I miei viandanti
martedì 21 febbraio 2012
Voglia di primavera
E' incredibile che solo pochi giorni fa sembrava di stare nella taiga russa, sommersi dalla neve, tutti presi a scrutare il cielo bianco e a scambiarci previsioni del tempo neanche fossimo inglesi.
Sarà che sono un'inguaribile ottimista, però mi sembra che le giornate siano già più lunghe, meno fredde e con un profumo più tiepido nell'aria...in fondo siamo quasi a marzo, ecchecavolo!
L'altro sabato ho pensato di fare una passeggiata al centro, dalle parti di Piazza del Popolo, non ricordandomi assolutamente che era il sabato di carnevale, per cui appena uscita dalla metro mi sono trovata in mezzo ad una bolgia che sembrava di stare ad una manifestazione. Ho cercato di scantonare il più possibile, ma tutta Via del corso e dintorni erano quasi impraticabili, tra mascherine, turisti e curiosi che assistevano alla parata in costume.
Mi ricordo benissimo com'era bello il periodo di Carnevale, per noi bambini: c'erano due occasioni speciali per sfoggiare i nostri bei costumi, la festa a scuola e, naturalmente, le passeggiate al centro, all'epoca si andava a Via Nazionale e a Villa Borghese.
Stavamo giusto rievocando con la mia amica Marta i nostri Carnevali passati, di com'erano belli i nostri costumi rispetto agli obbrobri in vendita oggi nei negozi, davvero degli straccetti miserelli se paragonato alla bella fattura e alle rifiniture dei nostri.
Le maschere più gettonate erano quelle più sfarzose per le bambine, come la Primavera, un trionfo di tulle bianco cosparso di fiori, la Regina delle Nevi con mantello e manicotto di pelliccia color ghiaccio, varie dame e damigelle dal Settecento in poi, la spagnola con gonna a balze di pizzo, pettine e mantilla, mentre per i maschietti c'erano i soliti Zorro, Moschettiere, cow-boy e al limite Principe Azzurro, comunque niente di simile ai mostriciattoli che ho visto in giro.
A parte quelli cuciti dalle mamme, che pure erano belli perchè le mamme di una volta sapevano anche cucire, quelli comprati ai negozi erano costosi ma ben fatti, e per questo dovevano durarti minimo minimo un paio di anni, per cui venivano comprati più grandi e poi allungati creativamente con balze e merletti, magari trasformando un vestito ottocentesco in tutt'altra cosa: io per esempio, con delle balze di pizzo bianco e una parrucca coi boccoli incipriati e diadema di strass, mi trasformai dalla timida Beth delle Piccole Donne in una fastosa damina settentesca, e pazienza se le maniche a sbuffo e il raso a fiori c'entravano poco col Settecento.
Il vestito, tutto di raso con sottogonna a cerchio era stato comprato in un bellissimo negozio di giocattoli, per cui venne riciclato fino a che fu davvero impossibile infilarmici dentro, anche ripiegata in due ( nelle foto sono quella con la cuffietta con volant rosso).
Però il gusto di mascherarsi non finì certo con le elementari, anzi, il periodo del liceo e dell'Università fu assolutamente divertente e creativo, sempre con l'aiuto della mamma: un anno stravolgemmo il suo vestito da sposa stile impero, di shantung di seta e decorazioni in perle, e diventai Paolina Bonaparte, con fili di perle in testa e al collo, l'anno successivo saccheggiamo l'età antica, io Messalina e la mia amica Teodora era Cleopatra, e poi Cappuccetto Rosso in versione spiritosa e così via, insomma, ci siamo davvero davvero divertiti, però di foto ve ne metto solo una perchè sennò vi buttate per terra dalle risate, e non mi pare serio.
Va be', finite le rimembranze carnevalesche, vi comunico che ho ripreso anche a pasticciare in cucina: ho passato davvero un brutto momento quando la mia fiammante planetaria ha dato forfait, visto che il cestello si è liquefatto ed è risultato inservibile (non chietemi perché, è successo e basta). Invece, meraviglia delle meraviglie, si può sostituire, per cui ritornerà tra breve a nuova vita.
Nel frattempo ho assemblato un po' ad occhio l'ennesimo plumcake (o torta a forma di plumcake, chiamatela un po' come volete), utilizzando in questo caso la farina di kamut, mai usata prima. Ho mescolato la farina di kamut con la 00, perchè non ne conoscevo bene né la consistenza né la capacità di lievitare, e devo dire che è riuscito benissimo, morbido, friabilissimo, davvero delizioso, sicuramente una bella scoperta.
