I miei viandanti

mercoledì 6 maggio 2009

Architettura post-moderna a Roma



In questi giorni, non so perchè, ma non ho voglia di postare ricette, forse perchè non ho voglia di cucinare...sto approfittando di queste belle giornate per andarmene a zonzo, un po' per compere (quando sono stressata comincio a comprare in maniera compulsiva, ma di solito non per me, quanto piuttosto per la casa), altre volte mi piace semplicemente curiosare nelle vetrine, immaginarmi di comprare questo o quello, di cambiare la disposizione dei mobili, cucire le tende nuove, e così via...faccio progetti, liste, abbinamenti, che poi spesso non mantengo, oppure li cambio nel frattempo, sull'onda del momento.


Il fatto di avere un blog che tratta prevalentemente di cucina comincia a starmi un po' stretto...o forse un blog di cucina non lo è mai stato, visto che ho sempre parlato di tutto un po'...comunque si hanno delle fasi in tutte le cose, e forse la primavera è il periodo giusto per uscire e parlare d'altro, del mondo che c'è fuori, piuttosto che starsene rintanati in casa a spadellare. Ho avuto tutto l'inverno per stare tappata a casa, forse è meglio così...

In ogni caso, era un po' che avevo in mente di scendere fino al quartiere Prati (che è adiacente al mio) per andare a vedere il nuovo mercato Trionfale, inaugurato da poco. Questo mercato rionale ha avuto, a dir poco, una vita travagliata.

Parecchi anni fa era piuttosto fatiscente, un po' rimediato: i primi lavori l'hanno sistemato in un'area al'inizio di via Andrea Doria, una serie di banchi coperti, delimitati da una cinta di cemento...niente di che, ma comodo, per gli abitanti del quartiere.

Qualche strada più in là, si trova anche il Mercato dei Fiori: di solito è riservato ai commercianti, ma il martedì mattina è aperto al pubblico, dalle nove e trenta in poi: ci si fanno buoni affari, soprattutto per chi compra grandi quantità di piante. Io ogni tanto ci vado, anche se le piante da comprare non sono mai molte, visto che ho solo le cassette sui davanzali...tante volte ci vado solo per cercare una pianta particolare, magari un'aromatica che non riesco a trovare al mio mercato, oppure l'erba gatta.




Uno si aspetterebbe un posto veramente bello, tipo quello di Parigi sull'ile de la Citè (che però non è all'ingrosso): invece è un seminterrato buio, in cui le luci al neon danno anche una sfumatura fredda e innaturale ai colori intensi delle corolle e delle foglie...appena si entra si coglie un odore di umido, di terra bagnata, un effluvio dolciastro, pungente, che dà quasi alla testa.

Le piante sono ovunque, accatastate per terra, sulle scaffalature metalliche, appese al soffitto. Piante da interno, da esterno, rampicanti, rose, enormi rodoendri dalle corolle corpose, felci e bouganville dai colori più incredibili, piante grasse, bonsai, piante aromatiche, lavande, il tutto mescolato in un disordine un po' caotico. Anche qui, sono anni che c'è un progetto di spostarlo in un posto più adatto (anche se sarebbe lontanissimo da qui), però non se ne fa nulla.


Il mercato Trionfale, dicevo. La giunta precedente ha approvato un ambizioso progetto di riqualificazione del mercato, la cui ricostruzione è durata qualche anno: i banchi sono stati risistemati alla meglio ad ingombrare i marciapiedi della via, ed è cominciata l'attuazione del progetto, che sembrava non finisse mai.

Mi è capitato di vedere una fotografia su un giornale, ripresa dall'alto, ed era impressionante: sembrava un immenso cratere, prodotto dall'impatto con un meteorite, oppure con una bomba: un buco enorme, in mezzo ai palazzi ottocenteschi, una voragine profonda che ha provocato anche problemi di statica ai vecchi palazzi intorno.

Il quartiere Prati ha, infatti, un'edilizia prevalentemente fine ottocentesca.

Fino all'Ottocento veniva chiamato Prati di Castello, perchè non era edificato, ma un luogo ancora verde, sotto castel Sant'Angelo, spesso meta di gite domenicali. Nei quadri di Roesler Franz si può cogliere questo carattere bucolico, di cui oggigiorno si è persa ogni traccia, tranne per i residui giardini sotto il castello.

L'urbanizzazione massiccia della seconda metà dell'ottocento non ha risparmiato questa zona, ma ne è venuto fuori un quartiere elegante, con belle palazzine, strade ordinate, negozi costosi e ben curati, un quartiere animato in cui è piacevole passeggiare.

Anche le poche case popolari proprio negli isolati accanto, dei primi decenni del Novecento, con alcuni esempi addirittura di art deco e altri analoghi, in qualche modo, all'estroso quartiere Coppedè ed ad una certa edilizia popolare della Garbatella, sono comunque apprezzabili, con cortili pieni di verde e condomini non privi di un certo fascino.


In tutto questo, ecco il progetto avveniristico che è stato pensato per questo mercato.

Ora, tutti voi sapete quanto io ami Parigi, e anche le sue sperimentazioni architettoniche: a Parigi è assolutamente normale la convivenza tra palazzi antichi e cose moderne, basti pensare ai lavori sotto il Louvre oppure al modernissimo mercato Les Halles, che ha sostituito quello più antico raccontato da Zola, il Beaubourg, in mezzo al secentesco quartiere del Marais, e così via.
Solo che Roma ha un tessuto urbano più compatto, devastato fino ad un certo punto dalle ristrutturazioni selvagge ( le ultime sono state quelle di Mussolini)...ma non si poteva progettare qualcosa leggermente più in sintonia col resto del quartiere? E lo sta dicendo una che ha avuto la massima stima per l'amministrazione comunale precedente, a mio parere la migliore che Roma abbia mai avuto.

