I miei viandanti

martedì 24 febbraio 2009

Malinconie di Primavera


Eccomi di ritorno, dopo qualche giorno di latitanza, e un po’ svogliatamente.

Non so se capita anche a voi, a me succede di immergermi totalmente in una cosa che sto facendo, per esempio scrivere, aggiornare il blog, fotografare all’impazzata accumulando ricette, racconti e reportages, e poi andare in overdose, cioè aver voglia solo di chiudere tutto e di non pensarci più, non aprire il pc, non rispondere alle mail che si accumulano, lasciare che la polvere dei giorni si depositi sulle mie pagine virtuali.

Forse è una reazione sana, un modo per non rimanere involtolati nel proprio bozzolo di pensieri, sogni ed elucubrazioni, rischiando di rimanere invischiati in una dimensione solipsistica, autarchica e fondamentalmente autistica.

In questi giorni ho lasciato decantare tutto quello che avevo scritto e pensato, rimanendo a galleggiare pigramente sulla scia del già detto, del già fatto…forse anche perché sono stata malaticcia, una pausa mentale e fisica che ti permette di raccogliere nuove energie. Credo che alcune volte il nostro corpo, quando si ammala, è perchè va in corto circuito, stacca i contatti e si prende una pausa di riflessione. Almeno, a me succede così.

In questi giorni, tra l’altro, mi sono successe una serie di catastrofi casalinghe che mezza bastava.
Prima ho allagato casa, dopo aver rimontato male il filtro della lavatrice che si era intasato: sono stata due ore a raccogliere acqua nel ripostiglio, ogni cosa che galleggiava in dieci centimetri di acqua: meno male che ero a casa, sennò trovavo i gatti con la tuta da palombaro e lo scafandro.
Poi è saltato mezzo impianto elettrico, abbiamo rischiato il corto circuito e forse qualcosa di peggio. Col risultato che ci è toccato di corsa rifarlo e scoprire che viviamo su un groviglio di fili che si allungano misteriosamente da tutte le parti, un intrico che dipanarlo è stato un’impresa, e ancora ci sarà da rimetterci le mani.

Insomma, se lo aggiungiamo al fatto che sono stressata da morire per il lavoro (oddioquantosonostressata!!), certe volte penso che un viaggetto a Lourdes potrebbe servire, come ultima spiaggia.

Eppure, rispetto ad altre persone che lavorano cinque giorni a settimana, dovrei considerarmi privilegiata, col mio part-time di 3, massimo 4 giorni a settimana, anche se con orari assurdi e per giunta sottopagata. Una turnazione che mi permette di fare anche altre cose, dedicare tempo alla casa, ai gatti, ai miei interessi, di leggere, scrivere, vedere le amiche e anche andare a zonzo.
Nonostante questo, sembra che non si riesca a staccare mai.

Forse perché non è facile chiudere la porta e lasciare fuori tutti i problemi e lo stress del lavoro, perché le cose da fare sono sempre tante (cumuli di panni da lavare, piatti che si accumulano nel lavello, il frigorifero che si svuota magicamente, neanche fosse preso d’assalto da un’orda di famelici barbari), e pare che non ci sia il tempo di fare tutto comodamente: uno arranca mettendo pezze a destra e a manca, faticosamente, e riuscire a ritagliarsi uno spazio personale sembra sempre togliere qualcosa al resto, un lusso che solo ogni tanto ci si può concedere.
E allora la lista delle cose in programma, i progetti di andare, vedere, scoprire, diventano sempre più aleatori, si procrastina al prossimo week end, poi al prossimo mese, li rimandi ad un futuro indeterminato, nebuloso, e alla fine te li perdi (quant’è che dico che voglio tornare alla Galleria Borghese? Mi sa almeno quattro anni. Eppure il tempo non si trova mai…)

Invece, riappropriarsi dei propri tempi, dei propri spazi, un pomeriggio per leggere un libro, andare a vedere un bel film, o semplicemente concedersi il lusso di una passeggiata spensierata sotto il caldo sole di primavera, in questa Roma meravigliosa che non cessa mai di incantarmi, dovrebbe essere una cosa su cui non si può transigere.

