I miei viandanti

venerdì 11 gennaio 2013

Del Nuovo anno e nuove letture




E’ stato un periodo strano, questo,  il  primo anno che fino all’ultimo sono stata praticamente immune dallo spirito di festa, anche per i giorni pieni di impegni che ho avuto. Sembra una cosa strana da sentir dire da una cassaintegrata invece, tra corsi di riqualificazione, ennesimi giri per indennità e cose varie, ho avuto poco tempo da dedicare al resto.


Il nuovo anno, festeggiato un po’ in sordina, ha portato anche la fine definitiva del mio lavoro perché, assieme a molti miei colleghi, abbiamo accettato la fine della cassa integrazione e il licenziamento con una incentivazione all’esodo. Ci sono delle cose che hanno i loro tempi e quando il tempo è scaduto, è inutile portare avanti una situazione che si è esaurita, meglio chiudere una porta e andare alla ricerca di una strada alternativa.

Fino a poco tempo fa, questa scelta, questa strada incerta mi avrebbe riempita di inquietudine, forse perché ho lavorato 12 anni nello stesso posto, le mie esperienze al di fuori sono state tutte precarie, variegate e includenti, mentre in un posto di lavoro in cui hai passato più tempo che in ogni altro della  tua vita, alla fine ti senti un po’ a casa, una rassicurazione difficile da abbandonare, anche quando fai un lavoro che non ti piace.
Devo ammettere, invece, a dispetto del periodo buio che sta passando il nostro paese, di essere moderatamente ottimista, di accettare tutto questo come una specie di sfida, di mettersi alla prova dopo aver maturato esperienze e percorsi professionali difficili ma molto formativi.

Per ora, sto ancora finendo i corsi ed elaborando possibili strategie per il futuro, poi si vedrà!

Nel frattempo ho ricominciato a dedicarmi alla lettura che, tra un blog, un corso e un telefilm, avevo davvero trascurato in maniera vergognosa. Un po’ perché anche i libri cominciano a diventare una spesa pesante per chi cerca di stare attento al suo budget ( sinceramente, oltre alle edizioni tascabili più alla mia portata, le nuove uscite cartonate da 18 ai 25 euro mi sembrano veramente un’esagerazione, ce li spendo solo per un autore per cui veramente ne vale la pena), un po’ perché la mia biblioteca comunale ha ormai esaurito tutti i libri per me appetibili, alla fine leggo e rileggo sempre gli stessi. Non  che a casa mia non ci siano libri in abbondanza, anzi, tra un po’ usciamo noi per far spazio alle librerie ma, alla decima volta che rileggo un libro amato, insomma, comincio a stufarmi un pochino.

Per il mio compleanno feci un’abbuffata da Feltrinelli, grazie ad un buono regalatomi da chi sa che adoro leggere: sono tornata a casa con la busta piena di volumi fruscianti, spaziando dal mio amato Murakami Haruki (li ho letti quasi tutti in biblioteca e, pian piano, me li sto comprando), gli ultimi di Fred Vargas che non mi delude mai e che se non avete mai letto dovete assolutamente farlo, e poi parecchi volumi di quelli della Newton Compton, attirata  dalle copertine variopinte e  dal prezzo invitante, sia gialli che i cosiddetti romanzi rosa, visto che i titoli davvero mi intrigavano (per la precisione ho comprato Il vangelo Perduto, Il segreto della sesta chiave, Il quadro Segreto di Caravaggio per i gialli, Piccoli Limoni Gialli, Amore Zucchero e Cannella per i cosiddetti rosa).

Non c’è niente da fare, ho come l’impressione che alla fine valga più il titolo e il packaging che il libro in sé stesso, la forma più che la sostanza: volumetti curatissimi, copertine accattivanti, edizione impeccabile ma, alla fine, sono libri che scorrono via leggeri come l’acqua, senza lasciar traccia. 
Ormai mi capita sempre più spesso di comprare libri mediocri  che rimescolano luoghi comuni, e questi ultimi che ho letto rientrano perfettamente in queste categorie. I gialli o thriller ormai pescano a piene mani nel filone inaugurato dal pessimo Codice da Vinci,  un libro per il quale mi chiederò sempre quali sono le misteriose ragioni del suo immeritatissimo successo: già nei titoli abbondano segreti, misteri, libri maledetti, vangeli perduti, manoscritti ritrovati,  che sembra di assistere ad una delle esileranti trasmissioni di Giacobbo, per non parlare delle trame, sovente complicatissime e piene di rimandi storici  ma di cui, dopo aver letto l’ultima pagina, ricordi a malapena l’argomento (se volete l’eccellenza, allora rileggevi Il Nome della Rosa e Il pendolo di  Foucault, please).

