
I miei viandanti
venerdì 31 ottobre 2008
mercoledì 29 ottobre 2008
Un giorno davvero speciale
il primo, è il mio primo BlogCompleanno, e scusatemi se è poco.
A questo proposito, voglio ringraziare tutti i 51.000 e rotti viandanti che si sono aggirati per la mia Foresta!
Secondo motivo, e molto più importante: oggi mio marito discute la tesi della seconda (e meritatissima) laurea. Già dottore in Storia, oggi diventa dottore in Scienza dell'educazione.
Auguri a tutti e due
lunedì 27 ottobre 2008
Tecniche di base applicate alla Fotografia Gastronomica, parte seconda



La luce all’aria aperta ( e la luce del flash) è di 5600 gradi Kelvin: le pellicole e le macchine sono tarate per questa temperatura, ecco perché fare fotografie alla luce della lampadina dà una dominante gialla.




Più la dominante è forte, e meno i risultati saranno apprezzabili, in ogni caso: le lampade ad incandescenza, ad esempio, hanno una Temperatura colore di 3200-3400 gradi Kelvin, per questo la luce risulta decisamente gialla, una lampada ad incandescenza è comunque difficile da correggere, per cui regolatevi. Questa non è una regola inderogabile, sia chiaro.





Questo per spiegarvi che l’esposimetro legge la luce della vostra fotografia anzi, legge la luce riflessa dai vari oggetti, fa una media e calcola l’esposizione. Se all’interno della scena ci sono dei colori dominanti, come un bel piattone bianco, o una tovaglia candida, oppure degli oggetti molto scuri, l’esposimetro viene influenzato da questi riflessi, e sbaglia l’esposizione.

Se per esempio state facendo un ritratto, prendete l’esposizione sulla pelle del viso, che ha un potere riflettente abbastanza simile a quello del Grigio medio, escludendo tutto quello che vi può disturbare, tipo un bel cielo bianco, un muro chiaro, una camicia bianca oppure nera e così via.



In parte, una leggera sfocatura con Photoshop si può riparare, ma solo in parte (col Comando Contrasta): uno sfocato forte è irrimediabile, punto e basta.
Più vi avvicinate, e più sarà difficile mettere tutto a fuoco, più vi allontanate, più la fotografia sarà completamente a fuoco. Questa fotografia è stata fatta con la piccola Lumix, con medio zoom, a media distanza: sono a fuoco sia i dolcetti in primo piano che quelli sullo sfondo.

Va da sé che più lo sfondo è lontano, più è facile risulti sfocato, anche con una piccola digitale. Provate a mettere molta distanza tra il vostro piatto e lo sfondo, anche i colori non influenzeranno il primo piano, come elementi di disturbo. In questo caso la fetta è la protagonista assoluta della fotografia, non si vede nè la scrivania dietro (si intuisce, diciamo) nè la libreria.


sabato 25 ottobre 2008
Tecniche fotografiche di base, Introduzione




Questo per la fotografia generale: quando ho cominciato a scrivere su questo blog e a postare i miei piatti (stupendo amici e parenti: sono sempre stata una mezza frana in cucina), ho cominciato a fotografarli un po’ alla bell’e meglio, assolutamente digiuna di fotografia gastronomica. Riguardando i miei primi post, le fotografie sono veramente brutte, me lo dico da sola. Tra l'altro, io ero abituata a muovermi massimamente col bianco e nero, le regole sono piuttosto diverse dalla fotografia a colori, in più le digitali hanno una sensibilità cromatica maggiore che le vecchie pellicole, per cui ho ricominciato più o meno daccapo.

















venerdì 24 ottobre 2008
La Treccia di Nonna Pina

Una pagina di questa spiegava le tecniche di preparazione del pane, ed ho scelto questa treccia al latte. Non si tratta di un pandolce o di una brioche, ma proprio di un pane, anche se morbido e a pasta compatta. Se ne può ricavare una versione salata, aumentando il sale, oppure una versione semidolce, come questa, con un po' di zucchero e l'uvetta.
E' perfetto per la prima colazione, soprattutto con la marmellata od inzuppato nel latte, si è mantenuto fresco, ben involtolato in un panno, per quattro giorni (poi è finito) e vien fuori una treccia di notevoli proporzioni.
800 grammi di farina 00
300 ml di latte
100 ml scarsi di acqua
16 grammi di lievito di birra fresco
20 grammi di burro
Un cucchiaino di sale
Due cucchiai di zucchero
+100 grammi di uvetta, 2 cucchiai di liquore dolce
Sciogliere il burro nel latte, facendolo arrivare ad una temperatura intorno ai 38 gradi (deve essere caldo ma non bollente), e riscaldate anche l’acqua.
Mettete in una grossa terrina la farina, mescolatevi il sale e lo zucchero, quindi cominciate ad aggiungere i liquidi, buttando poi l’impasto sulla spianatoia e continuando ad impastare per 10 minuti.


Riprendere l’impasto, aggiungere l’uvetta ammollata e strizzata,


Prendere i tre cordoni, intrecciarli e far lievitare la treccia per un'ora e mezzo, due ore, coperta da un panno (vi conviene fare la treccia compatta ma con molti intrecci, lievita meglio senza sfasciarsi e viene più carina). Quando sarà ben lievitata

Mettere in forno caldo a 200 gradi (ripiano centrale) per 30-35 minuti.
