi, non mi ricordo una stagione così pessima, nel corso della mia vita, tranne un giugno veramente orribile nel 1982 ( eravamo in vacanza nel paese dei nonni ed ho girato malinconicamente con la felpa per tutto il mese), e l’estate del 2005, quella del mio matrimonio: avevamo programmato il rinfresco all’aperto ed è risultata una delle estati più piovose degli ultimi anni, solo per un caso non è piovuto anche quel sabato pomeriggio, altrimenti sarebbe stato un bel disastro.



Allora vi propongo, tra tanto grigiore, una pasta coloratissima, fatta con l’ultima zucca della stagione, piselli e mais, ma ovviamente potete usare qualsiasi altra verdura colorata, come carote, zucchine o peperoni (magari hanno bisogno di un tempo di cottura più lungo).





Pasta tricolore:

Fusilli, 80 grammi a persona circa
Un pezzetto di zucca (per due persone 300 grammi)
Qualche cucchiaio di piselli in scatola
Un cipollotto o scalogno
Qualche cucchiaio di mais
Olio evo
Parmigiano

Tagliare la zucca a pezzetti e metterla in padella con i piselli, lo scalogno a fettine sottili, l’olio: far insaporire qualche minuto, rigirando spesso, quindi aggiungere qualche cucchiaio dell’acqua dei piselli, salare, mettere il coperchio e far ammorbidire circa venti minuti, fino a che la zucca e i piselli sono teneri. Coprire e tenere al caldo.

Nel frattempo mettere a bollore l’acqua per la pasta e cuocerla: scolarla bene, buttarla in padella con le verdure, insaporirla con un filo di olio a crudo, quindi spegnere il fuoco, aggiungere il mais e servire.

22 commenti:

  1. Buona questa pasta, e che bei colori...... tempo schifosissimo anche stasera, speriamo in bene nel ponte del primo....
    bacetti...

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  2. Adooooro la pasta (e si vede!!!), soprattutto appetitosa e coloratissima come la tua. La proverò di sicuro. Sono deliziosi i tuoi micini. Devi sapere che ne avevo uno anch'io, un'adorabile gattona pelosa; dolcissima, bianchissima, elegantissima, ruffianissima e l'amavo molto. Solo un piccolo dettaglio: aveva 18 anni e ha deciso che era arrivato per lei il momento di riposarsi un po', incurante del vuoto che avrebbe lasciato nella mia casa, ma non nel mio cuore. Un bacione!!!

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  3. finalmente ti lascio traccia del mio passare a leggerti...l'immagine del mercato è più bella di mille foto...una descrizione da scrittrice bella e buona..ci hai mai pensato a scrivere qualche racconto? SE hai yempo e voglia di passare da me sarai la benvenuta!!! Ciaooo :) :)

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  4. bella e buona la tua pasta sa di primavera! buona giornata!

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  5. @ Susi: ormai ho imparato a non fidarmi neanche delle previsioni del tempo, sembrano una presa in giro...

    @ Lella: come ti capisco, i miei hanno 13 e 12 anni, tremo al pensiero di quando ci lasceranno...

    @ Eliana: veramente è da quando sono adolescente che provo a scrivere un romanzo, finora ho partecipato con un giallo ad un concorso, ma non ho vinto, ahimè...mi consolo col blog, sapendo che ho degli affezionati lettori (grazie!!!)

    @ Katty: visto che la primavera latita, allora cerchiamo di trovarla altrove!!
    Buona giornata a te....

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  6. Come ti capisco....è sempre dura e difficile rimettersi in modo dopo vacanze o duro lavoro....quando sono a casa anche io non so da dove iniziare e a volte preferirei essere a lavoro..la pasta è molto primaverile...coloratissima...bravissima
    ciao ciao Lady cocca

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  7. ...come hai ragione, questo tempo per Roma è veramente anormale... ha messo sù tristezza anche a me e mi sembra che sarà così per sempre. Neanche la prospettiva della pasta, assai appetitosa!, mi incoraggia ad uscire dal guscio... Ciao!, speriamo presto al sole!

