I miei viandanti

martedì 30 ottobre 2007

Involtini di melanzane alla feta di Carlo

Siccome oggi è una giornata uggiosetta e ventosella, mi ha preso un pizzico di nostalgia per il sole e i profumi dell’estate: così ho fatto degli involtini alla feta al profumo di basilico e pomodorini, una ricetta che d’estate ci sta a fagiolo, ma secondo me va benissimo anche d’inverno.
Può essere un buon contorno, un antipasto sfizioso oppure in una cena fredda.
La ricetta originale è del nostro amico Carlo, il quale l’aveva pubblicata nel suo blog, che ora ha chiuso i battenti: non me ne vorrà se la pubblico sul mio (spero)

Ingredienti per 9-10 involtini (bastano per 3 persone, 3 involtini a testa, però se è secondo unico meglio 4 a testa)
1 melanzana grossa da 500 grammi
1 confezione di feta greca
10 grosse foglie di basilico
3 pomodori di media grandezza, oppure qualche pachino
Olio di oliva, sale
Olive greche o nere (facoltative, io non le avevo però ci stanno benissimo)

E’ importante che le fette di melanzane siano belle grosse e integre per cui, se avete ospiti, tagliate a fette e grigliate due melanzane grosse, e scegliete le fette venute meglio: quelle piccole e stortignaccole si possono condire in altro modo, per esempio marinate.

Dalla melanzana ho ricavato 10 fette, non troppo sottili ma neanche troppo spesse (due o tre piccole le ho scartate): ho proceduto nel solito modo, mettendole in uno scolapasta con del sale, sotto un peso per un’ora, a spurgare.
Poi le ho sciaquate e messe ad asciugare su un telo pulito.
Le ho grigliate (le sposto tre volte per parte, viene una griglia tripla, così si cuociono bene)

Nel frattempo ho schiacciato bene con la forchetta la feta
Ho aggiunto le foglie di basilico tagliate piccole, ho messo 4 cucchiai di olio e ho impastato bene

Ho preso una fetta di melanzana e l’ho rimpita con una forchettata del composto, e poi l’ho arrotolata

Ho acceso il forno a 200 gradi, griglia nella posizione centrale
Un filo di olio in una teglia pyrex, di porcellana o antiaderente

Ho disposto il primo involtino, poi ho continuato a involtolare le altre fette e le ho disposte tutte vicine nella teglia, e ho sparso un pizzico di sale su ciascun involtino

A parte ho tagliato i pomodori a pezzetti piccoli, ho condito con altro basilico, sale e olio (a occhio)
Ho disposto i pomodori sugli involtini, un ultimo filo di olio e qualche fogliolina di basilico (e le olive, se si hanno)

18-20 minuti a 200 gradi, poi vanno fatti riposare fuori dal forno per una mezz’ora

Si servono tiepidi, d’estate si possono benissimo preparare qualche ora prima e mangiarli a temperatura ambiente

lunedì 29 ottobre 2007

Torta di mele di Zia Maria Grazia


Io adoro le torte di mele, ne ho diverse ricette tutte testate molte volte, nei prossimi giorni le posterò.

Questa è una ricetta semplice semplice che fa mia zia Maria Grazia ( che saluto), senza burro (preferisco le torte senza burro, se posso evitarlo) da fare in una tortiera da 22-massimo 24 centimentri perché l’impasto non è molto.
Però è molto morbida e gustosa.