Per  quanto riguarda i cosiddetti rosa, le copertine graziose e i titoli intriganti si rivelano essere dei romanzetti scemi più o meno sul livello di Liala ( che alla fine, visto il livello qualitativo di scrittura di queste nuove autrici, al confronto ci fa la figura di Virginia Woolf), in cui la trama si riduce sempre all’incontro, dopo varie peripezie anche lavorative, del fatidico principe azzurro, solitamente nelle vesti del capo bello e arrogante che alla fine viene accalappiato: l’unica differenza con i romanzi rosa degli anni Sessanta-Ottanta (eh sì, devo ammettere di averne bevuti a decine, nella prima adolescenza, ma per fortuna non sono riusciti a rovinarmi più di tanto), è che in questi romanzi moderni il sesso  non è relegato al bacio dell’ultima pagina, ma propinato a piene mani per tutto il libro, ma alla fine l’eroina trova sempre il vero amore, anche dopo essere saltata da un letto all’altro per tutta la storia.

L’altro giorno, invece, sono andata dritta dritta in libreria per acquistare l’ultimo romanzo della Rowling, che attendevo con impazienza: lo ammetto, sono una delle fan sfegatate della saga del maghetto, ho adorato tutti i suoi libri (l’unica delusione sono state le ultime venti pagine dell’ultimo volume), che periodicamente rileggo daccapo, mai sazia dei fuochi artificiali di fantasia e creatività di questa scrittrice.

Se vi aspettate da questo poderoso romanzo, Il seggio vacante, un mondo fantastico e colorato come i libri precedenti, scordatevelo proprio. La Rowling affronta e racconta il mondo di grandi e adolescenti di una piccola cittadina inglese, e in questo mondo non ci sono né colori sgargianti né fuochi artificiali,  ma una patina grigia e tetra  che avvolge persone e cose, un mondo brutto, sporco e cattivo da cui non c’è salvezza.

Siamo a Pagford, incantevole cittadina incastonata in valli verdi, con una chiesa gotica in rovina sullo sfondo, una piazzetta graziosa con panchine e aiuole fiorite, negozi caratteristici e famiglie perbene, ma non fatevi ingannare dall’apparenza: sotto la superficie ipocrita e perbenista si annida malignità, maldicenza, invidia, rancori e rivalità che esplodono quando si libera un posto, il seggio vacante del titolo, nel Consiglio comunale. E’ come scoprire il vaso di pandora, la vera natura delle persone emerge in una guerra intestina di tutti contro tutti, mentre i segreti più inconfessabili emergono alla superficie, e dopo questo uragano niente sarà più lo stesso a Pagford, dopo tutti gli equilibri saltano e altri se ne creano.

Sinceramente, non so cosa pensare di questa opera impegnativa, non banale, sicuramente molto articolata  e un pizzico pretenziosa: non è un libro mal scritto, anzi, la Rowling mantiene uno stile sempre scorrevole e originale, ma certo mi aspettavo altro da lei, come sicuramente tutti quelli che hanno adorato Harry Potter.  E’ particolare già il modo di narrare i fatti, senza un vero protagonista e un unico punto di vista: si tratta invece di una amara commedia  corale, che vede protagonisti  una buona parte degli abitanti della cittadina e del territorio circostante, ognuno analizzato fin nelle viscere, scorticato nei suoi pensieri più profondi e inconfessabili, vivisezionato nelle sue meschinerie quotidiane senza alcuna pietà.

Quello che esce fuori dalla penna della Rowling è una serie di personaggi  che copre tutte le sfumature dello squallore, da quello senza speranza dei quartieri di periferia, dove abbondano tossici, prostitute e degrado 
 ( le descrizione di questi casermoni di cemento e casette ai limiti della fatiscenza, in cui si asserraglia una umanità  gretta, spenta e desolata nel suo dolore senza speranza né possibilità di riscatto,  mi ha ricordato molto le atmosfere di Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino) a quello delle famiglie bene del paese, in cui una vernice di rispettabilità copre  una povertà morale ed etica poco distante dall’altra se non nell’apparenza. La descrizione psicologica dei suoi personaggi risulta  sottile, tagliente, a volte crudele nei suoi dettagli, sempre impietosa nello scavare a fondo i difetti, gli errori, le  piccinerie quotidiane, anche per i personaggi per cui lascia trapelare, se non una velata simpatia, almeno una lieve pietà.

