I miei viandanti

mercoledì 29 settembre 2010

Ultimi scampoli d'estate


Avete cominciato a tirare fuori i maglioncini?

Dalle mie parti sì, la mattina fa un freddolino che sembra già fine ottobre, anche se il giorno ancora fa caldo e il sole, in qualche modo, sembra ancora riscaldare la terra.

Non so perchè, ma quest'anno sono contenta che questa estate sia finalmente finita, forse perchè ha portato solo tanti pensieri, e serenità veramente poca. Però non sono una persona che si ritira nell'angolo a deprimersi, per fortuna, mi invento sempre qualcosa da fare, qualche progetto da portare avanti, qualche passione da coltivare, per non starmene ferma a rimuginare.

Ci sono delle giornate in cui mi sento più introspettiva, delle altre (tipo oggi) in cui ho voglia solo di svagarmi, di uscire a passeggio, vedere qualche negozio e coccolarmi con qualche compera (lo so, si chiama shopping compulsivo, in questi giorni ne sono decisamente affetta, ma va bene così).

E siccome voglio svagarmi, vi lascio subito con una ricetta di qualche giorno fa, per finire con l'argomento More (la provenienza è sempre quella della marmellata e dell'altra torta): stavolta ho fatto un impasto semplice, con della farina integrale e zucchero di canna. E' venuta una torta morbida, bassa e rustica, davvero deliziosa.
Ovviamente a questo impasto ci si può aggiungere qualsiasi altro tipo di frutta, però penso che con le more sia anche molto graziosa da vedere.

Torta Integrale di More



100 grammi farina integrale
50 grammi farina 00
100 grammi zucchero di canna
2 uova
2 cucchiai olio
1 cucchiaio strega
scorza di Limone
Mezza bustina lievito

zucchero semolato per spolverare
More (o altra frutta)

Sbattere le uova intere con lo zucchero, fino a farle diventare gonfie e spumose, poi aggiungere l'olio, la Strega e il limone grattugiato.
Mescolare le due farina con il livieto, ed aggiungere all'impasto.

Versarlo in una teglia da 24 centimetri a cerniera, foderata di carta forno.

Disporre le more in uno strato fitto, spolverare di zucchero semolato ed infornare nel forno caldo a 180 gradi, sul secondo ripiano da basso, per circa 40 minuti.

venerdì 24 settembre 2010

Un paese color seppia


Una piacevolissima gita in questa parte della Maremma è Pitigliano, piccolo paese arroccato su un enorme sperone di tufo, le case strette strette sul ciglio della rupe, che quasi ci si meraviglia di come facciano a non precipitare nel burrone sottostante.

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Pitigliano, le cui origini risalgono addirittura all’epoca etrusca, all’Età del Bronzo e ancora più indietro, ha un impianto innegabilmente medievale con innesti rinascimentali, praticamente intatto.

La strada per arrivare al paese si incunea, nell’ultimo tratto, tra due costoni di tufo intagliato, su cui si aprono cavità artificiali usati fin da tempi antichi (il tufo è una roccia di natura vulcanica, leggera e facile da lavorare) , per poi arrampicarsi per l’enorme sperone su cui si adagia il centro abitato.

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Si entra attraverso quel che rimane dell’imponente cerchia di Mura, e già da questa terrazza si può ammirare tutto l’abitato, quel che rimane della fortezza e Palazzo Orsini (già Aldobrandeschi) e l’Acquedotto Mediceo, risalente al Seicento.

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A questo punto, ci si incunea nella parte antica attraverso tre strade parallele (Via Orsini, via Aldobrandeschi, Via Vignoli) intersecate da vicoli angusti dai nomi chiaramente ispirati alla storia del paese (vicolo Assedio,Vicolo Vittoria, Vicolo Tiranno, Vicolo della Concordia, dei Liberali, dello Statuto, della Costituzione, dell’ Annessione, delle Riforme), fino ad arrivare alla parte opposta dello sperone, su cui si apre un panorama vasto e verdeggiante, con una minuscola chiesa candida sulla collina di fronte, il Santuario di Santa Maria delle Grazie.

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Passeggiando lungo i tre lunghissimi vicoli, colpisce l’atmosfera senza tempo del piccolo abitato, nonché il colore un po’ cupo delle antiche case e del selciato: tutta Pitigliano, principalmente costruita con la materia prima che si trova abbondantissima da queste parti, appunto il tufo, ha queste sfumature caratteristiche, quasi un seppiato naturale del paesaggio.

