I miei viandanti

giovedì 18 novembre 2010

Il Parque Maria Luisa: i Musei

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E' l'ultimo post su Siviglia, lo giuro!!

Ormai ve l'ho mostrata in tutte le salse, vi ho raccontato angolo per angolo questa bella città andalusa, l'ultima visita è questa, nei Musei che si affacciano sulla Plaza de America, dentro il grande Parque Maria Luisa.
Veramente non avevo assolutamente intenzione di entrarci dentro, convinta che non avrei avuto il tempo. Invece, dopo un'oretta a gironzolare per il parco, con la mattina ancora tutta davanti, sono entrata in tutti e due i musei, apprezzando il fatto che anche questi sono gratuiti, come gli altri della città (tranne quello del Flamenco, privato e anche costoso)

Del primo, il Museo delle Arti e Tradizioni Popolari, una parte comunque è chiusa, tutto il secondo piano è in restauro, alla fine quello che rimane è poca cosa.

Rimane il primo piano e il sotterraneo, e anche quello con una mezz'oretta si visita comodamente, posto che alcune sale espongono solo pizzi, centrini, bavaglini, scialli ed altri manufatti che sono bellissimi, d’accordo, ma alla decima vetrina viene voglia di girare i tacchi e ammirare qualcosa di più movimentato che centinaia di centrini fatti al tombolo.

In pratica, tutto il piano espone oggetti, mobili e suppellettili appartenenti ad una famiglia di ricamatori e merlettaie, i Diaz Velazquez, con arredi originali disposti in modo da ricostruire gli ambienti della casa borghese di fine Ottocento, assieme ai ricami e agli attrezzi della fabbrica dismessa. Ho visitato tutte le sale nel silenzio più assoluto, sotto una luce mortifera e sonnolenta, poi ho deciso di averne abbastanza di bavaglini, trine e ricami e sono scesa di sotto.

Il museo è talmente deserto che anche i custodi sembrano aggirarsi smarriti, quasi chiedendosi vagamente perplessi cosa ci fate lì, e forse cosa ci fanno anche loro, in quelle sale oscure e deserte.

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Il piano sotterraneo invece è formato da una serie di stanze che ricostruiscono i vari ambienti di lavoro tra Ottocento e primo Novecento con attrezzi e macchinari originali: il falegname, il fabbro, il frantoio, il vasaio, il sellaio, macchine e utensili utilizzati in agricoltura e così via.

Poi c’è una piccola ma pregevole esposizione di produzione ceramica, dal rinascimento in poi, con dei pezzi veramente notevoli in stile Art Nouveau.

Uscita dal Museo, mi sono diretta in quello opposto, tanto dovevo arrivare all’ora di pranzo e ancora mancava parecchio. Il Museo Archeologico espone opere essenzialmente di epoca romana, di cui alcuni pregevoli statue, oltre ad una parte dedicata a Preistoria e Protostoria.

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Il fatto di aver ammirato le sterminate collezioni di Roma e Parigi non aiuta ad apprezzare adeguatamente questo poderoso esternamente ma scarno museo, ho esaurito anche lì brevemente la mia curiosità, uscendo di nuovo per un ultimo giretto per il parco sotto un cielo improvvisamente cupo, solo a tratti illuminato da un sole velatissimo, che riesce a stento a mitigare un vento fastidioso e gelido.

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Siviglia ha deciso di salutarmi sotto la sua veste più grigia, anche se il caldo sole dei giorni passati mi ha comunque permesso di ammirare le sue bellezze al meglio, colori caldi e squillanti che si stagliano contro un limpidissimo cielo turchese.

Non avevo alcuna voglia di tornare verso il centro, dopo quella passeggiata indolente dentro il parco, allora ho seguito le indicazioni della guida su Viktor, un piccolo ristorante decentrato, in uno di questi vialoni immensi stile Serafico (un quartiere moderno di roma, confinante con l'Eur) che costeggia il Parque, l’Avenida Felipe II: mi sono seduta fuori ed ho ordinato un piatto unico, per la modica cifra di 6 euro e 50.
Due uova fritte, morbide al punto giusto, vere patate fritte, friarelli arrosto (piatto tipico di queste parti), panino caldo da intingere golosamente nel tuorlo quasi liquido, taralli e Coca Cola: tutto semplicissimo ma gustoso, sicuramente meglio di qualunque McDonald’s.
Mi sono gustato il mio semplicissimo pranzo, cercando di imprimermi nella memoria ogni particolare, ogni sapore dei miei ultimi momenti a Siviglia.

Accanto a me, le guide ormai spiegazzate e consunte da tante letture, un quaderno pieno di appunti, pensieri, annotazioni, una valanga di immagini ancora di organizzare, soprattutto nella testa, e un intero viaggio da ricordare, momento per momento, emozione dopo emozione.

9 commenti:

  1. ma io non mi stanco per niente! è così bello poter viaggiare con te :-)))) baciii

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  2. andare a spasso con i tuoi occhi è sempre molto bello
    un abbraccio

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  3. Speriamo che presto tu faccia un altro viaggio, così che potremo di nuovo godere dei tuoi bellissimi e ricchissimi articoli.
    Un abbraccio
    Francesca

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  4. Mi fai assaporare posti meravigliosi, che forse non vedrò mai dal vivo! Attraverso le tue foto e le tue descrizioni, sembra di partire ogni volta per mete sempre più belle...! :)))

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  5. Io invece vorrei leggere ancora le tue splendide reportage. Hai un dono molto raro: sai raccontare e trasmettere le passioni che provi, convolgendo chi ti segue.... e poi, le tue foto sono me-ra-vi-glio-se! Un'altro motivo per sbiricciare in questo tuo angolo.
    Un baccione grande,
    Ziamame

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  6. te lo devo aver già detto, ma te lo ripeto , dovresti pensare a scrivere un libro sui tuoi viaggi , hai un vero dono! un abbraccio
    ciao Reby

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  7. coninua pure a facela consocere a noi non dispiace mica anzi impariamo tante cose belle

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  8. Dev'essere stata un'esperienza davvero fantastica. Ti ha dato così tanto! Grazie per averla condivisa con noi.

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  9. ma che bello!!! già l'entrata è uno spettacolo, bellissime foto!

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Pellegrino che ti aggiri per queste lande incantate, mi farebbe piacere una traccia del tuo passaggio...

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