I miei viandanti

mercoledì 18 febbraio 2009

Ritratti in bianco e nero


C'è stato un periodo della mia vita in cui ero fissata con la fotografia, anche più di adesso: dopo aver fatto un corso professionale, sono riuscita farmi regalare, per la laurea, la camera oscura per stampare in bianco e nero e l'intera attrezzatura Nikon, niente male davvero come regalo (beh, comunque me lo meritavo).

Il corso di fotografia è stata una delle cose più divertenti della mia vita, nonostante sia stato lungo e impegnativo, ho imparato tantissime cose, e i miei colleghi erano veramente simpatici (parecchi sono immortalati in questi scatti).
In più, facendoci le foto a vicenda, si aveva la soddisfazione di avere anche bei servizi fotografici di sè stessi e poterseli stampare da soli: c'è stato un periodo che la mia camera sembrava uno studio fotografico. Avevo tappezzato le pareti di gigantografie mie in tutte le pose. Purtroppo sono stata tacciata di esibizionismo e megalomania, ed alle pareti della casa nuova ne resiste solo una, il resto è finito in cantina, assieme alla camera oscura, sigh!


Tutta l'attrezzatura era montata in camera mia, sempre pronta per l'uso, non so quanti pomeriggi ho passato al buio, sotto la luce rossa della lampada di sicurezza, ad armeggiare con carta, provini, negativi; in bagno, per diversi anni ci sono state file di fotografie appese con le mollette, bacinelle che viaggiavano avanti ed indietro, l'odore pungente dei liquidi che aleggiava perennemente in casa...chi non ha mai provato, non conosce l'emozione di veder apparire lentamente, nell'oscurità, la fotografia nella bacinella dello sviluppo, ogni immagine studiata e ritoccata fino a diventare perfetta, unica.


Quando si fa fotografia a questo livello, di solito si comprano le pellicole non a rullino, ma a metraggio: bobine da 100 metri di pellicola, che vengono montate a mano dentro speciali rullini riutilizzabili, così come le risme di carta di 25 o 100 fogli, di tutte le misure, dal formato 13 per 18 centimetri (più piccoli non vengono neanche presi in considerazione) a quello enorme 50 per 70 cm, una vera sfida stampare immagini di quelle dimensioni, ma che soddisfazione...

E poi, tutti i tipi di carta per stampare, che nel negozio ci si perdeva incantati tra i pacchi colorati, con sigle e nomi indecifrabili per i profani: cartoncino lucido, opaco, a tono freddo o caldo, carta politenata lucida, perlata, matt o semimatt, a contrasto fisso, a contrasto variabile...ci ho lasciato praticamente un patrimonio, in quei negozi.


Quando sono passata al digitale, l'anno scorso, ho imparato che molte delle tecniche di camera oscura si possono riprodurre con Photoshop, con risultati ancora più spettacolari, ma l'emozione, quella non c'è... non dico che fotografare col digitale non sia bello, anzi, la mia Nikon D80 è una meraviglia della tecnica (prima o poi ne imparerò tutte le funzioni, c'è un libretto di istruzioni che sembra un elenco telefonico), però è una cosa proprio diversa, ecco...

Di tutta quella frenetica attività di quegli anni, ancora ci sono centinaia di stampe e cataloghi di provini, metri e metri di pellicola mai stampata: le migliori immagini sono incollate su enormi album, molte altre sparse, ancora in attesa di essere sistemate per tipologia o per argomento.

Viaggi (la Russia, Norvegia, Svezia, Belgio,Olanda, Germania, Danimarca, Cecoslovacchia), Still-life, Reportage, Paesaggi, Fiori, ma soprattutto ritratti.


Per tutto quel periodo ho avuto anche le lampade professionali da ritratto (veramente le ho tuttora, anche loro a riposo), e le persone che sono passate da me per un servizio fotografico sono state parecchie...mi sono sempre piaciuti i ritratti, riuscire a cogliere un sorriso, un'espressione, a scoprire la bellezza in qualsiasi volto, lo sguardo, l'anima che si intravede negli occhi...qualche volta mi è riuscito meglio, qualche volta no.


Le possibilità tecniche sono infinite: si può giocare con il taglio, l'inquadratura, si può puntare sulle alte luci o scavare nelle ombre, scegliere uno sfondo chiaro oppure uno scuro, alzare il contrasto oppure scegliere toni più soffusi, esaltare la grana della pellicola oppure preferire i dettagli più fini...insomma, fare un bel ritratto è molto meno facile di quanto sembri a prima vista...

I volti ritratti in questi 15 anni, che mi fissano da quelle pagine, sono ormai tanti, e mi faceva piacere condividerli con voi...

7 commenti:

  1. Che bei ricordi però..... la camera oscura, il rollino/rotolino che se disgraziatamente prendeva luce lo potevi anche buttare.....
    mi stai sempre più convincendo a buttare ai pesci la mia vecchia macchinetta.... conservo ancora tutte le tue mail con le istruzioni, ad aprile.... si, aprile...me la compro, deciso!!!

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  2. ma dai Susina, è giunta l'ora anche per te, purtroppo...anch'io ho nostalgia, però mi sono adeguata e, devo ammettere, il digitale è più economico...

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  3. sei brava con le foto io proprio non sono capace ed ho letto le tue lezioni di fotografia !!! un bacio

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  4. non so fotografare, ma ho sempre ammirato chi era immerso in questa passione...proprio come te...in questa magia....

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  5. hai detto bene Lo, è una magia...peccato non saperla usare al meglio!

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  6. Che foto meravigliose!!! Ammiro molto questo talento... e un po' lo invidio! Il bianco e nero è perfetto per i ritratti!
    Un abbraccio
    Francesca

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Pellegrino che ti aggiri per queste lande incantate, mi farebbe piacere una traccia del tuo passaggio...

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