Ingredienti:
2 uova intere (non troppo piccole)
2 etti di zucchero più quello da spargere sopra
2 etti di farina
2/3 bicchiere di latte (non freddo di frigorifero)
Due belle mele grosse
Una bustina di lievito per dolci
Un cucchiaio di liquore Strega (facoltativo, ma a me piace molto)
Scorza di 1 limone bello grattugiata



Le uova, come al solito, non devono essere fredde, ma a temperatura ambiente da almeno due ore
Il forno deve essere acceso a 190 gradi almeno dieci minuti prima di infornare, e nel mio forno il ripiano su cui si cuociono le torte lievitate è la seconda posizione dal basso, mentre le crostate nel ripiano centrale, sennò si bruciano sotto

Battere le uova intere con lo zucchero, con la frusta elettrica alla velocità media, fino a renderle gonfie e spumose. Aggiungere la Strega e la scorza di limone grattugiata
Cominciare ad aggiungere la farina, diciamo la metà


Battere il lievito sciolto nel latte, il latte comincerà a gonfiarsi fino a strasbordare dal bicchiere; continuare a battere fino a colare tutta la spuma nel composto (non so bene a che serve questo procedimento, ma fa una bella figura! Probabilmente serve a rendere l’impasto più morbido)


Aggiungere la farina poco alla volta, continuando a battere il composto (se si usa l’apposito strumento per setacciare la farina è meglio), deve uscire una pastella abbastanza liquida

Tagliare le mele a fettine sottili e mescolarle al composto, tranne qualche fettina per decorare la superficie


Per imburrare la teglia senza inzaccherarsi le mani, ho elaborato questa strategia:
Metto il pezzetto di burro nella teglia, la pongo sopra la macchina del gas dopo aver acceso il forno.
Al momento di infornare, prendo un foglio di carta da cucina ( o di alluminio), lo appallottolo e lo uso per strisciare il burro sulla teglia, togliendo con la carta il burro in eccesso


Colare l’impasto nella teglia infarinata, disporre le fettine di mela rimaste, cospargere di abbondante zucchero e infornare (il forno va abbassato fino a 180 gradi).
Cuocere per 40 minuti (io l'ho lasciata per 45 minuti, per colorirla bene) Ed ecco il risultato! Questa è la versione uno, la versione due è quella della foto sotto, con una crosticina più spessa.
Mamma che fatica, fare la torta con una mano e fotografarla con l’altra…ho la macchina digitale tutta cosparsa di vari ingredienti e piena di ditate farinose...

Un saluto a mamma e alla zia Maria Grazia, che sicuramente verranno a visitare questo blog!

Ultimi film visti

Vi aggiorno sugli ultimi film visti, ultimamente vado spesso al cinema, e i film durano talmente tanto poco, nelle sale (tranne i soliti blockbuster), che bisogna pure sbrigarsi, a vederli.

In questo mondo libero, di Ken Loach.
Un vero pugno allo stomaco. Ambientato in una Londra irriconoscibile, in un inverno freddo, gelido, un affresco di umanità disperata che magari può non piacere, però sicuramente non lascia indifferenti.

Ken Loach in questo film, lontano dalla partecipazione accorata e commossa di altri suoi capolavori (per chi non l’avesse capito, adoro questo regista) come Terra e Libertà, Bread and Roses etc.., osserva le persone con occhio disincantato, clinico, anche se non privo di una certa compassione. Uno sguardo non cinico, ma molto realista, senza sconti per i suoi protagonisti: i quali non sono divisi tra buoni e cattivi, vittime e carnefici, ma sono tutti un po’ disperati, egoisti per necessità, senza scrupoli per fame, e senza pietà per difendersi.

Insomma, un bel film ma molto crudo, certo bisogna essere in vena per andare a vederlo.
Comunque siamo usciti dal cinema un po’ depressi.

La Ragazza del Lago: bel giallo, anche se non è proprio la trama che importa, il bello del film sta nell’atmosfera rarefatta e nebbiosa che riesce ad evocare. Tra l’altro, io e Pina concordiamo sul fatto che c’è qualcosa di irrisolto nel finale (che svelo nelle righe qui sotto, per cui, se volete andare a vedere il film, non leggetelo).
Secondo noi, il colpevole non è quello che viene poi arrestato, ma il fidanzato e forse anche la sorella, un delitto d’amore. Il personaggio interpretato da Gifuni in realtà paga per il delitto del figlio, commesso tempo prima, di cui la ragazza uccisa era venuta a conoscenza.

