Cartoline abruzzesi

Siamo tornati da un bel po', quasi non mi ricordo neanche più il mio brevissimo periodo di ferie, ma è da parecchio che non scrivo niente, presa dal lavoro, dallo stress e tutto il resto.
Adesso ho qualche giorno di riposo e, complice una pioggia precocemente autunnale che rinvigorisce la terra riarsa e secca di un'estate davvero impietosa, comincio a postare qualche foto dell'Abruzzo.


Si tratta di una regione che offre dei panorami e dei paesini davvero graziosi, un po' diversi dalla perfezione da cartolina di altre regioni montuose, come il Trentino Alto Adige (che pure adoriamo), una terra più selvaggia, meno turistica.

Sono molti anni che andiamo a Villetta Barrea, uno di questi minuscoli paesino incastonati tra montagne scure e rigogliose, umide e boscose. Da qui si possono fare belle passeggiate, tra boschi e rocce, oppure visitare i numerosi, minuscoli paesi nascosti tra i monti.

Anche quest'anno abbiamo cercato di mediare tra i desideri di mio marito (camminare ore in mezzo al bosco, possibilmente con salite mozzafiato, senza arrivare a nulla, semplicemente per il gusto di camminare di buona lena in mezzo alla natura) e invece le mie aspirazioni più tranquille, una semplice passeggiata distensiva, una visita ad un paese. Abbiamo fatto un po' e un po', tanto per non scontentare nessuno.
Abbiamo rivisto paesi già ben conosciuti, come Pescasseroli e Scanno, e ci siamo anche spinti verso le sconosciute lande molisane, alla ricerca di antichi insediamenti medievali, che prossimamente vi mostrerò.

In questo caso, siamo a Pescocostanzo, un borgo di poco più di mille abitanti,  sulla strada di Roccaraso e Castel di Sangro risalente forse al X secolo d.C, alla bella altitudine di 1400 metri sul mare. Il paese, anche se minuscolo, offre degli scorci e delle opere d'arte davvero notevoli, a partire dalla bella piazza su cui affaccia il cinquecentesco Municipio: restaurato varie volte senza perdere il suo carattere, è sovrastato da una torre con orologio e campana, la cui facciata è decorata con graziosi balconi a pancia, in ferro battuto. Sul portale vi fu scolpito, nel Settecento, il motto  Sui domina ( dal titolo Universitas sui Domina, Comunità padrona di sé, ottenuto per l'indipendenza raggiunta dal comune). Davanti al bel palazzo zampilla una fontana in pietra e ghisa.

Questa scalinata ospita non una, bensì due chiese, una accanto all'altra: si tratta della cinquecentesca Basilica di Santa Maria del Colle (quella di fronte) e della chiesa di Santa Maria Suffragio dei Morti.
Dall'alto della scalinata si apre agli occhi questo splendido scorcio, Largo della Collegiata, una piazzetta piena di botteghe tipiche e graziosi palazzi dai colori pastello.

Continuiamo il nostro giro per il paese, davvero curato sia nelle architetture sia nell'arredo urbano: tutte le scalinate, i portoni e i balconi in ferro battuto sono decorati da cascate di fiori dai colori lussureggianti, davvero un piacere per gli occhi..

Il paese medievale fu distrutto da un devastante terremoto alla metà del XV secolo, ma fu ricostruito per intero, in stile rinascimentale e con abbondanza di mezzi, sotto il dominio spagnolo, ad opera di artigiani lombardi, la cui impronta indelebile è visibile ai giorni nostri.

Il paese si srotola lungo la montagna, fino ad scivolare nel verde, tra prati e boschi.

Proprio sul finire dell'abitato, ancora qualche splendido angolino dal sapore di campagna, tra un gatto a passeggiato tra le cataste di legna, fiori dai colori incredibili, e fili per i panni ancorati al muro di un antico palazzo, quando la storia e il presente si fondono in un continumm che si chiama vita.