I miei viandanti

martedì 27 luglio 2010

In partenza



Sto facendo i bagagli.

Vestiti, mucchi di magliette, pantaloni, scarpe e biancheria in ordine sparso, in attesa di essere sistemati in bell’ordine nelle valigie aperte, sotto lo sguardo preoccupato dei gatti, che presagiscono la partenza imminente e cominciano ad elaborare progetti di fuga per non farsi portare dai cuginetti compagnoli:. 

Come si fa a conciliare la felpa pesante della montagna con il costume da bagno per la campagna assolata? L’anno scorso partimmo con le valigie gonfie di maglioni, scarponi da montagna, calzini di lana e pigiami invernali, quest’anno una via di mezzo: innanzitutto  in Abruzzo non fa  freddo come in Trentino (dormire in pieno agosto avvoltolati dentro il piumone di piuma, ma si può?!) però comunque  la sera tira una giannetta da golfino e cioccolata calda, mentre in Toscana farà molto più caldo, e poi nell’agriturismo c’è anche una piscina, non grande ma splendidamente incuneata tra dolci colline, come una piccola gemma turchese nei  rigogliosi campi  della Maremma.

Non sono una che si porta tutta la casa dietro, questo no, ma con gli anni e l’esperienza ho capito che non va bene neanche partire con le mutande contate, e soprattutto non mi abbandona mai un bel sacchetto con tutte le pillole e pomate che potrebbero servire: antidolorifici, aspirina, antifebbre, anticolica, antiherpes, pomate varie e un bel pacchetto di cerotti, insomma, un campionario completo contro ogni possibile malattia (anche se vado in una regione provvista di farmacie, ma vuoi mettere la sicurezza di portarsi tutto dietro?).

Quando partivo con lo zaino in spalla, allora sì che le mutande erano contate, così come tutto il resto: per il mitico Interrail in Scandinavia (quanto tempo, Pina mia, quanto?!) avevamo fatto il famoso zaino a perdere: cinque paia di mutande, tre paia di pantaloni, cinque magliette, due paia di scarpe (quell’anno andavano quelle scarpe di camoscio coi buchi modello bimbo anni Quaranta, rigorosamente nei colori beige e bluette, poi non sono andate più di moda, chissà perché), due maglioncini, un giubbottino imbottito, l’ombrello e poco altro. D’altra parte,  tenersi incollato sulle spalle  per un lunghissimo mese il vermiglio zaino Invicta nuovo di zecca, di cui peraltro ero fierissima, comunque non era uno scherzo, neanche alla nostra tenera età: bisognava davvero partire leggeri, eliminando tutto il superfluo e anche qualcosa di più.

Io, ad esempio, ebbi la malaugurata idea di abbandonare a casa il sacco a pelo, e quella fu davvero una pessima, pessima idea, di cui mi sono pentita ogni gelida notte di quel terribile, meraviglioso mese a spasso per le terre nordiche.





Lo zaino a perdere implica lo stivaggio delle  cose peggiori del proprio guardaroba, quelle che, lavate alla meno peggio con un pezzetto di sapone di marsiglia  mezzo sciolto nella  sua ammuffita bustina di plastica, dentro i microscopici lavabi sputacchiosi degli ostelli, vengono messe un numero di volte scrupolosamente conteggiate e quindi abbandonate senza pietà: una vera e propria scia di mutande, calzini e magliette sporche che abbiamo seminato per buona parte dell’Europa (nell’ordine Belgio, Olanda, Danimarca, Norvegia, Svezia, Germania, Inghilterra passando per la Francia, tutto via treno: ve li cito solo per farvi invidia, lo ammetto).

Alla fine forse esagerammo, visto che  siamo tornate con addosso l’ultimo paio di mutande e l’ultima maglietta puzzolosa, sulle spalle stanche  lo zaino quasi vuoto, sporco e vissuto, rigorosamente con le scarpe e il bicchiere appesi dietro perché faceva tanto viaggiatrice incallita  e quindi strafiga, esattamente come ci sentivamo  noi al ritorno dalla grande avventura.

