I miei viandanti

lunedì 25 luglio 2011

In viaggio


Ci siamo, è arrivato anche per noi il momento di infilare il costume in valigia. I giorni purtroppo non saranno molti, due settimane scarse, poi si tornerà al lavoro, appena il tempo per staccare, forse davvero poco per riprendersi dalla stanchezza.
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E' parecchio tempo che non facciamo una vacanza marinara, dal viaggio di nozze di sei anni fa, quando andammo a Shark Bay, un posto silenzioso, dal mare incredibile, ben diverso dalla confusione e dall'affollamento della vicina Sharm. Negli ultimi anni, invece,  abbiamo sempre preferito montagna o collina, partendo con valigie cariche di felpe, scarpe da trekking e tute da ginnastica, quest'anno si viaggia più leggeri.

Il nostro primitivo progetto, di fare il giro della Croazia, si è sciolto come neve al sole quando ho capito di non avere tanti giorni di ferie a disposizione: abbiamo ripiegato su una meta più vicina, tra Basilicata e Calabria, un posto in cui ho passato un'estate svariati anni fa, una vacanza veramente piacevole, incasinata ma piacevole.
Ci torno volentieri, anche perchè i posti erano incantevoli, il mare limpido e bellissimo.

Fu una vacanza spensierata, forse anche troppo, come un'esplosione di ilarità sopra le righe dopo un inverno durissimo, scuro e doloroso. Partimmo in tre ragazze, col treno, alla volta di un campeggio, per raggiungere altre persone, a me sconosciute. Io, col mio solito senso pratico, mi sono presentata alla stazione con il fedelissimo zaino Invicta, quello reduce dall'Interrail,  con un guardaroba piuttosto spartano, ed un piccolo igloo nuovo di zecca, di cui ero molto fiera.
La mia amica Sabrina invece si presentò con una valigia enorme, in cui c'era dentro di tutto, tipo la borsa di Mary Poppins, tra cui vestiti supersexy e scarpe col tacco alto, look assolutamente adatto alla vita di campeggio.

L'unico mio rimpianto fu quello, unica vacanza nella mia vita, di non aver portato la mia fedele Nikon: i posti erano così belli che pensavo in continuazione a tutte le belle foto che avrei potuto fare e che non avrei fatto.
Il dispiacere arrivò al culmine quando, un tardo pomeriggio, questi amici ci portano in cima al monte, sotto la Statua del Redentore: da lì si abbracciava tutto il Golfo di Policastro, una visione mozzafiato, che raggiunse l'incanto quando il sole cominciò a tramontare dietro il mare, avvolgendo ogni cosa di una luce calda e dorata, e tingendo il cielo e l'acqua di un colore rosso fuoco, una visione indimenticabile.
 Promisi a me stessa che un giorno ci sarei tornata, per cogliere quelle sfumature meravigliose.

Stavolta non dimenticherò la macchina fotografica, ci potete scommettere.

mercoledì 20 luglio 2011

Viaggio a Barcellona: il mercato de la Boqueria


Siamo a passeggio sul lunghissimo rettifilo, più di un chilometro, che collega la centralissima Plaza de Catalunya con il porto, le famose Ramblas: verso la metà, sulla destra, si affaccia un'entrata di ferro e vetri colorati. Non esitate, se passate da queste parti: varcate l'ingresso, e vi tufferete in una atmosfera incredibile di colori e profumi.

mercoledì 13 luglio 2011

Di libro in libro


Mi sono iscritta di nuovo alla biblioteca comunale.
Anche solo fare tutta la strada per arrivarci, in discesa all'andata ma dolorosamente tutta in salita sotto un sole cocente al ritorno, mi è sembrato già un risultato, vista l'apatia di questi giorni. Ve l'ho detto, questo periodo tendo a procrastinare le cose, a fare vita piuttosto contemplativa, in sostanza a perdere un sacco di tempo: in compenso sto riscoprendo il piacere della lettura che, ultimamente, avevo un po' abbandonato.

giovedì 7 luglio 2011

Dopo il silenzio


Ben trovati, miei cari.

Lo so, la mia latitanza dura da tanto, tantissimi giorni di silenzio, forse l'interruzione più lunga nella storia di questo blog, un black out che si è trascinato stancamente fino ad oggi.
Devo essere sincera, rimettermi al computer, riaprire il blog, è stato faticoso. In questi giorni, in un virtuale impulso suicida, ho pensato addirittura di non scrivere più nulla, di lasciarlo morire di inedia, oppure di chiuderlo del tutto.

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