La Rowling non salva nessuno, nessuno dei suoi personaggi è il buono della situazione e il bene non trionferà, non c’è lieto fine, solo l’epilogo nefasto di una situazione già in partenza destinata alla tragedia,  non vede nessuna possibilità di redenzione, anche se i molti sviluppi tragici della trama cambieranno profondamente la vita di tutti, destinando alcuni ad un  sorte fatale, mentre per altri lascia solo intravedere uno spiraglio di salvezza.

Mi ha davvero sorpreso  questa visione davvero pessimista del suo mondo immaginario, in cui  l’aridità morale non risparmia neanche gli adolescenti, quindicenni già alle prese con piccoli e grandi frustrazioni,  per i quali anche il sesso ( che a quell’età dovrebbe essere ancora un sogno romantico ad occhi aperti)  è già  squallore, amplessi  utilitaristici e tetri consumati in fretta, magari sul bordo di una strada o tra le tombe del cimitero.

Che dirvi? Ripeto,  si tratta di un’opera non originalissima ma non banale, sicuramente di ottimo livello dal punto di vista della trama e della costruzione dei personaggi, un intreccio complicato nello svolgimento anche se non nella storia in sé stessa, che si lascia leggere in maniera piacevole, ma in cui si avverte un pizzico di freddezza e di  compiacimento  nel far sprofondare il lettore nell’abisso oscuro e melmoso  della grettezza umana.

Alla prossima!

10 commenti:

  1. Ciao Geillis, finalmente torno a leggerti! E parli di libri...lo stesso mio argomento dell'ultimo post. Anche io, come te, amo la Rowling e quest'ultimo lavoro non l'ho letto. In effetti mi sembra sul serio ben altra faccenda rispetto alla saga di Harry Potter (io ho anche il Quiddich attraverso i secoli e l'altro sulle creature magiche :-)). Sono d'accordo con il tuo giudizio sul Codice da Vinci e su molti di questi racconti, ammantati di misteri o romantici, che poi alla fine si rivelano delusioni totali. Purtroppo, ci casco ancora. Sono felice di sentirti ottimista e propositiva! Ti auguro buon anno, amica mia, con tutto il cuore. Ops, ho scritto un romanzo...;-)

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  2. Essendo un libro davvero molto atteso da legioni di fans, volevo condividere il mio spiazzamento con altri potteriani, sono contenta di averti incuriosito!!

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  3. Grazie per questa recensione!! Mi chiedevo proprio come fosse il nuovo della Rowling, ora so che magari prima lo prenderò in biblioteca... non so se possa piacerti il genere, ma se hai voglia di un BEL libro, che ti faccia ridere di cuore ma anche rabbrividire nel profondo, ti consiglio "L'uomo nero e la bicicletta blu" di Eraldo Baldini... l'ho letto a settembre, per caso... e mi ha stregata!

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  4. Mi hai incuriosita ulteriormente: è già pronto sul Kindle da un po'!

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    'm lì nel mio Grullo spazio, in attesa per voi.
    E sto già seguendo il tuo blog.
    Forza, pace, amicizia e felicità
    Per te, un abbraccio dal Brasile.
    www.josemariacosta.com

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  6. Nonostante abbia letto e amato la saga di Harry Potter sono comunque attratta da questo nuovo (e così diverso) libro della Rowling, aspetto però che arrivi in biblioteca, con i prezzi che i libri hanno raggiunto, preferisco andare sul sicuro!Grazie per la recensione, a presto.

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  8. Già tempo fa mi ero espressa su "Amore zucchero e cannella", quindi è meglio non infierire nuovamente.
    Anche Dan Brown non mi piace, quando pensi che la storia cominci a migliorare, quando pensi: "ora dovrebbe diventare scopiettante", tutto si smonta come un sufflè, invece la Rowling...anch'io sono una fan del maghetto.
    Però questo libro non mi attira propio perchè così diverso, preferisco pensare ancora ai miei personaggi tanto amati.

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  9. Anch'io in attesa di leggere questo nuovo romanzo della mamma di Harry, ho letto incuriosita la tua recensione. ;)

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Pellegrino che ti aggiri per queste lande incantate, mi farebbe piacere una traccia del tuo passaggio...

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