Eliminato tutto il superfluo, in quel caso anche qualsiasi prodotto di bellezza, tipo creme idratanti, solari (va beh, quello proprio non ci sarebbe servito, visto che abbiamo viaggiato un mese sotto la nuvola di Fantozzi), crema per le mani, trucco, salviettine struccanti, spazzole, phon (anche questo, tragico errore), cottonfiocc, pinzette per le sopracciglia e tutti gli altri ammennicoli che ci portiamo noi donne: siamo partite con un beauty case decisamente spartano che neanche una suora di clausura, uno shampoo, un bagnoschiuma, un pettine, al massimo una limetta per le unghie e il deodorante.

Si potrebbe obiettare che tanto avevamo la bellezza dell’asino, ma con molta sincerità devo ammettere che non era proprio così: sostenere il confronto con le scandinave non sarebbe stato facile comunque, ma noi  partivamo svantaggiate in partenza,  vi assicuro che non c’è stato uno di quegli strafighi biondi che ci abbia degnato di uno sguardo, sigh!






Per noi era difficile competere  con ragazze longilinee biondissime con gli occhi azzurri, ma anche per i maschietti italiani la lotta era assolutamente impari: quando si vedeva un gruppetto scalcinato di ragazzi  scuri, bassi e traccagnotti lasciare una lunga scia di bava dietro alle bionde longilinee, si poteva star sicuri che erano italiani, e questo malignamente ci consolava, almeno un poco.

Anche in quel caso avevo un sacchetto con le medicine ma piuttosto striminzito, nell’ordine: antispasmina colica, che ci servì a carrettate (ancora ricordo la faccia di Pina alla stazione di Berlino, dopo aver bevuto dell’acqua locale…), aspirina e qualche cerotto. Forse ci si ammala  di meno, a venticinque anni…

In Russia invece, una delle estati successive, la sorella di Pina doveva assolutamente trovare una certa medicina, di quelle che hanno effetti  immediati e consistenti sui movimenti intestinali (una purga, insomma): armata di piccolo dizionario italiano-russo si arrischiò a chiederla in una farmacia di Mosca, indicando la parolina in cirillico.

Ovviamente anche  le istruzioni erano in cirillico per cui il primo problema fu: era davvero una purga, o chissà cosa altro aveva capito la farmacista (che non parlava una parola di nulla, tranne il russo)? Secondo problema: quando farà effetto, a breve o a lungo termine? Il rischio era di rimanere confinati in albergo fino allo svelamento del dilemma…

La mattina successiva dopo aver  osservato a lungo e con una certa apprensione, tutti e tre,  la pilloletta azzurra che assomigliava ad una Zigulì,  Amanda si decise a mandarla giù, confidando nel fatto che fosse davvero una purga e non, chessò,  la pillola del giorno dopo oppure un vermifugo per cani. Sempre tutti e tre condividemmo un’attesa trepidante sul risultato della sperimentazione, si sa che in questi casi la solidarietà è d’obbligo, vivendo gomito a gomito 24 ore su 24 nella stessa stanza e nello stesso bagno:  per fortuna l’esito fu immediato ed efficace,  e noi potemmo uscire allegramente per la città senza timore di corse improvvise e improcrastinabili della nostra amica negli austeri gabinetti sovietici.

Va beh, sono partita dai bagagli e sono finita a parlare di purghe sovietiche!





Vi lascio con alcune belle immagini del viaggio in Abruzzo di due anni fa: spero di fare anche stavolta delle belle fotografie, forse un po’ ripetitive perché i posti, più o meno, sono sempre gli stessi ma chissà, a volte si vedono le stesse cose con occhi diversi, scoprendo qualcosa di nuovo e inaspettato anche in luoghi che si pensa di conoscere bene.

Allora, arrivederci alla metà di agosto, se non riesco a connettermi prima per qualche notiziola veloce o qualche anticipazione estemporanea delle mie vacanze (confido sui potenti mezzi di mio marito)!