Non è che non mi piaccia l'architettura moderna, vi assicuro che la Defense a Parigi e la futuristica Rotterdam non mi dispiacciono affatto...ma c'era proprio bisogno di un progetto così inutilmente faraonico, per un mercato? Io ci avrei visto una cosa meno vistosa, magari aerea, in metallo ma meno fredda...magari che richiamasse le strutture in ghisa che tanto andavano a fine ottocento, tipo quelle che ancora esistono dentro il Policlinico o nell'ospedale militare del Celio.




E poi, passi per l'esterno...ovviamente, sono entrata dentro al mercato, che si trova al pianterreno: non so perchè, ma mi aspettavo un ambiente curato, accogliente, invece (tranne qualcuno, tipo la panetteria e pochi altri) sono gli stessi banchi un po' squallidi che erano all'esterno, di lamiera, con merce dozzinale, sotto una fredda illuminazione al neon, che la luce proveniente dai lucernari non riesce ad addolcire in nessun modo.

Ho provato ad uscire e a salire sul piazzale soprastante: è vero che i lavori stanno ancora terminando, quindi è possibile che il senso di desolazione che ispira sia destinato a scomparire, però non mi è ben chiaro a cosa serva tutto questo spreco di spazio, al momento assolutamente deserto. Non so, c'è un senso di incompiuto, di inutile che, spero, deriva dal fatto che il progetto non è finito, molte serrande sono ancora abbassate, gli uffici ai piani superiori sembrano vuoti, e ci sono delle parti del fabbricato ancora grezze.


Però il tutto mi ha lasciato piuttosto fredda, e un po' delusa...


L'unica cosa che mi è parsa degna di nota è stato il riflesso delle nuvole che si specchiavano sui vetri...

10 commenti:

  1. ciao ancora io a rompre con i libri... sono una divoratrice di libri e me ne vanto!!! conosco l'autrice della foresta incantata uno dei suoi libri l'ho letto per lo meno 10 volte " la grotta di cristallo" ogni tanto anche io come te me lo riprendo in mano e sogno..... adesso mi toccherà comprarmeli tutti .... GRAZIE MILLE !!! AHAHAHAHAH

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  2. condivido l'idea che siamo stati tanto tempo dentro casa a cucinare con un inverno lunghissimo!!! e con il primo sole viene volglia di uscire!!buona notte!!!!

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  3. In effetti mi pare un progetto più appropriato per Berlino che per Roma. L'unico effetto interessante sono gli edifici ottocenteschi che vengon riflessi dalle pareti vetrate.
    Mi ricordano un vecchio film di Jaques Tati, lo ricordi? (ma forse sei troppo giovane). Mi pare fosse "Traffic", dove, in chiave però negativa, la Parigi ottocentesca compariva sempre come immagine riflessa dai moderni edifici che in quel periodo erano sorti,
    Ciao geillia, le tue descrizioni sono bellissime

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  4. ma sai che ti ci immaggino andare in giro con la tua macchinetta fotografica alla ricerca degli scatti giusti!!
    baciotti

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  5. Bellissime foto, Geillis, a parte l'orribile (non per colpa tua) "contenitore". Ma che bei colori quei fiori e quelle piante!!! Mettono allegria e..., caspita ragazzi, sembra di sentirne il profumo. Buona primavera !!!!!!

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  6. Buona èrimavera a te, qui a Roma sembra proprio arrivata!!

    @ Mirtilla: infatti spesso mi guardano un po' strano, soprattutto quando fotografo posti non turistici...

    Grazie Mario, non sono sicura che racconti così normali possano interessare, però è la realtà che vedo attorno a me, e non posso fare a meno di raccontarla...

    @ Katty: infatti non se ne può più di stare in casa, e per la cucina c'è sempre tempo...

    @ Calendula: io li ho tutti, compreso Non toccare il gatto, e sono bellissimi...è la mia scrittrice preferita, per questo ho intitolato così il blog
    :-)

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  7. ...si , avrei fotografato anch'io le nuvole , racchiudono i nostri pensieri , quelli che inseguiamo tra i banchi deel mercato.un saluto

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  8. In effetti non tutti i luoghi si prestano ad accostamenti azzardati, e poi questo edificio, diciamolo pure... è proprio brutto!
    A Roma ho scambiato casa proprio nel quartiere Prati, l'ho trovato molto piacevole, ordinato ma vivace, data la sua prossimità con il centro della città.

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  9. Adoro le tue ricette, ma mi piace tantissimo quando ci riporti la descrizione delle tue passeggiate. I tuoi racconti sono interessanti, scopro cose che di Roma non conoscevo, le foto sono molto belle, il tuo punto di vista mi piace!
    Evelin

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  10. @ Evelin: anch'io adoro le tue descrizioni della tua bella isola, ma tu questo già lo sai!!

    @ Elisabetta: secondo me questi architetti si credono dei geni, vogliono stupire e basta, senza alcun riguardo per la storia del quartiere su cui intervengono...


    @ Caty: le nuvole e gli effetti sui vetri non erano male, ma si poteva utilizzarli in un edificio un po' meno brutto!

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Pellegrino che ti aggiri per queste lande incantate, mi farebbe piacere una traccia del tuo passaggio...

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