I miei viandanti

giovedì 7 luglio 2016

Il Bosco Incantato di Bomarzo - Seconda parte - Elefanti, Orchi, Furie ed altre creature infernali.



Proseguiamo per il nostro cammino  tra le creature meravigliose e terribile di questa foresta ombrosa e misteriosa: il nostro percorso prosegue davanti  alla lotta tra due animali di sapore medievale, un Drago dalla corazza squamosa  attaccato da  un leone, un lupo e un cane, e davanti a loro un'imponente anfora di pietra con incisa un'altra scritta enigmatica: "Notte et Giorno, Noi siamo vigili  et pronte a guardar d'ogni ingiuria questa fonte", quasi a mettere in guardia il visitore sulla pericolosità del gruppo di animali. Non lontano infatti si legge: "Voi che pel mondo gite errando vaghi di veder meraviglie alte et stupende venite qua, dove son facce horrende, elefanti, leoni, orchi et draghi."



I draghi sono sempre stati notoriamente un soggetto amatissimo dall'arte e dalla letteratura soprattutto in età medievale e rinascimentale, e questo amore  è giunto fino a noi, in particolare  nella letteratura fantastica degli ultimi decenni tipo Cronache di Ghiaccio e Fuoco, di cui ricordiamo i tre deliziosi  animaletti alati di Daenerys della casa Targaryen, il cui titolo intero infatti suona  (finora) Madre dei Draghi, Nata dalla tempesta, La prima del suo nome, Regina degli Andali, dei Rhoynar e dei Primi Uomini, Signora dei Sette Regni, Protettrice del Regno, Principessa di Roccia del Drago, Khaleesi del Grande Mare d'Erba,  la Non-bruciata , Regina di Meereen, Distruttrice di catene.
 Anche nel Cinquecento esistevano gli effetti speciali, mica li abbiamo inventati noi, e quindi questo bel drago continua ad incutere timore in questa foresta da ben cinque secoli.




Passiamo ora  davanti alla vasca guardata da un minaccioso e poderoso dio Nettuno affiancato da un grosso delfino, ed arriviamo ad un altro animale che all'epoca doveva apparire molto esotico, l'elefante, la statua più grande del parco.
 In groppa porta una torre e un cavaliere, mentre nella proboscide afferra un legionario romano. E' stato ipotizzato un significato storico, perché l'elefante alluderebbe alla sconfitta di Roma ad opera di Annibale e del suo esercito di 37 elefanti,  arrivati in Italia nel corso della II guerra punica.






Un'altra divinità pagana ma stavolta benigna,  Cerere, la dea delle messi e dell'agricoltura, raffigurata con un vaso di frutta e fiori sulla testa.






Ed eccola, l'attrazione principale del parco, addirittura il simbolo di tutto il bosco: il terribile Orco con la bocca spalancata e un'altra scritta incisa nella vecchia pietra cosparsa di muschio: "Ogni pensiero vola". Un'altra figura spaventosa di origine infernale, forse di origine etrusca o romana, ma derivata nell'epoca medievale attraverso i poemi e i romanzi. Il famoso orco che si portava via i bambini cattivi nella notte ha origini piuttosto antiche, non è un'invenzione moderna dei nostri genitori per farci stare buoni. Evidentemente anche i genitori del XIII secolo avevano problemi di disciplina, e sembra che lo spauracchio del mostro abbia funzionato alla grande per secoli, visto che è arrivato fino a noi (curiosità letta su Wikipedia).
In realtà sembra che  questa non sia la scritta originale, in un disegno del pittore manierista  Giovanni Guerra della fine del 500  viene riportata la seguente frase " lasciate ogni pensiero o voi che entrate"
( ho trovato la notizia in questo sito inglese).



In ogni caso sembra che i bambini moderni non siano assolutamente spaventati dalle sembianze mostruose del mostro di pietra, sono troppo cinici o troppo assuefatti ai mostri moderni, chissà, per aver paura di questo orco, brutto ma alla fine innocuo.


Fare una fotografia senza persone che si fanno riprendere nella bocca del mostro è assolutamente impossibile, ci ho provato ma alla fine ho dovuto desistere, e quindi beccatevi la signora col basco fucsia in primo piano, che comparità anche in altre fotografie.

Un'altra creatura fantastica con doppia coda squamata risponde al nome di Echidna, una figura della mitologia greca, metà donna e metà vipera  (piuttosto misogino, come accostamento direi) che aveva come dolce hobby quello di divorare i malcapitati che passavano davanti alla caverna dove vivena rinchiusa (provateci voi a vivere rinchiusi in una caverna, e vediamo se non vi viene voglia di sbranare qualcuno, tanto per passare il tempo), e trascorre il suo tempo secolare in buona compagnia, visto che è in dolce conversazione con due leoni e una Furia con  ali di drago e zampe leonine, tutti insieme a prendere il tè.
La Furia è una figura mitologica romana ma presente anche in epoca medievale e rinascimentale e anche oltre, corrispondente alle Erinni greche,  tre sorelle figlie della Notte che vendicavano delitti e ingiustizie, ed erano piuttosto pericolose. Come al solito, le Furie erano donne, ed è notorio che le donne siano molto vendicative.





Il nostro giro per ora finisce davanti a questa graziosa riunione di essere infernali, alla prossima!

2 commenti:

  1. Grazie Laura di questa bellissima escursione tra i mostri di Bomarzo, e speriamo di vederli presto "dal vivo", buona giornata!!
    Carmen

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  2. E' un bellissimo bosco incantato... grazie per le informazioni e le belle immagini!
    Buona domenica

    RispondiElimina

Pellegrino che ti aggiri per queste lande incantate, mi farebbe piacere una traccia del tuo passaggio...

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