Come dice il vecchio pasticcere Di Veroli nel delizioso film La Finestra di Fronte: “Non si accontenti di sopravvivere. Lei deve pretendere di vivere in un mondo migliore, non limitarsi a sognarlo”. Questa frase potrebbe essere il mio manifesto personale, il mio progetto a lunga scadenza…anche se non è sempre facile scivolare leggera tra le preoccupazioni e le fatiche della quotidianità, non lasciarsi appassire in una routine sempre eguale, noiosa e ripetitiva.

Mah, sarà la primavera che mi rende così malinconica e fatalista…



Per consolarci di questa pigrizia svogliata e sonnacchiosa, vi propongo una fantastica minestra che ho rubato spudoratamente a Polinnia del Gatto Gobbo.

E’ una vecchia ricetta della nonna friulana, una minestra di zucca, latte e riso. Siccome adoro le vecchie ricette, adoro e minestre e adoro le nonne, mi pareva un connubio perfetto.
Vi riporto le dosi che ho usato io, per due persone. La ricetta originale è questa.

Per due persone:
400 scarsi grammi di zucca pulita
mezza cipolla
60 grammi di riso a testa
350 cl di latte ( le dosi del latte sono approssimative, tenete pronto qualche mestolo di latte caldo per allungare la minestra, nel caso si addensasse troppo)
parmigiano



Polinnia l'ha fatta nella pentola a pressione, io in una pentola di coccio.

Tagliare a dadi la zucca e a fettina la cipolla, metterele nella pentola, coprire con acqua e salare (ci ho aggiunto un pezzetto di dado).

Ho fatto cuocere circa 20-25 minuti, finchè la zucca non si è cotta, quindi ho aggiunto il latte, frullato col frullatore ad immersione ma solo un po', in maniera da farla rimanere grossolana e con dei pezzetti di zucca ancora interi, rimesso a bollire e salato.

Ho buttato il riso e ho cominciato a mescolare, per circa 15 minuti, fino alla cottura, allungando con del latte caldo quando cominciava stringersi troppo.

Mantecato con parmigiano e servito subito.

Bon Appetit!

18 commenti:

  1. Coraggio, la primavera sta per arrivare (questa frase e' diventata il mio mantra, ultimamente).
    Ottima, la ricetta della minestra. Io proprio ieri ho fatto un risotto alla zucca con stracchino che deve avere piu' o meno lo stesso sapore della tua minestra (anche se una consistenza diversa).
    Una goduria per il palato.

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  2. ma sì, consoliamoci col fatto che non può durare per sempre, quest'inverno piovoso e grigio!!

    Poi mi vengo ad impicciare del tuo risotto, mi pare un'ottima alternativa

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  3. mmmmm..ogni tanto mi sembro il bianco coniglio....presto che è tardi..presto che è tardi.
    in questo periodo sono così sotto stress per il maldetto esame, che mi si blocca il cervello! non ragiono più...mi viene perfino da vomitare dall'agitazione.
    (volete una dieta che funziona? un bel esame di stato! fa miracoli!)
    passo dal riso al pianto in un secondo...
    aaaaaaaaaaaah...
    dai cara...possiamo farcela!
    aspettiamo la primavera insieme..
    e che vada come vada!
    notte cara..
    baciuss

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  4. Lavoro da seguire con attenzione, casa da pulire, panni da stirare, spesa da fare, pranzo e cena da preparare, figli da accudire, compiti da controllare, vascha dei pesci da pulire, cane da nutrire, marito da coccolare, madre da non trascurare, progetti da seguire, persone da ascoltare... Sai che ti dico? A volte prendo e mando tutto e tutti a quel paese. E' necessario staccare la spina altrimenti uno esplode. Meno male che stasera mi sono rilassata con il flamenco. Sono mancata a parecchie lezioni causa malattia ed ero parecchio indietro, ma recupererò!!!
    Un abbraccio
    Francesca

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  5. a volte vorrei staccare la spina e isolarmi per ricaricarmi, però tutti hanno bisogno di qualcosa e non puoi andare via ho tentato di mettere parecchi chilometri di distanza con i problemi ma sono dovuta rientrare più frustrata che mai, speriamo la primavera porti una ventata di ottimismo perchè ne ho proprio bisogno, parliamo della ricetta che è meglio, questa zuppa mi fa sentire molto coccolata deve essere una delizia. un bacio

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  6. Ciao Geillis,
    mi sento profondamente in sintonia con te... a volte è difficile...
    però le tue parole mi hanno dato coraggio, hai ragione, non possiamo limitarci a sopravvivere
    un abbraccio

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  7. torni con una ventata di novita'gastronomica davvero ;)

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  8. geillis come sono felice che la mia ricetta ti sia piaciuta..non sai che onore è per me...non è la prim vola che apprezzi le mie ricette e questo mi riempi di orgoglio!!!!GRAZIE!!!
    per quello che dici soo pienament d'accordo con te: anche a me capita di fare full immersion pazzesche in qualcosa e poi di dovermene staccare per un po'!! credo sia un comportamento sano, oppure diventa un'ossessione...anche perchè io davvero mi ci butto dentro anima e corpo..forse troppo!
    per lo stress sul lavoro...come ti capisco!

