I miei viandanti

mercoledì 2 settembre 2015

Gita sulla riviera adriatica, Pescara



Quest'estate siamo stati veramente pigri, tante passeggiate tra i boschi ma poche visite, e la macchina fotografica è rimasta a sonnecchiare nella borsa.



Credo che sia stato a causa dell'overdose fotografica di questa primavera quando, per il mio compleanno a metà aprile, mi sono regalata la piccola Nikon, e per due o tre mesi sono stata preda di un raptus compulsivo in cui ho fotografato in ogni dettaglio (ai limiti dell'ossessivo, credo) una splendida primavera romana, ogni fiore, ogni albero, ogni scorcio suggestivo, ogni caffè caratteristico: col risultato di avere centinaia e centinaia di scatti di cui prima o poi mi dovrò occupare, catalogare, sistemare, probabilmente non mi basterà una vita intera.





I miei eccessi di entusiasmo sono ben noti, e dopo un po' la situazione si tranquillizza anzi, direi che comincia a stagnare.

Quest'estate quindi, ho fatto poche foto e poche gite ma, avendo trascorso una giornata intera nella ridente Pescara a trovare dei cari amici, almeno in questo caso era d'obbligo fare qualche foto.
Con molto rammarico ammetto di conoscere pochissimo la costa adriatica anzi, è più corretto dire che non la conosco per niente. L'unico viaggio fatto da queste parti risale all'antico 1975, un soggiorno marittimo a Roseto degli Abruzzi, di cui ho ricordi molto nitidi, ma comunque lontani nel tempo.

Il viaggio è iniziato sotto i peggiori auspici: dopo giorni e giorni di sole africano e implacabile, la mattina ci siamo alzati col cielo plumbeo, una pioggia scrosciante e un freddo novembrino. A San Vito Romano, pur essendo così vicino alla città, il clima non è propriamente clemente, assomiglia più a quello abruzzese o nordico, l'escursione termica tra bello e brutto tempo è piuttosto accentuata, e basta poco per doversi mettere felpa e scarpe chiuse.






Siamo partiti e arrivati, quindi (praticamente un coast to coast, visto che abbiamo attraversato tutta l'Italia centrale) sotto una pioggia scrosciante, che sembrava dovesse non finire mai.

Come primo impatto, la città era avvolta da una nuvola di grigiore e di clima uggioso, quell'atmosfera da mare d'inverno che oscilla tra il romantico, il malinconico e il triste, con il lungomare deserto e desolato, il cielo basso, minaccioso, le spiagge flagellate dal vento, il mare ringhiante, grigio e spumoso.
Per fortuna, quando siamo usciti  per pranzo, il cielo si era sgombrato di nuvole, l'aria era di nuovo  calda, tersa e cristallina, e la gente aveva riempito in poco tempo strade e spiagge, donando  alla città il suo volto più allegro.





Abbiamo fatto un piccolo giro a piedi, e poi altri giri in macchina, per uno sguardo d'insieme che ci ha restituito l'immagine di una città vivace, animatissima, prevalentemente moderna, con un lungomare frequentato e un abitato che si estende, un po' disordinato, a macchia d'olio, sui dolci colli circostanti.

 Ovviamente è il mare il tratto più caratteristico della città, con il suo infinito lungomare (credo sia lungo sui 12 Km, sarebbe perfetto per le mie passeggiate!), i suoi porti, il modernissimo Ponte del Mare a tiranti, che scavalla il fiume Pescara sovrastando i due moli.



 Il giro del piccolo centro storico, quel che rimane di una città dalla storia antica ma di cui sono rimaste poche tracce, ci ha mostrato alcune deliziose stradine dalle case basse, con ringhiere in ferro battuto, tra cui il Museo ricavato dalla casa Natale di uno dei più illustri cittadini pescaresi, il poeta Gabriele d'Annunzio ( nome  molto ricorrente a Pescara).

Ovviamente la modernizzazione un po' selvaggia a partire dal dopoguerra, come in tutto il nostro paese, non ha risparmiato neanche questi quartieri centrali, in questo caso con la costruzione di una enorme ed orrenda strada sopraelevata che insiste proprio sul lungo fiume, una mostruosità di cemento che ricorda moltissimo l'orrendo tratto di tangenziale romana sopraelevata, che ha devastato l'inizio della Via  Prenestina e la zona intorno a Portonaccio.



Potrei cominciare con la solita storia che altri paesi del nord Europa (Francia, Germania, Scandinavia etc...) invece di gettare piloni in cemento sopra edifici belli e storici, avrebbero attrezzato sul fiume romantiche passeggiate piene di fiori e di panchine ombreggiate da alberi, ma tanto ogni volta rischio di ripetere sempre le stesse cose.
Per finire, un rapido sguardo alle spiagge di Pescara, di cui purtroppo non avevamo il tempo di approfondire la conoscenza, speriamo in una prossima volta.





 Di questa lunghissima giornata marinara, merita una menzione d'onore il menù a base di pesce freschissimo che abbiamo gustato in un ristorantino sulla spiaggia.

Approfitto di questo post per ringraziare di cuore i nostri gentilissimi ospiti, Gabriele e Gabriella (l'avevo detto che questi nomi erano piuttosto ricorrenti in città, vero?) e la loro stupenda famiglia , persone squisite con cui abbiamo passato una giornata davvero incantevole, e sperando di avere la possibilità di ricambiare presto con una loro visita romana.

Alla prossima!

3 commenti:

  1. Ecco ci sono, pellegrinando nel tuo blog, che è sempre un piacere leggere e visitare. Un saluto, mario.

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  2. Poche gite, poche foto, ma l'importante è che siano buone e i tuoi reportage lo sono sempre!

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  3. "Overdose fotografica" mi ha fatto troppo ridere :-D
    Che cielo squillante hai immortalato, Geillis!

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Pellegrino che ti aggiri per queste lande incantate, mi farebbe piacere una traccia del tuo passaggio...

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