
Prosegue la mia sperimentazione di pane: visto il successo ottenuto tra parenti e amici, sto provando altre ricette, prese dall'Enciclopedia della Cucina di Repubblica, Volume Pane, pizza e torte Salate, sotto il nome di Pane Casereccio.

Ingredienti per la pagnotta di cui sopra:
- 500 grammi di farina 0 (io ho usato metà Manitoba e metà 0 normale)
- 3 cucchiai di olio extra vergine più quello per ciotola e teglia
- mezzo cubetto di lievito di birra fresco
- 1 cucchiaino di zucchero
- 2,5 dl abbondanti di acqua tiepida
- 1 cucchiaino abbondante di sale
Sbriciolare il panetto con 0,5 di acqua tiepida, aggiungere il cucchiaino di zucchero e lasciar riposare 15 minuti.
In un ciotola capiente versare tutta la farina e mescolare con un cucchiaino abbondante di sale (lievito e sale non devono mai stare a contatto diretto).
Cominciare a versare il lievito ben sciolto, poi aggiungere 2 dl abbondanti di acqua tiepida poca per volta (mi raccomando, nè troppo fredda nè troppo calda).
A questo punto versare l'impasto sulla spianatoia infarinata, e cominciare ad impastare energicamente e a lungo, in maniera da ottenere una pasta soda e lucida.
Fare una palla, metterla in una ciotola unta di olio, spolverarla leggermente di farina (io uso la semola di grano duro rimacinata perchè è piu rustica, ma va bene anche la farina normale), spennellarla con un cucchiaio di olio.
Prima lievitazione: coprire con un telo e metterla al calduccio dentro al forno spento, leggermente riscaldato in precedenza (io accendo il grill elettrico 5 minuti).
Dopo un'ora (anche di più), riprendere l'impasto, lavorarlo ancora qualche minuto.
Seconda lievitazione: metterlo di nuovo a lievitare in una ciotola, spolverarlo di farina e rimetterlo nel fornotiepido coperto da un telo, almeno per un'altra ora: io l'ho lasciato lievitare in tutto tre ore.
Riscaldare il forno per circa 15 minuti a 200 gradi.
Riprendere l'impasto, dargli una forma di pagnotta (io l'ho fatto rettangolare, tipo ciabatta), spennellarlo con due cucchiai di olio, e metterlo su una teglia da pizza unta di olio.
Cuocere, nel ripiano centrale del forno, per circa 10 minuti a 200 gradi, poi abbassare a 180 gradi e cuocere per altri 30 minuti circa, magari voltandolo gli ultimi dieci minuti per colorirlo anche sopra.








Ci vuole un po' di tempo e impegno, ma il risultato è ottimo. 





Questo è il risultato.
Eravamo rimasti, qualche post fa, alle serre d'Auteuil.
Comunque, anche nella rue Michel Ange non c’è nulla di rilevante, è semplicemente una lunga e bella strada molto elegante, soprattutto nel primo tratto, ed è piacevolissima da passeggiare col naso all’insu.




Questo progetto del innovativo e ambizioso per l’epoca, è stato pensato dall’architetto fin nei minimi particolari: addirittura sono opera sua le targhe della strada, le grondaie e i portoni.


Proseguendo per la stessa strada si arriva alla Maison de la Radio France, una curiosa costruzione circolare di non particolare bellezza. A questo punto siamo vicino alla Senna.
Io ho proseguito verso la Rue d’Ankara, alla ricerca di una minuscola strada chiamata Rue Berton: dalle descrizioni si tratta di una stradicciola dal sapore ottocentesco, coi lampioni a gas. Ecco, trovarla è quasi impossibile, ho girato invano prima di accorgermi di un pertugio, proprio all’angolo della via, sulla sinistra, accanto ad un garage.

Forse non sapete che la famosa Tour, simbolo universale della città, non era che una creazione transitoria: andava infatti smontata alla fine dell’Esposizione. Fortunatamente non la smontarono, ed è ancora lì, fiera e svettante contro il cielo azzurro.
So che il Museo de l’Homme è uno dei Musei etnografici più completi del mondo e, come archeologa preistorica, so che avrei dovuto visitarlo.
Dalla terrazza del Palais si ha una vista spettacolare sui Jardins, sulla Tour e sullo Champ de Mars, alle spalle della torre.
Ed ora, scavalliamo la Senna, per arrivare alla Tour Eiffeil, di solito affollatissima di turisti.


Eccoci, è giunto il momento di salirci sopra, su questa meraviglia della tecnica. Queste sono le vedute dal terzo piano: a destra si possono vedere tutti e tre i quartieri che abbiano attraversato, la parte verde è il Bois de Boulogne (che camminata, eh?)
Le volte in vetro e ghisa del Petit e Grand Palais, all'inizio degli Champs Elisées, e il Pont Alexandre III.
La parte futuristica della città, la Defènse, costruita a partire al 1989: sulla sinistra si vede la Grande Arche, di cemento bianco, che fa pendant con l'Arc de Triomphe, a 17 chilometri di distanza.