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  9. Cara Geillis, ma come mai questa totale comunanza di vedute? ^___^
    Un abbraccio!

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  10. Comprendo: dopo aver trascorso parecchi anni a rincorrermi, tra il lavoro a tempo pieno che ancora ho, perchè 33 anni non bastano ancora per poter fare quello che mi pare, la figlia da accompagnare e riprendere a scuola, in palestra e per ogni dove (ora va all'università, ha un lavoro part-time, automunita epperciò autonoma), sono ancora in fase di abbrivio e ricostruzione del mio tempo libero. Significativa la frase di Di Veroli; il film l'ho visto due volte: molto bello e delicato. Gocce di memoria impressa nella mente.
    P.S.: E' vero che quando ci si ammala e si riesce a stare a casa, aiuta a ricaricare le batterie, morali e fisiche. E poi, forza! Manca meno di un mese alla primavera, anche se a Milano non si vede ancora nulla che la preannunci. Ciao. Bernadette

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  11. baci anche a te,Brii!!! speriamo proprio che il tuo esame vada bene....

    @ Francesca: il flamenco era veramente un modo per staccare anche per me,peccato aver interrotto, ma con il lavoroon ce la faccio...

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  12. @ Bernadette: chebello avere una figlia già grande! Però uno corre sempre, chissà perchè, e ti sembra di non poterti rilassare mai...
    qui a Roma in questi giorni sembra quasi primavera, ma non so se durerà, speriamo proprio che arrivi presto...

    @ Morrigan: capita di ritrovarsi nelle parole e nei pensieri altrui, e mipare che tra noi capiti spesso!

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  13. @ Carmen: hai ragione coccoliamoci con questa zuppa, che è meglio!!

    @ Eva: stiamo un po' tutte sulla stessa barca, se non ci facciamo coraggio tra noi....

    @ Polinnia: io ti seguo sempre e le tue ricette mi piacciono, perchè sono semplici ma genuine, quindi continuerò a rubartele!!
    :-))

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  14. Abbiamo letto da Anna che sarai tu la prossima scrittrice del nostro "gioco". Ti auguriamo di avere il calamaio pieno di fantasia.
    Sarà che scrivi meravigliosamente.
    Questo gioco ci ha fatto ritrovare il tuo bellissimo blog che avevamo smarrito.
    Ora non ci scappi più!

    Noi siamo riusciti a rimanere lontano dalla faccia libro, anche perchè il tempo ormai lo misuriamo solo in secondi. Per creare un post, a volte ci mettiamo anche una settimana se non di più.
    No, la rete per noi deve rimanere un hobby e non un lavoro stressante.
    Il nostro blogghino è più che sufficiente. Li abbiamo conosciuto ed incontrato persone meravigliose con moltissimi interessi.
    Trasformare il virtuale in realtà è stato molto bello e ci ha ulteriormente fatto crescere.
    Noi sosterremo sempre che la vita non è uno schermo ma che lo schermo può arricchire la vita.
    Un salutissimo
    Sabrina&Luca

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  15. Cara Geillis,
    nella giornata da te descritta, nella corsa stressante della vita ci riconosciamo tutte, noi donne intendo. Quindi non sentirti sola e, se è vero che il sole riporta energia, teniamo duro ancora un pò tanto la primavera è alle porte.
    Aspetto con ansia una tua risposta per l'invito a continuare la storia.
    Fammi sapere al più presto, siamo tutte in attesa....
    Anna

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  16. Con le zuppette con me caschi sempre in piedi!!!! ^_^

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  17. questa minestra rustica è veramente ottima, credimi!

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  18. Che buona questa zuppa! Complimenti Laura! Proverò sicuramente! un salutone! :)

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Pellegrino che ti aggiri per queste lande incantate, mi farebbe piacere una traccia del tuo passaggio...

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