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La parte antica che si stende lungo il versante della via Aldobrandeschi è denominata il Ghetto, perché vi risiede una piccola comunità ebraica, la in cui insediamento nel paese risale probabilmente al Quattrocento. Qui, oltre al museo e alla Sinagoga, ci sono anche dei negozi alimentari e di pasticceria Kosher, in cui si può trovare il pane azzimo e dolci locali, come la Ciambella lievitata all’anice.

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Numerosi sono i negozi, in tutto il centro storico, di ceramica (siamo nella zona della Bassa Etruria) e di enogastronomia: oltre ai prodotti tipicamente toscani, il paese è famoso per la qualità dei suoi vini, in particolar modo il Bianco di Pitigliano.

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martedì 21 settembre 2010

Ricette dalla Toscana



Oggi cambio header: via i colori caldi dell'estate, il rosso lussureggiante dei papaveri, entra ufficialmente l'autunno, con le sue sfumature dorate, ruggine, marroni, le foglie che cominciano lentamente a cadere, l'aria più fredda e le giornate più corte. L'autunno è malinconico perchè stiamo andando incontro al lungo inverno, ma allo stesso tempo sono anche stufa dell'estate, come se il corpo e lo spirito avesse bisogno di riposo, di giornate ancora belle ma fresche. Adoro i colori dell'autunno, anche se a Roma possiamo goderne molto meno che in campagna...

Ed eccola, la Torta della Nonna alle Mandorle che vi avevo promesso!

Ogni mattina a colazione abbiamo assaggiato una torta diversa, preparata dalla signora proprietaria dell’agriturismo, semplici ma buonissime: un Gambellotto (torta a base di ricotta, cacao e nocciole), un Dolce allo yogurt e cocco (la cui ricetta è a base di bozzolini, cioè vasetti), e finalmente una Crostata con crema,copertura tipo sbriciolata e mandorle, che ho assaggiato anche nella versione con le noci, ma con le mandorle mi è piaciuta di più.

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Ho assaggiato anche, in una piacevole domenica pomeriggio a base di dolci e chiacchiere tra signore, uno zuccotto all’ananas veramente notevole.
Ovviamente, non ho potuto fare a meno di chiedere le ricette di tutto, compresa la ricetta della Panna Cotta, che io non ho mai fatto ma che proverò quanto prima.

Per le dosi mi sono regolata un po’ ad occhio, ma il risultato è stato perfetto: mentre la crema della Torta della prima volta era buonissima, ma non densa quanto dovrebbe essere, questa è riuscita densissima, e anche la frolla finalmente mi è venuta bene (ho un conto in sospeso sia con la frolla che con la crema, ma alla fine ho vinto io). Alla ricetta originale ho aggiunto la Strega, che secondo me sta bene dappertutto.

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La quantità della frolla è servita per la torta e anche per tre crostatine (non ho voluto fare le strisce, ma solo sbriciolare un po’ di pasta sopra, come l’originale), mentre di crema ne sono avanzati un paio di cucchiai. Stavolta non ho imburrato la teglia (non mi piace il sapore del burro che rimane appiccicato alla pasta), l’ho cotta sulla carta forno, devo dire che non ho avuto problemi nè a stenderla nè a toglierla dalla teglia.

Per una teglia di centimetri 22 (di base, 25 centimetri di diametro massimo)

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Frolla:

300 grammi farina 00
3 tuorli e un albume (le uova era medio-piccole)
150 grammi di zucchero
125 grammi di burro morbido
una punta di lievito
scorza grattugiata di limone (o arancia)
1 cucchiaio di Strega

Crema:

Mezzo litro di latte
3 tuorli e 1 albume
4 cucchiai abbondanti di farina
3 cucchiai di zucchero
1 cucchiaio di Strega
scorza di limone
mandorle con la pellicina

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Fare la pastafrolla impastando velocemente tutti gli ingredienti, col burro morbido a pezzetti, fare una palla e mettere in frigo per almeno 30 minuti nella pellicola.

Stiepidire il latte a parte. Sbattere con la frusta a mano le uova con lo zucchero, unire la farina, la strega, la buccia del limone (che poi leverete, a fine cottura), e diluire bene col latte.

Far cuocere la crema a fuoco medio basso, mescolando con la frusta per non farla attaccare al fondo, possibilmente su uno spargifiamma. Quando si addensa al punto giusto (a me piuttosto presto, ed è venuta densissima), toglierla dal fuoco, ripescare la scorza e continuare a girare per qualche minuto, poi farla stiepidire, continuando a mescolarla ogni tanto per non formare la pellicina in superficie.