Piano, Solo
Un altro bel film, triste da morire. Un’immersione nella solitudine, genialità e follia, e nella musica. A me in generale il Jazz non fa impazzire, però in questo film non mi dispiace.
Kim Rossi Stuart è grande, forse la sua migliore interpretazione, tutto il cast è ottimo, ma la prova da applauso è quella di Paola Cortellesi, qui mi è piaciuta moltissimo. Certo, è meglio vederlo in una sera in cui non si è depressi per conto proprio, sennò è la mazzata finale.

Cemento Armato: a dispetto delle critiche feroci che ho letto sui giornali, a me non è dispiaciuto. Concordo sul fatto che non sia un capolavoro, però almeno ci hanno provato, a fare un noir tutto romano! Tra l’altro, l’ambientazione è alla Garbatella, un nero molto casereccio, insomma.
Faletti è un cattivo passabile, con un so che di crudele nello sguardo, Vaporidis è un po’ troppo perbene per fare il teppistello ladruncolo però è carino, la Crescentini non la sopporto (forse è invidia, chissà…).

La giusta distanza: appena uscito dal festival di Roma. Al cinema qui dietro è durato una settimana, eppure la sala non era vuota…
Come atmosfere mi ha ricordato molto la Ragazza del Lago, sempre questo Nord-est freddo e nebbioso, le mattine gelide e i paesaggi plumbei, mi ha fatto venire un freddo…fortuna che abito a Roma! Però, anche questo è un bel film. Un pochino lento, forse. Anche qui un risvolto giallo, e un colpevole che in realtà è innocente.
Mi piacciono queste province sonnolente, in cui una facciata perbene nasconde segreti inconfessabili, pulsioni oscure, passioni morbose.

Michael Clayton: diciamocelo, George Clooney ne vale sempre la pena, anche se il film è un po' noiosetto…una specie di Erin Brokovich in versione lussuosa, intrighi tra multinazionali e avvocati corrotti.

Il prossimo film in programma è quello di Soldini, finora non mi ha mai deluso, peccato che in questo non c'è Licia Maglietta

Più tardi posterò la ricetta della Torta di Mele (vado a farla)

domenica 28 ottobre 2007

Frittata di patate di mamma


Girellando per i vari blog, ho visto un sacco di ricette invitanti, che ho accuratamente messo da parte nel mio Ricettario. Sono molti i bloggers (di sesso femminile, ma non sempre) alle prese con creazioni culinarie e anche altri argomenti interessanti.
Anch’io vorrei postare le mie ricette, quelle di famiglia e anche quelle che ho raccolto in questi da anni da persone conosciute, mamme di amiche, vecchie ricette di paese.
Il problema è che, assaggiando di qua e assaggiando di là, poi rischio di rotolare!
Forse è meglio cominciare con cose semplici, che si fanno abitualmente…



Frittata di patate di Mamma

Ecco una ricetta casalinga semplice, credo che risalga addirittura a mia nonna…ai tempi in cui con quattro patate e una cipolla si rimediava una cena calda e gustosa, soprattuto d’inverno.
E’ buona sia calda che a temperatura ambiente, e il giorno dopo ancora di più!

Per 3-4 persone (noi ce la pappiamo in due, però è piatto unico): una padella di 22-24 centimetri di diametro antiaderente (mamma la fa in una vecchia padella di ferro tutta annerita, e viene buonissima, ma io vado sul sicuro) a pareti alte (la mia è di 6 cm, ma va bene anche più bassa)
900gr (anche un chilo) di patate di media grandezza, sbucciate e lavate per togliere l’amido
Una cipolla piccola o scalogno
Olio di oliva
Sale e pepe

In una capiente casseruola le patate coperte d’acqua per lessarle (devono essere morbide, ma non completamente sfatte)
Si schiacciano con la forchetta, accuratamente, oppure si passano con lo schiacciapatate: se si freddano è difficile schiacciarle bene, meglio farlo quando sono calde, non devono rimanere a tocchetti, ma devono venire proprio schiacciate, come per il purè.