13 commenti:

  1. Buone vacanze!! Vedo che andrai in due bellissime regioni, per di più in agriturismo. Io mi son sempre trovato bene negli agriturismi, specie in Toscana.
    ciao ciao a presto e aspetto meravigliose fotografie!

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  2. BUone vacanze e stupende fotografie! CHe macchina fotografica usi?
    Un abbraccio!

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  3. BUONA VACANZA CARISSIMA!!! Mannaggia quanto mi dispiace che non sei di passaggio lungo la costa,sarà per la prossima!
    Un abbraccio e divertiti

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  4. Mario, cercherò di non deluderti!

    @ Occhi di Notte: una Nikon Reflex D80, che mi accompagna ovunque!

    Un abbraccio a te Marianna, riposati e rilassati...

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  5. Che bello rivedere i posti delle vacanze di molti anni fa attraverso le tue splendide fotografie!!! Rispetto ad allora (parlo dell'inizio anni 80) trovo Villetta Barrea molto più curata e, se possibile, più attraente.
    Un bacione e ...serenità!!!

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  6. Il pensiero di non avere tue notizie fino alla metà di agosto mi rattrista così tanto che, se permetti, confido anch'io nei "potenti mezzi" di tuo marito :-D Quest'ultimo post è proprio una chicca: l'ho trovato anche più divertente del solito (in quattro o cinque punti ho riso di cuore). Significa che sei più serena e che il brutto periodo che hai vissuto di recente sta per essere accantonato definitivamente ;-) Buone vacanze, cara! Rilassati, scatta tante belle foto e pensa a qualche deliziosa ricettina da proporci al tuo ritorno. A presto! Baci :-)

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  7. Da ragazza non ho mai avuto il permesso di viaggiare da sola e questo tempo non l'ho più potuto recuperare. Ed è per questo che ora spingo i miei figli a viaggiare il più possibile.
    A proposito di medicine anch'io porto di tutto, soprattutto il rimedio rapido anticistite che puntualmente colpisce le donne durante i viaggi dove cammini tanto, bevi poco.... ecc.....
    Ma a Barcellona, nonostante la lingua sia comprensibile e la mia mimica assolutamente perfetta (immagina!!!) un farmacista mooolto stronzo mi ha rifilato non so cosa, che mi ha fatto dormire per due giorni di seguito, rovinandomi la vacanza e facendomi spaventare moltissimo.
    Comunque da allora anch'io più che abiti, porto al seguito rimedi per tutte le malattie. Soprattutto antistaminici e cortisone, anche se non soffriamo di alcun tipo di allergie.
    Cara Laura, goditi il meritato riposo in questa splendida terra, che sicuramente di darà spunti anche per fotografare.
    Un abrraccio sincero
    Ci vediamo spero presto a Roma.
    Anna

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  8. io sono appena tornata e tu vai via.... BUONA VACANZA!!!

    ^_________________^

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  9. ...non ci credo, anch'io non parto mai senza un sacchetto a parte con tutte le medicine che "hai visto mai"!! :D E mio marito mi prende sempre in giro...Capisco anche la difficoltà di fare un bagaglio che sia adatto a tutte le occasioni, si va in tilt! :)
    Comunque sia, Laura, mi ripeterò, ma divertiti, rilassati...fai il pieno di ossigeno, mi raccomando!
    Un bacio grande!

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  10. Allora buona partenza!
    I miei gatti non li posso portare fino in Irlanda, verrà una nostra amica a sfamarli e coccolarli duranti i pochi giorni in cui saremo via!

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  11. Buone vacanze...riposati che ci vuole..ci vuole...
    Bacioni
    Elisa

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  12. ..appena tornata ! ti ..leggo in splendida forma, mi fa piacere ritrovarti pimpante , goditi le vacanze !
    ciao Reby

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Pellegrino che ti aggiri per queste lande incantate, mi farebbe piacere una traccia del tuo passaggio...

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