Visto che mi sento in vena di primavera, ho voluto profumarlo all'arancia, un sapore aromatico che si sposa benissimo col Kamut e con lo zucchero di canna. Alla fine ho sciolto del miele con un goccio di liquore e ho cosparso di arancia candita.
Plumcake con Farina di Kamut al Profumo di Arancia
150 grammi di farina di Kamut
150 grammi di farina 00
200 grammi di zucchero di canna chiaro
125 grammi burro fuso
125 grammi yogurt
4 uova intere
1 cucchiaio di liquore dolce (io Strega)
100 grammi di arancia candita
buccia di arancia grattugiata
1 bustina di lievito
per guarnire: miele e arancia candita
Battere le uova intere con lo zucchero fino a renderle spumose.
Unire il burro fuso, il liquore e lo yogurt bianco.
Unire le due farine mescolate col lievito, in ultimo la buccia grattugiata dell'arancia e le scorzette candite.
Versare nello stampo da Plumcake da 30 centimetri, imburrato ed infarinato, quindi infornare nel forno caldo a 180 gradi per circa 35- 40 minuti
Una volta freddo, rovesciare sul piatto di portata.
Sciogliere due cucchiai di miele con un goccio di acqua e di liquore: spennellare tutta la superficie col miele sciolto, quindi cospargere di scorzette di arancia candita.
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Concordo: i vestiti di carnevale di un tempo erano piu' belli degli straccetti che vendono oggi. I miei me li cuciva mia madre perche' a casa non c'erano soldi per questi extra, ma ero felice ugualmente e facevo sempre la mia bella figura!
RispondiEliminaQuanti ricordi, anche noi riciclavamo questi abiti finché da lunghi fino a terra ci arrivavano quasi alle ginocchia e via con balze aggiunte, maniche tagliate...
RispondiEliminaL'aspetto del dolce è delizioso, non oso immaginare il sapore!
A presto
Mia mamma, finché ha potuto riadattarmelo, mi ha fatto indossare un abito da "fiamma". E con lo stesso tulle rosso ho provato ad arrangiare, due anni fa, una gonnellina per mia figlia. Qualche pon pon nero attaccato con ago e filo ed ecco una simpatica coccinella. Quest'anno, invece, ammetto di essermi lasciata influenzare dalle mode (e soprattutto dalle compagne di scuola di mia figlia, che l'anno scorso hanno tutte fatto sfoggio abiti industriali). E così ho ceduto anch'io all'acquisto. E la cara Beth ha dovuto cedere il posto alla glamourissima Barbie. Cat
RispondiEliminaChe belli questi ricordi, mi commuovono e a dire la verità avremmo propio voluto vederle le foto buffe perchè a Carnevale una risata ci sta tutta!
RispondiEliminaNo, non è una tua impressione... sta proprio arrivando la primavera! Non vedo l'ora, mi sto già gustando il lento allungarsi delle giornate :-)
RispondiEliminaChe tenere le tua foto vestita da Carnevale!
Oggi, a Roma nord, dove c'era mezzo metro di neve: 19 gradi!! Molto primaverile il plum cake tutto color arancio. Belissime le foto carnevalesche, che nostalgia...
RispondiEliminaA me il Carnevale non è mai piaciuto più di tanto. Sono sempre stata "anti-carnevale". Non sono stata a molte mascherate e non amo molto le sfilate. Solo i coriandoli e i bignè di San Giuseppe mi piacciono. Però sono strana io, lo ammetto. Che bel plumcake! Cambierei solo i canditi con qualche altro tipo di dolcezza, ma è solo un gusto personale.
RispondiEliminache bello il carnevale, mi piacevano da matti le "damine" ma mamma mi ha sempre vestito da...pierrot, secondo me riciclato dai vari cugini,però di stoffa consistente setosa e lucida, non plastichina come quelle che si vedono ora, ricordo che l'ultimo anno che me l'ha messo avevo sotto una calzamaglia sulla quale mi aveva fermato i pantaloni che ormai arrivavano sotto l'ombelico!Però da grande mi sono rifatta, ci siamo inventati l'impossibile , cuciti, noleggiati , rimediati , tanti vestiti di carnevale, tanti bei carnevale.che bello 'sto plumcake complimenti, un abbraccio
RispondiEliminaciao Reby
Bellissime, le tue foto ricordo e splendido questo plumcake all'arancia! Quanti ricordi, a Carnevale....adesso in giro non vedo più nemmeno i bambini mascherati, che tristezza!
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