Nella padella far imbiondire lo scalogno o la cipolla tagliati sottili, con 4 cucchiai d’olio di oliva

Si buttano le patate schiacciate, si cominciano a girare con la forchetta in maniera da mescolarle all’olio e alla cipolla e insaporirle bene, per circa 3 minuti (attenzione a non farle attaccare)



Nel frattempo regolare di sale (io ne ho messi quattro pizzichi abbondanti) e aggiungere un pizzico di pepe.
Se necessario (se le patate sembrano un po’ secche) aggiungere ancora un filo di olio (ma non esagerare, perché se la frittata è oliosa si rompe) e continuare ad impastare con la forchetta

Dopo qualche minuto regolarle ancora di sale, spianarle bene con la forchetta e, a fuoco moderato, aspettare che si formi sotto una bella crosticina dorata, senza toccare la frittata (se si rompe, sono guai)





Ci vorranno circa cinque minuti a parte, comunque controllare appena sotto il bordo della frittata a che punto è la doratura.

A questo punto, la fase più delicata: girare la frittata, prima su un piatto (io uso un coperchio delle dimensioni precise della padella, a incastro così non mi perdo i pezzi di frittata)
E poi farla scivolare di nuovo nella padella, dopo aver versato ancora un filo di olio sul fondo per evitare che si attacchi, ma solo se la vostra padella non è un granchè, sennò non dovrebbero esserci problemi (in ogni caso vi conviene procurarvi una buona padella)
:-)
Ancora qualche minuto per far dorare l’altra parte, et voilà.


La frittata è fatta.
Spero di essere stata esauriente…siccome sono un po’ imbranata, le prime volte faccio dei pasticci inguardabili anche se magari il sapore non è male; poi comincio ad elaborare i passaggi e le cotture, per cui mi piace essere precisa nello spiegare le ricette, anche se poi i disastri sono sempre dietro l’angolo…



A più tardi con la torta di mele

La mia prima creazione culinaria sul web!








Ieri sera siamo stati a cena dagli zii (ne approfitto per ringraziare zia Serena per la squisita cenetta), e allora ho preparato una golosissima crostata alla Nutella.

Purtroppo non ho pensato a fare le fotografie della lavorazione, però ho quella del prodotto finito, eccola...ho preparato una crostata in bianco, col solito procedimento, poi ho spalmato una dose generosa di Nutella, circa 500 grammi (un vasetto grande e un po'...)

A parte ho fatto dei biscotti di pasta frolla, con cui ho decorato la torta finita, ed eccola qui...




Ci vorrà circa una settimana per digerirla,

ma insomma...:-(


Un ringraziamento speciale alla mia amica Pina che, da lidi molto lontani, addirittura il Belgio, mi ha portato gli stampi da biscotti a forma di gatto!


E' la prima volta che li uso, non faccio spesso i biscotti...

Ecco un'altra foto dei biscotti: grazie Pina!


Li ho decorati con scagliette di cioccolate, codette di zucchero colorato e palline di zucchero d'argento per gli occhi: queste ultime bisogna fare attenzione a sgranocchiarle, si rischia di frantumarsi un dente perchè sono un po' rocciose...


Per oggi le mie creazioni culinarie sono finite, vado a cucinare un umilissimo minestrone per pranzo, anche se devo dire che i miei minestroni non sono niente male, magari prima o poi pubblico la mia ricetta

Il mio primo giorno da blogger

Benvenuti!

E' il primo blog che creo, e non so da che parte cominciare...forse dovrei partire da chi sono, cosa faccio, e soprattutto, perchè ho creato questo blog...



Partiamo dal titolo del blog: La foresta incantata è il titolo del mio libro preferito, scritto da Mary Stewart, e da lì ho preso anche il mio nome da blogger, Geillis, che è la protagonista del libro.

