Gianicolo, Carnevale 1975
Mi sono resa conto di non scrivere nulla da due settimane.
Forse perchè non avevo nulla da dire, o forse perchè le cose che avevo da dire erano troppo tristi, come un pozzo nero in cui continui a buttare dentro le cose brutte e ci chiudi sopra, a forza, il coperchio, sperando che se ne rimangono buone a ribollire in silenzio.
In realtà, non scompaiono, sono semplicemente lì, sotto la superficie, ad agitarsi nelle acque più profonde e oscure dell'anima, ma prima o poi cominciano a risalire, a farsi sentire, ed ignorarle comincia ad essere impossibile.
Sono stati giorni bui, faticosi, molto simili a quelli di questa estate, dolorosamente troppo simili. Non sto neanche a raccontare tutti gli avvenimenti, dico solo che è stato un buco nero, un vortice di eventi in cui siamo rimasti avviluppati, imprevisto, terribile e inaspettato.
Oltre questo, o forse proprio a causa di questo, la settimana scorsa una brutta influenza che mi ha completamente atterrato, come una reazione fisica ad un dolore mentale, una protesta di tutto il corpo che esprime, attraverso la malattia, tutto quello che ha di brutto dentro.
Ma si deve reagire, andare avanti, rituffarsi di nuovo nel mondo, nella noia della quotidianità. Si riprende il lavoro, magari di malavoglia, con la testa da un'altra parte, si riprendono le piccole incombenze quotidiane.
Non ho fatto molto, ho trascurato la casa, i miei hobbies, forse anche un po' me stessa.
Ma da domani, di nuovo in pista, sperando di lasciarmi i giorni di pioggia definitivamente alle spalle.
Istituto Santa Rufina, Trastevere, Carnevale 1972
Santa Maria In Trastevere, Carnevale 1971
Ieri pomeriggio, in un impeto inaspettato di energia, mi sono messa a fare frappe e castagnole, un carnevale recuperato in extremis (neanche mi ricordavo che siamo a Carnevale): ho un pessimo rapporto con i dolci fritti, lo ammetto, non li faccio mai. Le frappe mi son venute un po' troppo spesse, d'altra parte senza macchina per stendere la sfoglia non è proprio facilissimo, ma ce le siamo mangiate lo stesso.
Le castagnole, al contrario dell'unica volta che le ho fatte (avevano la consistenza e anche il sapore delle palline da ping pong) non sono venute male: dopo quello sforzo creativo, non ho avuto neanche un guizzo di energia per fotografarle, mi spiace ( e questo vi fa capire quanto sto giù in questi giorni).
Accontentavi della ricetta, senza foto, per stavolta! Grazie a Maria Rosa per la ricetta, l'aggiunta della ricotta all'impasto le ha rese soffici, sicuramente da replicare.
Istituto Santa Rufina, Trastevere, Carnevale 1978
Castagnole di Maria Rosa
200 grammi di farina
100 grammi di zucchero
100 grammi di ricotta
2 uova intere
1 tazzina di liquore (io Strega)
buccia di limone grattugiata
mezza bustina di lievito
Olio di semi
Fare l'impasto dentro una ciotola, con la forchetta, mescolando zucchero, uova e ricotta, il liquore e la buccia di limone.
Aggiungere farina, lievito, fino a formare un impasto molle.
Mettere sul fornello una padella capace, far raggiungere all'olio il bollore.
Aiutandosi con due cucchiaini, far cadere nell'olio bollente l'equivalente di mezzo cucchiaino di impasto, non di più sennò vengono troppo grandi.
Farle dorare da ambedue le parti, senza farle troppo colorire troppo ( io ho tenuto il fuoco abbastanza dolce)
Appena scolate, spolverare di zucchero a velo (oppure semolato).
che bello ricrdare e rivedrsi nelle foto di tanti anni fa e si ha una diversa idea del ricordo
RispondiEliminaperiodi no capitano a tutti. Il corpo poi ne risente e butta fuori il malessere interiore ammalandosi. Mi piacciono i buoni propositi: tuffarti nel fare, persino nella noia quotidiana! P.S. nella foto del carnevale '71 sei tu, ma potrei essere io :)
RispondiEliminaA me era capitato un periodo così un mese fa... bisogna trovare un po' di forza dentro sé stessi, prima di tornare a condividere con gli altri. Ma sono contenta che stai cominciando a riprenderti :-)
RispondiEliminaogni tanto capita ,specialmente quando vieni da un periodo difficile come quello che hai passato tu , capita la "ricaduta" ma ci si deve rialzare , stringere i denti, hai fatto bene a friggere e fare dolcetti, dai!!! faccio il tifo per te! che belle le foto di qualche carnevale fa..... ti abbraccio
RispondiEliminaciao Reby
carissima , mi spiace. la sofferenza è un luogo che tutti conosciamo , non sentirti sola. tutti abbiamo avuto a che fare con lei e avremo ancora a che fare con questa sconosciuta perfettamente a suo agio nelle nostre vite. non bisogna combatterla. sappiamo che questa è la vita. la sofferenza è un'opportunità. ci dà chiavi davvero importanti che prima non avremmo mai usato , per aprire porte della vita. vedrai che tutto si sistemerà , meglio di prima. ti abbraccio
RispondiEliminaConosco molto bene la sensazione di cui parli.
RispondiEliminaPer il resto mi piacciono tanto i dolcetti e anche le foto!
Un abbraccio grande grande
Evelin
anch'io ho preso una pausa ultimamente...
RispondiEliminacmq grazie per la ricetta :)
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RispondiEliminaCiao cara Geillis...guarda che non ti voglio più sentire così triste ok??? Dai coraggio e forza...la vita è bellissima anche quando non ce ne accorgiamo e ci sembra schifosa e orrenda...lei c'è è lì e noi dobbiamo solo avere la volontà di viverla...
RispondiEliminaciao buona settimana cara
Wow...!!!! Hai studiato l'Egittologia...! Qui ti sono invidiosa davvero... nel mio paese (d'origine), c'è l'Università di Storia, e dove durante primo anno avevo le lezioni di storia d'Egitto, ma questo faceva parte dello studio di Storia, con, credo, opzione post laurea, varie specializzazioni, solo che facevano parte della sezione archeologia, dunque, per quelli che come me hanno scelto settore pedagogico, era molto difficile da raggiungere... e così è rimasta solo una mia passione....
RispondiEliminaP.S. anche a casa mia c'è un strano allone di malinconia e tristezza... causa: il figlio con influenza e febbre a 40.... dopo quattro giorni senza dormire è diventato tutto molto oprimente e pessante.
RispondiEliminama passerà... vero?
Un bacione
com'eri bella nel '75
RispondiEliminaio non ero ancora nata ... il tempo passa ma i ricordi felici non si dimenticano..
^_________^
BUON 8 MARZO
Mi spiace per il momento buio che hai vissuto, spero che ora inizi la risalita verso giorni migliori.
RispondiEliminaUn abbraccio
anche per me un periodo di pensieri tristi, di dolori a volte soffocati ..che cerco di cacciare guardando il positivo che mi circonda...ora esco e vado a sognare con chagall..
RispondiEliminati sono vicina, sei una splendida persona...ho visto come già hai reagito con frappe e castagnole...almeno in superficie ce la possiamo fare!
Ciao Geillis, anch'io andavo a scuola dalle suore negli anni Settanta e ho foto in maschera simili alle tue... So che quando si va a frugare in quel passato c'è quasi sempre qualcosa che si agita dentro. Ma porterà i suoi frutti, in bocca al lupo.
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