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  8. Ciao! quin invece di sole ne stiamo vedendo gran poco!
    bella però l'immagine della tua colazione sotto la finestra ed illuminata da un bellissimo sole primaverile!
    colorata e primaverile anche questa pasta1 proprio da provare!
    un bacione

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  9. il colore qui è essenziale...perchè il sole è ancora lontano anzi devo correre a spegnere tutto grande temporale in arrivo...magari svegliarsi così! un bacione

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  10. non sei l'unica che dopo questi ultimi mesi scopre di essere meteopatica... ci sono anche io!
    acqua, acqua, e ancora acqua... mai vista così tanta :-(

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  11. Ciao c'è qualcosa per te nel mio blog....

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  12. Passo subito, paola!

    @ Elisabetta: A chi lo dici,tra un po' faccio la muffa pure io...anche qui da noi si va in gondola, mica solo voi!!

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  13. @ Lo: in città possiamo apprezzare di meno i colori della primavera, però ho la fortuna di abitare in un quartiere con caseggiati bassi, molto verde e molti giardini e balconi...e quando piove è una tristezza
    :-(

    @ Manu e Silvia: purtroppo non vivo in campagna, e mi devo accontentare del panorama di casette e giardini, ma non mi posso lamentare più di tanto!

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  14. Una mamma oggi fuori da scuola: "ormai 'ndemo in giro col bransin al guinsaglio". Traduzione: (al posto del cane) ormai si gira con al guinzaglio un branzino.
    E indovina un po'? anche adesso sta piovendo (da ormai otto ore di fila)

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  15. laura mi piace lo snodarsi dei tuoi pensieri anch'essi come fusilli, la naturalità del loro srotolarsi

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  16. Ciao Laura,
    hai ragione... che tempo!!!
    Qui non fa altro che piovere, piovere, piovere... e poi che freddo!!! Il riscaldamento ancora acceso e ieri, cosa che non avrei pensato più di fare fino all'autunno, ho riecceso la stufa!!! C'è una grande umidità che mi entra nelle ossa!!!
    Ma domani è maggio e sono certa che le cose cambieranno presto; almeno spero!!!
    Un abbraccio
    Francesca

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  17. Ciao spero proprio che tu oggi non abbia lavorato per festeggiare al meglio questa splendida giornata, buon primo maggio.

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  18. infatti non ho lavorato, anche se non ho fatto nulla di particolare!
    Buon week end

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  19. Laura, leggevo il post e a un certo punto mi sono estraniata completamente dal tuo blog, mi sembrava di leggere l'inizio di un bel libro, sai stile Rosamunde Pilcher....al punto in cui scrivi dei nonni ho pensato aprissi una bella parentesi che ci riportava indietro nel tempo...Cara, pensaci, scrivine un romanzo, saresti capacissima e molto molto letta!!!
    Un abbraccio

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  20. Ho dato una sbirciatina un pò a tutto e....COMPLIMENTI!!!! per le ricette, per i colori, per le immagini.....a presto ciao!

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  21. grazie Marifra, sono contenta che ti piaccia!

    @ Elena: ogni tanto mi viene il dubbio di parlare un po' troppo dei miei ricordi, poi leggo commenti come il tuo e mi viene da pensare, invece, che a qualcuno interessano
    :-))

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  22. Oggi sto poltrendo un po' più del dovuto! (Beh, mi sarà concesso almeno nei giorni di festa, o no?!?!?!) E saltellando qua e là per il tuo variegato e piacevolissmo blog, ho scoperto che, oltre all'amore per i miciotti, abbiamo in comune la simpatia per lo scrittore Jerome klapka Jerome. E' uno degli autori che preferisco. Dà allegria la sua ironia tipicamente inglese: è...."moolto pittoresca" (come direbbe Montesano!!!), anacronistica forse, ma aiuta ad allentare un po' le tensioni e le preoccupazioni dei nostri giorni. Buona domenica a te e ai tuoi splendidi "tigrotti"

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Pellegrino che ti aggiri per queste lande incantate, mi farebbe piacere una traccia del tuo passaggio...

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