Scommetto che l'hanno letto in pochi, e invece è un libro veramente bello, da me talmente straletto da aver sgualcito la copertina. L'argomento non c'entra molto con quello che scriverò nel blog, visto che disquisirò, più o meno dottamente, delle mie passioni, e non di incantesimi e stregoneria (purtroppo, in questo campo, le uniche mie conoscenze sono gli incantesimi di Harry Potter, e non funzionano...).

Hobbies e passioni: i libri, naturalmente, viaggiare, il flamenco, la fotografia, l'arte, la cucina (i dolci, soprattutto e, ahimè, si vede) e i gatti!

Al prossimo post, quando impararerò a inserire le fotografie, vi beccate subito una foto dei miei adorati gatti, Koko e Titti (veramente si chiamerebbero KaoKoKung e Brunilde, prima o poi spiegherò i soprannomi)

Che altro dire, il primo giorno?


Per ora è tutto, vado a pensare qualcosa di intelligente da scrivere la prossima volta

sabato 27 ottobre 2007

Eccoli, i miei mici adorati







L'avevo minacciato, ed eccoli qui, in tutta la loro felina bellezza...

La Multicolor è Titti, simpatica e cicciottella, il finto siamese è Koko, con gli occhi color del cielo e snob come solo i gatti belli sanno essere...

Le due pesti hanno al loro attivo due divani distrutti ed altre piccole devastazioni, ma come si fa non perdonarli?

Il nome di Koko deriva da quello di un famoso siamese investigatore, KaoKoKung detto Koko (dal nome di un artista cinese della XIII dinasta), protagonista di una serie di libri gialli della Mondadori (mi pare siamo a quota 20) che si intitolano Il gatto che...., di Lilian Jackson Braun.


I libri sono deliziosi, almeno i primi quindici, poi cominciano vagamente a ripetersi.

Il primo si intitola Il gatto che leggeva alla rovescia, ed è il primo incontro di un giornalista, Jim Qwilleran, con un siamese dalle capacità fuori del comune (come tutti i gatti, del resto) e che lo aiuterà, col suo fiuto e le sue vibrisse, a risolvere l'intricato delitto di un critico d'arte.


Il nostro Koko somiglia molto al felino ritratto sui libri (come si può vedere nella copertina qui accanto, il secondo volume della serie) almeno come aspetto: non mi pare ne abbia nè l'intuito nè l'intelligenza, purtroppo.



Però ha un fiuto infallibile per le scatolette di pappa e i croccantini Friskies...


Per ora lascio perdere l'argomento felini, che tanto ricorrerà sovente nelle mie esternazioni (ogni tanto divento un po' monotematica), e ne approfitto per salutare la mia amica Marta, con cui ieri ho trascorso un pomeriggio piacevolissimo!

Siccome abitiamo a Roma (non l'ho ancora scritto?), siamo salite sui nuovi ascensori panoramici del Vittoriano, per fortuna aveva smesso di piovere: in effetti il panorama è davvero imponente, lo sguardo spazia da una parte fino alla Tomba di Cecilia Metella, sull'Appia, dall'altra si vede tutto il Tridente, la cupola del Pantheon fino a Monte Mario, un vero spettacolo.

Abbiamo poi visitato la mostra di Gauguin, sempre al Vittoriano.

Gauguin non è certamente il mio pittore preferito (che sarebbe Caravaggio, come ben sa chi mi conosce, visto che di solito faccio dei veri comizi sulla sua tormentata vita a chiunque abbia la pazienza di starmi a sentire), però le opere erano tante, insomma, non era proprio male (e comunque avevamo i biglietti gratuiti)


In ogni caso, il suo acquarello con i gatti non era proprio un granchè, i gatti li dipingo meglio io (prima o poi vi posto qualche mia opera)

Per ora non voglio ammorbarvi oltre


a presto

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