Quando non è più bollente, stendere la frolla sulla carta forno tranne una piccola quantità (io la ritaglio poco più grande della teglia) fino alla dimensioni desiderate, quindi mettere la pasta nella teglia sempre dentro la carta forno, rovesciarvi la crema e spanderla bene.

Sbriciolare il resto della pasta sopra la crema (io mi sono stufata presto, devo ammetterlo), quindi mettere le mandorle in ordine sparso.
Infornare a 180 gradi nel forno caldo sul terzo ripiano del forno, per circa 40 minuti.
Una volta fredda, spolverare di zucchero a velo.
Essendo un dolce a base di crema, consiglio di tenerlo in frigorifero.

sabato 18 settembre 2010

Giorni toscani



Non ho ancora finito di postarvi le foto dell'Abruzzo (veramente non ho finito neanche quelle di Siviglia, per la vostra sfrenata gioia), però nei giorni scorsi ho provato una delle ricette che mi ha gentilmente dato la proprietaria dell'agriturismo in Toscana, e allora comincio a farvi vedere dove abbiamo soggiornato. La signora ogni mattina ci faceva trovare una torta diversa, oltre a succhi e yogurt rigorosamente biologici.
La prima che ho sperimentato è anche quella che mi è piaciuta di più, una strepitosa Torta della Nonna alle Mandorle che vi posterò la prossima volta.

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Siamo stati in un paesino a pochi chilometri da Saturnia, Semproniano, una zona che conosciamo bene per ragioni familiari. Rispetto a zone più famose della Toscana, come la Val D'Orcia, la Val d'Elsa, il Chianti, la Maremma è più selvaggia, più solitaria, forse meno caratteristicamente toscana ma tuttavia affascinante.

I paesini sono graziosi, le cose da vedere ci sono (ovviamente, è difficile competere con il resto della regione, soprattutto la zona di Firenze e di Siena, a mio avviso le più belle) e, anche se ormai conosciamo abbastanza tutti i dintorni, tornarci ci fa sempre piacere.

Avendo come punto di partenza Saturnia, si possono fare piacevoli passeggiate nelle colline circostanti, dove sono arroccati alcuni antichi paesi come Montemerano, Manciano, Sorano, la famosa Pitigliano che sorge su una collina tufacea, e la medievale Sovana, un borgo disabitato e rimasto quasi intatto.

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Abbiamo preso un piccolo appartamento in un agriturismo fuori mano (Il Poderaccio, località Ca' di Rocco), alla fine di una stradicciola che si incunea tra le colline intorno a Semproniano: come potete vedere dalle foto, un casale tipicamente toscano in pietra con quei meravigliosi tetti in tegole e coppi di argilla, con una bella vista sulla vallata. Anche gli interni erano perfettamente in stile, mobili in legno scuro, pavimenti in cotto rustico, travi di legno sul soffitto, davvero un posto grazioso.

L'avevamo scelto anche per la piscina, peccato che il tempo ci abbia assistito poco: è stato nuvoloso per la maggior parte del tempo, abbiamo avuto anche un giorno di temporali furibondi e, quando è uscito il sole, l'acqua comunque non è riuscita a riscaldarsi molto. Peccato!


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Il casale era proprio ai piedi di una bella collina seminata a girasole, davvero uno di quei paesaggi da cartolina o da quadro, esattamente come uno si immagina le colline toscane.
Questa meraviglia di colori ha però anche un inconveniente: attira i cinghiali, che stanno diventando una vera piaga della regione. Si tratta di una specie non autoctona, di provenienza balcanica, molto più massiccia, prolifica e aggressiva dei nostri cinghiali: si sta riproducendo molto velocemente, e qui in Maremma comincia ad essere un vero problema.

Appena calato il buio, si sentivano e si vedevano a pochi metri dalla casa, nell'oscurità, una decina di animali provenienti dalla foresta, che banchettavano voracemente nel campo di girasoli di cui, sera dopo sera, non rimanevano che brandelli.

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A parte questo, abbiamo fatto la conoscenza anche di numerose specie animali difficili da trovare in città: un esemplare di grillo di dimensioni gigantesche che riposava sul tettuccio della nostra macchina, una ranocchia Spider-man sul muro della casa, e i gatti dei proprietari, che sonnecchiavano oziosamente tutto il giorno.

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Abbiamo anche goduto di un evento particolare, dopo il temporale estivo: uno splendido arcobaleno che occupava tutta la vallata, davvero uno spettacolo straordinario!




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